21 maggio 2013 I “non ricordo” di GIUSEPPE AYALA

 

AUDIO deposizione al “Borsellino Quater”



21 maggio 2013
I “non ricordo” di GIUSEPPE AYALA sulla borsa di Paolo Borsellino  Non ricorda se la borsa l’ha presa lui o se gliel’hanno data. E non ricorda neanche a chi poi lui l’ha passata. Informazioni importantissime, fondamentali per cercare di far luce sul mistero della scomparsa dell’agenda rossa di Paolo Borsellino dalla scena della strage di via D’Amelio. Giuseppe Ayala, uno dei primi magistrati ad arrivare in via d’Amelio, ammette di aver tenuto in mano la borsa del collega ucciso, per il resto non ricorda nulla o quasi. Interrogato dai giudici della corte d’assise di Caltanissetta davanti ai quali si sta svolgendo il nuovo processo per la strage, Ayala ha dichiarato: “Io in via D’Amelio c’ero solo fisicamente. Ma quello che rimane nella mia memoria è che la borsa è transitata solo per pochissimo tempo nelle mie mani, perché non avevo titolo per tenerla, l’ho consegnata a un ufficiale dei carabinieri. Se materialmente l’ho presa io o me l’hanno consegnata non me lo ricordo. La cosa importante è che l’ho avuta in mano e l’ho consegnata a un ufficiale“.
Ma chi è questo ufficiale e, passando da quali mani, poi la borsa, piena di vari oggetti ma non dell’agenda rossa, è arrivata poi nelle mani della polizia che conduceva le indagini e che l’ha repertata? Ayala non fa nomi, non ricorda. Eppure, stando a diverse testimonianze, sarebbe stato proprio lui a passare quella borsa ad un uomo in abiti civili e non in divisa. A confermarlo ai giudici proprio il suo ex caposcorta, Roberto Farinella: “Presi la borsa del magistrato, volevo consegnarla al giudice Ayala ma lui chiamò un uomo in abiti civili che mi indicò come ufficiale. Questi prese la borsa e si allontanò senza aprirla”. Era un carabiniere? Era un uomo dei servizi segreti? La deposizione di Ayala non scioglie i dubbi.
Il magistrato ha poi detto ai giudici di aver saputo da Nicola Mancino che non vi sarebbe stato nessun incontro con Paolo Borsellino come invece lo stesso magistrato ebbe il tempo di riferire alla moglie dicendosi sconvolto da quello che avrebbe visto e sentito il primo luglio al Viminale e come risulta dall’agenda marrone del magistrato,dove alla data del primo luglio, alle 19.30, c’è appuntato il nome Mancino. “Quando era vicepresidente del Csm – ha detto Ayala -, Mancino mi ha mostrato la sua agenda e mi ha fatto notare che al giorno 1 luglio del 1992 non aveva segnato alcun incontro. Mi disse che visto che era il giorno del suo insediamento al Viminale non escludeva che Borsellino fosse tra quelli andati a salutarlo. Certamente Mancino non mi ha accennato nulla sulla presunta trattativa Stato-mafia”.