Strage Borsellino: fratello giudice, ‘sconcertato da parole Colosimo, vogliamo verità e giustizia’
“Sono rimasto sconcertato dalle parole della presidente della commissione Antimafia, Chiara Colosimo, che proprio in commissione Antimafia ha detto che nessuno, al di fuori dei figli di Paolo Borsellino, potevano dirle cosa fare o cosa fare.
Una dichiarazione chiaramente rivolta a noi che non vogliamo dirle cosa fare ma che vogliamo verità e giustizia.
Non si può circoscrivere l’inchiesta sulla strage di viaD’Amelio come se fosse un fatto isolato. Mio fratello ha iniziato a morire il 23 maggio del’92, giorno della strage di Capaci”.
E’ la denuncia di Salvatore Borsellino, fratello del giudicePaolo Borsellino, intervenuto nella conferenza stampa al Senato ‘Vogliamo tutta la verità sulle stragi’. “
Non si può circoscrivere l’inchiesta sulla strage di viaD’Amelio come se fosse un fatto isolato. Mio fratello ha iniziato a morire il 23 maggio del’92, giorno della strage di Capaci”.
E’ la denuncia di Salvatore Borsellino, fratello del giudicePaolo Borsellino, intervenuto nella conferenza stampa al Senato ‘Vogliamo tutta la verità sulle stragi’. “
L’accelerazione della strage di via D’Amelio – dice ancora Salvatore Borsellino -è arrivata dopo l’intervento di Paolo Borsellino il 25 giugno nel suo ultimo discorso pubblico.
In quella occasione chiese pubblicamente di essere sentito dalla procura di Caltanissetta su quello che aveva scoperto sulla strage di Capaci. Parole che rappresentarono la sua condanna a morte.
C’era il rischio che rivelasse in pubblico quello che i giudici non volevano ascoltare.
Venne convocato a Caltanissetta nella settimana successiva al 19 luglio, ma non arriverà mai a testimoniare in procura.
Dopo la sua morte verrà irritualmente chiamato a collaborare alle indagini quel Bruno Contrada su cui stava indagando mio fratello”.
E ancora: “Si parla dell’assassinio di mio fratello come se fosse legato agli appalti- dice- ma che tutti sappiamo che ha ben altre cause, tra cui la trattativa tra mafia e pezzi deviati dello Stato.
Le indagini dovrebbero concentrarsi sull’agenda rossa che è la scatola nera della strage di via D’Amelio. 31 ottobre, 2024 • ADNKRONOS
In quella occasione chiese pubblicamente di essere sentito dalla procura di Caltanissetta su quello che aveva scoperto sulla strage di Capaci. Parole che rappresentarono la sua condanna a morte.
C’era il rischio che rivelasse in pubblico quello che i giudici non volevano ascoltare.
Venne convocato a Caltanissetta nella settimana successiva al 19 luglio, ma non arriverà mai a testimoniare in procura.
Dopo la sua morte verrà irritualmente chiamato a collaborare alle indagini quel Bruno Contrada su cui stava indagando mio fratello”.
E ancora: “Si parla dell’assassinio di mio fratello come se fosse legato agli appalti- dice- ma che tutti sappiamo che ha ben altre cause, tra cui la trattativa tra mafia e pezzi deviati dello Stato.
Le indagini dovrebbero concentrarsi sull’agenda rossa che è la scatola nera della strage di via D’Amelio. 31 ottobre, 2024 • ADNKRONOS