Venerdì 13 settembre alle ore 10, 30 presso la Camera dei Deputati si é tenuta l’anteprima di “Falcone e Borsellino – il fuoco della memoria” nuovo docufilm diretto da Ambrogio Crespi, realizzato dal Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Palermo e prodotto da TeleOne, PSC Proger Smart Communication, Biondani TMG e Digital Identity
La presenza dell’onorevole Chiara Colosimo Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia e del Ministro della Giustizia Carlo Nordio, sancisce la qualità e lo spessore dell’opera che, attraverso le voci e i racconti di chi c’era, racconta Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, uomini che hanno sempre avuto un alto senso dello Stato e della giustizia ben prima di essere magistrati antimafia.
In aula anche Lucia, la figlia maggiore di Paolo Borsellino e l’avvocato Fabio Trizzino, genero del magistrato e legale dei figli di Borsellino.
Dal racconto di due bambini, alla lotta alla Mafia
Come ha scritto Affari Italiani, a differenza degli altri film che hanno raccontato la vita dei due giudici, “Falcone e Borsellino – il fuoco della memoria”, scritto dallo stesso Crespi insieme con agli autori Gabriella Ricotta, Nino Blando, Luigi Sarullo, parte da molto più lontano, dal racconto di due bambini, amici, che giocano insieme su un campo da calcio e insieme decidono di percorrere quella strada che li porterà ad essere uniti nella lotta alla criminalità fino in fondo, fino al tragico epilogo condiviso.
Uno strumento formativo per le nuove generazioni
Questo film – scrive ancora Affari Italiani – nasce dall’esigenza non solo di ricordare fatti che hanno inesorabilmente cambiato la storia del nostro Paese ma punta ad un obiettivo forse più alto del mero esercizio di memoria: punta ad essere strumento formativo per la nuova generazione che nel 1992 non era neppure nata. Attraverso il racconto vivido di chi ha condiviso gioie, dolori, ansie, preoccupazioni, soddisfazioni, sconfitte e vittorie, l’intento è quello di riaccendere nei giovani il fuoco vivo dell’impegno civico e sociale nella lotta alla mafia. Di trasmettere ai ragazzi quel senso dello Stato e della giustizia che in quegli anni hanno creato un’enorme crepa nel mondo criminale, consentendo l’arresto di moltissimi mafiosi e mettendone altri in condizione di non nuocere. Per questo motivo all’evento saranno presenti anche il professor Massimo Midiri Rettore dell’Università degli studi di Palermo e il professor Costantino Visconti Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli studi di Palermo.
Che la storia di Falcone e Borsellino diventi virale sui social
13/09/2024 Un docufilm racconta la vita e l’impegno dei due magistrati uccisi dalla mafia. Perché la memoria continui a essere alimentata e la loro morte continui a essere di sprone per l’impegno di tutti contro la criminalità organizzata
«Siamo ancor vivi». Si tengono per mano Falcone e Borsellino bambini mentre attraversano le strade di Corleone. «Vivi», al termine del docufilm che ne racconta la storia, grazie a chi continua ancora a tramandarne le gesta e il lavoro, alle scuole che ospitano parenti e testimoni, a insegnanti, giudici, giornalisti, semplici cittadini che c’erano e che hanno voglia di passare il testimone alle nuove generazioni. Il docufilm “Falcone e Borsellino – Il fuoco della memoria (realizzato dal Dipartimento di Scienze politiche e delle relazioni internazionali dell’università di Palermo, e trasmesso in anteprima nella Sala del refettorio di palazzo San Macuto, a Roma, dove ha sede la Commissione antimafia) non è solo un omaggio all’impegno di chi è ha versato il proprio sangue, assieme agli uomini e alle donne delle proprie scorte e alla propria moglie, per contrastare le mafie. È anche una promessa di futuro. Per portare avanti, a beneficio di tutta la società, una lotta che non è ancora conclusa. ««Abbiamo scelto di proiettare nella sede della Commissione antimafia questo docufilm di Ambrogio Crespi», ha spiegato Chaira Colosimo, presidente della Commissione, «innanzitutto perché vogliamo continuare a mettere della legna nel fuoco della memoria. Non è un modo di dire ma una scelta consapevole perché quella memoria non diventi cenere. La storia e la vita di uomini come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non sono in una teca, non è solo memoria, è anche impegno quotidiano e costante nelle scelte che si fanno. Scelte fatte con la consapevolezza che a questi uomini dobbiamo innanzitutto il rispetto e la verità fin qui non sempre data».
Le immagini di repertorio, le voci delle concitate registrazioni dei momenti successivi alle stragi, le foto, i filmati, le testimonianze di chi c’era, di Fiammetta Borsellino, figlia di Paolo, le domande degli studenti, le canzoni e le poesie raccontano, in un’ora appena il clima di quegli anni e spiegano perché le mafie non vanno sottovalutate. «Mi auguro», ha detto ancor ala Colosimo, «che queste immagini diventino virali e che sui social dei nostri ragazzi si trovino le storie di Falcone e Borsellino e non i like ad alcuni profili che sostengono le mafie o alle canzoni di alcuni cantanti che non si preoccupano di inneggiare alla criminalità organizzata».
Perché solo se si riuscirà a trasmettere la memoria a chi è nato dopo quelle stragi, a chi non ha vissuto quella fase storica e non si rende conto di quanto le mafie siano ancora potenti che si potrà dare giustizia anche a quelle morti. Una piccola fiammella, come quella dell’accendino che Falcone aveva dato a Pietro Grasso quando aveva smesso di fumare, da alimentare giorno dopo giorno. «Da due bambini che calciano un pallone», conclude la Colosimo facendo riferimento alle immagini in bianco e nero che raccontano l’infanzia dei due giudici, «sono nati due uomini che hanno scritto la storia d’Italia. Che continueranno a scriverla se noi sono saremo in grado di raccontarla».
La Repubblica
Antimafia, Colosimo: Falcone e Borsellino diventino virali
“Con questo docufilm si è voluto segnare un passo che deve rispondere alla incapacità di raccontare delle storie che sono più forti e più costruttive di quelle che spesso i nostri ragazzi decidono di scegliere e condividere sui social network. Io non mi aspetto che dal giorno alla notte diventi virale questo docufilm, ma vorrei che invece di sostenere sui profili tik tok lo sfarzo della camorra piuttosto che le canzoni di alcuni cantanti che non si preoccupano di inneggiare la criminalità organizzata, si può trovare sui profili social dei nostri ragazzi più giovani storie come quella di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”. Lo ha detto la presidente della commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo, presentando il film di Ambrogio Crespi sui due magistrati eroi. Quella di oggi, ha detto ancora Colosimo, è stata “una scelta consapevole che noi dobbiamo tenere in piedi e permettere di raccontare come da due bambini che calciano un pallone sono nati due uomini che hanno scritto la storia d’Italia che continuano a scriverla e che continueranno a scriverla se solo saremo in grado di raccontarla, questa storia” ildenaro.it
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Falcone e Borsellino, il docufilm di Ambrogio Crespi è giù cult. La serie di endorsement prima della visione
“Falcone e Borsellino”: il nuovo docufilm diretto da Ambrogio Crespi ravviva e tramanda il “fuoco della memoria” prima ancora della visione
Il film, scritto Gabriella Ricotta, Nino Blando, Luigi Sarullo e Ambrogio Crespi e prodotto da TeleOne, PSC Proger Smart Communication, Biondani TMG e Digital Identity, è stato realizzato a partire da un’idea del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Palermo guidato dal professor Constantino Visconti. Ed è proprio qui che lo scorso 19 luglio, in occasione dell’anniversario della strage di via d’Amelio, si è tenuta la primissima proiezione privata dalla quale è emerso lo spessore dell’opera sia dal punto di vista storico e narrativo che da quello strettamente cinematografico.
Gli apprezzamenti di Giorgia Meloni
Per l’occasione sono arrivati i primi, illustri, endorsement al regista, agli autori, agli ideatori e ai produttori del docufilm. Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, infatti, ha espresso il proprio apprezzamento per la produzione del docufilm, “un omaggio – ha scritto in una lettera indirizzata al Prof. Visconti – a due giganti della storia d’Italia come Paolo Borsellino e Giovanni Falcone e un prezioso strumento di approfondita ricerca storica, culturale e scientifica da parte del Dipartimento da lei diretto”.
Il riconoscimento di Mattarella
Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha riconosciuto “un grande valore civile” all’opera e all’iniziativa dell’Università di Palermo. Meno formale ma altrettanto autorevole è l’opinione della dottoressa Lia Sava, procuratrice generale presso la Corte d’Appello di Palermo, che negli anni ha istruito e trattato il processo Capaci bis e, in grado di appello, il Borsellino quater ed i suoi derivati. Lei, che alla proiezione di Palermo era presente, ha approcciato il lavoro di Crespi in modo profondo e personale ma anche con un po’ di timore perché “quando si vuole raccontare la storia di Falcone e Borsellino – ha scritto in un articolo su LiveSicilia – l’impresa della narrazione scenica diviene titanica. Perché quella storia è sacra. Ed al sacro occorre accostarsi con cura ed umiltà. Come precondizioni indispensabili”. Ma i suoi timori si sono ampiamente dissipati al termine della proiezione: “Il Dipartimento di Scienze politiche e l’intera Università di Palermo che hanno il sacro compito di formare le nuove generazioni, ha costruito memoria e bellezza. Questa opera contribuirà a formare uomini giusti e liberi, che non dimenticheranno mai”.
Una lente diversa per le stragi di Capaci e via D’Amelio
Il valore aggiunto del docufilm di Crespi sta tutto nella scelta, sua e degli altri autori, di percorrere una strada diversa rispetto al reiterato racconto delle vicende legate alle stragi di Capaci e di Via D’Amelio e di parlare degli uomini oltre che dei magistrati. Attraverso le voci di chi quegli uomini li ha conosciuti, l’arco narrativo si sviluppa partendo dal racconto di loro bambini sui campetti di calcio fino ad arrivare poi al coraggio che ha portato entrambi, le loro famiglie e i loro più stretti collaboratori, ad intraprendere il viaggio verso la legalità. Un progetto che nasce non tanto e non solo come mero esercizio di memoria ma che punta ad alimentarne e trasmetterne il fuoco alle nuove generazioni, ai ragazzi di oggi, nati ormai molti anni dopo il 1992, che di Falcone e Borsellino hanno visto solo i murales commemorativi e ne conoscono la morte più che la vita.
Nel film il fuoco della memoria è attinto dai familiari delle vittime, dai colleghi, dai giornalisti, da investigatori, registi e professori universitari, che c’erano e sono stati capaci di trasmettere ai più giovani l’orgoglio, l’emozione e la fierezza di aver condiviso un pezzo di strada con i due magistrati.
Quando due uomini scelgono di essere eroi
In un momento storico in cui cinema e televisione propongono, soprattutto ai più giovani, il mito del criminale, “Falcone e Borsellino – il fuoco della memoria” non contrappone una generica visione dell’eroe che combatte i cattivi di turno come se fosse un alieno venuto da lontano e dotato di super poteri. Al contrario, questa narrazione dà la misura di come ogni uomo può scegliere di essere un eroe e chiama lo spettatore a decidere da che parte stare raccontando la quotidianità di due Uomini che fin da quel campetto di calcio avevano chiaro in mente che sarebbero stati dalla parte giusta della storia. di Alessandra Pontecorvo