Il giornale diretto da Marco Travaglio ripesca una vecchia intercettazione di Paolo Colosimo, parente della presidente della commissione antimafia, dove l’uomo parlerebbe con un presunto esponente della ‘ndrangheta del Crotonese
La presidente della Commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo, risponde agli attacchi di Il Fatto Quotidiano che ha dedicato un’intera pagina a presunti legami familiari controversi.
L’articolo del quotidiano riporta intercettazioni risalenti a molti anni fa tra lo zio della Colosimo e il clan Arena, mettendo in discussione la trasparenza e l’imparzialità della presidente. Tuttavia, Colosimo considera questa pubblicazione una “non notizia” e ribadisce la sua estraneità ai fatti.
Nella sua risposta, Colosimo sottolinea che suo zio, Paolo Colosimo, ha ricevuto una condanna per questioni risalenti a 15 anni fa. «Tutto è già stato ampiamente raccontato dalla stampa» afferma, evidenziando come questa vicenda sia stata riportata più volte in passato. Colosimo chiarisce di essersi distanziata dal parente ancor prima della condanna definitiva, non avendo mai condiviso i suoi percorsi e i suoi valori.
In un passaggio significativo, Colosimo respinge anche le insinuazioni sulla sua presunta vicinanza a Luigi Ciavardini, ex membro dell’organizzazione eversiva NAR. «Non ho mai partecipato né condiviso principi di simili movimenti» dichiara. La presidente specifica che ha conosciuto Ciavardini durante attività in carcere a Rebibbia, dove svolgeva ruoli per un’associazione attiva in diversi reparti. «Molti, anche a sinistra, l’hanno incontrato, ma questo non fa notizia» ironizza Colosimo, esprimendo così il suo disappunto sulla rappresentazione giornalistica.
Colosimo rimarca la sua dedizione alla legalità e alla trasparenza e promette di continuare a lottare contro la criminalità organizzata con fermezza. «Onestà, legalità e trasparenza guideranno sempre il mio impegno» afferma con convinzione, mentre rimprovera le insinuazioni come «fango ingiustificato».
E ancora: «Capisco che una donna libera che presiede questa importante istituzione senza interesse alcuno, senza fili di burattinai, che da subito ha dato voce ai figli del giudice Borsellino e messo in evidenza macroscopiche reticenze dia fastidio, capisco che andare a fondo senza dover difendere alcuno nel caso del dossieraggio spaventi altri, ma la cosa non mi tocca», prosegue Colosimo.
In chiusura, Colosimo lancia una sfida ai suoi detrattori e ai lettori, chiedendo retoricamente: «Chi ha paura della verità?». Domanda che risuona come una risposta alle polemiche e come un incoraggiamento a indagare per trasparenza e chiarezza. 4 novembre, 2024 • IL DUBBIO –
Colosimo replica al fango quotidiano: “Non mi lascio intimidire, chi ha paura della verità?”
“Onestà, legalità, passione e trasparenza continueranno a segnare il mio impegno, con una lotta senza quartiere alla criminalità organizzata. Irreprensibile, e lo sarò nonostante un ingiustificato fango. Con immenso rispetto e grande rammarico per alcuni familiari delle vittime, posso promettere solo di restare quella che sono, senza farmi mai intimidire”: lo scrive la presidente della Commissione parlamentare Antimafia Chiara Colosimo in una nota cui replica alle accuse rivoltele negli ultimi giorni.
“Oggi”, si legge nella nota dell’esponente di Fratelli d’Italia, “il Fatto Quotidiano titola a tutta pagina una non notizia, relativa a un mio zio che ha subito una condanna penale per fatti che risalgono a 15 anni fa. Tutto già noto e tutto già ampiamente raccontato dalla stampa nel corso degli anni. L’articolo, evidentemente, troppo scarno di fango è arricchito con il racconto di una mia presunta vicinanza all’ex terrorista Ciavardini”.
Dossieraggi, arriva l’attacco del Fatto a Chiara Colosimo
“Se questa volta intervengo dopo l’attacco preventivo durato settimane di maggio del 2023, e quello di queste ultimi giorni”, spiega la presidente della Commissione Antimafia, “è solo perché lo devo all’Istituzione che presiedo”. Paolo Colosimo era un avvocato penalista, che di norma non credo difendesse stinchi di Santo; è stato condannato e io ne ho preso le distanze da subito, prima della condanna definitiva. Sì, ho un parente che ha avuto un problema giudiziario. Grande scoop! Luigi Ciavardini era un appartenente ai Nar, organizzazione eversiva alla quale non ho mai partecipato e della quale non ho mai condiviso, non dico la militanza perché quello lo dice l’anagrafe, ma i principi. Conosco Ciavardini come chiunque sia entrato a Rebibbia, dove la sua associazione era fortemente presente in più reparti. Sì, come chiunque, anche qualcuno a sinistra, ma questo non fa notizia”.
“Incredibilmente”, prosegue Chiara Colosimo, “queste due “notizie” entrambe pubbliche e note da molti anni oggi meritano tanta attenzione. E vi domando, perché? Capisco che una donna libera che presiede questa importante istituzione senza interesse alcuno, senza fili di burattinai, che da subito ha dato voce ai figli del giudice Borsellino e messo in evidenza macroscopiche reticenze dia fastidio, capisco che andare a fondo senza dover difendere alcuno nel caso del dossieraggio spaventi altri, ma la cosa non mi tocca”. “Sempre più forte rimbomba la domanda: chi ha paura della verità?”, conclude la presidente dell’Antimafia.
La solidarietà di FdI da Malan a Delmastro
“All’elenco degli esponenti di centrodestra presi di mira dalla stampa di sinistra si aggiunge oggi Chiara Colosimo, alla quale esprimo a nome del gruppo di Fratelli d’Italia in Senato solidarietà e stima”, commenta in una nota Lucio Malan. Il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia aggiunge che “Chiara sta svolgendo con abnegazione, correttezza e concreti risultati il suo delicato ruolo di presidente della commissione Antimafia. Il metodo usato per colpirla è oltremodo sgradevole, perché, non potendole contestare nulla che la riguardi personalmente, scava tra i suoi legami di parentela. Conosco però la sua tempra e sono convinto che non si lascerà scalfire”.
“Escludendo che i giornalisti in questione siano dei “ritardatari” – commenta Andrea Delmastro delle Vedove, deputato di Fratelli d’Italia e Sottosegretario di Stato alla Giustizia – dobbiamo chiederci perché. Forse perché Chiara Colosimo persegue senza sosta la verità sulle stragi, dando finalmente voce ai famigliari di Borsellino? Forse perché il presidente Colosimo vuole un codice etico che imponga a chi è parte di non essere anche giudice in antimafia? Se fosse così i “ritardatari” rimarranno delusi: nulla può impedire, per carattere ed onestà, a Chiara Colosimo di andare sino in fondo!”
Mentre il senatore di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Antimafia, Giorgio Salvitti, definisce “allucinanti, sconcertanti e ingiustificate le accuse rivolte a Chiara Colosimo dal Fatto quotidiano”. Per il senatore di FdI è “prioritario interesse della Nazione è quello di sgomberare il campo da false piste e strumentalizzazioni politico-giornalistiche. La preventiva campagna di fango di pochi non scalfirà l’onestà e la determinazione con le quali il presidente dell’Antimafia porta avanti il suo impegno. Pieno sostegno all’operato del presidente Colosimo, che ha sempre operato con fermezza e rispetto istituzionale”. 4 Nov 2024 di Carlo Marini Il Secolo d’Italia
Colosimo e lo zio condannato, M5s chiede le dimissioni: “Compromessa la credibilità dell’Antimafia”. Lei: “Vado avanti”
I parlamentari del Movimento 5 stelle chiedono le dimissioni di Chiara Colosimo da presidente della Commissione Antimafia. Diventa un caso politico la pubblicazione dell’articolo del Fatto Quotidiano, che dà conto della condanna di Paolo Colosimo, zio dell’esponente di Fdi, condannato a 4 anni e 6 mesi e intercettato con esponenti della ‘Ndrangheta.
“Dopo i rapporti di affettuosa vicinanza con Luigi Ciavardini, efferato esecutore della strage di Bologna e feroce assassino del giudice Amato che aveva scoperto i legami della destra eversiva con la P2, si accerta ora che la presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo ha uno zio di primo grado, Paolo, già condannato a 4 anni e 6 mesi con sentenza definitiva e radiato dall’albo degli avvocati, che era a disposizione di potenti cosche della ‘Ndrangheta e che di tali rapporti parlava tranquillamente al telefono con il fratello Cesare, padre di Chiara Colosimo“, scrivono una nota i rappresentati dei 5 stelle in Antimafia, Stefania Ascari, Federico Cafiero De Raho, Francesco Castiello, Michele Gubitosa, Luigi Nave e Roberto Scarpinato chiedendo le dimissioni di Colosimo. “Con una simile presidenza, la credibilità della commissione Antimafia, una istituzione che deve essere al di sopra di ogni sospetto, è irrimediabilmente compromessa e la stessa reputazione internazionale del Paese nel contrasto alla mafia rischia di essere appannata. Per senso di responsabilità dei confronti del Paese, Chiara Colosimo deve rassegnare le dimissioni da presidente della commissione Antimafia“, concludono i commissari.
La replica di Colosimo – La presidente dell’Antimafia, però, non intende fare un passo indietro. E anzi rilancia, con un comunicato di replica. “Oggi il Fatto Quotidiano titola a tutta pagina una non notizia, relativa a un mio zio che ha subito una condanna penale per fatti che risalgono a 15 anni fa. Tutto già noto e tutto già ampiamente raccontato dalla stampa nel corso degli anni. L’articolo, evidentemente, troppo scarno di fango è arricchito con il racconto di una mia presunta vicinanza all’ex terrorista Ciavardini. Se questa volta intervengo dopo l’attacco preventivo durato settimane di maggio del 2023, e quello di queste ultimi giorni, è solo perché lo devo all’Istituzione che presiedo”, sostiene l’esponente di Fdi. “Paolo Colosimo – aggiunge – era un avvocato penalista, che di norma non credo difendesse stinchi di Santo; è stato condannato ed io ne ho preso le distanze da subito, prima della condanna definitiva. Sì, ho un parente che ha avuto un problema giudiziario. Grande scoop!”.
“Conosco Ciavardini come chiunque vada a Rebibbia”-La presidente dell’Antimafia torna anche sulla foto che la immortala con Ciavardini: “Era un appartenente ai Nar, organizzazione eversiva alla quale non ho mai partecipato e della quale non ho mai condiviso, non dico la militanza perché quello lo dice l’anagrafe, ma i principi. Conosco Ciavardini come chiunque sia entrato a Rebibbia, dove la sua associazione era fortemente presente in più reparti. Sì, come chiunque, anche qualcuno a sinistra, ma questo non fa notizia. Incredibilmente queste due notizie entrambe pubbliche e note da molti anni oggi meritano tanta attenzione. E vi domando, perché?”. Colosimo sostiene che “onestà, legalità, passione e trasparenzacontinueranno a segnare il mio impegno, con una lotta senza quartiere alla criminalità organizzata. Irreprensibile, e lo sarò nonostante un ingiustificato fango. Con immenso rispetto e grande rammarico per alcuni familiari delle vittime posso promettere solo di restare quella che sono, senza farmi mai intimidire”. E ancora la fedelissima di Giorgia Meloni arriva a scrivere: “Capisco che una donna libera che presiede questa importante istituzione senza interesse alcuno, senza fili di burattinai, che da subito ha dato voce ai figli del giudice Borsellino e messo in evidenza macroscopiche reticenze dia fastidio, capisco che andare a fondo senza dover difendere alcuno nel caso del dossieraggio spaventi altri, ma la cosa non mi tocca. Sempre più forte rimbomba la domanda chi ha paura della verità?”.
Le critiche dei familiari delle vittime – La questione dei figli di Paolo Borsellino, citata da Colosimo, ha tenuto banco in questi giorni di roventi polemiche. Alla presidente dell’Antimafia, infatti, sono arrivate le critichedei familiari delle vittime di mafia e terrorismo, che hanno contestato il noto scatto di Colosimo con Ciavardini. Tra i principali critici della presidente si segnalano Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso nella strage di via d’Amelio, e Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione Familiare delle vittime della strage di Bologna. Non si sono esposti sulla questione, invece, i figli di Borsellino, che notoriamente non condividono le opinioni dello zio su questo punto. È sopportabile, accettabile, legittimo, che lo stragismo nero, ancora oggi nel 2024, possa accarezzare l’idea di avere santi in Paradiso ai vertici delle istituzioni? Non vorremmo sbagliarci, ma anche la stessa famiglia Borsellino, ci riferiamo a quella parte che non condivide le opinioni di Salvatore Borsellino sulle cause che portarono alla strage di via D’Amelio, troverà modo per lasciar trapelare il proprio disappunto di fronte alla foto del ‘duo’ Ciavardini-Colosimo”, ha scritto il giornalista Saverio Lodato sul sito Antimafiaduemila. Le contestazioni a Colosimo sono tornate d’attualità ora che il Parlamento si prepara a varare una nuova norma per sospendere dai lavori di San Macuto i parlamentari in conflitto d’interesse. Un provvedimento che avrebbe l’effetto di allontare Roberto Scarpinato e Federico Cafiero De Raho, esperti ex magistrati Antimafia eletti in Parlamento con i 5 stelle, da alcune indagini dell’Antimafia.