21 agosto 1994 Pentito di mafia sfrattato dai vicini

Accolto il ricorso: la donna aveva sparato esasperata da quindici anni di violenze Coinvolto nella strage di via D’Amelio, era in vacanza con la famiglia Pentito di mafia sfrattato dai vicini Jesolo, rivolta dei condomini contro ScarantinoIdentificato pochi giorni dopo il suo arrivo da alcuni vicini, il pentito di mafia Vincenzo Scarantino, coinvolto nella strage nella quale morirono Borsellino e 5 agenti della scorta, ha dovuto essere trasferito in una località sconosciuta dopo aver soggiornato per due settimane, con moglie e tre figli, in un appartamento in pieno centro a Cà Savio, località balneare nei pressi di Jesolo. A sollecitare l’allontanamento è stata la vicina di casa, Roberta Gregolin, una casalinga di 47 anni: dopo aver riconosciuto Scarantino dal terrazzo della sua abitazione, ha protestato con le autorità dal giorno di Ferragosto, raccogliendo poi una petizione tra tutti i condomini e inviandola al ministero dell’Interno. «Quando ho saputo con certezza chi era il nuovo inquilino protetto da cinque-sei agenti col mitra spianato, proprio lungo la via principale – ha detto la donna – ho pensato che il pentito era un facile bersaglio e che era a repentaglio, oltre che la vita sua e della scorta, anche quella dei condomini. Per questo mi sono rivolta prima alla prefettura, poi al ministero: mi è stato promesso che il caso sarebbe stato risolto». In paese non era la sola a sapere del pentito. «Io – spiega Roberta Gregolin – l’ho visto più volte sul terrazzo antistante la strada principale e anche dalla retrostante finestra del bagno, appostandomi con un cannocchiale tra le sterpaglie. Onestamente non mi pare che fosse invulnerabile, anche perchè solo uno dei tre accessi al pianerottolo era vigilato». La donna abita al secondo (e ultimo) piano di una recente palazzina bianca con sei famiglie, inserita in un complesso condominiale articolato in 18 appartamenti. L’edificio, affacciato sul¬ la strada principale, Via Fausta, e con un negozio di bomboniere al pianterreno, è in pieno centro e dista circa 800 metri dalla spiaggia, dove, secondo la donna, si sarebbero recati, scortati, i familiari di Scarantino. La palazzina è sempre stata presidiata da due Volanti. Vincenzo Scarantino, 29 anni, rinviato a giudizio per la strage insieme ad altre tre persone, si è pentito, secondo il suo avvocato Paolo Petronio, almeno «a far data dall’8 luglio scorso». Già condannato a otto anni per spaccio di stupefacenti e cognato di Salvatore Profeta – «uomo d’onore» della famiglia di Santa Maria di Gesù, coinvolto nella strage – Scarantino è stato indicato da vari pentiti come un «picciotto» vicino alla famiglia mafiosa della Guadagna. La sua collaborazione ha consentito di ricostruire in ampia misura l’organigramma dei presunti autori dell’attentato. [Ansa)