Processo “depistaggio bis”, Palazzo Chigi e Viminale responsabili civili
Solo i figli del giudice Paolo Borsellino ammessi come parte civile dal gip del tribunale di Caltanissetta
Il gip di Caltanissetta David Salvucci ha accolto la richiesta dei legali della famiglia Borsellino di considerare la Presidenza del Consiglio e il ministero dell’Interno responsabili civili nel processo che si aprirà contro i quattro poliziotti imputati di depistaggio per aver mentito al processo in cui si cercava la verità sul falso pentito Vincenzo Scarantino. In caso di condanna per i risarcimenti ne risponderanno Palazzo Chigi e il Viminale.
Solo i figli del giudice Paolo Borsellino, rappresentati dagli avvocati Vincenzo Greco e Fabio Trizzino, sono stati ammessi come parte civile.
Rigettate tutte le altre richieste avanzate dai parenti delle vittime della strage di via D’Amelio e da Antonio Vullo l’unico superstite della strage.
Rigettata anche quella di Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo Borsellino.
L’udienza preliminare è stata rinviata a novembre per l’inizio della discussione da parte del pm Maurizio Bonaccorso.
Sul banco degli imputati ci sono gli agenti Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli, gli stessi che fecero parte del pool investigativo “Falcone Borsellino” difesi dagli avvocati Giuseppe Panepinto, Giuseppe Seminara e Maria Giambra. LA STAMPA 3.9.2024
Salvatore Borsellino e i familiari degli agenti di scorta rimasti uccisi in Via D’Amelio, non sono stati ammessi come parte civile per «difetto dei requisiti».
Salvatore Borsellino ha dichiarato che dopo il rinvio a giudizio verrà fatto un nuovo tentativo.