Concerti, fiaccolate e una catena umana di quattro chilometri attraverso il capoluogo Concerti, fiaccolate e una catena umana di quattro chilometri attraverso il capoluogo. Un giorno gridando: «Borsellino vive» La Sicilia scende in piazza a un anno da via D’Amelio
Fiaccolate e catene umane, come per l’anniversario della strage di Capaci il 23 maggio.
Anche questa volta, a un anno dall’eccidio
Anche questa volta, a un anno dall’eccidio
di via D’Amelio, con vittime il giudice Paolo Borsellino e cinque dei sei agenti della scorta, la gente chiede pace, rinnova l’impegno contro la piovra.
Alle 21, ieri, la vedova e i tre figli di Borsellino hanno cominciato una veglia nella chiesa di S. Maria di Marillac.
Quasi alla stessa ora la folla ha assiepato lo stadio comunale di Marsala (Borsellino vi fu procuratore della Repubblica per 4 anni), dove la rockstar Sting ha dedicato alle sei vittime «Fragile», uno dei brani del suo concerto concluso a tarda ora con una fiaccolata. E sempre ieri un fiorire di manifestazioni, incontri e iniziative in Sicilia e fuori dell’isola.
Il giudice Antonino Caponnetto ha parlato nell’atrio della Biblioteca comunale ricordando «Paolo» e «Giovanni» e i poliziotti che hanno sacrificato le loro giovani esistenze accanto a loro.
Vi sono stati momenti d’intensa commozione, ma pure di conferma che i siciliani non intendono più subire. Nel coro di condanna, una nota stonata a margine della protesta antimafia di 150 persone a San Giuseppe Jato, 30 km da Palermo, il paese dei Brusca, il clan più legato a Totò Riina, ma pure di Bal- duccio Di Maggio, il pentito che ha consentito la cattura del capo di Cosa nostra.
Alle 21, ieri, la vedova e i tre figli di Borsellino hanno cominciato una veglia nella chiesa di S. Maria di Marillac.
Quasi alla stessa ora la folla ha assiepato lo stadio comunale di Marsala (Borsellino vi fu procuratore della Repubblica per 4 anni), dove la rockstar Sting ha dedicato alle sei vittime «Fragile», uno dei brani del suo concerto concluso a tarda ora con una fiaccolata. E sempre ieri un fiorire di manifestazioni, incontri e iniziative in Sicilia e fuori dell’isola.
Il giudice Antonino Caponnetto ha parlato nell’atrio della Biblioteca comunale ricordando «Paolo» e «Giovanni» e i poliziotti che hanno sacrificato le loro giovani esistenze accanto a loro.
Vi sono stati momenti d’intensa commozione, ma pure di conferma che i siciliani non intendono più subire. Nel coro di condanna, una nota stonata a margine della protesta antimafia di 150 persone a San Giuseppe Jato, 30 km da Palermo, il paese dei Brusca, il clan più legato a Totò Riina, ma pure di Bal- duccio Di Maggio, il pentito che ha consentito la cattura del capo di Cosa nostra.
Un ragazzo che non ha partecipato si è.infatti lamentato: «Non c’è lavoro. Combattono la mafia, ma noi siamo disoccupati».
Una giustificazione che sottintende l’adesione alla mafia e che ricorda le proteste di gruppi di edili palermitani che anni fa, davanti al municipio, inneggiarono alle cosche, sostenendo che quando i boss avevano campo libero c’era lavoro per tutti.
Ad Agostino Catalano, il capo della scorta di Borsellino, è stata dedicata la piazza principale del rione popolare Zen in cui abitava, e in piazza Magione, dove nacque Borsellino, è stato allestito un musical.
A Sestu (Cagliari) le donne del digiuno del comitato dei lenzuoli, partite da Palermo in traghetto, hanno portato la loro solidarietà ai familiari di Emanuela Loi, l’unica donna tra le vittime. Oggi una pianta d’ulivo, giunta da Gerusalemme, sarà posata in via D’Amelio da dove partirà una catena umana sino a piazza Magione, più di 4 chilometri. Il vicecapo della polizia Dell’Orco deporrà fiori davanti alla lapide in memoria degli agenti uccisi nella caserma Lungaro, e il programma prevede anche assemblee di magistrati e poliziotti, mentre verrà il presidente della Regione Giuseppe Campione, scoprirà una lapide a Palazzo d’Orléans. Antonio Ravidà LA STAMPA 19 luglio 1993
Una giustificazione che sottintende l’adesione alla mafia e che ricorda le proteste di gruppi di edili palermitani che anni fa, davanti al municipio, inneggiarono alle cosche, sostenendo che quando i boss avevano campo libero c’era lavoro per tutti.
Ad Agostino Catalano, il capo della scorta di Borsellino, è stata dedicata la piazza principale del rione popolare Zen in cui abitava, e in piazza Magione, dove nacque Borsellino, è stato allestito un musical.
A Sestu (Cagliari) le donne del digiuno del comitato dei lenzuoli, partite da Palermo in traghetto, hanno portato la loro solidarietà ai familiari di Emanuela Loi, l’unica donna tra le vittime. Oggi una pianta d’ulivo, giunta da Gerusalemme, sarà posata in via D’Amelio da dove partirà una catena umana sino a piazza Magione, più di 4 chilometri. Il vicecapo della polizia Dell’Orco deporrà fiori davanti alla lapide in memoria degli agenti uccisi nella caserma Lungaro, e il programma prevede anche assemblee di magistrati e poliziotti, mentre verrà il presidente della Regione Giuseppe Campione, scoprirà una lapide a Palazzo d’Orléans. Antonio Ravidà LA STAMPA 19 luglio 1993