7️⃣ 🟧 ARCHIVIO – AGNESE BORSELLINO: ”Pochi giorni dopo la passeggiata al Foro Italico decidemmo di sposarci.”


 

 

E pure in fretta. Quella scelta scatenò però un terremoto. Tutti ci presero per matti. Forse ci fu cosa? . Ovvero, forse Agnese aspetta un bambino e quello è un matrimonio riparatore? Naturalmente, allo scoccare dei nove mesi, tutti dovettero ricredersi. E in paese dissero: Allora, vero colpo di fulmine fu. Amore mio, ogni giorno scendeva da casa alle 4 del mattino, si faceva un bel po’ di strada a piedi e andava fino alla stazione Lolli per prendere il treno diretto a Mazara del Vallo. Alle 8 era già nella sua aula di pretore.
Qualche volta, mentre era sul treno di ritorno verso Palermo, telefonavano a casa perché c’era stata un’emergenza a Mazara. Era la prima cosa che gli dicevo al suo rientro, dopo averlo abbracciato.
Lui non batteva ciglio, non si lamentava. Beveva un bicchiere d’acqua senza neanche togliersi la giacca. Mi dava un bacio e mi sussurrava rammaricato: «Ci vediamo domani». E tornava alla stazione Lolli, di corsa, per prendere l’ultimo treno del pomeriggio.

Mi ricordo, era vestito con degli abiti semplici, quasi umili direi. Un pantalone e una maglietta, niente altro. Non è mai cambiato in questo.
Il giorno che è morto gli hanno trovato le scarpe bucate. Una sua collega mi sussurrò: “Prendi le scarpe del matrimonio, mettiamo quelle”. Lui le aveva conservate con cura in una scatola. Ma sono servite a poco, perché Paolo non aveva più le gambe, e neanche le braccia. Il suo corpo era stato dilaniato dall’esplosione.

 

Tratto da:  Ti racconterò tutte le storie che potrò 

 

 

AGNESE BORSELLINO:“Ti racconterò tutte le storie che potrò. Così il nostro sarà un romanzo che non finirà mai, sino a quando io vivrò. La lieta novella manterrà sempre fresco il nostro amore. Perché l’amore ha bisogno di mantenersi fresco”.   “Ho deciso di fare questo racconto una mattina, una di quelle mattine che avrebbero reso felice Paolo. Mentre sorgeva il sole, lui si accorgeva di un nuovo germoglio nelle piante sistemate con cura sul balcone della nostra casa di via Cilea. Sorrideva, rideva anche di gusto. Quante volte l’ho guardato strano in quelle mattine. Gli chiedevo: ‘Paolo a chi sorridi’? Mi diceva: ‘Sorrido a fratello sole, perché oggi ci donerà un’altra bella giornata’ E accarezzava i nuovi germogli: ‘Sai, Agnese’, sussurrava, ‘sono un uomo fortunato, perché alla mia età riesco ancora ad emozionarmi’.Da “Ti racconterò tutte le storie che potrò”

 

AGNESE PIRAINO BORSELLINO

 

Archivio digitale logo base