P2, ecco tutto quello che c’è da sapere sulla Loggia di Licio Gelli
P2: quante volte avete sentito nominare questo acronimo e vi siete chiesti a cosa si riferisce con esattezza? P2 sta per “Propaganda Due”, ed è una loggia massonica fondata nel 1877 e aderente al Grande Oriente d’Italia (GOI), almeno fino al 1976.
La Commissione parlamentare di inchiesta sulla loggia massonica P2 sotto la presidenza del ministro Tina Anselmi concluse il caso P2 denunciando la loggia massonica come una vera e propria «organizzazione criminale» ed «eversiva» e venne sciolta con un’apposita legge, la n. 17 del 25 gennaio 1982.
La Loggia massonica segreta P2, è stata un’organizzazione di carattere eversivo, guidata da Gelli a partire dal 1970 in qualità di “Gran Maestro”. È finita al centro dei principali scandali della storia italiana degli ultimi trent’anni: dalla strage di Bologna allo scandalo del Banco Ambrosiano, passando per il tentato golpe Borghese, il sequestro Moro e Tangentopoli.
La lista degli appartenenti alla loggia massonica fu rinvenuta il 17 marzo 1981 durante una perquisizione della residenza di Gelli, Villa Wanda, e di una sua fabbrica a Castiglion Fibocchi (Arezzo), e fu resa pubblica il 21 maggio seguente dal presidente del Consiglio Arnaldo Forlani, poi dimessosi in virtù dello scandalo.
Gli allora giudici istruttori Giuliano Turone e Gherardo Colombo, responsabili dell’inchiesta sulla P2, erano arrivati a Gelli dopo l’assassinio dell’avvocato Giorgio Ambrosoli.
Su un’agendina sequestrata nel 1979 a Sindona, negli Stati Uniti, trasmessa poi in Italia, erano annotati tutti gli indirizzi di Licio Gelli, uomo d’affari di Arezzo non ignoto alla polizia. Fra gli altri il recapito sconosciuto di una ditta di abbigliamento maschile, la Giole, del gruppo Lebole, di Castiglion Fibocchi, nell’aretino, dove il 17 marzo 1981 avvenne la famosa perquisizione del Nucleo regionale di polizia tributaria della guardia di finanza.
A insospettire, mesi prima, era stata anche la clamorosa intervista di Maurizio Costanzo pubblicata dal Corriere della Sera il 5 ottobre 1980. Titolo: Parla, per la prima volta, il “Signor P2”. Un manifesto pubblicitario. Una presa di possesso zeppa di messaggi in codice. Un avvertimento minaccioso.
La Legge Anselmi e la loggia di Licio Gelli
L’articolo 1 della Legge Anselmi sulla Loggia P2 recita così:
Si considerano associazioni segrete, come tali vietate dall’articolo 18 della Costituzione, quelle che, anche all’interno di associazioni palesi, occultando la loro esistenza ovvero tenendo segrete congiuntamente finalità’ e attività’ sociali ovvero rendendo sconosciuti, in tutto od in parte ed anche reciprocamente, i soci, svolgono attività’ diretta ad interferire sull’esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di amministrazioni pubbliche, anche ad ordinamento autonomo, di enti pubblici anche economici, nonché di servizi pubblici essenziali di interesse nazionale
Art. 5.
L’associazione segreta denominata “Loggia P2” e’ disciolta. Il Ministro dell’interno, sentito il Consiglio dei Ministri, provvede alle conseguenti misure, inclusa la confisca dei beni.
Venne condannata la loggia massonica P2 per via del suo carattere eversivo, non la massoneria tout court.
Quarant’anni fa la scoperta e la pubblicazione degli elenchi degli affiliati e del programma della P2 aprirono un caso politico e giudiziario che scosse le Istituzioni repubblicane. Sciolta d’autorità in quanto associazione segreta, la loggia massonica coperta (i cui membri cioè non sono conosciuti dagli affiliati ad altre logge), fu oggetto di una commissione d’inchiesta
parlamentare e di vari procedimenti giudiziari.
Originariamente appartenente al Grande Oriente d’Italia, la loggia Propaganda 2 fu formalmente sciolta nel 1974 e surrettiziamente ricostruita nel 1975, sotto la guida del Maestro Venerabile Licio Gelli che la trasformò in una forza occulta in grado – secondo le accuse della magistratura inquirente e della commissione d’inchiesta guidata da Tina Anselmi – di condizionare il sistema economico e politico italiano.
Il 17 marzo 1981, su ordine dei magistrati della Procura di Milano Gherardo Colombo e Giuliano Turone, che indagano sul falso rapimento del banchiere Michele Sindona, la Guardia di Finanza esegue una perquisizione a Villa Wanda ad Arezzo, dimora di Gelli, nell’azienda tessile ‘Giole’ di Castiglion Fibocchi (Arezzo), dove si trovano gli uffici di Gelli. Tra le carte sequestrate viene trovato l’elenco dei presunti iscritti alla loggia P2: nella lista ci sono 962 nomi, tra i quali 208 militari e appartenenti alle forze dell’ordine (43 generali e l’intero vertice dei servizi segreti), 11 questori, 5 prefetti, 44 parlamentari, ministri, banchieri (lo stesso Sindona e Roberto Calvi), imprenditori, professionisti, magistrati e giornalisti.
La lista dei 962 nomi viene resa nota il 20 maggio 1981. Era stata trasmessa al governo presieduto da Arnaldo Forlani il 25 marzo, cioè otto giorni dopo il rinvenimento a Castiglion Fibocchi, dai magistrati milanesi. L’impatto sul sistema politico italiano è fortissimo. Lo stesso giorno viene arrestato Roberto Calvi, presidente del Banco Ambrosiano, con l’accusa di esportazione illecita e omesso rientro di capitali. Il 22 maggio viene emesso un mandato di cattura per procacciamento di notizie sulla sicurezza dello Stato e spionaggio politico nei confronti di Gelli, ma il “Venerabile” nel frattempo è fuggito in Svizzera.
Il 23 maggio Aldolfo Sarti si dimette da ministro della Difesa perché il suo nome appare tra gli aspiranti alla loggia P2. Si dimettono perché presenti nella lista P2 anche il capo di stato maggiore della Difesa Giovanni Torrisi e i capi dei servizi segreti Giuseppe Santovito e Giulio Grassini. Il 26 maggio si dimette il presidente del Consiglio Arnaldo Forlani, a cui succederà il repubblicano Giovanni Spadolini, che divenne così il primo premier non appartenente alla Democrazia Cristiana della storia repubblicana. Il 13 giugno si dimette Franco Di Bella dalla direzione del “Corriere della Sera” dopo che il suo nome è apparso nella lista P2, su cui compaiono anche l’editore Angelo Rizzoli, il suo collaboratore Bruno Tassan Din e il banchiere Calvi che il 22 aprile aveva comunicato di avere acquisito il 40% della casa editrice Rizzoli-Corriere della Sera.
Il programma della P2, che il 29 ottobre 1981 il presidente della Repubblica Sandro Pertini definì “un’associazione a delinquere”, era contenuto nel “piano di rinascita democratica” che venne illustrato da Gelli in un’intervista a Maurizio Costanzo (anche il su nome apparve tra gli affiliati della loggia), pubblicamente sul “Corriere della Sera” il 5 ottobre 1980.
Il documento originale del “Piano di rinascita democratica”, scritto probabilmente nel 1976, fu sequestrato nel luglio 1982 all’aeroporto di Fiumicino nel doppiofondo della valigia di Maria Grazia Gelli (morta in un incidente stradale il 22 giugno 1988), la figlia del Maestro Venerabile che rientrava in Italia da Nizza.
L’obiettivo della P2, si legge nel testo, “deve essere, nei partiti, nella stampa e nel sindacato, quello del controllo delle persone che in ogni formazione o in ogni giornale siano ritenute sintoniche con gli obiettivi del ‘Piano’ e della creazione di strutture (formazioni politiche e giornali) che se ne facciano strumento di realizzazione. Per il sindacato in particolare, deve essere prioritario l’obiettivo della scissione dell’unità sindacale per poi consentire la riunificazione con i sindacati autonomi di quelle componenti confederali sensibili all’attuazione del Piano”.
Attraverso l’indebolimento dei sindacati, il controllo dei giornali e di politici di partiti di governo e del Msi, la distruzione dei monopolio Rai, la P2 avrebbe puntato a un mutamento della Repubblica in senso presidenziale, anche ai fini di indebolire l’opposizione di sinistra e impedire l’ingresso del Partito comunista nel governo. In seguito la P2 risultò coinvolta in molte inchieste giudiziarie sulle stragi e su alcuni omicidi politici.
Subito dopo la scoperta della lista, Forlani nomina un comitato di tre saggi (Vezio Crisafulli, Lionello Levi Sandri e Aldo Mazzini Sandulli) per fornire elementi conoscitivi e critici sull’attività della P2. La P2 fu sciolta con un’apposita legge, la n. 17 del 25 gennaio 1982, perché considerata un’associazioni segreta e come tale vietata dall’articolo 18 della Costituzione. La legge definisce come segrete quelle organizzazioni che, “anche all’interno di associazioni palesi, occultando la loro esistenza ovvero tenendo segrete congiuntamente finalità e attività sociali ovvero rendendo sconosciuti, in tutto od in parte ed anche reciprocamente, i soci, svolgono attività diretta ad interferire sull’esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di amministrazioni pubbliche, anche ad ordinamento autonomo, di enti pubblici anche economici, nonché di servizi pubblici essenziali di interesse nazionale”.
Il 23 ottobre 1981 viene istituita la commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2, guidata dalla deputata democristiana Tina Anselmi, prima donna a diventare ministro nella storia della Repubblica. La commissione affronta un lungo lavoro di analisi per far luce sulla loggia P2 e conclude i lavori nel 1984.
La conclusione di maggioranza presentata da Anselmi sottolineava “‘ampiezza e la gravità del fenomeno che coinvolge, ad ogni livello di responsabilità, gli aspetti più qualificati della vita nazionale. Abbiamo infatti riscontrato che la loggia P2 entra come elemento di peso decisivo in vicende finanziarie, quella Sindona e quella Calvi, che hanno interessato il mondo economico italiano in modo determinante”.
“Non si è trattato, in tali casi, soltanto del tracollo di due istituti di credito privati di interesse nazionale, ma di due situazioni finanziariamente rilevanti in un contesto internazionale, che hanno sollevato – con particolare riferimento al gruppo Ambrosiano – serie difficoltà di ordine politico non meno che economico allo Stato italiano – scrive Anselmi – In entrambe queste vicende, la loggia P2 si è posta come luogo privilegiato di incontro e centro di intersecazione di una serie di relazioni, di protezioni e di omertà che ne hanno consentito lo sviluppo secondo gli aspetti patologici che alla fine non è stato più possibile contenere. In questo contesto finanziario la Loggia P2 ha altresì acquisito il controllo del maggiore gruppo editoriale italiano, mettendo in atto, nel settore di primaria importanza della stampa quotidiana, una operazione di concentrazione di testate non confrontabile ad altre analoghe situazioni, pur riconducibili a preminenti centri di potere economico. Queste operazioni infine si sono accompagnate ad una ragionata e massiccia infiltrazione nei centri decisionali di maggior rilievo, sia civili che militari e ad una costante pressione sulle forze politiche. Da ultimo, non certo per importanza, va infine ricordato che la loggia P2 è entrata in contatto con ambienti protagonisti di vicende che hanno segnato in modo tragico momenti determinanti della storia del Paese”.
“In questa vasta e complessa operazione” portata avanti dalla P2 – evidenzia Anselmi in un altro punto delle conclusioni – può essere riconosciuto un disegno generale di innegabile valore politico; un disegno cioè che non solo ha in se stesso intrinsecamente valore politico – ed altrimenti non potrebbe essere, per il livello al quale si pone – ma risponde, nella sua genesi come nelle sue finalità ultime, a criteri obiettivamente politici”.
Al termine di un’inchiesta durata 10 anni (1991) la magistratura rinvia a giudizio Licio Gelli (nel frattempo indagato e imputato in altri procedimenti penali) e altri 12 membri dell’associazione segreta con l’accusa di cospirazione contro lo Stato. L’esito del processo di primo grado (1994) si rivela positivo per Gelli che, seppur condannato per alcuni reati, viene assolto dall’accusa di cospirazione politica. L’appello, proposto, viene rigettato, e nel 1996 la Corte d’appello di Roma conferma la sentenza assolutoria.
P2
La La Propaganda due (meglio nota come P2) è stata una loggia massonica aderente al Grande Oriente d’Italia (GOI), fondata nel 1877 col nome di Propaganda massonica, ma che assunse forme deviate rispetto agli statuti della massoneria ed eversive nei confronti dell’ordinamento giuridico italiano, nel periodo della sua conduzione da parte dell’imprenditore Licio Gelli. La P2 fu sospesa dal GOI il 26 luglio 1976; successivamente, la Commissione parlamentare d’inchiesta Anselmi ha concluso il caso P2 denunciando la loggia come una vera e propria “organizzazione criminale” ed “eversiva”. Essa fu sciolta con un’apposita legge, la n. 17 del 25 gennaio 1982.
Sin dalla fondazione, la caratteristica principale della loggia Propaganda massonica fu quella di garantire un’adeguata copertura e segretezza agli iniziati di maggior importanza, sia all’interno che al di fuori dell’organizzazione massonica. L’originale loggia operò fino al 1925, quando furono temporaneamente sciolte tutte le logge massoniche, su impulso del regime fascista.
Dopo la caduta del regime fascista, le attività delle logge massoniche ripresero e la loggia, ribattezzata “Propaganda due”, nel secondo dopoguerra tornò ad essere alle dipendenze dirette del Gran maestro dell’Ordine sino all’avvento di Licio Gelli. Quest’ultimo venne prima delegato dal Gran maestro Lino Salvini a rappresentarlo in tutte le funzioni all’interno della loggia (1970), poi ne fu nominato Maestro venerabile, cioè “capo” a tutti gli effetti (1975).
Nel periodo della maestranza di Gelli, la P2 riuscì a riunire in segreto almeno un migliaio di personalità di primo piano, principalmente della politica e dell’Amministrazione dello Stato, a fini di sovversione dell’assetto socio-politico-istituzionale italiano e suscitando uno dei più gravi scandali politici nella storia della Repubblica Italiana.
Tra i vari crimini attribuiti alla P2, oltre al cospirazionismo politico per assumere il controllo dell’Italia, si possono citare la strage dell’Italicus, la strage di Bologna, lo scandalo del Banco Ambrosiano, l’assassinio di Roberto Calvi, l’ipotetico assassinio di Albino Luciani (ovvero Papa Giovanni Paolo I), il depistaggio sul rapimento di Aldo Moro, l’assassinio di Carmine Pecorelli e alcune affiliazioni con lo scandalo di Tangentopoli.
da wikipedia.org
I documenti
Il Piano di Rinascita Democratica
La commissione parlamentare d’inchiesta
Relazioni di minoranza
000. relazione Anselmi
001. relazione Matteoli
002. relazione Ghinami
003. relazione Bastianini
004. relazione Teodorio
005. relazione Pisano
Resoconti Stenografici vol. I-XVI
006. volume 01
007. volume 02
008. volume 03
009. volume 04
010. volume 05
011. volume 06
012. volume 07
013. volume 08
014. volume 09
015. volume 10
016. volume 11
017. volume 12
018. volume 13
019. volume 14
020. volume 15
021. volume 16
Volume I
022. volume 01 tomo 01
023. volume 01 tomo 02
024. volume 01 tomo 03
025. volume 01 tomo 04
Volume II
026. volume 02 tomo 01
027. volume 02 tomo 02
028. volume 02 tomo 03
029. volume 02 tomo 04
030. volume 02 tomo 05
031. volume 02 tomo 06
032. volume 02 tomo 07
033. volume 02 tomo 08
034. volume 02 tomo 09
Volume III
035. volume 03 tomo 01
036. volume 03 tomo 02
037. volume 03 tomo 03
038. volume 03 tomo 04 parte 1
039. volume 03 tomo 04 parte 2
040. volume 03 tomo 04 parte 3
041. volume 03 tomo 05 parte 1
042. volume 03 tomo 05 parte 2
043. volume 03 tomo 05 parte 3
044. volume 03 tomo 06
045. volume 03 tomo 07 parte 1
046. volume 03 tomo 07 parte 2
047. volume 03 tomo 08
048. volume 03 tomo 09
049. volume 03 tomo 10
050. volume 03 tomo 11
051. volume 03 tomo 12
052. volume 03 tomo 13
053. volume 03 tomo 14
054. volume 03 tomo 15
055. volume 03 tomo 16
056. volume 03 tomo 17
057. volume 03 tomo 18
058. volume 03 tomo 19
059. volume 03 tomo 20
060. volume 03 tomo 21
061. volume 03 tomo 22
062. volume 03 tomo 23
063. volume 03 tomo 24
064. volume 03 tomo 25
Volume IV
065. volume 04 tomo 01
066. volume 04 tomo 02
Volume VI
067. volume 06 tomo 01
068. volume 06 tomo 02
069. volume 06 tomo 03
070. volume 06 tomo 04
071. volume 06 tomo 05
072. volume 06 tomo 06
073. volume 06 tomo 07
074. volume 06 tomo 08
075. volume 06 tomo 09
076. volume 06 tomo 10
077. volume 06 tomo 11
078. volume 06 tomo 12
079. volume 06 tomo 13
080. volume 06 tomo 14
081. volume 06 tomo 15
082. volume 06 tomo 16
083. volume 06 tomo 17
084. volume 06 tomo 18
085. volume 06 tomo 19
086. volume 06 tomo 20
Volume VII
109. volume 08 tomo 01
110. volume 08 tomo 02
111. volume 08 tomo 03
112. volume 08 tomo 04
113. volume 08 tomo 05
114. volume 08 tomo 06
115. volume 08 tomo 07
116. volume 08 tomo 08
117. volume 08 tomo 09
118. volume 08 tomo 10
Fonte: fontitaliarepubblicana.it