Mercato delle info all’Antimafia ? CANTONE: “Numeri mostruosi, abbiamo scoperto un verminaio”

 

VIDEO AUDIZIONE 7 marzo 2024


Audizione del procuratore di Perugia in Commissione Antimafia. RAFFAELE CANTONE all’Antimafia:
Numeri mostruosi e inquietanti. Il mercato non si è fermato”  abbiamo scoperto un verminaio. In quattro anni Striano ha consultato 4.124 segnalazioni di operazioni sospette, non sono emerse finalità economiche o rapporti con agenti segreti.
«Sappiamo che Striano operava in pool – aggiunge il procuratore – non abbiamo al momento fatto approfondimenti» su altre persone «che operavano con Striano, il coordinatore era lui. Ci sono stati altri accessi fatti alle Sos durante questa fase. Continuiamo ad avere accessi abusivi ad altre banche dati». Nelle indagini sono coinvolti anche operatori della comunicazione: «I giornalisti oggetto di indagine sono quattro – precisa – e non otto come è stato scritto: le altre quattro persone avevano rapporti con Striano, ma non c’entrano con la stampa. Tre dei quattro giornalisti appartengono allo stesso giornale».

 
 
 

VIDEO AUDIZIONE 6 marzo 2024 

Il Procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo in commissione antimafia: “Striano non può aver fatto tutto da solo”

 

RAFFAELE CANTONE: «Il mercato delle Sos non si è fermato». «Abbiamo una prova clamorosa: durante la prima fuga di notizie, è uscito un riferimento ad una Sos riguardo a un imprenditore che avrebbe avuto a che fare con il ministro della Difesa e quella Sos non era stata vista da Striano. C’era qualcuno che continuava a vendere sotto banco le Sos». «Questa indagine è stata trasmessa alla procura di Roma» con la quale «i nostri rapporti sono perfetti, c’è una sinergia assoluta»


Dossieraggio, Cantone all’Antimafia: “Numeri mostruosi e inquietanti. Il mercato non si è fermato”

 

A quella del procuratore di Perugia in Commissione Antimafia segue l’audizione del procuratore nazionale antimafia Melillo ora in corso al Copasir. Cantone al Copasir è atteso invece per le 14.30

 

“Con alcuni giornalisti Striano aveva rapporti di amicizia personali”

“Con i giornalisti Striano aveva un rapporto di amicizia, uno di loro è stato anche invitato al secondo matrimonio di Striano. Come siano nati questi rapporti non lo sappiamo”, ha detto Cantone che ha poi precisato: “Non è che Striano abbia fatto tutti ingressi illeciti nelle banche dati, alcuni saranno stati anche legittimi per il lavoro che faceva”.  

“Non si può commissariare un organo giudiziario come la procura antimafia”

“Il commissariamento della procura  Antimafia è una boutade perché un organo giudiziario non può essere  commissariato”, ha detto Cantone.

“Al momento è esclusa l’accusa di associazione a delinquere”

“Molti soggetti interrogati, come i vip, non sono finiti sui giornali. Perché (Striano ndr) lo ha fatto? L’interrogazione a Cristiano Ronaldo che finalità ha? Che senso ha interrogare un campione di calcio? Questo fa pensare a uno che era curioso di vedere fatti altrui, o che ci siano degli accessi per i quali non c’è spiegazione se non a livello di ipotesi”. Relativamente alla possibilità di contestare agli indagati l’accusa di associazione a delinquere, Cantone ha poi spiegato: “È esclusa allo stato perché Striano fa una serie di favori a una serie di soggetti che fra loro non hanno nessun rapporto”

“I giornalisti indagati sono 4, non 8 come è stato scritto”

“I giornalisti oggetto di indagine sono quattro, e non otto come è stato scritto: le altre quattro persone avevano rapporti con Striano, ma non c’entrano con la stampa. Tre dei quattro giornalisti appartengono allo stesso giornale”, ha detto Cantone.

“Tanti accessi polizia giudiziaria abusivi”

“Non immaginavo ci fossero tanti accessi di polizia giudiziaria abusivi, non immaginavo ce ne fossero così tanti, c’è chi lo fa per controllare l’assicurazione della fidanzata…” afferma Raffaele Cantone.

“Non sono emersi elementi su finalità economiche”

Al momento non sono emersi “elementi che ci facessero pensare a finalità economiche” ha affermato il procuratore  di Perugia Raffaele Cantone.

“Posizioni giornalisti giustamente archiviate

“Qualcuno ha detto che stiamo attaccando la libertà di stampa, ma invece credo che svolga nella democrazia un ruolo determinante. Nel processo sul saccheggio della nostra banca dati erano emersi numerosi giornalisti beneficiati dal sistema, ma riguardavano atti pubblici. Quindi quelle posizioni sono state giustamente archiviate” ha aggiunto Cantone.

“Spasmodica ricerca informazioni, non spetta a me dire se è dossieraggio”

“Quella effettuata da Striano è una ricerca spasmodica di informazioni su una serie di soggetti che spesso si è  limitata a quella richiesta di informazioni, non spetta a me dire se è dossieraggio” ha detto il procuratore di Perugia Raffaele Cantone ricordando che in questi giorni qualcuno ha detto che la procura di Perugia ha smentito la presenza di un dossieraggio e  precisando che in questi giorni “la procura non ha parlato con  nessuno”.

“Ipotesi stampa abbia chiesto ricerche a Striano. Estrapolato elenco nomi di 165 vip”

“Questa è un’imputazione provvisoria. Il fatto che la stampa abbia commissionato le attività di informazione a un ufficiale di polizia giudiziaria è un’ipotesi investigativa su cui auspichiamo di essere smentiti. Ci sono stati casi in cui ritenevamo evidente che c’era stata una commissione per accedere alle banche dati”.  “Abbiamo analizzato i nominativi e i soggetti mediaticamente esposti, in quel lungo elenco di nomi 165 accessi complessivi riguardavano soggetti vip e sono oggetti del capo di imputazione”, ha aggiunto.

“Da Striano 10mila accessi e numero crescerà”

Gli accessi sono maggiori di 800. Dal primo gennaio 2019 al 24 novembre 2022 Striano all’interno della banca dati Siva ha consultato 4.124 Sos, un numero spropositato. Digitato 171 schede di analisi e 6 schede di approfondimenti seguite digitando il nominativo 1531 persone fisiche 74 persone giuridiche. Ha cercato 1.123 persone sulla banca dati Serpico, ma potrebbero essere pure 3mila le ricerche, io sto parlando delle persone. Ha effettuato 1.947 ricerche alla banca dati Sdi. Siamo ad oltre 10mila accessi e il numero è destinato a crescere in modo significativo” ha detto Cantone 

“Striano ha scaricato 33.528 file da banca dati Dna

“Dal 1 gennaio 2019 al 24 novembre 2022, Striano ha consultato 4124 SOS, su 1531 persone fisiche e 74 persone giuridiche, 1123 persone sulla banca dati Serpico e 1947 ricerche alla banca dati SDI. Ma l’elemento più preoccupante è che ha scaricato 33.528 file dalla banca dati della Direzione Nazionale Antimafia.  Questo numero enorme di dati e informazioni che fine ha fatto? E quanti di questi dati possono essere utili anche, ad esempio a servizi stranieri. Ci sono anche atti coperti dal segreto”.

Cantone: “Fondamentali le indagini sul cellulare di Striano”

“Nel cellulare di Striano abbiamo trovato tantissime prove, questo è importante da sottolineare nel momento in cui ci sono delle proposte di legge che limitano le indagini sui cellulari” ha affermato Raffaele Cantone.

Cantone: “Dopo fuga notizie mercato delle Sos non si è affatto fermato”

“Il mercato delle Sos non si è affatto fermato”. Lo ha detto il procuratore di Perugia Raffaele Cantone in  audizione in Commissione Antimafia sul caso dell’inchiesta di Perugia  sottolineando che le ricerche sono proseguite anche dopo che ci fu la  fuga di notizie sull’inchiesta.

“Numeri inquietanti, davvero mostruosi

“I numeri sono molto più preoccupanti di quelli che sono emersi: si tratta di numeri inquietanti, davvero mostruosi”. Lo ha detto il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, in audizione davanti all’antimafia.

Da denuncia Crosetto scoperta verminaio

“Abbiamo sentito due volte il ministro Crosetto, che va ringraziato per la scelta di rivolgersi all’autorita’ giudiziaria consentendo cosi’ di scoprire quello che e’ un vero e proprio verminaio”. Lo ha detto Raffaele Cantone, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Perugia.

“Mercato Sos non si è mai fermato”

 “Il mercato delle Sos (Segnalazioni di operazioni sospette ndr) non si è mai fermato”. Mentre noi indagavo su quel sistema, c’era “qualcuno che continuava a vendere sottobanco le sos”.  Lo ha detto il Procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone nel corso della sua audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, in relazione all’inchiesta della procura di Perugia sul presunto dossieraggio.

Chi parla di bolle sapone ne risponderà in sedi giuste

“Non mi occupo di bolle di sapone. Echi parla di bolle di sapone ne risponderà nelle sedi giuste. Esiste un limite a tutto, se non si conoscono gli atti non si può esprime giudizio”. Così il procuratore di Perugia Raffaele Cantone in commissione parlamentare antimafia, ascoltato in merito all’inchiesta sui presunti dossieraggi. Inoltre per Cantone “c’è l’esigenza di una serie di strumenti come delle infrastrutture telematiche giudiziarie e vorrei ricordarlo in un momento nel quale con grandissima fatica ci stiamo avviando al processo telematico”. 

Dovere di ogni magistrato difendere Procura antimafia

“Le ragioni che ci hanno portato a chiedere questa audizione, sono varie, tra queste l’esigenza di ripristinare la verità sui fatti, riportati in modo generico, ma soprattutto intervenire a tutela di un istituzione che per me è sacra, la Procura nazionale Antimafia, tra i lasciti più importanti di Giovanni Falcone. Ogni magistrato ha il dovere di difendere questa istituzione” dice Raffaele Cantone, Procuratore della Repubblica al Tribunale di Perugia, in audizione in commissione Antimafia. La Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere svolge, presso l’Aula del V piano di Palazzo San Macuto, l’audizione di Raffaele Cantone, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Perugia. Si parlerà del caso dossieraggio. RAI NEWS 7.3.2024

 

3 agosto 2023 Dossier da banche dati antimafia, indaga la Procura di Perugia
Accertamenti partiti da una denuncia del ministro Crosetto che si sono poi estesi, con «numerose» persone sentite ed una «rilevante quantità» di documenti esaminati

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ma anche tanti altri. Quanti e chi con precisione sembrano non saperlo ancora nemmeno i magistrati di Perugia, titolari dell’indagine su quella che si configura come un’attività di dossieraggio con al centro un finanziere distaccato alla Procura nazionale antimafia nel gruppo di lavoro che si occupava dello sviluppo delle Sos, le Segnalazioni di operazioni bancarie sospette. Accertamenti partiti da una denuncia proprio di Crosetto che si sono poi estesi, con «numerose» persone sentite ed una «rilevante quantità» di documenti esaminati. Per chiarire rapidamente di chi sono state carpite informazioni riservate, perché e se ci siano altre persone coinvolte.
Un caso giudiziario che ha subito agitato la politica. Per Matteo Renzi «l’oscura vicenda che ruota attorno a una denuncia di Guido Crosetto è allucinante». «Chi utilizza segreti e dossier come forma di killeraggio politico contro avversari politici? Ne vedremo delle… brutte. Intanto solidarietà al Ministro Crosetto per questa #Killeropoli», ha scritto su Twitter. «Va fatta piena luce» ha sollecitato il presidente del gruppo Azione-Italia Viva e componente del Copasir, Enrico Borghi. Al ministro della Difesa è arrivata anche la solidarietà dei capogruppo di FdI alla Camera e al Senato Tommaso Foti e Lucio Malan. «È preoccupante e clamoroso quanto emerge dall’indagine», affermano assicurando «di vigilare con la massima attenzione» poiché l’esistenza di una centrale di dossieraggio «lede le libertà fondamentali di tutti i cittadini e condiziona l’esercizio democratico».

Dalle prime indagini

Tutto è partito nell’ottobre 2022 – ha ricostruito la procura di Perugia in un comunicato – dopo una denuncia di Crosetto a seguito della pubblicazione su alcuni giornali di notizie riservate relative alla sua precedente attività professionale. Le indagini svolte in un primo momento dalla Procura di Roma hanno portato a individuare quale autore di «alcuni» accessi a banche dati pubbliche ritenuti da magistrati «presumibilmente non leciti» un appartenente alla Guardia di finanza, in forza al nucleo di polizia valutaria della Capitale ma distaccato al gruppo sos.
Una struttura chiamata ad occuparsi di quelle operazioni finanziare sospette individuate dagli istituti di credito e quindi segnalate alla Banca d’Italia. Che, a sua volta, deve interessare la procura antimafia e il Nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza, con le informazioni che confluiscono in banche dati per essere vagliate.

Fascicolo trasmesso a Perugia

Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone ha sottolineato in una nota che il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo, comunque, «aveva, già prima dell’avvio dell’indagini, provveduto a riorganizzare radicalmente» il servizio sos. Dopo essere stato individuato, il finanziere, già spostato ad altro incarico, è stato «doverosamente» indagato per l’accesso abusivo al sistema informatico. Sentito dai magistrati, il militare ha rivendicato la piena correttezza del suo operato ma nel corso delle indagini sono emersi anche «ulteriori possibili accessi non leciti», dunque riguardanti diversi altri soggetti. E ad aprile la Procura di Roma ha trasmesso il fascicolo a quella di Perugia «per le valutazioni di competenza» in quanto chiamata ad occuparsi dei casi in cui sono coinvolti – o come indagati o come possibili parti lese – i loro colleghi romani.

Tempi più rapidi possibili

A condurre gli accertamenti è il nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza, con un pool di investigatori dedicato ad hoc. Per procedere agli accertamenti, dice la procura di Perugia, «con particolare rigore e speditezza, in quanto è auspicabile che esse siano concluse in tempi più rapidi possibili». SOLE 24 ore

 

 

Laudati si difende: “La Dna sapeva tutto dei miei dossier”

 

 

 


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