9 giugno 2009 Le consulenze tecniche effettuate sui reperti della FIAT 126.

 

L’attività di riscontro alle dichiarazioni di Gaspare SPATUZZA si è arricchita con gli esiti delle consulenze tecniche disposte su alcuni reperti della FIAT 126 utilizzata per la consumazione della strage di via D’Amelio.

Detti accertamenti si sono resi necessari a seguito delle propalazioni che, come in
precedenza evidenziato, il dichiarante aveva rassegnato innanzitutto a proposito dei
problemi che l’autovettura aveva all’impianto frenante (rimediati con la sostituzione
delle ganasce) e alla frizione.
E’ stato, pertanto, necessario, in primo luogo, verificare ove fossero custoditi i reperti
della Fiat 126 sequestrati in via Mariano D’Amelio successivamente ai sopralluoghi
espletati sul teatro della strage.
A tal proposito, dopo aver previamente interessato il Servizio di Polizia Scientifica di
Roma (cfr. a tal proposito la nota del 28 maggio 2009 a firma del Direttore del
Servizio), la P.G. accertava che presso il deposito dell’autocentro della Polizia di Stato
sito a Farfa in Sabina erano stati collocati i resti della Fiat 126 di VALENTI Pietrina ed
in particolare il cambio con relativi semiassi, il mozzo anteriore ed il mozzo posteriore
(cfr. relazione di servizio del 17.3.2009 redatta da appartenenti al Centro Operativo
D.I.A. di Caltanissetta ed allegata all’annotazione del 23.3.2009).
Si appurava, altresì, che il blocco motore della Fiat 126 era custodito presso l’Ufficio
corpi di reato di questa Procura della Repubblica.

Quanto all’eventuale intervento di riparazione del sistema frenante della Fiat 126, questo Ufficio, in data 16 Aprile 2009, conferiva incarico a ZANAT Adelfio e CAVESE Claudio al fine di accertare se effettivamente fossero stati compiuti interventi
di riparazione o sostituzione su apparati dell’impianto frenante di quel che restava della FIAT 126, all’uopo delegando Ufficiali del Centro Operativo DIA di Caltanissetta per la consegna ai consulenti dei seguenti reperti, come specificato nel relativo verbale del 23.04.2009:
• nr. 1 mozzo anteriore (N.B. in consulenza si preciserà che, contrariamente a
quanto indicato in precedenza, si trattava, anche per questo reperto, di
frammento relativo al retrotreno dell’autovettura e non alla parte anteriore,
peraltro distrutta dall’esplosione) costituito dal tamburo (integro) con relativi
perni fissa ruota, collegato ad un frammento consistente della traversa (foto
allegata nr. 1);
• nr. 1 mozzo posteriore costituito dal tamburo (integro) con relativi perni
fissa ruota e relativo giunto ancora innestato e collegato ad un frammento
consistente della traversa (foto allegata nr. 2)”.
I consulenti rispondevano con relazione del 9 giugno 2009 – che di seguito si riporta – concludendo che effettivamente risultavano sostituite le ganasce e il cilindretto del lato destro.


Premesse
In data 16 Aprile 2009, i sottoscritti Adelfio Zanat e Claudio Canavese, sono stati
incaricati di svolgere analisi dei reperti della FIAT 126 utilizzata per la strage di via
D’Amelio . I reperti sono stati consegnati brevi manu ad Adelfio Zanat in data 23 Aprile
2009 c/o gli uffici dell’Autocentro della Polizia di Stato di Roma , siti in via Magnasco
N° 38 ( Allegato verbale di consegna ).
Le analisi sono state svolte c/o i laboratori della Federal Mogul Italy s.r.l. siti in Corso
Inghilterra 2, Mondovì (CN) . Gli stessi reperti sono tutt’ora conservati c/o i laboratori
di cui sopra.
Operazioni Svolte

Sono stati inizialmente identificati i reperti, definendo che trattasi di frammenti relativi
al retrotreno della vettura e non, come inizialmente supposto, 1 frammento anteriore ed
1 posteriore. Si è provveduto successivamente allo smontaggio del tamburo di entrambi
i freni, per accedere al sistema frenante contenuto e per poter eseguire le analisi richieste.
Sono state effettuate verifiche documentali per la determinazione dell’origine dei componenti il freno .
Le analisi dei singoli componenti sono state eseguite e compatibilmente con le
condizioni in cui sono state messe a ns disposizione ed in considerazione del fatto che
l’esplosione ha certamente avuto effetti termici importanti, pregiudicando la possibilità
di svolgere analisi di tipo termogravimetrico, eseguendo quindi verifiche dimensionali e
di aspetto visivo.
Considerazioni
Confrontando i particolari dei 2 freni , si nota disomogeneità fra gli stessi . Tamburo ,
ganasce e recuperatore gioco , cilindretto , materiale frenante risultano di tipo diverso ,
in particolare :
Tamburo Dx con superficie interna ” scalinata ” Tamburo Sx con superficie interna piana
Ganasce Dx con sistema di recupero gioco recente
Ganasce Sx con sistema di recupero gioco ” Originale “
Cilindretto Dx ” Non Originale “
Cilindretto Sx ” Originale “
Materiale frenante Dx con limitati segni di contatto con il tamburo
Materiale frenante Sx con evidenti segni di contatto con il tamburo
Riteniamo inoltre di poter aggiungere che, a seguito di analisi visiva ed a fronte delle
ns esperienze, presumibilmente il materiale d’attrito componente le ” suole ” destre è di
tipo diverso rispetto al materiale d’attrito componente le ” suole ” sinistre .E’ stata
inoltre eseguita una analisi chimica mediante strumento XRF.Tale analisi ha
evidenziato la presenza di quantità diverse, fra le suole destre e sinistre , di alcuni
elementi chimici (Si, Ca, Fe). Il fatto che il metodo utilizzato è sperimentale e le
condizioni stesse dei campioni analizzati, fanno si che il risultato ottenuto non possa
essere considerato attendibile al 100% , ma in ogni caso lo abbiamo ritenuto degno di
nota. (vedere Allegato)
Conclusioni / Ipotesi
E’ molto probabile sia stato eseguito un interevento che ha riguardato il lato Dx della
vettura. Tale intervento è stato costituito da sostituzione cilindretto e ganasce guarnite
di materiale d’attrito. Le condizioni superficiali del materiale d’attrito e le misurazioni
condotte sulle ganasce stesse (vedere Allegato) fanno supporre una percorrenza molto
limitata dopo l’intervento di cui sopra .A livello di ipotesi riteniamo di poter aggiungere
che l’intervento sul lato Dx sia stato fatto a seguito di difetto del freno, in particolare
bloccaggio del cilindretto, tale difetto potrebbe spiegare la sostituzione delle ganasce
freno ed il relativo cilindretto stesso”.


Non vi è chi non veda la significatività e la straordinaria valenza, da un punto di vista probatorio, di quanto appurato all’esito degli accertamenti effettuati sui resti della Fiat 126, posto che la circostanza relativa al rifacimento del sistema frenante della vettura costituisce un quid novi mai introdotto, prima della collaborazione dello SPATUZZA, nell’ambito dei processi celebrati per la strage di via D’Amelio.