Le infiltrazioni nel settore agricolo continuano ad aumentare. I danni provocati dai cambiamenti climatici e la difficoltà a far quadrare i conti hanno esposto le aziende al rischio di soldi illeciti
Aziende sane che rischiano di finire in mano alla criminalità organizzata quando non riescono più a far quadrare i conti, anche a fronte delle conseguenze dei cambiamenti climatici. Un allarme lanciato sia dal mondo agricolo che dalla presidente della Commissione antimafia di Regione Lombardia, che trova conferma nei numeri, sempre crescenti dei terreni agricoli confiscati, cartina al tornasole dell’attività delle mafie (e dell’attività investigativa e giudiziaria). S la mappatura disponibile sul sito confiscatibene.it, i terreni agricoli confiscati sono 171 in tutto il territorio lombardo sui 3.205, tra beni in gestione e beni destinati. Una quota minoritaria rispetto ad appartamenti (952) e garage e posti auto (778), ma comunque un segnale che il settore agricolo non è immune da quella che gli esperti definiscono una vera e propria colonizzazione della criminalità organizzata (‘ndrangheta soprattutto) anche al Nord. Tre anche le aziende agricole confiscate su 307: in questo caso, la parte del leone la fanno le imprese edili (73).
“Le istituzioni hanno il dovere di essere a fianco delle imprese agricole. È molto importante informare sui pericoli che minacciano il settore agricolo, costretto ogni anno a fare i conti con i danni causati dalle agro-mafie e, più in generale, dagli eco-reati – commenta Paola Pollini, presidente Commissione regionale antimafia –. In Lombardia abbiamo avuto il caso degli spandimenti della Wte (citato anche nella relazione della Direzione Investigativa Antimafia del secondo semestre 2021, ndr), le cui ripercussioni sono state enormi. Vi è poi il problema delle infiltrazioni della criminalità organizzata all’interno di aziende sane, ma con problemi economici”.
Il problema è aggravato anche dai sempre più gravi effetti della crisi ambientale: i lunghi periodi di siccità alternati a precipitazioni improvvise sono un danno per le imprese agricole, che diventano più vulnerabili alle infiltrazioni mafiose. Ulteriore dato interpretabile come campanello d’allarme è quello che arriva dall’Inps, in termini di imprese ammesse alla Rete del Lavoro agricolo di Qualità, istituita nel 2015 e che annovera imprese (che devono richiedere l’iscrizione) che si distinguono per il rispetto delle norme in materia di lavoro, legislazione sociale, imposte sui redditi e sul valore aggiunto.
Secondo l’aggiornamento Inps al 20 dicembre 2023, sono 258 le imprese agricole lombarde ammesse alla rete sulle circa 45mila esistenti, di cui ben 90 della sola provincia di Bergamo. Solo 36 quelle bresciane e 33 quelle del Pavese ammesse, nonostante le due provincie abbiano il maggior numero di aziende agricole della regione. IL GIORNO 14.1.2024
MAFIA E ANTIMAFIA NEL COMASCO
CRIMINALITÀ ORGANIZZATA IN LOMBARDIA E NEL COMASCO