Un altro parroco calabrese finisce nel mirino di minacce e intimidazioni, dopo l’aggressione e l’auto incendiata al parroco di Varapodio, don Gianni Rigoli. Si tratta di don Felice Palamara, giovane parroco di Pannaconi, frazione di Cessaniti in provincia di Vibo Valentia.
L’ultimo episodio risale a mercoledì scorso quando la sua auto è stata danneggiata da qualcuno che ha inciso sulla carrozzeria alcune croci e parole offensive. Già nei mesi scorsi il sacerdote aveva subito intimidazioni simili e ricevuto anche lettere minatorie nelle quali veniva indirettamente citato nelle minacce anche il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, don Attilio Nostro.
Il pastore ha raggiunto in serata don Felice e dormirà in canonica, per celebrare poi oggi la Messa. Una celebrazione già prevista ma che ora acquista il significato di forte vicinanza al parroco. Cessaniti non è un territorio facile.
Attualmente il Comune è commissariato per le dimissioni nell’agosto 2023 del sindaco dopo che dall’operazione Maestrale Carthago erano emersi possibili condizionamenti mafiosi sull’amministrazione. E solo alcuni giorni fa nella stessa frazione di Pannaconi si era verificata l’aggressione di una dottoressa in servizio di Guardia medica durante una visita a domicilio, per la quale è stato denunciato un 60enne per violenza, lesioni e minacce.
Attualmente il Comune è commissariato per le dimissioni nell’agosto 2023 del sindaco dopo che dall’operazione Maestrale Carthago erano emersi possibili condizionamenti mafiosi sull’amministrazione. E solo alcuni giorni fa nella stessa frazione di Pannaconi si era verificata l’aggressione di una dottoressa in servizio di Guardia medica durante una visita a domicilio, per la quale è stato denunciato un 60enne per violenza, lesioni e minacce.
Don Felice ha reagito alle intimidazioni con alcuni positivi post su facebook. Prima fa sapere che celebrerà la Messa con l’intenzione “Per coloro che ci affliggono”, spiegando che «continuerò a celebrarla per loro, fino a vedere in loro un cambiamento». Poi in un altro post scrive: «Il sipario si chiude ma non il mio cuore perché continuo ad amare, ad amarli se pur ogni loro gesto è impregnato di odio, di rabbia. Mi vendicherò con l’amore, con la misericordia, perché l’arma che conosco ed uso sarà solamente il perdono». Intanto in serata a Varapodio ci sarà una fiaccolata silenziosa di solidarietà promossa dalla diocesi di Oppido-Palmi. Antonio Maria Mira AVVENIRE
MAFIA e CHIESA