Criminalità ambientale in Lombardia, Pollini (Presidente Comm. Antimafia): «Dal rapporto di Legambiente spunti da tradurre in misure concrete per il contrasto agli ecoreati»

 

 

Fra le considerazioni emerse, ve ne sono alcune particolarmente rilevanti. La prima riguarda l’importanza del coordinamento fra enti, Forze dell’Ordine e tecnici. Esperienze che hanno già dato risultati positivi, ma che oggi sono diffuse a macchia di leopardo sul territorio. La nostra proposta è quella di promuovere una collaborazione coordinata a livello regionale.

Altro punto dolente è quello che riguarda la carenza di personale formato, importante sia per la prevenzione che per il contrasto dei reati ambientali sul territorio. In tale ambito un ruolo determinante possono giocarlo le GEV (Guardie Ecologiche Volontarie) il cui lavoro deve essere sostenuto, ma anche corsi di formazione dedicati alla Polizia Locale. In termini di prevenzione è importante il ricorso fatto anche all’apporto della Polizia Stradale, dopo appositi corsi in collaborazione con ARPA, dal momento che un numero rilevanti di reati ambientali, viene intercettato durante il transito su strada.

Altrettanto rilevante è la formazione delle amministrazioni. Ancora troppi reati vengono commessi in ambito amministrativo. Questo perché smaltire un rifiuto in maniera illegale, consente di ottenere risparmi considerevoli a chi commette il reato, ma genera enormi costi sulla collettività, non solo in termini di salute, ma anche in termini economici dal momento che tocca poi ai Comuni farsi carico delle bonifiche. I rifiuti e il loro smaltimento rappresentano ancora oggi il fronte più caldo della lotta contro i reati ambientali. In tal senso vanno sottolineati i risultati ottenuti attraverso il Progetto Savager (Sorveglianza Avanzata Gestione Rifiuti), che il M5S ha supportato e promosso attraverso appositi atti istituzionali fin dalla sua fase di sperimentazione ed oggi divenuto best practice.

Il M5s è la forza politica che ha reso possibile inserire la “tutela ambientale” all’interno della nostra Costituzione e che ha scritto la legge sugli “ecoreati”, ci impegneremo a produrre atti in Consiglio regionale affinché gli spunti recepiti oggi possano tradursi in misure concrete.

A tale scopo ringrazio il Presidente della VI Commissione, Alessandro Cantoni, per la sensibilità dimostrata su tematiche in merito alle quali le idee possono convergere al fine di ottenere risultati preziosi» così la Presidente della Commissione Speciale Antimafia, Paola Pollini (M5s), al termine dell’ Audizione congiunta con la Commissione Ambiente in merito al rapporto “Criminalità ambientale in Lombardia 2023” con: – Legambiente – Università statale di Milano – Arpa Lombardia – Coordinatore regionale Avviso Pubblico.


La VERSIONE INTEGRALE DEL RAPPORTO


Rapporto Legambiente sulle aree urbane: italia fanalino di coda

“Pendolaria – Speciale aree urbane” di Legambiente diffuso ieri nell’ambito della campagna Clean Cities ha nuovamente messo in luce i ritardi dell’Italia, i nodi irrisolti di Roma, ma anche gli impatti che gli eventi meteo estremi stando avendo sulle infrastrutture del trasporto pubblico in tutta la Penisola.
I dati parlano chiaro: in Italia la lunghezza totale delle linee di metropolitane si ferma a poco meno di 256 km totali, ben lontano dai valori di Regno Unito (680,4 km), Germania (656,5) e Spagna (615,6). Il totale di km di metropolitane nella nostra Penisola è inferiore, o paragonabile a quello di singole città europee come Madrid (291,3) o Parigi (225,2). Riguardo le tranvie, in Italia ci sono 397,4 km di tranvie assai lontani dagli 875 km della Francia e soprattutto dai 2.042,9 km della Germania. Analoga situazione per le ferrovie suburbane, quelle prese ogni giorno da tanti pendolari, dove l’Italia è dotata di una rete totale di 740,6 km mentre sono 2.041,3 quelli della Germania, 1.817,3 km nel Regno Unito e 1.442,7 in Spagna.
Tra le città, Roma è tra le peggiori in Europa in termini di dotazione di binari di metro. Parliamo di 1,43 km ogni 100mila abitanti, ben lontani da altre capitali quali Londra (4,93), Madrid (4,48), Berlino (4,28). Sul fronte investimenti su ferro, l’Italia ha fatto ben poco preferendo quello su gomma. Nel 2023 non è stato inaugurato nemmeno un chilometro di nuove tranvie, mentre l’unica aggiunta alla voce metropolitane riguarda l’apertura di un nuovo tratto della M4 a Milano. E se si guarda indietro negli anni, dal 2016 al 2023 sono stati realizzati appena 11 km di tranvie e 14,2 di metropolitane, con una media annua rispettivamente di 1,375 km e 1,775 km, ben lontani da quanto sarebbe necessario per recuperare la distanza dalle dotazioni medie europee.
Dall’altro lato la Penisola si conferma la nazione più legata all’utilizzo dell’auto. Quello italiano resta il parco auto tra i più grandi d’Europa. 666 auto ogni mille abitanti, il 30% in più rispetto alla media di Francia, Germania e Spagna. A pesare su questa scelta la mancanza di interconnessioni tra le varie linee di trasporto di massa, di TPL e di mobilità dolce, di integrazione delle stazioni con il tessuto urbano pedonabile e ciclabile.
Un immobilismo quello delle città italiane, sempre più fragili e vulnerabili a causa della crisi climatica, che racconta anche quanto poco si stia investendo poco sul fronte dei trasporti. Senza dimenticare che l’ultima legge di bilancio (approvata nel dicembre 2023) per la prima volta dal 2017 non prevede fondi né per il trasporto rapido di massa, il cui fondo è stato definanziato, né per la ciclabilità e la mobilità dolce.
Per Legambiente, da qui ai prossimi anni, è necessario prevedere maggiori investimenti per le aree metropolitane italiane per sciogliere i nodi irrisolti della mobilità e dell’inquinamento, colmando quei ritardi che si sono ampliati rispetto agli altri grandi Paesi europei. Al Governo Meloni l’associazione ambientalista chiede di dar avvio ad una stagione di politiche per la rigenerazione urbana, a partire da una maggiore cura e potenziamento del trasporto sul ferro, il miglioramento del servizio lungo le linee esistenti, più sharing mobility e mobilità elettrica, insieme all’attuazione di azioni di adattamento delle infrastrutture agli eventi meteo estremi, in modo da ripensare l’uso di strade, piazze e spazi pubblici adattandoli in funzione delle persone e non delle auto.

 

 

https://progettosanfrancesco.it/2023/07/14/ecomafie-84-reati-ambientali-al-giorno-quasi-9-miliardi-di-fatturato/