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Si è svolta ieri sera, in villa Vecelli Cavriani, a Mozzecane, la 12esima edizione del format ideato dal sindaco Thomas Piccini: Per continuare a non dimenticare.
Sul palco, in una villa da tutto esaurito, l’ospite d’eccezione era Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato ucciso nell’attentato di via D’Amelio il 19 luglio 1992. Con lei anche l’avvocato penalista, impegnata nel processo Borsellino-quater, Rosalba Di Gregorio; Antonio Vullo, uomo della scorta del magistrato e unico superstite della strage di 26 anni fa e Francesco Mongiovì, anche lui guardia del corpo, ma del collega di Borsellino, Giovanni Falcone ucciso 57 giorni prima nei pressi di Capaci.
«Non mi posso sostituire agli organi inquirenti, ma posso dire che tutto è andato storto», ha raccontato Fiammetta Borsellino parlando dei depistaggi che si sono susseguiti nel tempo. Nonostante il dolore, però, ha voluto mantenere sempre una luce di speranza. Davanti ai 270 e più spettatori ha detto: «Mio padre non era un eroe, perché eroe è qualcosa di soprannaturale. Aveva coraggio e un grande senso dello stato. Lo stesso che ho io e per questo chiedo onestà».
Durante la serata, moderata dal giornalista de L’Arena Luigi Grimaldi, si sono susseguite tante testimonianze. Antonio Vullo ha raccontato i momenti che hanno anticipato e seguito l’enorme boato di via D’Amelio che ha posto fine alla vita del magistrato Borsellino e a tutti gli altri uomini della sua scorta. Mongiovì, invece, ha tenuto il pubblico con il fiato sospeso quando ha spiegato nei dettagli la cattura, nel 1996, del super latitante Giovanni Brusca nelle campagne dell’agrigentino.
Dopo i ringraziamenti il sindaco ha dato appuntamento all’anno prossimo, per la 13edizione di “Per continuare a non dimenticare”.