Senza giri di parole, Salvatore Borsellino lo ha detto. Ha fatto riferimento allo scandalo dei rapporti tra Chiara Colosimo, presidente in carica della commissione parlamentare d’inchiesta sulle mafie e il terrorista nero Luigi Ciavardini. E ha detto tutto questo in un contesto affatto casuale, anzi fondamentale per cercare di capote gli ultimi 50 anni della nostra Storia. E oltre. E’ accaduto durante la conferenza stampa nella Sala Nassiriya del Senato dove erano presenti, appunto, i familiari delle vittime per rilanciare il loro appello al mondo politico e istituzionale perché si arrivi ad una piena verità sulle stragi che hanno insanguinato l’Italia. In particolare, i familiari vogliono comunicare la loro posizione circa i lavori della Commissione Antimafia e sulla ipotesi di un nuovo regolamento interno che escluderebbe alcuni membri attuali considerati figure di riferimento per la ricerca della piena verità. “Noi familiari non possiamo fare altro che denunciare la vergogna di uno Stato che ritiene di poter allontanare i suoi fedeli servitori in nome di un presunto conflitto di interessi, quando il conflitto di interessi è proprio quello della presidente Colosimo come dimostrano i suoi rapporti con il terrorista Luigi Ciavardini“.
Altrettanto amare e dure le parole di Sergio Amato, figlio del giudice Mario Amato, ucciso a Roma il 23 giugno 1980: “L’Italia è al centro di un sistema criminale che viene raccontato poco e male. Ventisei magistrati hanno perso la vita. Io sono figlio di un magistrato. Non è accettabile che non si prosegua nella ricerca della verità, dopo tutti questi anni di lavoro interminabile di processi. Magistrati che si sono spesi per anni a cercare di descrivere questo sistema. E’ dagli anni ’60 che noi abbiamo prove di connivenza di neofascisti e criminalità organizzata”.