Il quotidiano di Travaglio fa quadrato sull’ex pg ora nel mirino per il caso Borsellino
A pagina due ci pensa Giuseppe Pipitone a spandere fango sulla commissione, in passato alle prese con «conflitti d’interessi» ben peggiori (e lo scopre solo oggi?), a superarsi è l’ex procuratore capo di Palermo Gian Carlo Caselli, che per salvare il suo scudiero si rimangia le sue stesse parole. «La Colosimo ha negato l’accesso alle sue intercettazioni effettuate contro legge».
Ma è lo stesso Caselli che solo qualche anno fa a Repubblica teorizzava il diritto di sapere tutto? «La pubblicazione delle intercettazioni può svelare i cosiddetti arcana imperii ed è proprio questo che il potere non gradisce».
La definizione arriva dagli Annales e dalle Histories di Tacito, occultare le scelte e l’agire politico per lo storico era la chiave per dominare Roma.
Esattamente ciò che spioni e hacker stanno cercando di fare per indebolire questo esecutivo. Ecco perché serve la verità sui dossieraggi e sulle dinamiche dentro la Direzione nazionale antimafia, laddove – lo dice Striano – «si pensa più alle lotte di potere che alla mafia», tanto che la ‘ndrangheta è più forte di sempre.
Marco Lillo a pagina 21 si supera: disseppellisce Silvio Berlusconi e il teorema illogico per Storia e sentenze che lo vede «mandante esterno delle stragi di mafia», getta fango sulla famiglia Borsellino definendo «opinabili» i loro sospetti su Natoli e Pignatone, non vuole che Mori – il cui lavoro viene riabilitato proprio da Caltanissetta – deponga in Antimafia sul dossier se non c’è Scarpinato a fare domande.
È Matteo Renzi, a sua volta illegalmente spiato eppure sputtanato sul Fatto, a scrivere il migliore epitaffio sull’ex magistrato: «L’atteggiamento di Scarpinato, preso con le mani nel sacco che chiede di distruggere le intercettazioni, ha un solo nome: ipocrisia».
L’ex premier sogna di leggere oggi sul Fatto «un editoriale dal titolo: Di cosa si vergogna Scarpinato per chiedere di distruggere le sue intercettazioni?». Dorma pure tranquillo, non succederà.