๐—ข๐—บ๐—ถ๐—ฐ๐—ถ๐—ฑ๐—ถ๐—ผ ๐— ๐—ฎ๐˜๐˜๐—ฎ๐—ฟ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐˜€๐˜ƒ๐—ผ๐—น๐˜๐—ฎ ๐Ÿฐ๐Ÿฑ ๐—ฎ๐—ป๐—ป๐—ถ ๐—ฑ๐—ผ๐—ฝ๐—ผ ๐—ถ๐—ป๐—ฑ๐—ฎ๐—ด๐—ฎ๐˜๐—ถ ๐—ถ ๐—ฑ๐˜‚๐—ฒ ๐—ธ๐—ถ๐—น๐—น๐—ฒ๐—ฟ

ย 

OMICIDIO MATTARELLA: delitto mafioso ideato e pianificato in Sicilia senza appoggi esterni, come lโ€™utilizzo di sicari della destra eversiva


Ecco chi sono i killer di PIERSANTI MATTARELLA


Piersanti Mattarella ucciso da Cosa nostra: sfidรฒ il sistema affaristico-mafioso


Mafia: nuova inchiesta su omicidio Mattarella, giudici โ€˜sua attivitร  pericolosa per bossโ€™

Palermo, 4 gen. (Adnkronos) โ€“ Alla vigilia del 45esimo anniversario dellโ€™omicidio dellโ€™ex Presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella ci potrebbe essere una svolta nellโ€™inchiesta. La Procura di Palermo, come scrive oggi Repubblica, avrebbe iscritto nel registro degli indagati due persone indicate come i sicari del politico democristiano ucciso sotto la sua abitazione il 6 gennaio del 1980, sotto gli occhi della moglie e dei due figli. Anche se gli inquirenti, interpellati dallโ€™Adnkronos, non confermano. Mentre la famiglia, che sulle vicende giudiziarie e sulle indagini, ha sempre mantenuto il massimo riserbo, continua su questa linea e preferisce non commentare le ultime novitร .

Un politico, Piersanti Mattarella, fratello del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che alla fine degli anni Settanta aveva provato ad attuare una politica di rinnovamento, lasciando fuori dai palazzi gli intrecci con la mafia. Proprio come scrivevano i giudici nelle sentenze che si sono susseguite negli anni nei processi sugli omicidi politici. Lโ€™attivitร  dellโ€™ex presidente della Regione siciliana, Piersanti Mattarella, โ€œappariva assai pericolosaโ€, โ€œin quanto ispirata a una genuina politica di rinnovamento, anche in virtรน del controllo che aveva cominciato ad esercitare nei confronti del Comuneโ€ di Palermo. โ€œFra le iniziative piรน innovative e rischiose adottate da Piersanti Mattarella vi era stata lโ€™acquisizione dellโ€™elenco dei funzionari regionali nominati collaudatori di opere pubbliche, che gli consentiva di verificare quali gruppi controllassero la materia dei pubblici appalti e di intervenire di conseguenza nel modo piรน efficace al fine di renderli trasparentiโ€, si legge nella sentenza sulla strage di Bologna, nel capitolo relativo allโ€™omicidio del Presidente โ€œdalle carte in regolaโ€.

E ancora: con lโ€™avvento di Piersanti Mattarella alla presidenza della Regione siciliana, โ€œper la prima volta gli interessi affaristico-mafiosi, che col tempo si erano consolidati in seno al potere politico in sede comunale e regionale, erano stati messi in discussione (ed erano a rischio), e proprio ad opera di un esponente della Democrazia Cristiana, il partito che fino ad allora aveva detenuto il potere in Sicilia in forma indiscussa e aveva assicurato alla mafia, in un regime di sostanziale egemonia, la gestione di tutti i piรน importanti affari della vita economica siciliana, a cominciare dagli appalti delle opere pubblicheโ€. In questo contesto, โ€œla assoluta indisponibilitร  di Mattarella a qualsiasi tipo di compromesso poneva a repentaglio quegli equilibri tra le amministrazioni pubbliche e gli interessi mafiosi che attraverso altri soggetti era stato ormai da tempo possibile creare e mantenereโ€.

Era la mattina del 6 gennaio 1980, quando lโ€™onorevole Piersanti Mattarella, presidente della Regione Siciliana, in occasione dellโ€™Epifania, uscรฌ di casa con la famiglia per recarsi a messa. Come dโ€™abitudine, ogni volta che usciva per ragioni di carattere privato, non aveva (in quanto non voleva) la scorta. Alle 12.45, insieme al figlio Bernardo, di ventโ€™anni, scendeva nel garage della propria abitazione, posto in fondo a uno scivolo che dava su via Libertร , distante da casa circa quindici metri, per prelevare la propria auto Fiat 132. In retromarcia si portava sul passo carraio per far salire la moglie Irma Chiazzese sul sedile anteriore e la suocera sui sedili posteriori. Il figlio stava chiudendo le porte del garage e del cancello che dallo scivolo immetteva sulla pubblica via.

โ€œAllโ€™improvviso un giovane dellโ€™etร  apparente di 20-25 anni, che indossava un piumino azzurro o blu ed era a volto scoperto, si accostava al lato sinistro della vettura e, dopo avere invano tentato di aprire la portiera anteriore, esplodeva alcuni colpi dโ€™arma da fuoco contro lโ€™on. Mattarella, che, seduto alla guida, si accasciava verso destra e veniva parzialmente coperto dalla moglie, che si era piegata su di lui poggiandogli le mani sul capo al fine di fargli da scudoโ€, si legge nelle carte. โ€œIl giovane si dirigeva verso una Fiat 127 bianca sulla quale si trovava un complice armato, con il quale parlava in modo concitato e dal quale riceveva unโ€™altra arma, indi tornava a sparare sullโ€™on. Mattarella dal finestrino posteriore destro della Fiat 132- si legge ancora con il freddo linguaggio burocratico โ€“ I due assassini si davano quindi alla fuga e la Fiat 127 veniva ritrovata alle successive ore 14:00, distante poche centinaia di metri dal luogo del delitto. Risultava rubata verso le ore 19:30 del giorno precedenteโ€.

Per lโ€™omicidio fu usato, per primo, un revolver calibro 38, la cui rigatura era basata su otto righe destrorse (di possibile provenienza americana o tedesca o spagnola), e per secondo un revolver cal. 38 Special Colt, con sei impronte di rigatura sinistrorse. Come dร  atto anche la sentenza di primo grado sugli omicidi politici, Mattarella era โ€œriuscito inoltre a far varare la legge sulla programmazione regionale della spesa pubblica, attraverso la quale poteva razionalizzare e rendere costanti, ancorandoli a criteri oggettivi e di carattere generale, i vari flussi di spesaโ€. โ€œTutto questo (e altro), se da un lato impediva arbitrarie attribuzioni di spesa, dallโ€™altro andava a ledere interessi consolidati in seno alla mafia e al contesto che intorno ad essa gravitava- si legge -Posto che lโ€™eliminazione di Mattarella era nellโ€™interesse comune di tutte le famiglie mafiose a causa della politica che egli perseguiva, di rinnovata trasparenza nellโ€™assegnazione degli appaltiโ€.

Negli anni, dopo lโ€™assoluzione di Gilberto Cavallini e Valerio โ€˜Giusvaโ€™ Fioravanti, era stato fatto da alcuni collaboratori di giustizia anche il nome di un boss mafioso, Nino Madonia. Oggi ergastolano.

Il collaborante Francesco Di Carlo, sentito in sede di riapertura dellโ€™istruzione dibattimentale, ha rivelato di avere appreso da Bernardo Brusca โ€œche il killer che aveva esploso i colpi di arma da fuoco allโ€™indirizzo del Mattarella si identificava nella persona di Nino Madoniaโ€ฆ Non bisogna dimenticare che tutti i collaboranti che hanno reso dichiarazioni sugli esecutori materiali del delitto sono concordi nellโ€™indicare il Nino Madonia come uno dei killer del Presidente della Regione siciliana. Ma quel che รจ piรน rilevante รจ il fatto che il Di Carlo ha riferito di avere, vedendo la fotografia sui giornali di Valerio Fioravanti, commentato con lo stesso Brusca il fatto, rilevando come il Nino Madonia somigliasse moltissimo al terrorista neroโ€, dice la sentenza.

E oggi, a distanza di 45 anni dal terribile omicidio, si potrebbe essere a una svolta. Anche se il condizionale รจ dโ€™obbligo. (di Elvira Terranova)


Delitto Piersanti Mattarella, due nuovi indagati 45 anni dopo: potrebbero essere gli esecutori

ย 

A scriverne il quotidiano la Repubblica, a ridosso del 45esimo anniversario del delitto. Il presidente della Regione Sicilia, fratello dell’attuale Capo dello Stato, fu ucciso il 6 gennaio 1980 a Palermo

Ci sarebbero due nuovi indagati nell’inchiesta sull’omicidio di Piersanti Mattarella, il presidente della Regione siciliana, ucciso il 6 gennaio 1980 a Palermo. A scriverne il quotidiano La Repubblica, a ridosso del 45esimo anniversario del delitto che pose fine alla stagione della Regione dalle “carte in regola”.ย 
Si tratterebbe di persone legate alla mafia accusate di essere tra i killer del leader politico democristiano, allievo di Aldo Moro, fratello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il primo a soccorrerlo in quella drammatica mattina dell’Epifania.ย 
Per l’omicidio sono stati condannati definitivamente i mandanti, i boss della Cupola di Cosa nostra, mentre erano stati prosciolti i terroristi neri Valerio ‘Giusva’ Fioravanti e Gilberto Cavallini, indicati inizialmente come esecutori.ย 
Se la pista nera non decollรฒ, resta lo scenario di cui parlรฒ Giovanni Falcone quando manifestรฒ la convinzione che il delitto avvenne nell’ambito di “un coacervo di convergenze di interessi di grandi dimensioni”. La procura di Palermo avrebbe adesso raccolto nuove rivelazioni e riscontri che potrebbero condurre a un nuovo processo. Il magistrato Falcone, sottolinea La Repubblica, aveva puntato sul coinvolgimento del terrorismo nero come esecutore materiale dopo una lunga istruttoria. Un’indagine in cui si sono registrati depistaggi e false informazioni. Falcone teneva a specificare che “c’รจ una matrice mafiosa nel delitto Mattarella”. ย Per lungo tempo i sicari sono stati coperti, facendo credere che a sparare potessero essere stati uomini che non appartenevano a Cosa nostra, come pure, accanto ai mafiosi avrebbero potuto esserci, secondo quanto detto dal magistrato durante una sua audizione in Commissione antimafia, anche “mandanti esterni”. ย 
Giovanni Falcone ha dichiarato nel 1990 in Commissione antimafia che l’uccisione dell’esponente politico “presuppone un coacervo di convergenze di interessi di grandi dimensioni”. Adesso la procura di Palermo, guidata da Maurizio de Lucia che coordina l’inchiesta assieme all’aggiunto Marzia Sabella, ha raccolto nuove rivelazioni, nuovi dati e riscontri, coperti dal massimo riserbo, che rafforzano il quadro dell’accusa nei confronti dei nuovi indagati.ย 


๐ฟ๐‘Ž ๐‘๐‘Ÿ๐‘œ๐‘๐‘ข๐‘Ÿ๐‘Ž ๐‘‘๐‘– ๐‘ƒ๐‘Ž๐‘™๐‘’๐‘Ÿ๐‘š๐‘œ โ„Ž๐‘Ž ๐‘Ÿ๐‘Ž๐‘๐‘๐‘œ๐‘™๐‘ก๐‘œ ๐‘›๐‘ข๐‘œ๐‘ฃ๐‘– ๐‘’๐‘™๐‘’๐‘š๐‘’๐‘›๐‘ก๐‘– ๐‘ ๐‘ข๐‘”๐‘™๐‘– ๐‘’๐‘ ๐‘’๐‘๐‘ข๐‘ก๐‘œ๐‘Ÿ๐‘– ๐‘‘๐‘’๐‘™๐‘™โ€™๐‘Ž๐‘”๐‘”๐‘ข๐‘Ž๐‘ก๐‘œ ๐‘‘๐‘’๐‘™ 1980
ย 
Ci sono due nuovi indagati nell’inchiesta sull’omicidio del presidente della Regione siciliana, Piersanti Mattarella, assassinato il 6 gennaio 1980 a Palermo. Si tratta di soggetti legati alla mafia accusati di essere stati i sicari dell’esponente della Dc, fratello del Capo dello Stato Sergio Mattarella.
Allievo di Aldo Moro, Piersanti Mattarella era lontano dal clichรฉ del notabile siciliano e ha pagato con la vita il suo impegno politico di rinnovamento.
Per questo agguato sono stati condannati definitivamente solo i mandanti, cioรจ i boss che facevano parte della commissione di Cosa nostra che ha deliberato la condanna a morte. I giudici hanno invece prosciolto definitivamente ๐•๐š๐ฅ๐ž๐ซ๐ข๐จ”๐†๐ข๐ฎ๐ฌ๐ฏ๐š” ๐…๐ข๐จ๐ซ๐š๐ฏ๐š๐ง๐ญ๐ข e ๐†๐ข๐ฅ๐›๐ž๐ซ๐ญ๐จ ๐‚๐š๐ฏ๐š๐ฅ๐ฅ๐ข๐ง๐ข, terroristi neri, dall’accusa di essere stati gli esecutori, come aveva ipotizzato ๐†๐ข๐จ๐ฏ๐š๐ง๐ง๐ข ๐…๐š๐ฅ๐œ๐จ๐ง๐žche indagรฒ su questo delitto eccellente.
Il magistrato aveva puntato sul coinvolgimento del terrorismo nero come esecutore materiale dopo una lunga istruttoria. Un’indagine in cui si sono registrati depistaggi e false informazioni. Falcone teneva a specificare che ยซc’รจ una matrice mafiosa nel delitto Mattarellaยป.
Per lungo tempo i sicari sono stati coperti, facendo credere che a sparare potessero essere stati uomini che non appartenevano a Cosa nostra, come pure, accanto ai mafiosi avrebbero potuto esserci, secondo quanto detto dal magistrato durante una sua audizione in Commissione antimafia, anche ยซmandanti esterniยป.
Un dato รจ certo, l’agguato al presidente della Regione siciliana viene compiuto nel territorio controllato dal capomafia ๐…๐ซ๐š๐ง๐œ๐ž๐ฌ๐œ๐จ ๐Œ๐š๐๐จ๐ง๐ข๐š, che ha sempre avuto rapporti con apparati istituzionali deviati. I principali personaggi che avrebbero potuto compiere l’omicidio in questa zona non sono mai stati riconosciuti in foto dai testimoni. Il riferimento รจ ai sicari come ๐๐ซ๐ž๐ฌ๐ญ๐ข๐Ÿ๐ข๐ฅ๐ข๐ฉ๐ฉ๐จ, ๐‹๐ฎ๐œ๐œ๐ก๐ž๐ฌ๐ž, ๐ˆ๐ง๐ณ๐ž๐ซ๐ข๐ฅ๐ฅ๐จ ๐จ ๐Œ๐š๐ซ๐ข๐ง๐จ ๐Œ๐š๐ง๐ง๐จ๐ข๐šche facevano parte della batteria della morte di Madonia. Nessuno di loro รจ stato riconosciuto da chi ha assistito all’agguato.
Il commando entra in azione la mattina del 6 gennaio 1980 davanti all’abitazione del politico in pieno centro a Palermo. Il killer, come racconteranno i testimoni, รจ un giovane appostato davanti al garage in cui Mattarella sistema la sua auto. Il presidente della Regione รจ al volante, al suo fianco c’รจ la moglie, ๐ˆ๐ซ๐ฆ๐š ๐‚๐ก๐ข๐š๐ณ๐ณ๐ž๐ฌ๐ž. Il sicario si avvicina velocemente ed esplode i primi quattro colpi attraverso il finestrino. Poi la Colt modello Cobra calibro 38 special si inceppa. Quindi il killer si avvicina ad una Fiat 127 dove c’รจ un complice che gli passa un revolver Smith & Wesson. Con questa arma il killer torna a sparare altri quattro colpi contro la vittima e ferisce la moglie.
La calibro 38 รจ la stessa pistola utilizzata dal killer neofascista Gilberto Cavallini per assassinare a Roma il magistrato ๐Œ๐š๐ซ๐ข๐จ ๐€๐ฆ๐š๐ญ๐จil 23 giugno 1980. Un’arma per due delitti apparentemente legati da un filo nero.
L’assassino di Mattarella รจ a volto scoperto e viene visto da altri cinque testimoni: รจ un uomo sui 25 anni, con l’aspetto da bravo ragazzo, alto circa un metro e settanta, corporatura robusta, capelli castani, occhiali scuri a specchio. La vedova di Mattarella aiuta a disegnarne l’identikit e poi riconosce il capo dei Nar, Valerio Fioravanti, nelle foto pubblicate dopo l’arresto, come una persona molto simile a lui. ยซ๐‘„๐‘ข๐‘Ž๐‘›๐‘‘๐‘œ ๐‘‘๐‘–๐‘๐‘œ ๐‘โ„Ž๐‘’ ๐‘’ฬ€ ๐‘๐‘Ÿ๐‘œ๐‘๐‘Ž๐‘๐‘–๐‘™๐‘’ ๐‘โ„Ž๐‘’ ๐‘›๐‘’๐‘™ ๐น๐‘–๐‘œ๐‘Ÿ๐‘Ž๐‘ฃ๐‘Ž๐‘›๐‘ก๐‘– ๐‘ ๐‘– ๐‘–๐‘‘๐‘’๐‘›๐‘ก๐‘–๐‘“๐‘–๐‘โ„Ž๐‘– ๐‘™’๐‘Ž๐‘ ๐‘ ๐‘Ž๐‘ ๐‘ ๐‘–๐‘›๐‘œ, ๐‘–๐‘›๐‘ก๐‘’๐‘›๐‘‘๐‘œ ๐‘‘๐‘–๐‘Ÿ๐‘’ ๐‘โ„Ž๐‘’ ๐‘’ฬ€ ๐‘๐‘–๐‘ขฬ€ ๐‘โ„Ž๐‘’ ๐‘๐‘œ๐‘ ๐‘ ๐‘–๐‘๐‘–๐‘™๐‘’ยป, precisa la testimone, ยซ๐‘š๐‘Ž ๐‘›๐‘œ๐‘› ๐‘ ๐‘œ๐‘›๐‘œ ๐‘–๐‘› ๐‘”๐‘Ÿ๐‘Ž๐‘‘๐‘œ ๐‘‘๐‘– ๐‘“๐‘œ๐‘Ÿ๐‘š๐‘ข๐‘™๐‘Ž๐‘Ÿ๐‘’ ๐‘ข๐‘› ๐‘”๐‘–๐‘ข๐‘‘๐‘–๐‘ง๐‘–๐‘œ ๐‘‘๐‘– ๐‘๐‘’๐‘Ÿ๐‘ก๐‘’๐‘ง๐‘ง๐‘Žยป. Nel luglio 1986 la vedova aggiunge un particolare: il killer aveva uno strano modo di camminare, ยซ๐‘ข๐‘›’๐‘Ž๐‘›๐‘‘๐‘Ž๐‘ก๐‘ข๐‘Ÿ๐‘Ž ๐‘๐‘Ž๐‘™๐‘™๐‘œ๐‘›๐‘ง๐‘œ๐‘™๐‘Ž๐‘›๐‘ก๐‘’ยป.
Neofascisti e mafiosi uniti per uccidere un politico della Dc?
Alla fine degli anni Novanta l’ex mafioso ๐…๐ซ๐š๐ง๐œ๐ž๐ฌ๐œ๐จ ๐ƒ๐ข ๐‚๐š๐ซ๐ฅ๐จsvela ai pm che a sparare a Mattarella รจ stato ๐€๐ง๐ญ๐จ๐ง๐ข๐ง๐จ”๐๐ข๐ง๐จ” ๐Œ๐š๐๐จ๐ง๐ข๐š, figlio di Francesco, un personaggio borderline, coinvolto in altri delitti eccellenti. Il collaboratore spiega ai magistrati che il modo di camminare di Nino e il suo volto, somigliano moltissimo a quello di Giusva Fioravanti. ยซรˆ praticamente un sosia di Madonia. Stessa faccia da bambino e stessi occhi di ghiaccioยป dice Di Carlo.
Nino Madonia, il pezzo grosso, il Dio di Cosa nostra. A definirlo cosรฌ รจ il mafioso ๐•๐ข๐ญ๐จ ๐†๐š๐ฅ๐š๐ญ๐จ๐ฅ๐จ: ยซ๐‘ƒ๐‘’๐‘Ÿ ๐‘›๐‘œ๐‘–, ๐‘ ๐‘–๐‘Ž ๐‘๐‘’๐‘Ÿ ๐‘š๐‘’ ๐‘โ„Ž๐‘’ ๐‘๐‘’๐‘Ÿ ๐‘š๐‘–๐‘œ ๐‘๐‘Ž๐‘‘๐‘Ÿ๐‘’, ๐‘™๐‘Ž ๐‘“๐‘Ž๐‘š๐‘–๐‘”๐‘™๐‘–๐‘Ž ๐บ๐‘Ž๐‘™๐‘Ž๐‘ก๐‘œ๐‘™๐‘œ, ๐‘ ๐‘–๐‘Ž ๐‘๐‘’๐‘Ÿ ๐‘ก๐‘ข๐‘ก๐‘ก๐‘– ๐‘”๐‘™๐‘– ๐‘Ž๐‘™๐‘ก๐‘Ÿ๐‘– ๐‘ข๐‘œ๐‘š๐‘–๐‘›๐‘– ๐‘‘’๐‘œ๐‘›๐‘œ๐‘Ÿ๐‘’, ๐‘’ฬ€ ๐‘ฃ๐‘’๐‘Ÿ๐‘œ ๐‘โ„Ž๐‘’ ๐‘‡๐‘œ๐‘ก๐‘œฬ€ ๐‘…๐‘–๐‘–๐‘›๐‘Ž ๐‘’๐‘Ÿ๐‘Ž ๐‘–๐‘™ ๐‘›๐‘ข๐‘š๐‘’๐‘Ÿ๐‘œ ๐‘ข๐‘›๐‘œ ๐‘Ž๐‘ ๐‘ ๐‘œ๐‘™๐‘ข๐‘ก๐‘œ, ๐‘๐‘’๐‘Ÿ๐‘œฬ€ ๐‘๐‘’๐‘Ÿ ๐‘ก๐‘ข๐‘ก๐‘ก๐‘– ๐‘– ๐‘๐‘Ž๐‘Ÿ๐‘๐‘’๐‘Ÿ๐‘Ž๐‘ก๐‘– ๐‘๐‘’๐‘Ÿ ๐‘ก๐‘ข๐‘ก๐‘ก๐‘–… ๐‘๐‘–๐‘›๐‘œ ๐‘€๐‘Ž๐‘‘๐‘œ๐‘›๐‘–๐‘Ž ๐‘’๐‘Ÿ๐‘Ž ๐‘–๐‘™ ๐‘›๐‘ข๐‘š๐‘’๐‘Ÿ๐‘œ ๐‘ข๐‘›๐‘œ ๐‘Ž๐‘ ๐‘ ๐‘œ๐‘™๐‘ข๐‘ก๐‘œ ๐‘‘๐‘– ๐ถ๐‘œ๐‘ ๐‘Ž ๐‘›๐‘œ๐‘ ๐‘ก๐‘Ÿ๐‘Ž. ๐ท๐‘œ๐‘ฃ๐‘’ ๐‘๐‘Ž๐‘ ๐‘ ๐‘Ž๐‘ฃ๐‘Ž ๐‘๐‘–๐‘›๐‘œ ๐‘€๐‘Ž๐‘‘๐‘œ๐‘›๐‘–๐‘Ž ๐‘๐‘Ž๐‘ ๐‘ ๐‘Ž๐‘ฃ๐‘Ž ๐ท๐‘–๐‘œ, ๐‘‘๐‘– ๐ถ๐‘œ๐‘ ๐‘Ž ๐‘›๐‘œ๐‘ ๐‘ก๐‘Ÿ๐‘Ž ๐‘๐‘’๐‘Ÿ๐‘œฬ€ยป. Puรฒ sembrare una definizione non solo blasfema ma eccessiva, eppure in certi ambienti un curriculum come il suo fa colpo. Enfant prodige di una famiglia storica della mafia, giร  a 18 anni ha un ruolo attivo nel clan. Nel 1970 i Madonia si dilettano in attentati che scuotono le festivitร  natalizie a suon di bombe “eversiveโ€. รˆ il primo frutto avvelenato di un rapporto lungo e dannato con apparati deviati dei servizi segreti.
I Madonia sono quasi il braccio armato della corrente piรน anomala e oscura dello Stato: i servizi deviati comandano, loro eseguono. Sono coinvolti anche nel fallito golpe Borghese. Il pater familias Francesco “Ciccio” Madonia, che a forza di attentati si รจ guadagnato il soprannome “Ciccio Bomba”, gestisce di persona questa “strategia della tensione mafiosa”. E chi si occupa delle indagini sulle bombe piazzate dai Madonia nel 1970 รจ ๐๐ซ๐ฎ๐ง๐จ ๐‚๐จ๐ง๐ญ๐ซ๐š๐๐š. Cinque obiettivi, cinque bombe nella notte di Capodanno che saluta l’alba dell’anno di grazia 1971. La passione per le trame segrete si trasmette per via ereditaria, a quanto pare, perchรฉ anche Nino Madonia parla con alcuni apparati dei servizi.
Dagli anni Settanta in poi รจ una famiglia che puรฒ vantare una forte e salda lealtร  allo Stato corrotto e deviato. Quello sbagliato, Forse non รจ solo una coincidenza, ma anche la strage di via D’Amelio con i suoi depistaggi ricade nel territorio dei Madonia.
Chi inquadra dal primo momento il delitto Mattarella in un contesto politico-mafioso รจ il collaboratore Francesco Marino Mannoia mentre per Tommaso Buscetta tutta la Commissione era d’accordo nell’uccisione di Mattarella. Nessuno perรฒ voleva fare il primo passo per non esporsi. Giovanni Falcone ha dichiarato nel 1990 in Commissione antimafia che l’uccisione dell’esponente politico ยซpresuppone un coacervo di convergenze di interessi di grandi dimensioniยป.
Accanto a queste dichiarazioni la procura di Palermo, guidata da ๐Œ๐š๐ฎ๐ซ๐ข๐ณ๐ข๐จ ๐๐ž ๐‹๐ฎ๐œ๐ข๐šche coordina l’inchiesta assieme all’aggiunto Marzia Sabella, ha raccolto nuove rivelazioni, nuovi dati e riscontri – tutti coperti dal massimo riserbo – che rafforzano il quadro dell’accusa nei confronti dei nuovi indagati. Questo potrebbe essere il contesto che puรฒ portare a sostenere il nuovo processo per gli esecutori dell’agguato dell’Epifania di 45 anni fa. Lirio Abbate su la Repubblica del 04/01/2025

La buona battaglia di PIERSANTI MATTARELLA

 



E il pentito Marino Mannoia racconta dellโ€™omicidio di Piersanti Mattarella


Piersanti Mattarella (Castellammare del Golfo, 24 maggio 1935 โ€“ Palermo, 6 gennaio 1980) ย assassinato da Cosa nostra durante il mandato di presidente della Regione Siciliana.[1]ย Secondogenito di Bernardo Mattarella,[2] uomo politico della Democrazia Cristiana, e Maria Buccellato, ebbe come padrino di battesimo Pietro Mignosi, con cui il padre aveva un rapporto profondo.[2] Nel 1941 nacque il fratello minore Sergio; in seguito, il 3 febbraio 2015, divenuto Presidente della Repubblica.ย Crebbe con istruzione religiosa, studiando a Roma al San Leone Magno, dei Fratelli maristi. Dopo l’attivitร  nell’Azione Cattolica (associazione in cui ricoprรฌ anche incarichi nazionali[3]), si dedicรฒ alla carriera politica nella Democrazia Cristiana avendo fra i suoi ispiratori Giorgio La Pira e avvicinandosi alla corrente politica di Aldo Moro. Divenne assistente ordinario di diritto privato all’Universitร  di Palermo.ย Aveva due figli: Maria e Bernardo. Quest’ultimo รจ stato deputato all’Assemblea regionale siciliana nel corso della XIV e della XV legislatura: dal 2006 al 2012.[4]ย Nel novembre del 1964 si candida nella lista DC alle elezioni comunali di Palermo ottenendo piรน di undicimila preferenze (quarto dopo Salvo Lima, Vito Ciancimino e Giuseppe Cerami)[5] e divenendo consigliere comunale di Palermo nel pieno dello scandalo del Sacco di Palermo.


Deputato regionaleย Alle elezioni regionali del 1967 fu eletto deputato all’Assemblea regionale siciliana, nel collegio di Palermo con piรน di trentaquattromila preferenze, nonostante molti dubitassero delle sue possibilitร  visto che negli stessi anni il padre Bernardo stava venendo coinvolto in un acceso scontro giudiziario con il sociologo Danilo Dolci che lo aveva accusato di collusioni mafiose.ย Durante i quattro anni successivi fece parte della Commissione Legislativa regionale, della Giunta per il Regolamento e della Giunta per il Bilancio venendo nominato, cosa inusuale per un deputato di prima nomina, relatore della legge sul bilancio di previsione della regione per l’anno 1970. Fu inoltre membro della Commissione speciale incaricata di riformare la burocrazia regionale, divenendo relatore della legge di riforma.[5]ย Sulle pagine del giornale Sicilia Domani, nel giugno 1970, Piersanti denunciรฒ diverse criticitร  dell’Assemblea regionale. Il primo punto riguardava le pratiche clientelari dei consiglieri regionali con una prassi che denominรฒ “provincializzazione” dell’attivitร  della Regione: i deputati regionali, troppo legati al territorio dove venivano eletti, risultavano incapaci di perseguire una linea politica organica per tutta la Sicilia in quanto troppo impegnati nel cercare di ottenere leggi e provvedimenti di spesa a favore dei propri collegi. A questo Mattarella cercava di porre rimedio proponendo una riforma elettorale con collegi piรน ampi di quelli provinciali. Il secondo punto critico riguardava l’eccessivo numero di incarichi in Assemblea e Giunta regionale che riducevano l’efficacia dell’azione di governo: per questo Mattarella proponeva una soluzione con il taglio degli assessorati da dodici ad otto e delle commissioni legislative da sette a cinque, chiedendo di prevedere per l’ufficio di presidenza la nomina di due soli vice, un segretario e un questore. Mattarella chiedeva inoltre l’introduzione di criteri di rotazione degli incarichi a cui fossero posti anche dei limiti temporali. Terzo punto debole della regione riguardava la scelta degli assessori regionali, al tempo eletti dall’ARS in una votazione differente da quella del presidente di Regione, generando cosรฌ un sistema che favoriva gli accordi sottobanco. Per il politico di Castellamare occorreva dunque che fosse il presidente a nominare la giunta, cosรฌ da poter attingere anche a esterni, lasciando all’Assemblea un unico voto di fiducia da dare a tutta la giunta.[5]ย In quegli stessi anni Piersanti Mattarella si fa largo nella DC provinciale e regionale, grazie al sostegno di Aldo Moro e della sua corrente, favorendo l’elezione di Giuseppe D’Angelo alla segreteria regionale del partito. L’azione moralizzatrice di D’Angelo farร  approvare al congresso regionale due ordini del giorno: il primo in merito al contrasto degli esattori privati dei tributi pubblici (i potenti cugini Salvo in primis) e il secondo riguardante un impegno piรน duro contro la mafia.[5]ย Sempre in questo periodo Mattarella contribuisce a fondare l’Asael (Associazione siciliana amministratori enti locali).ย Mattarella verrร  rieletto per due legislature (1971, con piรน di quarantamila preferenze, e 1976, con quasi sessantamila preferenze). Dal 1971 al 1978 รจ assessore regionale alla Presidenza con delega al Bilancio nelle diverse giunte presiedute da Mario Fasino, Vincenzo Giummarra e Angelo Bonfiglio.ย L’azione di Mattarella come assessore al Bilancio รจ subito incisiva: nel 1971 vengono approvati otto rendiconti arretrati e negli anni successivi presenta e fa votare entro i termini di legge i bilanci di previsione evitando la prassi consolidata del ricorso all’esercizio provvisorio. Nella primavera del 1975 su suo impulso viene approvato a larghissima maggioranza, con i voti del PCI, il Piano regionale d’interventi per gli anni 1975-1980 (legge regionale n. 18 del 12 maggio 1975), primo tentativo di programmazione a lungo termine delle risorse regionali.[6]ย Fu eletto dall’Ars presidente della Regione Siciliana il 9 febbraio 1978 con 77 voti su 100, il risultato piรน alto della storia dell’Assemblea,[7] alla guida di una coalizione di centro-sinistra con l’appoggio esterno del Partito Comunista Italiano[8].ย Il suo staff comprende, tra gli altri, Maria Grazia Trizzino come capo di gabinetto, prima donna a ricoprire questo incarico, Rino La Placa, capo della segreteria e futuro deputato regionale, e Leoluca Orlando, successivamente sindaco di Palermo, come consigliere giuridico.ย La presidenza di Mattarella si distingue per l’azione riformatrice portata avanti in regione.[7] All’inizio di aprile viene riformato il governo regionale accentuando la collegialitร  dell’azione della giunta dando la possibilitร  al presidente di avocare a sรฉ decisioni spettanti ai singoli assessori e allargando le materie da sottoporre all’intero governo, razionalizzando le competenze degli assessorati, la previsione di tempi certi e rapidi per la pubblicazione degli atti approvati dall’Ars e nuovi criteri molto piรน severi per la nomina dei dirigenti pubblici. In ottobre viene creato il Comitato della programmazione, che unisce deputati regionali ed esperti della societร  civile, e rappresenta una nuova misura di razionalizzazione politico-amministrativa. Altri importanti risultati raggiunti in quell’anno furono il piano d’emergenza per la mobilitazione di risorse per l’occupazione, provvedimenti contro la disoccupazione, l’attuazione di un radicale decentramento a favore dei comuni, il piano di rifinanziamento degli asili nido e la legge sul settore agricolo e sui consultori familiari. Altri importanti provvedimenti furono la legge urbanistica (legge regionale n. 71 del 1978) che riduceva drasticamente gli indici di edificabilitร  dei terreni agricoli e portava sulle spalle dei costruttori alcuni degli oneri per le opere di urbanizzazione prima a carico degli enti pubblici rappresentando un duro colpo per speculatori e costruttori abusivi; e la legge sugli appalti che favoriva trasparenza e imparzialitร  nella pubblica amministrazione, riformando anche il sistema di collaudo delle opere pubbliche affidato precedentemente sempre alle solite persone. Sotto quest’ultimo aspetto Mattarella avvalendosi dei poteri ispettivi del presidente della regione ordina inchieste sui beneficiari dei contributi regionali, sugli assessorati e sui comuni piรน grandi portando alla luce illeciti e abusi.ย Nel 1979 dopo una breve crisi politica dovuta al Partito Comunista, formรฒ un secondo governo.[9] Il programma di riforme continuรฒ con l’attuazione del Piano di sviluppo per la Sicilia frutto del Comitato della programmazione, il nuovo piano di ammodernamento agricolo, l’istituzione delle unitร  sanitarie locali e una riforma degli enti economici siciliani (Esa, Ast, Crias, Ircac, Istituto Vitevino ed Eas) che introduceva criteri di efficienza e trasparenza oltre che norme che prevedono incompatibilitร  e limiti di durata degli incarichi dirigenziali.ย Il presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella in visita a Catenanuova, accolto dal sindaco Mario Mazzaglia e dal vescovo di Nicosia Salvatore Di Salvo – 23 settembre 1979Poco dopo l’omicidio di Peppino Impastato, conduttore radiofonico candidato sindaco a Cinisi per Democrazia Proletaria, avvenuto per ordine di Tano Badalamenti, Mattarella si recรฒ nella cittร  per la campagna elettorale comunale pronunciando un durissimo discorso contro Cosa nostra che stupรฌ gli stessi sostenitori di Impastato.ย Rappresentรฒ una chiara scelta di campo il suo atteggiamento alla Conferenza regionale dell’agricoltura, tenuta a Villa Igiea la prima settimana di febbraio del 1979.ย Il deputato Pio La Torre, presente in quanto responsabile nazionale dell’ufficio agrario del Partito Comunista Italiano (sarebbe divenuto dopo qualche mese segretario regionale dello stesso partito) attaccรฒ con furore l’Assessorato dell’agricoltura, denunciandolo come centro della corruzione regionale e additando lo stesso assessore come colluso con la delinquenza regionale. Mentre tutti attendevano che il presidente della Regione difendesse vigorosamente il proprio assessore, Giuseppe Aleppo, Mattarella riconobbe pienamente la necessitร  di correttezza e legalitร  nella gestione dei contributi agricoli regionali.ย Sfidando il clima imposto, un solo periodico, Terra e Vita, pubblicรฒ il resoconto, sottolineando come fosse generale lo sconcerto e come fosse comune la percezione che quel giorno, a Palermo, si fosse aperto un confronto che non avrebbe potuto non conoscere eventi drammatici. Un senatore comunista e il presidente democristiano della regione si erano, di fatto, esposti alle pesanti reazioni della mafia.[10] Il mese successivo comunque Mattarella confermรฒ Aleppo alla guida dell’assessorato[11].ย Il Procuratore Gian Carlo Caselli, in un’intervista a Repubblica del 12 agosto 1997, ha affermato: โ€œPiersanti Mattarella un democristiano onesto e coraggioso ucciso proprio perchรฉ onesto e coraggiosoโ€.ย Il Procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, nel libro Per non morire di mafia, ha scritto che Piersanti Mattarella ยซstava provando a realizzare un nuovo progetto politico-amministrativo, un’autentica rivoluzione. La sua politica di radicale moralizzazione della vita pubblica, secondo lo slogan che la Sicilia doveva mostrarsi ‘con le carte in regola’, aveva turbato il sistema degli appalti pubblici con gesti clamorosi, mai attuati nell’isolaยป[12].ย Assassinio Sergio Mattarella, futuro Presidente della Repubblica, mentre sorregge il cadavere del fratello Piersanti, appena assassinatoย La mattina di domenica 6 gennaio 1980, in Via della Libertร  a Palermo, non appena Mattarella entrรฒ in una Fiat 132 insieme alla moglie, ai due figli e alla suocera per andare a messa, un sicario si avvicinรฒ al finestrino e lo freddรฒ a colpi di pistola.ย In seguito alla sua morte, il vice presidente, il socialista Gaetano Giuliano, guidรฒ la giunta regionale fino al termine della legislatura, avvenuta cinque mesi dopo. Nel luogo dove รจ avvenuto l’omicidio รจ stata posta una targa in suo ricordo.ย Inizialmente fu considerato un attentato terroristico, poichรฉ subito dopo il delitto arrivarono rivendicazioni da parte di un sedicente gruppo neofascista.[13] Pur nel disorientamento del momento, il delitto apparve anomalo per le sue modalitร , portando il giorno stesso lo scrittore Leonardo Sciascia ad alludere a “confortevoli ipotesi” che avrebbero potuto ricondurre l’omicidio alla mafia siciliana.[14]

Il delitto Mattarella: non fu solo delitto di mafia Vincenzo Musacchio 5 Giugno 2021 ARTICOLO 21ย  ย Per Giovanni Falcone lโ€™omicidio di Piersanti Mattarella fu commesso da neofascisti su input della mafia e per interessi politici. Dopo oltre quarantโ€™anni purtroppo non sappiamo ancora chi ha sparato al presidente della Regione Sicilia. Abbiamo maturato nel tempo una nostra teoria, anche se di essa non abbiamo prove. รˆ nostra opinione che lo stretto rapporto tra Aldo Moro e Piersanti Mattarella potrebbe essere un fattore scatenante da considerare nella ricostruzione di un omicidio cosรฌ eccellente e perfetto nella sua esecuzione. Piersanti Mattarella era lโ€™erede naturale di Aldo Moro. Avrebbe potuto portare a termine, dopo lโ€™uccisione di Moro nel 1978, il suo progetto se non fosse intervenuta, anche per lui, la mano assassina a interromperne tale percorso. Moro nel quadro politico del partito dei cattolici italiani โ€“ la Democrazia Cristiana โ€“ fu da subito orientato in una direzione di reale lotta alla mafia. Il legame politico fra Moro e Mattarella divenne sempre piรน forte e irreversibile proprio su questo tema.ย Piersanti Mattarella cercรฒ un confronto, serio e profondo con il PCI e con la โ€œquestione comunistaโ€, soprattutto nella Sicilia dellโ€™antimafia, quella di Pio La Torre e di tanti altri giovani comunisti apertamente schierati contro la criminalitร  organizzata. Costruire insieme al PCI unโ€™antimafia politica in grado di essere autonoma e indipendente (anche in termini di voti in Parlamento) poteva rappresentare (e avrebbe rappresentato) una fase decisiva nella lotta alla mafia in Italia e in Sicilia. Mattarella vuole costruire con sempre maggior vigore e convinzione una nuova area politica dellโ€™antimafia dei fatti e non piรน solo delle parole. Quando in un suo famoso discorso affermerร : โ€œOccorre liberare la DC dallโ€™arroganza o anche dalla semplice ansia del potere, ripristinando a pieno il nostro senso dello Stato, il rispetto della cosa pubblicaโ€ appare chiaro il suo intento politico. Mattarella diventa immediatamente lโ€™ยซhomo novusยป della DC siciliana. Il giovane leader ha una visione moderna della politica regionale e delle sue istituzioni, coerente con un grande progetto nazionale e aperto al piรน vasto orizzonte europeo.ย Via il clientelismo e le mafie dalle istituzioni pubbliche. Una speranza e un messaggio straordinari ma al tempo stesso pericolosissimi sia per gli interessi della mafia, sia per la vecchia guardia democristiana con essa collusa. Con lui in vita, ci sarebbero stati tutti i presupposti per una rinascita di legalitร  nella Sicilia delle contiguitร  e delle complicitร  con la mafia. La mia teoria โ€“ che resta tale sia chiaro โ€“ รจ quella per cui proprio perchรฉ era cosรฌ determinato nel suo progetto la sua eliminazione fu al centro di una convergenza dโ€™interessi criminali e di natura politica e per questa fu barbaramente assassinato. Questa, ovviamente, รจ soltanto la mia modesta convinzione che โ€“ puรฒ sembrare apodittica โ€“ credo abbia tuttavia piรน di qualche fondamento logico e probabilmente รจ anche coerente con la realtร  degli accadimenti di quel periodo storico. In questa chiave di lettura il delitto Mattarella segna la storia siciliana ma traccia anche quella italiana. รˆ sicuramente una pesante sconfitta dello Stato. Falcone anni dopo dirร  che in Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato cheย lo Statoย non รจ riuscito a proteggere. Proprio su questa frase connessa al delitto Mattarella una domanda รจ dโ€™obbligo: perchรฉ dopo oltre quarantโ€™anni ci sono ancora tante ombre, molte oscuritร  e parecchie complicitร  non ancora pienamente chiarite? Ai posteri lโ€™ardua sentenza!ย  –ย Vincenzo Musacchio, giurista e docente di diritto penale, รจ associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). Eโ€™ ricercatore dellโ€™Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalitร  Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. Eโ€™ stato allievo di Giuliano Vassalli e amico e collaboratore di Antonino Caponnetto.

Omicidio Piersanti Mattarella, dopo 43 anni ancora troppe ombre: “Serve Commissione d’inchiesta”

 

E’ l’appello lanciato dal presidente del Tribunale di Palermo, Antonio Balsamo, alla vigilia dell’anniversario dell’uccisione del governatore, crivellato il 6 gennaio 1980 sotto la sua abitazione, davanti agli occhi della moglie Irma e dei due figli, Bernardo e Maria, mentre andava a messa il giorno dell’Epifania

L’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta che โ€œfaccia piena luce sulla stagione del terrorismo mafioso”, che vide tra le vittime piร  illustri il presidente della Regione siciliana, Piersanti Mattarella. “Una fase storica che inizia negli anni โ€™70 e si protrae fino al 1993โ€, nella quale, come evidenziato nellโ€™ordinanza-sentenza emessa il 9 giugno 1991 dal giudice Gioacchino Natoli, โ€œPalermo รจ stata lโ€™unica cittร  del mondo occidentale nella quale, nel breve volgere di pochi anni, sono stati assassinati i vertici piรน rappresentativi del potere statale e del sistema politicoโ€. Un periodo che presenta “molti punti ancora da comprendere e da esplorare, che non possono essere ricostruiti soltanto con l’attivitร  giudiziaria”.

E’ l’appello lanciato dal Presidente del Tribunale di Palermo, Antonio Balsamo, alla vigilia del 43esimo anniversario dell’omicidio di Piersanti Mattarella, il Presidente della Regione siciliana, ucciso il 6 gennaio 1980 sotto la sua abitazione, davanti agli occhi della moglie Irma e dei due figli, Bernardo e Maria, mentre andava a messa il giorno dell’Epifania.

“Il fatto di puntare anche sull’impegno di altre istituzioni, oltre a quelle giudiziarie, รจ anche una forma di rispetto e di impegno comune per questa esigenza di veritร , che esprimono con grande coraggio i familiari delle vittime – dice Balsamo in una intervista all’Adnkronos – Per loro, credo che sia altrettanto importante quanto la celebrazione dei processi. Perchรฉ ci sono una serie di limiti nel processo penale, che invece non impediscono lโ€™accertamento di una veritร  storica condivisa”.

La vicenda giudiziaria sull’omicidio Mattarella รจ stata lunga e complessa. E non definitiva. Come mandanti sono stati condannati all’ergastolo i boss della commissione di Cosa nostra, da Totรฒ Riina a Michele Greco, con gli altri esponenti della cupola, da Bernardo Provenzano a Bernardo Brusca, Pippo Calรฒ, Francesco Madonia e Antonino Geraci. L’inchiesta, perรฒ, non รจ riuscita a identificare nรฉ i sicari nรฉ i presunti mandanti esterni. Nel 2018 la procura di Palermo ha riaperto l’inchiesta sull’omicidio. Nuovi accertamenti attraverso complesse comparazioni fra reperti balistici. Uno dei reperti del processo celebrato a Palermo, la targa di un’auto del commando, sarebbe stata divisa in due dagli autori del furto e una parte fu poi ritrovata in un covo proprio dell’organizzazione terroristica neofascista dei Nar. Oggi l’inchiesta, ancora a un punto fermo, รจ coordinata dal neo Procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunta Marzia Sabella.

“Ricostruire fatti complessi con l’aiuto delle istituzioni”

“Io spero che ci possa essere, in questa legislatura, l’istituzione di una Commissione di inchiesta perchรฉ questo metodo puรฒ essere importante per far luce su tutti quegli aspetti ancora oscuri sulla nostra storia recente – dice Antonio Balsamo, che รจ stato il giudice estensore della sentenza del processo sulla strage di via D’Amelio – E’ un esempio di grande significato che il nostro paese potrebbe dare: l’Italia potrebbe diventare il luogo simbolo della capacitร  di affermare il diritto alla veritร  che spetta non solo ai familiari delle vittime ma a tutta la collettivitร ”. “L’Italia – spiega il magistrato con un passato all’Onu di Vienna – con una Commissione di inchiesta, che ha la capacitร  di ricostruire fatti complessi con l’aiuto di tutte le istituzioni che possono dare un contributo, potrebbe diventare luogo di realizzazione di quel diritto alla veritร  che รจ stato riconosciuto dalle Corti internazionali, e in particolare dalla Corte europea dei diritti dellโ€™uomo”.

“Questo tipo di lavoro – dice ancora il Presidente del Tribunale – puรฒ essere fondamentale per fare piena luce anche laddove non รจ piรน possibile celebrare un processo penale. C’รจ una veritร  storica che puรฒ essere raggiunta con l’impegno di tutte le istituzioni. Sarebbe importante che ora venisse dato questo segnale. E’ un tema fortemente sentito in molti Stati in cui c’รจ stata una strategia terroristica da parte di organizzazioni criminali che si รจ protratta per anni. Si รจ cercato di costruire cosรฌ un percorso di piena affermazione della democrazia”.

E ricorda che “su fatti come le stragi di Via D’Amelio e di Capaci negli ultimi anni sono venute alla luce prove importantissime che consentono di capire il contesto in cui si sono collocati questi eventi drammatici”. Parla, quindi, della “sentenza della Corte d’Assise di Bologna”, in cui i giudici, motivando la condanna allโ€™ergastolo dellโ€™ex componente dei Nar Gilberto Cavallini per la bomba alla stazione del 2 agosto 1980, condividono le iniziali intuizioni di Giovanni Falcone, poi abbandonate durante i giudizi di primo e secondo grado che affermarono la responsabilitร  esclusiva di Cosa nostra nel delitto Mattarella e condannarono un pezzo della Cupola senza mai individuare i killer del presidente della Regione siciliana, assassinato a Palermo il 6 gennaio 1980. “Un lavoro di grandissimo rilievo di raccolta di nuove prove e rilettura di un insieme di fatti con un’autentica coscienza storica. Insomma, potrebbe essere un impegno comune di tutte le istituzioni”, spiega Balsamo.

“Nei processi penali ci sono dei limiti”

Perchรฉ, ribadisce Antonio Balsamo, nei processi penali ci sono dei “limiti” che per il Presidente del Tribunale sono “legati, ad esempio, al fatto che molti dei protagonisti della stagione di cui stiamo parlando potrebbero non essere piรน in vita. Invece, l’attivitร  di una Commissione parlamentare di inchiesta puรฒ fare luce sulla strategia criminale che cercato di condizionare il corso degli eventi colpendo persone che hanno segnato la storia della Sicilia e dell’Italia, e tra queste c’รจ sicuramente Piersanti Mattarella. Si tratta, innanzitutto, di una persona che nel suo periodo di presidenza della Regione ha cambiato profondamente la considerazione della Sicilia nel contesto nazionale e internazionale”.

“La sua attivitร  politica, condotta con altissimo rigore morale – spiega Balsamo โ€“ si colloca in una fase drammatica della nostra storia, nella quale la Sicilia รจ divenuta il crocevia del traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Eโ€™ anche la fase in cui con questa attivitร  illecita si accumulano enormi profitti, che diventano la base su cui viene costruito un rapporto nuovo tra mondo economico e mondo criminale. E’ una fase in cui si esprimono le peggiori potenzialitร  del fenomeno mafioso”.

“In questa fase c’รจ, invece, una persona che non solo opera in controtendenza rispetto a questa inquietante involuzione, ma riesce a diventare un grande punto di riferimento per tutta la realtร  sociale e istituzionale, e un interlocutore fondamentale per alcuni dei piรน importanti leader politici nazionali ed europei – racconta ancora Antonio Balsamo nell’intervista – Perchรฉ Piersanti Mattarella, proprio in quel periodo, mette in pratica un progetto di profondo rinnovamento, che si riassume nella frase sulla Regione โ€˜con le carte in regolaโ€™ e che mira ad unire la trasparenza dell’azione amministrativa con una serie completa di riforme. E con un atteggiamento di intransigenza nei confronti di ogni possibile infiltrazione criminale. Ecco, questo suo modo di agire, per la prima volta, fa cambiare la considerazione della Sicilia nel contesto nazionale e internazionale”.

Prima dell’uccisioneย ci furono diverse visite

E ricorda una “serie di visite” in Sicilia che “vengono effettuate tra il settembre e il novembre del 1979 e che sono di grande significato. La prima รจ quella dell’allora Presidente della Commissione europea, Roy Jenkins, che viene a Palermo nel settembre del 1979. La seconda รจ la visita del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, che fa una serie di tre giorni di incontri, anche presso l’Ars, nel novembre 1979. In questa ultima occasione c’รจ una espressione usata da Piersanti Mattarella che descrive benissimo le motivazioni di tante persone, le motivazioni migliori dei siciliani per portare avanti il rinnovamento”. “E’ una frase che io considero una bandiera per tutti noi. In sostanza dice: โ€˜La Sicilia รจ una terra ancora divisa tra rinnovamento e conservazione, che ha in sรฉ una fortissima carica civile, un potenziale umano ricchissimo, efficaci strumenti giuridico-politici per il proprio riscattoโ€™. Credo che non si potrebbe descrivere meglio quello che puรฒ significare oggi la Sicilia per gli altri Paesi. In realtร , l’attivitร  di Piersanti Mattarella si puรฒ apprezzare sotto due profili: ciรฒ che ha prodotto nell’immediatezza e i suoi effetti a lungo termine”.

“Nell’immediatezza lโ€™impegno di Piersanti Mattarella non solo rappresenta un baluardo contro l’attivitร  di una Cosa nostra sempre piรน internazionalizzata, ma spinge anche all’impegno politico e civile tutta una generazione di siciliani. Crea quel clima che conduce molte persone a impegnarsi nel campo della politica e della giustizia con la convinzione di dare il meglio di sรฉ e di essere tra i protagonisti di una svolta storica. Sono convinto che tra le motivazioni forti che nascono in una generazione di siciliani cโ€™รจ proprio questo grande messaggio lasciato da Piersanti Mattarella, che fa vedere ai giovani la politica come una attivitร  nobile da svolgere al servizio della collettivitร , come una precisa ragione di impegno per tutti. Una visione analoga a quella espressa da Sandro Pertini sul piano nazionale”, spiega ancora Antonio Balsamo. “Questo รจ l’effetto che si produce nell’immediatezza, la visione di una Sicilia credibile nel contesto nazionale e internazionale, in cui i siciliani vogliono essere protagonisti della propria storia”, dice.

E parla di “una svolta” vera e propria che si realizza proprio nel 1980, “quando il giudice Rocco Chinnici assegna a Giovanni Falcone la trattazione del processo Spatola”, cioรจ quella fase in cui “si annuncia l’attacco allo Stato di Cosa nostra, attraverso una serie di delitti gravissimi, come lโ€™omicidio di Cesare Terranova. Per me รจ particolarmente significativo che, proprio mentre c’รจ l’inizio di questo attacco allo Stato, e molti esponenti delle istituzioni non si oppongono alla mafia per paura o per convenienza, Piersanti Mattarella esprima un’altra idea della responsabilitร  individuale e del rapporto con lo Stato, quella per cui ognuno deve impegnarsi facendo il proprio dovere, costi quel che costi: un modo di pensare che si ritrova in una frase attribuita a John Kennedy che Giovanni Falcone citava spessoโ€.

“Il Capo dello Stato ha raccolto l’ereditร  ideale del fratello ucciso”

Poi, c’รจ anche “un effetto molto piรน di lungo periodo” dellโ€™esperienza umana e politica di Piersanti Mattarella. Una cultura, una visione che ha trovato espressione in due discorsi molti belli dal Presidente Sergio Mattarella che ha raccolto l’ereditร  ideale del fratello Piersanti – dice Balsamo – Il primo discorso รจ stato quello pronunciato il 31 dicembre 2019, quando il Presidente invita gli italiani a guardare l’Italia โ€˜dal di fuori, allargando lo sguardo oltre il consueto. In fondo, un poโ€™ come ci vedono dallโ€™esteroโ€™. Non si potrebbe esprimere meglio la visione di Piersanti Mattarella quando parlava di una Sicilia con le carte in regola”. “Subito dopo il Capo dello Stato parla del nostro โ€˜Paese, proteso nel Mediterraneo e posto, per geografia e per storia, come uno dei punti di incontro dellโ€™Europa con civiltร  e culture di altri continentiโ€™, spiegando che โ€˜questa condizione ha contribuito a costruire la nostra identitร , sinonimo di sapienza, genio, armonia, umanitร โ€™. รˆ questa la concezione di cui era portatore Piersanti Mattarella. E poi cโ€™รจ il discorso di fine anno appena fatto dal Capo dello Stato, quello in cui dice: โ€˜Dobbiamo imparare a leggere il presente con gli occhi di domaniโ€™. A mio avviso, se si dovesse riassumere il significato dell’esperienza politica di Piersanti Mattarella in una sola frase, sarebbe questa: una persona che ha saputo guardare al presente con gli occhi del futuro. C’รจ una ereditร  ideale che si รจ protratta nel tempo e che รจ entrata a far parte dellโ€™identitร  piรน autentica del nostro Paese. Proprio perchรฉ si trattava di un fattore di rinnovamento con potenzialitร  straordinarieโ€.

Il delitto del 6 gennaio 1980 puรฒ essere ricondotto a una pluralitร  di letture. “Quando, ad esempio, durante l’omelia, il vescovo Pappalardo parla dell’omicidio di Piersanti Mattarella spiega subito una cosa: ed รจ l’impossibilitร  che il delitto venga ascritto solo alla matrice mafiosa, perchรฉ โ€˜ci devono essere altre forze occulteโ€™. Due giorni dopo il delitto, l’8 gennaio 1980, l’allora Ministro dellโ€™interno, Virginio Rognoni, parla di una ‘complicitร  operativa tra criminalitร  organizzata e terrorismo’. La stessa visione viene espressa nel dibattito successivo da Pio La Torre. In effetti questa impostazione รจ quella seguita da Giovanni Falcone, che conduce la sua ultima indagine importante proprio sull’omicidio Mattarella e sugli altri delitti politici. Dice che si tratta di delitti di matrice mafiosa ma il movente non รจ sicuramente o esclusivamente mafioso. Quindi, parla di saldature che implicano la necessitร  di rifare la storia di certe vicende del nostro paese. Questa visione storica profonda รจ la stessa che viene espressa nella sentenza del Maxiprocesso, in cui si parla di un disegno terroristico eversivo in cui si collocano anche l’omicidio del Procuratore Pietro Scaglione, le bombe collocate dal boss Francesco Madonia in vari uffici pubblici nella notte del 31 dicembre 1970, l’attentato contro lโ€™on. Angelo Nicosia e la scomparsa del giornalista Mauro De Mauro. Tutti fatti per i quali manca un accertamento processuale che abbia potuto fare piena luce. Per gli omicidi di Scaglione e De Mauro manca tuttora una ricostruzione processuale che abbia portato alla condanna dei responsabili. Si tratta perรฒ di fatti che restano di estrema importanza per capire la nostra storia e per costruire il nostro futuro”.

“La stessa sentenza, nel tracciare questo scenario, parla di una convergenza di interessi tra le finalitร  terroristico-intimidatrici dell’organizzazione mafiosa e gli interessi connessi alla gestione della cosa pubblica. Sicuramente questa prospettiva ha una sua forte plausibilitร . Anche nella ricostruzione che viene fatta dal giudice istruttore Gioacchino Natoli, a proposito dei delitti politico-mafiosi, si sottolinea lโ€™oggettiva convergenza di interessi tra realtร  apparentemente diverse tra loro”.

“L’omicidio prova una serie di effetti impressionanti”

“Del resto, l’omicidio di Piersanti Mattarella provoca una serie di effetti impressionanti – dice Balsamo – Sul piano locale c’รจ un fatto che davvero colpisce. Riguarda lโ€™ispezione da lui avviata per fare luce sugli appalti riguardanti sei edifici scolastici, che erano stati assegnati a costruttori strettamente legati a esponenti di vertice di Cosa nostra Cosa; non a caso Riina concluderร  la sua latitanza mentre era ospitato in una villa messagli a disposizione da uno di questi soggetti. Proprio in questo contesto, Piersanti Mattarella si rende conto benissimo di quello che sta capitando e ordina una ispezione su questi appalti, che viene affidata a un funzionario particolarmente impegnato, il dottor Mignosi. Il momento in cui questa ispezione viene condotta รจ lo stesso momento in cui viene preparato l’omicidio del Presidente della Regione. Il Comune di Palermo, subito dopo l’omicidio, si sente libero di manifestare la propria insofferenza ai controlli per ristabilire la legalitร . Respinge cosรฌ i rilievi scaturiti dall’ispezione. Questo avviene a due giorni di distanza dall’omicidio, cioรจ l’8 gennaio, nello stesso giorno in cui Rognoni effettua quell’intervento alla Camera. Sul piano nazionale, poi, c’รจ un effetto molto piรน rilevante. Cioรจ cambia la linea politica del principale partito di governo, la Dc”.

Balsamo poi aggiunge: “Prima del 6 gennaio 1980 era diffusa la previsione che Piersanti Mattarella sarebbe stato nominato Vicesegretario nazionale della Dc, il cui Congresso, fissato per il mese di febbraio, si sarebbe concluso con una maggioranza tra centro e sinistra. Il congresso invece si concluse in modo diametralmente opposto, con una completa sconfitta della Sinistra. Eโ€™ evidente la complessitร  dello scenario in cui si collocava il barbaro assassinio del presidente della Regione siciliana. Una ricostruzione riduttiva delle causali del delitto sarebbe vistosamente contrastante con la statura politica effettivamente assunta da Piersanti Mattarella โ€“ considerato dai piรน autorevoli protagonisti della vita pubblica dellโ€™epoca come lโ€™erede di Aldo Moro โ€“ e con il significato storico della sua azione allโ€™interno e allโ€™esterno delle istituzioniโ€. PALERMO TODAY 6.1.2023


Le indagini giudiziarie procedettero con difficoltร  e lentezza, anche se una chiara linea interpretativa del delitto si rileva negli atti giudiziari che portarono la Procura di Palermo a quella corposa requisitoria[15] sui “delitti politici” siciliani (le uccisioni di Michele Reina, segretario provinciale della Democrazia Cristiana, dello stesso Mattarella, di Pio La Torre e del suo autista Rosario Di Salvo) che, depositata il 9 marzo 1991, costituรฌ l’ultimo atto investigativo di Giovanni Falcone[16]. Questi, che la sottoscrisse nella qualitร  di procuratore aggiunto, puntava fermamente sulla colpevolezza dei terroristi di estrema destra Giuseppe Valerio Fioravanti e Gilberto Cavallini, membri dei NAR, quali esecutori materiali del delitto, in un contesto di cooperazione tra movimenti eversivi e Cosa Nostra.[17] Nell’ipotesi accusatoria di Falcone e della Procura della Repubblica Fioravanti, di cui risultava accertata la presenza a Palermo nei giorni del delitto, avrebbe goduto dell’appoggio di esponenti dell’estrema destra palermitana quali Francesco Mangiameli, dirigente siciliano diย Terza posizione poi ucciso dallo stesso Fioravanti il 9 settembre del 1980, e Gabriele De Francisci, militante del FUAN, che avrebbe messo a disposizione un appartamento nei pressi dell’abitazione della vittima. Furono rinviati a giudizio anche i falsi pentiti Giuseppe Pellegriti e Angelo Izzo, accusati di calunnia: infatti Pellegriti, interrogato da Falcone, dichiarรฒ di essere venuto a conoscenza, tramite il boss Nitto Santapaola, di fatti inediti sul ruolo dell’onorevole Salvo Lima negli omicidi Mattarella e La Torre, circostanza confermata dal compagno di cella Angelo Izzo, pluriomicida ed ex militante di estrema destra; dopo due mesi di indagini, Falcone lo incriminรฒ insieme ad Izzo, spiccando nei loro confronti due mandati di cattura per calunnia (poi annullati dal Tribunale della libertร  in quanto essi erano giร  in carcere). Pellegriti, dopo l’incriminazione, ritrattรฒ, attribuendo a Izzo di essere l’ispiratore delle accuse[13].

Solo dopo la morte di Falcone nella strage di Capaci, l’uccisione di Mattarella venne indicata esclusivamente come delitto di mafia dai collaboratori di giustizia Tommaso Buscetta, Francesco Marino Mannoia e Gaspare Mutolo.[18] In particolare Buscetta e Marino Mannoia resero nuove dichiarazioni perchรฉ avevano deciso di rompere il silenzio sui rapporti tra mafia e politica che avevano mantenuto negli interrogatorii con il giudice Falcone[19]. Nel 1993 infatti Buscetta dichiarรฒ in un nuovo interrogatorio che ยซBontate e i suoi alleati non erano favorevoli all’uccisione di Mattarella, ma non potevano dire a Riina (o alla maggioranza che Riina era riuscito a formare) che non si doveva ammazzarlo […] In ogni caso […] fu certamente un omicidio voluto dalla “Commissione”ยป.[20] Lo stesso Buscetta, sentito dalla Commissione Parlamentare Antimafia il 12 novembre 1992, affermรฒ: ยซLe garantisco che i fascisti in questo omicidio non cโ€™entrano. Quei due sono innocenti. Glielo garantisco. E chi vivrร , vedrร . Credo che Mattarella in special modo volesse fare della pulizia in questi appalti. Se andate a vedere a chi sono andati gli appalti in tutti questi anni, con facilitร  voi andrete a scoprire cose inaudite. Non avevano bisogno di due fascisti. La Cosa nostra non fa agire due fascisti per ammazzare un presidente della Regione. รˆ un controsensoยป.[21]

A ordinare la sua uccisione fu Cosa nostra perchรฉ Mattarella voleva portare avanti un’opera di modernizzazione dell’amministrazione regionale e per questo aveva incominciato a contrastare l’ex sindaco Vito Ciancimino per un suo rientro nel partito con incarichi direttivi;[22] Ciancimino infatti era il referente politico dei Corleonesi.[23] Per queste ragioni, alla fine del 1979 Mattarella aveva deciso di chiedere al segretario nazionale del partito, Benigno Zaccagnini, il commissariamento del Comitato Provinciale di Palermo della Democrazia Cristiana, perchรฉ aveva visto ยซritornare con forte influenza Cianciminoยป, il quale aveva siglato un patto di collaborazione con la corrente andreottiana, in particolare con l’onorevole Salvo Lima.[24]

Francesco Cossiga ha sostenuto che la mafia volle la morte di Piersanti Mattarella perchรฉ questi non era disponibile a concederle contropartite per quell’appoggio elettorale che essa aveva concesso alla DC proprio su richiesta del padre della vittima, Bernardo; questi infatti, grazie alla moglie “appartenente a famiglia non mafiosa ma rispettata dalla mafia”, aveva potuto avvicinare Cosa Nostra nel Trapanese e dissuaderla dal votare per le sinistre.[25].

L’agente segreto francese Pierre de Villemarest, appaiandosi alle ricordate impressioni di Sciascia, ha suggerito che mafia e P2, quest’ultima presumibilmente tramite l’eversione di destra, abbiano collaborato sin dal 1970 per sorvegliare e poi uccidere Mattarella per conto del KGB, in quanto il politico siciliano sosteneva il compromesso storico per snaturare il PCI e sottrarlo all’influenza sovietica.[26]

Giovanni Falcone, che nel 1988 ricopriva il ruolo di giudice istruttore, dichiarรฒ: “รˆ unโ€™indagine estremamente complessa perchรฉ si tratta di capire se, e in quale misura, la pista nera sia alternativa a quella mafiosa, oppure si compenetri con quella mafiosa” come รจ emerso dalla pubblicazione dell’audio integrale dell’audizione tenutasi in data 3 novembre 1988 davanti alla commissione dell’epoca.[27]

Il processoย Nel 1995 vennero condannati all’ergastolo i boss mafiosi Salvatore Riina, Michele Greco, Bernardo Brusca, Bernardo Provenzano, Giuseppe Calรฒ, Francesco Madonia e Nenรจ Geraci[28] come mandanti dell’omicidio Mattarella, mentre furono assolti i terroristi neri Valerio Fioravanti e Gilberto Cavallini dall’accusa di essere gli esecutori materiali; furono invece condannati a quattro anni ciascuno di reclusione per calunnia i falsi pentiti Izzo e Pellegriti[22]. Durante il processo, la moglie di Mattarella, testimone oculare, dichiarรฒ inoltre di riconoscere l’esecutore materiale dell’omicidio nella persona di Giuseppe Valerio Fioravanti,[29] ma la testimonianza della signora Mattarella e le altre testimonianze contro di lui (quella del fratello Cristiano Fioravanti[30] e di Angelo Izzo) non furono ritenute abbastanza attendibili.[29][31][32] Gli esecutori materiali non sono mai stati individuati con certezza, anche se il pentito Francesco Marino Mannoia sostenne che a uccidere Mattarella furono Salvatore Federico, Francesco Davรฌ, Santo Inzerillo e Antonino Rotolo.

Secondo il collaboratore di giustizia Francesco Marino Mannoia, oggetto di diverse valutazioni nel corso del processo Andreotti perchรฉ ritenuto in primo grado non attendibile ma in secondo grado – confermato dalla Cassazione – attendibile[33], Giulio Andreotti era consapevole dell’insofferenza di Cosa Nostra per la condotta di Mattarella, ma non avvertรฌ nรฉ l’interessato nรฉ la magistratura,[34] pur avendo partecipato ad almeno due incontri con capi mafiosi aventi ad oggetto proprio le azioni politiche di Piersanti Mattarella. Mannoia dichiarรฒย :

ย ยซAttraversoย Limaย del nuovo atteggiamento di Mattarella fu informato anche Giulio Andreotti, che scese a Palermo e si incontrรฒ con Bontate Stefano, iย cugini Salvo, Lima, Nicoletti, Fiore Gaetano e altri. Ho appreso di questo incontro dallo stesso Bontate Stefano, il quale me ne parlรฒ poco tempo dopo, in periodo tra la primavera e l’estateย 1979… Egliย mi disse solo che tutti quanti si erano lamentati con Andreotti del comportamento di Mattarella, e aggiunse poi: “Staremo a vedere”. Alcuni mesi dopo fu deciso l’omicidio Mattarella[35]ยป

In seguito, al termine di un lungo iter giudiziario terminato nel 2004, venne emessa una sentenza per cui all’epoca (piรน precisamente fino alla primavera del 1980)ย Giulio Andreottiย aveva rapporti stabili con la mafia.[36] L’omicidio Mattarella รจ in effetti un punto critico del processo Andreotti. I due presunti incontri tra il Presidente democristiano e Bontate sarebbero avvenuti solo per i problemi creati alla mafia dal segretario dellaย DCย siciliana. Di quello summenzionato Mannoia ha dato una testimonianza di seconda mano ma ha indicato la data, mentre di uno successivo al delitto, in cui si sarebbe consumata la rottura tra Andreotti e la Cupola, Mannoia sarebbe stato testimone oculare ma non sapeva dare indicazione temporale. Per questo la difesa di Andreotti potรฉ per il primo incontro dimostrare che il suo assistito era altrove e per il secondo no. Il primo grado di giudizio ritenne insufficiente la testimonianza di Mannoia e decisiva la smentita della difesa, onde dedurre che nessuno dei due incontri fosse mai accaduto. Il secondo grado capovolse la sentenza ritenendo Mannoia credibile e affermando che egli aveva solo ricordato una data sbagliata, per cui considerรฒ i due meeting realmente avvenuti. La Cassazione confermรฒ questa sentenza non avendo essa difetti formali da correggere.[37][38][39]ย Nella sentenza della Corte di Assise del 12 aprile 1995 n. 9/95, che ha giudicato gli imputati per l’assassinio di Piersanti Mattarella, รจ scritto che ยซl’istruttoria e il dibattimento hanno dimostrato che l’azione di Piersanti Mattarella voleva bloccare proprio quel perverso circuito (tra mafia e pubblica amministrazione) incidendo cosรฌ pesantemente proprio su questi illeciti interessiยป e si aggiunge che da anni aveva ยซcaratterizzato in modo non equivoco la sua azione per una Sicilia con le carte in regolaยป.ย Nel 2018 quotidiani nazionali hanno diffuso la notizia di una riapertura delle indagini sull’omicidio, anche con riferimento ai rapporti tra Cosa nostra palermitana e l’eversione del terrorismo di destra: l’indagine della Procura di Palermo รจ affidata al Procuratore Francesco Lo Voi, all’Aggiunto Salvatore De Luca e al Sostitutoย Roberto Tartaglia.


Andreotti sapeva, ma restรฒ in silenzio Secondo il collaboratore di giustiziaย Francesco Marino Mannoia, Giulio Andreotti era consapevole dell’insofferenza di Cosa Nostra per la condotta di Mattarella, ma non avvertรฌ nรฉ l’interessato nรฉ la magistratura.

Dichiarรฒ Mannoia: ยซLa ragione di questo delitto risiede nel fatto che Mattarella Piersanti, dopo aver intrattenuto rapporti amichevoli con i Salvo e Bontate Stefano, ai quali non lesinava i favori, aveva mutato la linea di condotta. Egli entrando in violento contrasto, ad esempio con il deputato Rosario Nicoletti, voleva rompere con la mafia, dare “uno schiaffo” a tutte le amicizie mafiose… Rosario Nicoletti riferรฌ a Bontate. Attraverso Lima del nuovo atteggiamento di Mattarella fu informato anche Giulio Andreotti, che scese a Palermo e si incontrรฒ con Bontate Stefano, i cugini Salvo, Lima, Nicoletti, Fiore Gaetano e altri. Ho appreso di questo incontro dallo stesso Bontate Stefano, il quale me ne parlรฒ poco tempo dopo, in periodo tra la primavera e l’estate 1979… Egli mi disse solo che tutti quanti si erano lamentati con Andreotti del comportamento di Mattarella, e aggiunse poi: “Staremo a vedere”. Alcuni mesi dopo fu deciso l’omicidio Mattarella.ยป

La testimonianza di Mannoia fu giudicata attendibile dagli inquirenti e gli incontri tra Andreotti e i boss mafiosi al fine di discutere il delitto Mattarella sono trattati nella Sentenza Corte di Appello di Palermoย 2 maggioย 2003. In particolare, nelle conclusioni si legge:

ยซDel resto, ad ultimativo conforto dellโ€™assunto, basta considerare proprio la, assolutamente indicativa, vicenda che ruota attorno allโ€™assassinio dell’on. Piersanti Mattarella. Anche ammettendo la prospettata possibilitร  che lโ€™imputato sia personalmente intervenuto allo scopo di evitare una soluzione cruenta della questione Mattarella, alla quale era certamente e nettamente contrario, appare alla Corte evidente che egli nellโ€™occasioneย non si รจ mosso secondo logiche istituzionali, che potevano suggerirgli di respingere la minaccia alla incolumitร  del Presidente della Regione facendo in modo che intervenissero per tutelarlo gli organi a ciรฒ prepostiย e, per altro verso, allontanandosi definitivamente dai mafiosi, anche denunciando a chi di dovere le loro identitร  ed i loro disegni: il predetto, invece, ha, sรฌ, agito per assumere il controllo della situazione critica e preservare la incolumitร  dellโ€™on. Mattarella, che non era certo un suo sodale, maย lo ha fatto dialogando con i mafiosi e palesando, pertanto, la volontร  di conservare le amichevoli, pregresse e fruttuose relazioni con costoro, che, in quel contesto, non possono interpretarsi come meramente fittizie e strumentali. A seguito del tragico epilogo della vicenda, poi, Andreotti non si รจ limitato a prendere atto, sgomento, che le sue autorevoli indicazioni erano state inaspettatamente disattese dai mafiosi ed a allontanarsi senzโ€™altro dagli stessi, maย รจ “sceso” in Sicilia per chiedere al boss Stefano Bontate conto della scelta di sopprimere il Presidente della Regione: anche tale atteggiamento deve considerarsi incompatibile con una pregressa disponibilitร  soltanto strumentale e fittizia e, come giร  si รจ evidenziato, non puรฒ che leggersi come espressione dellโ€™intento (fallito per le ragioni giร  esposte in altra parte della sentenza) di verificare, sia pure attraverso un duro chiarimento, la possibilitร  di recuperare il controllo sull’azione dei mafiosi riportandola entro i tradizionali canali di rispetto per la istituzione pubblica e di salvaguardare le buone relazioni con gli stessi, nel quadro della aspirazione alla continuitร  delle stesse.ยป

In particolare, fu proprio nell’incontro con Bontate in cui Andreotti chiese spiegazioni dell’improvvisa accelerazione sul caso Mattarella che venne pronunciata dal boss la famosa frase: “In Sicilia comandiamo noi e se non volete cancellare completamente la DC, dovete fare come diciamo noi. Altrimenti vi leviamo non solo i voti della Sicilia, ma anche quelli di Reggio Calabria e di tutta l’Italia meridionale. Potete contare soltanto sui voti del Nord, dove votano tutti comunista, accettatevi questi. WIKIMAFIA


PARLA IL PENTITO MANNOIA ‘ ANDREOTTI INCONTRO’ I BOSS’ Michele Reina fu ucciso per dare un segnale alla Dc; Mattarella perchรจ non voleva piรน avere rapporti con Cosa Nostra; Pio La Torre perchรจ era uno che, “con la sua attivitร  politica, rompeva”. Sono questi i motivi degli omicidi eccellenti compiuti in Sicilia tra il ‘ 79 e l’ ‘ 82, secondo quanto ha riferito ieri, di fronte al tribunale di Palermo, il pentito Francesco Marino Mannoia, nel corso dell’ udienza, nell’ aula bunker di Rebibbia a Roma, del processo per i delitti politici. Mannoia ha ripetuto il racconto delle due visite di Andreotti in Sicilia. “Stefano Bontade mi disse che nel 1979, dopo l’ omicidio di Reina, ci fu una riunione in una tenuta di caccia, alla quale parteciparono Bontade e Giulio Andreotti. In quell’ occasione quest’ ultimo disse al politico democristiano di stare attenti, perchรจ in Sicilia comanda Cosa Nostra, che controlla i voti, gli affari e gli appalti. Bontade si lamentรฒ del comportamento di Mattarella con lo stesso Andreotti. Andreotti incontrรฒ per la seconda volta Bontade dopo l’ omicidio di Mattarella. Bontade mi disse che Andreotti era sceso per scusarsi e per capire”. Sull’ uccisione di Pio La Torre e del suo autista Di Salvo, Mannoia ha detto: “Mi trovavo all’ Ucciardone, e opinione comune fu che l’ uomo politico fosse stato ucciso per la sua nota attivitร  contro le cosche mafiose. Ci stupimmo della decisione di ucciderlo perchรจ era una cosa che non avrebbe pagato. E’ per questo che qualcuno pensรฒ anche che c’ erano dei motivi a noi sconosciuti”. Nel corso del suo racconto, il pentito ha confermato quanto aveva detto nell’ interrogatorio svoltosi nell’ aprile del ‘ 93 negli Stati Uniti. Per quanto riguarda l’ omicidio di Michele Reina, avvenuto a Palermo nel marzo del ‘ 79, Mannoia – puntualizzando che tutto quello che sa sugli omicidi politici gli era stato riferito da Stefano Bontade – ha detto che si รจ trattato di un segnale alla Democrazia Cristiana, per ribadire che in Sicilia comandava Cosa Nostra, che doveva decidere sugli appalti, sugli affari e sui voti. “Reina comunque”, ha aggiunto, “non era una persona limpida, era molto chiacchierata. E forse il motivo della sua eliminazione รจ da ricercare in contrasti per quanto riguarda affari in comune con esponenti di Cosa Nostra”. Mannoia ha quindi risposto ai giudici sull’ omicidio di Piersanti Mattarella, ucciso il 6 gennaio 1980. “Mattarella faceva dei favori a Bontade, a Riina e ad altri esponenti di Cosa Nostra poi ha manifestato l’ intenzione di troncare questi rapporti”. Mattarella era legato a Nicoletti, ha spiegato Mannoia, il quale a sua volta era strettamente legato ai Salvo e a Lima. “Bontade mi disse che Nicoletti gli aveva riferito che Mattarella non voleva piรน saperne di Cosa Nostra”. La Commissione decise quindi all’ unanimitร  di uccidere Mattarella. “Non so chi materialmente sparรฒ”, ha precisato il pentito, “so solo che nella macchina era presente Salvatore Federico. Escludo pienamente la partecipazione all’ omicidio, di Fioravanti e Cavallini”. Prima del suo interrogatorio, Francesco Marino Mannoia ha voluto spiegare perchรจ ora riferisce quello che sa sui delitti politici, mentre in un primo momento si era rifiutato di farlo. “Quando ho deciso di collaborare”, ha detto, “non c’ era la legge sui pentiti, la situazione per noi era buia, la mia intenzione era di uscire dalla mafia, acquistare dignitร  e immagine. Ma ero anche convinto che all’ epoca c’ era solo un gruppo che aveva la volontร  di combattere la mafia, mentre lo Stato era assente e indifferente. Ora perรฒ devo dare atto che esiste la legge per i pentiti, esiste una volontร  piรน incisiva dello Stato contro Cosa Nostra“. 29.11.1994 LA REPUBBLICA


L’omicidio di Piersanti Mattarella e il mistero della pistola con cui fu ucciso Il presidente della Regione Siciliana fu ucciso 40 anni fa in un agguato davanti alla sua casa di Palermo. Su esecutori e mandanti occulti non รจ stata mai fatta piena luce e la pista del legame tra eversione nera e mafia รจ legata a un’arma che potrebbe essere stata usata in piรน delittiย ย Quarant’anni fa gli spari sul sogno della nuovaย Sicilia. La mafia e la spirale terroristica avevano abbattuto la speranza politica piรนย autorevole dell’Isola:ย Piersanti Mattarella, presidente della Regione siciliana, allievo diย Aldo Moro, siciliano tenace e capace, lucido e ostinato propugnatore di una politica dalle “carte in regola“. Una sfida, questa, ancora attualissima, insieme a quella per laย veritร ย piena su questo delitto che la procura di Palermo รจย tuttora impegnata a ricostruire compiutamente.ย Il 6 gennaio 1980 Piersanti Mattarella era uscito dalla sua abitazione di via Libertร ย ed era salito a bordo della sua Fiat 132 per andare a messa, insieme alla suocera, alla moglieย Irma Chiazzeseย e ai figliย Mariaย eย Bernardo. Niente scorta: il presidente la rifiutava nei giorni festivi, voleva che anche gli agenti stessero con le loro famiglie. Si era appena messo al volante, quando si avvicinarono i killer che spararono una serie di colpi. Accanto a lui il fratelloย Sergio, attuale presidente della Repubblica, che lo prese tra leย braccia. Il 24 maggio di quell’anno avrebbe compiuto appena 45 anni.ย L’isola piombรฒย nuovamente nel suo inferno, in un destino che appariva sempre piรนย segnato e senza scampo nรฉย redenzioneย possibile. Questa stessa zona della cittร , quella attorno a via Libertร , cuore urbano del capoluogo, in quegli anni era diventata il crocevia delย terrore mafioso: lรฌย vicino, in via Di Blasi, il 21 luglio del ’79, era stato ucciso il capo della Mobileย Boris Giuliano. Una scia di sangue, iniziata quell’anno, il 26 gennaio, con l’uccisione del giornalistaย Mario Francese. Il successivo 9 marzo era stata la volta del segretario provinciale della Dc,ย Michele Reina.ย Il 25 settembre del ’79 furono ammazzati il giudiceย Cesare Terranovaย e il marescialloย Lenin Mancuso. Piersanti Mattarella da tempo si era reso conto della necessitร ย di recidere con urgenza e nettamente i legami della politica e del suo partito con la mafia, con quegli uomini che “non facevano onore al partito stesso”.ย La vicendaย giudiziariaย รจย stata lunga e complessa. E non definitiva. Come mandanti sono stati condannati all’ergastolo i boss della commissione di Cosa nostra (Totรฒ Riinaย eย Michele Grecoย su tutti, con gli altri esponenti della cupola:ย Bernardo Provenzano, Bernardo Brusca, Pippo Calรฒ, Francesco Madoniaย eย Antonino Geraci). L’inchiesta, perรฒ, non รจย riuscita a identificare nรฉย i sicari ne’ i presunti mandanti esterni. Nel 2018 la procura di Palermo ha riaperto l’inchiesta sull’omicidio: nuovi accertamenti considerati doverosi, anche attraverso complesse comparazioni fra reperti balistici, per quanto siano resi complicati dal lungo tempo trascorso e dalleย sentenzeย passate in giudicato.ย Nel mirino ancora una volta iย Nar, i Nuclei armati rivoluzionari, il cui capo, il terrorista neroย Giusva Fioravanti, riconosciuto dalla vedova di Piersanti Mattarella, fu processato e definitivamente assolto dall’accusa di essere stato il killer. Uno dei reperti del processo celebrato a Palermo, la targa di un’auto del commando, sarebbe stata divisa in due dagli autori del furto e una parte fu poi ritrovata in un covo dell’organizzazione terroristica neofascista. Dal punto di vista processuale, peraltro, la collaborazione tra “neri” e mafiosi, in vari fatti e azioni delittuose, basata su un presunto scambio di favori traย mafia e terrorismoย di estrema destra, era giร  stata piรนย volte sostenuta, ad esempio per la strage del dicembre 1984 delย Rapido 904.ย C’รจ poi l’ultimo capitolo sulle armi che uccisero Piersanti Mattarella e il giudice antiterrorismoย Mario Amato; sono dello stesso tipo, una Colt Cobra calibro 38 Special, ma non c’รจย alcuna certezza sulla loro identitร : non si puo’ dire cioรจย che il presidente della Regione Sicilia e il giudice, assassinati rispettivamente a Palermo e a Roma, nell’arco di poco meno di sei mesi, nel 1980, siano stati uccisi con la stessa pistola.ย Si tratta, allo stato, di un’ipotesi ritenuta “suggestiva“, ma sulla quale non possono esserci i necessari riscontri tecnici, gli unici che potrebbero dare una qualche conferma oggettiva o pressochรฉย oggettiva. Nella nuova inchiesta delย Rosย dei carabinieri, coordinata dal procuratoreย Francesco Loย Voi, qualsiasi comparazione con i proiettili estratti dal corpo di Mattarella, a causa del lunghissimo tempo trascorso dal fatto, รจย sostanzialmente impossibile. ย quadro resta dunque complesso e non definitivo su questo e altri aspetti. Nei giorni scorsi il presidente della commissione Antimafia,ย Nicola Morra, aveva assicurato che “si prosegue nel delicato e complesso lavoro di desecretazione”.ย รˆย stata resa pubblica l’audizione di Giovanni Falcone del 3 novembre 1988 che “risponde anche a domande in merito all’omicidio di Piersanti Mattarella dell’Epifania del 1980: come si ricava dalla lettura del documento, oggi pubblicato per la prima volta, Falcone definisce l’indagine ‘estremamente complessa’, dal momento che ‘si tratta di capire se e in quale misura la pista nera sia alternativa rispetto a quella mafiosa, oppure si compenetri con quella mafiosa. Il che potrebbe significare altre saldature e soprattutto la necessitร ย di rifare la storia di certe vicende del nostro Paese, anche da tempi assai lontani”.ย Falcone, ricordava Morra, “ancora ammonisce, trattandosi di una ‘materia incandescente’, sulla necessitร  di non ‘gestire burocraticamente questo processo’. Continueremo a lavorare”. “Ancora troppi pezzi mancano all’appello, a partire – e non รจย un caso – dagli esecutori materiali. L’omicidio Mattarellaย รจ ‘una brutta storia’, come lo definรฌย Cristiano Fioravanti”, ha detto di recente l’ex sostituto procuratore di Palermo,ย Roberto Tartaglia, oggi consulente dell’Antimafia.ย Tartaglia, giร  titolare dell’inchiesta aperta dalla procura diretta da Francesco Lo Voi, lanciava un appello a Giusva Fioravanti, processato e assolto in via definitiva dal delitto: “Il mio non vuole essere un invito a Fioravanti a fare dichiarazioni su quello specifico episodio. Una persona in questo momento libera come Valerio Fioravanti, che partecipa a un percorso sociale molto importante, a distanza di tanti anni e con la certezza di non potere essere processato per le stesse cose, potrebbe aggiungere dei tasselli per ricostruire alcuni segmenti misteriosi che lo collegano alla Sicilia in quel periodo”.ย Tornando alle armi, l’inchiesta nel cui ambito sono state effettuate le verifiche รจย della procura di Palermo, che ha riaperto il caso relativo al delitto di 40 anni: vicenda giร ย chiusa con una sentenza definitiva di condanna della Cupola mafiosa, come mandante dell’omicidio, ma pure con l’assoluzione (non piรน impugnabile) dei due presunti esecutori materiali: oltre aย Fioravanti anche Gilberto Cavallini, giร  condannato come killer del giudice Amato.ย Il fatto che a sparare sia stata una Colt Cobra รจย pressochรฉย certo, perchรฉ, sulla base degli accertamenti dell’epoca, emerse che la traccia che la filettatura della canna lasciata dalla pistola sul proiettile era sinistrorsa e non destrorsa, come di regola avviene nelle altre armi a tamburo: caratteristica, questa, propria delle Cobra 38 Special. Quando perรฒ si รจย trattato di effettuare la comparazione con la pistola usata da Cavallini per uccidere il giudice Amato (il 23 giugno 1980, nella Capitale), gli esperti delย Racisย dei carabinieri si sono ritrovati di fronte a una difficoltร ย oggettiva: dato che il piombo dei proiettili usati contro Mattarella era deteriorato e ossidato, la comparazione e’ stata tentata con le foto dell’epoca, realizzate perรฒ dai periti balistici (peraltro oggi deceduti) con altri obiettivi, la classica individuazione del tipo di pistola che aveva sparato. Dalle foto non si evidenziano cioรจย in maniera adeguata se le striature siano riconducibili proprio alla canna della calibro 38 Special che uccise Amato, nรจ la cosiddetta prova da sparo ha risolto il dubbio.ย ย Restano gli interrogativi. Quel che รจ certo, รจย che un pezzo di storia e di giustizia รจย ancora da scrivere. Agi 6.1.2020



Piersanti Mattarella, il primo nemico che la mafia (anche quella politica) volle eliminare Fu lโ€™omicidio mafiosoย di un โ€œuomo politico nuovoโ€ che voleva cambiare โ€œdal di dentroโ€ un sistema vecchio e marcio. Fu il primo di una lunga e sanguinosa serie di uomini delle istituzioni eliminati perchรฉ nemici della mafia, anche politica. Non fu solo un omicidio ordinato dalla mafia militare.ย Piersanti Mattarellaย era una anomalia, la prima, in quegli anni di pace tra politica e mafie. E quel delitto, come la strage diย Portella della Ginestra, รจ uno spartiacque nella storia italiana.ย ย Era lโ€™Epifania.ย 1980, 40 anni fa. Anni lontani che sembrano piรน di un secolo. Mattarella aveva 45 anni. Professore universitario e astro nascente dellaย Democrazia cristiana, un partito onnipotente allora, una cultura in Italia. Un modo di fare la politica, inย Siciliaย il partito delle relazioni con la mafia. Da presidente della Regione, Mattarella aveva il rango di ministro. โ€œSe sei contro la mafia, o sei ateo o comunistaโ€, tuonavano gli arcivescovi di Palermo in quel tempo. Palermo era cupa. Mattarella Piersanti era cattolico fervente, ma aveva avviato in Sicilia lโ€™alleanza con ilย Pci.ย Vito Ciancimino, nativo corleonese, pur non essendolo mai stato (se non per pochi giorni), in quegli anni era il vero sindaco della cittร . Controllava tutto. Una tranquilla cittร  amministrata dalle cosche. Nel luglio 1979 in un bar dei quartieri del sacco edilizio era stato ucciso il capo della squadra mobile,ย Boris Giuliano. Perchรฉ aveva iniziato a mettere il naso negli affari dellaย Cosa nostraย italo americana. Ucciso nellโ€™ultima estate di quel decennio, sei mesi prima di Mattarella e dellโ€™inizio del fuoco mafioso sulle istituzioni.ย Dopo, cinque anni di fuoco. Il capo dellโ€™ufficio istruzioneย Cesare Terranovaย (settembre 1979); il procuratoreย Gaetano Costaย (agosto 1980), il capo del Pci regionaleย Pio La Torreย (luglio 1982); il prefettoย Carlo Alberto Dalla Chiesaย (settembre 1982),ย Rocco Chinniciย (luglio 1983). E poi ancora magistrati, poliziotti, giornalisti.ย A Milano, nel luglio 1979 era stato ucciso dalla mafia, su ordine diย Michele Sindona, lโ€™avvocato Giorgio Ambrosoli, liquidatore della Banca privata del banchiere di Patti. Un anno prima di Giuliano e un anno e mezzo prima di Mattarella, nel marzo 1978, a Roma era stato rapitoย Aldo Moro. Che era il leader politico di riferimento di Mattarella. Sinistra Dc.ย Lโ€™Italia era questa, per chi lo abbia dimenticato o sia nato dopo.ย Giulio Andreotti, dallโ€™estate 1979 non era piรน presidente del Consiglio nel governo del โ€œcompromesso storicoโ€ col Pci e dopo le elezioni era stato rieletto alla Camera ma nominato presidente della commissione esteri. Il suo capocorrente in Sicilia,ย Salvo Limaย (poi ucciso nel 1992), era onnipresente e dal 1979 era stato eletto al Parlamento di Strasburgo.ย E in quella Italia, cupa, attraversata dallaย strategia della tensioneย e del terrore rosso e nero, Mattarella Piersanti era stato prima commissario moroteo della Dc siciliana, poi assessore regionale al Bilancio e, infine, proprio nei giorni del rapimento Moro, era diventato Presidente della Regione. Aveva giร  fatto una legge di trasparenza sulla pubblica amministrazione e per la programmazione dei fondi regionali, aveva dichiarato โ€œguerraโ€ agliย appaltiย regionali gestiti in modo opaco.ย Lโ€™attuale sindaco di Palermo,ย Leoluca Orlando, che quegli anni era giovane giurista consulente della Regione, mi ha ricordato che la prima uscita da presidente Mattarella la fece a Cinisi, qualche giorno dopo lโ€™assassinio diย Peppino Impastatoย (9 maggio 1978, lo stesso giorno in cui Moro โ€“ capocorrente di Mattarella โ€“ fu consegnato in via Caetani, morto, dalle Br). In prima fila, quel giorno a Cinisi, cโ€™erano i compagni di Peppino che era comunista e fu la prima vittima della societร  civile morta per ordine di Cosa nostra: โ€œDc รจ mafiaโ€, gridavano gli amici di Peppino. Era il partito del presidente della Regione lรฌ sul palco, ma qualcuno presente ricorda di aver colto un cenno di vergogna nel volto di Mattarella. Lui sapeva chi erano i suoi nemici.ย Lo hanno ucciso vicino casa, nel centro di Palermo, viale della Libertร , due passi dalla prefettura. Il 6 gennaio il Comune di Palermo gli intitola il giardino Inglese. Parco Mattarella. Quella mattina lui usciva per andare a messa, sulla sua Fiat 132. Non aveva scorta. Con lui la moglie, i due figli e la suocera. Morto. Lo scrittoreย Leonardo Sciasciaย alluse subito a โ€œconfortevoli ipotesiโ€ che avrebbero potuto ricondurre lโ€™omicidio alla semplice firma della mafia siciliana.ย E cosรฌ รจ stato. I processi nati da quel delitto hanno portato a un paradosso giudiziario: condannati in via definitiva i mandanti, i membri della cupola di Cosa nostra (daย Totรฒ Riinaย in giรน), ma mai accertato in unโ€™aula di giustizia il nome degli esecutori materiali. Fu ipotizzato uno โ€œscambioโ€ (non inedito in quegli anni) tra mafia eย destra estrema. Una pista portรฒ a unย processo contro presunti killer neofascisti, aย Giusva Fioravanti, accusato (e per questo condannato in via definitiva) della strage allaย stazione di Bologna, avvenuta sei mesi dopo il delitto Mattarella. Ma Fioravanti, riconosciuto dalla moglie di Mattarella, รจ stato poi assolto.ย Nella sentenza dellaย Corte di Assiseย del 12 aprile 1995, che ha giudicato i mandanti dellโ€™assassinio, รจ scritto che โ€œlโ€™azione di Piersanti Mattarella voleva bloccare quel perverso circuito (tra mafia e pubblica amministrazione) incidendo cosรฌ pesantemente proprio su questi illeciti interessiโ€.ย Il pentitoย Marino Mannoiaย ha raccontato di due riunioni avvenute a Palermo alla fine del 1979 nelle quali i vertici mafiosi dellโ€™epoca avrebbero avvertito Lima e Andreotti del loro odio per Mattarella. La veridicitร  di una di quelle riunioni รจ stata confermata inย Cassazione. La testimonianza del pentito รจ finita nelย processo Andreotti, assolto per le sue presunte connivenze, ma prescritto per le sue relazioni pericolose avvenute fino a quel 1980 siciliano.ย Di quel delitto Mattarella, il giudiceย Giovanni Falcone, nellโ€™audizione del novembre 1989 davanti alla Commissione parlamentare antimafia, ha detto: โ€œSi tratta di capire se e in quale misura la pista nera sia alternativa a quella mafiosa o si compenetri con quella mafiosaโ€. Sei mesi prima del delitto Mattarella, Falcone aveva iniziato a lavorare nelย pool antimafiaย di Chinnici. Quel verbale reso da Falcone tre anni prima di essere ucciso a Capaci รจ stato secretato fino al 21 dicembre scorso. Ma nessun magistrato ha mai sciolto il dubbio su quella convergenza di interessi politico-criminali sul delitto Mattarella. IL FATTO QUOTIDIANO 6.1.2020

 

 

Note

  1. ^ย Ucciso Piersanti Mattarela, poitico della DC e Presidente della Regione Sicilia, suย vittimemafia.it, 6 gennaio 1980. URL consultato il 6 gennaio 2020 (archiviatoย il 30 aprile 2019).
  2. ^ย aย bย Giovanni Bolignani,ย Bernardo Mattarella: biografia politica di un cattolico siciliano, Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 2001, p.ย 123.
  3. ^ย Sergio Mattarella,ย Ricordo di Piersanti Mattarella, msacchino, Movi 100, 24 febbraio 2010. URL consultato il 6 giugno 2018 (archiviatoย il 20 settembre 2017).
  4. ^ย Profilo Deputato Mattarella Bernardo,ย Assemblea regionale siciliana. URL consultato il 6 giugno 2018 (archiviatoย il 22 aprile 2017).
  5. ^abcdGrasso 2014,ย Cap. 5.
  6. ^Grasso, 2014,ย Cap. 6.
  7. ^abGrasso, 2014,ย Cap. 7.
  8. ^ย Nicola Tranfaglia,ย La solitudine di Piersanti Mattarella, ANTIMAFIADuemila, 19 ottobre 2014. URL consultato il 6 giugno 2018 (archiviatoย il 6 giugno 2018).
  9. ^ย Profilo Deputato Mattarella Santi, Assemblea Regionale Siciliana. URL consultato il 7 giugno 2018 (archiviatoย il 16 novembre 2017).
  10. ^ย Antonio Saltiniย e Francesco Marino,ย A Palermo la conferenza agricola regionale: agricoltura pomo della discordia tra i partiti, inย Terra e Vita, n.ย 7, 17 febbraio 1979 (archiviatoย il 12 giugno 2018).
  11. ^ย Governo della VIII Legislatura, Assemblea Regionale Siciliana. URL consultato il 7 giugno 2018 (archiviatoย il 1ยบ giugno 2016).
  12. ^ย Piero Grasso-Alberto La Volpe, Per non morire di mafia, Sperling & Kupfer 2009, pag. 7
  13. ^abย Sentenza di primo grado per gli omicidi Reina-Mattarella-La Torreย (PDF), Corte di Assise (archiviatoย il 15 luglio 2018).
  14. ^ย Leonardo Sciascia,ย Quella confortevole ipotesi, Notizie Radicali, 7 gennaio 1980. URL consultato l’8 novembre 2014 (archiviato dall’url originale il 3 giugno 2016).
  15. ^ย Sostituti procuratori: Giusto Sciacchitano, Guido Lo Forte, Giuseppe Pignatone, Roberto Scarpinato Procuratori della Repubblica aggiunti: Elio Spallitta e Giovanni Facone Procuratore della Repubblica: Pietro Giammanco,ย Procedimento penale contro Greco Michele e altri – Requisitoria – Procura della Repubblica di Palermo – (N. 3162/89 A P.M.).ย (PDF), Archivio Pio La Torre, 9 marzo 1991. URL consultato il 9 novembre 2014 (archiviatoย l’11 maggio 2018).
  16. ^ย Giorgio Siepe,ย DELITTO MATTARELLA: l’ultimo processo di Falcone, Delitti (im)perfetti, 2013. URL consultato il 9 novembre 2014 (archiviato dall’url originale l’8 novembre 2014).
  17. ^ย Umberto Rosso,ย COSI’ IL NERO FIORAVANTI ASSASSINO’ MATTARELLA,ย la Repubblica, 21 ottobre 1989. URL consultato il 7 giugno 2018 (archiviatoย il 3 febbraio 2015).
  18. ^ย Enzo Mignosi,ย delitto Mattarella, spunta il pasticciere killer, Corriere della Sera, 14 gennaio 1993. URL consultato il 6 gennaio 2020 (archiviato dall’url originale il 3 febbraio 2015).
  19. ^ย PARLA IL PENTITO MANNOIA ‘ ANDREOTTI INCONTRO’ I BOSS’ – la Repubblica.it, suย Archivio – la Repubblica.it. URL consultato il 22 giugno 2020.
  20. ^ย Interrogatorio di Tommaso Buscettaย (PDF), inย Archivio Pio la Torreย (archiviatoย il 4 marzo 2016).
  21. ^ย ‘COSA NOSTRA รˆ FINITA DATELE IL COLPO MORTALE’ – La Repubblica, suย ricerca.repubblica.it.
  22. ^ย aย bย Francesco Viviano,ย DELITTI POLITICI, FU SOLO COSA NOSTRA,ย la Repubblica, 13 aprile 1995. URL consultato il 7 giugno 2018 (archiviatoย il 28 maggio 2017).
  23. ^ย Attilio Bolzoni,ย รจ morto Vito Ciancimino la Dc ai tempi dei Corleonesi,ย la Repubblica, 20 novembre 2002. URL consultato il 7 giugno 2018 (archiviatoย il 23 ottobre 2009).
  24. ^ย Documenti del Senato della Repubblica XIV LEGISLATURAย (PDF). URL consultato il 7 giugno 2018 (archiviatoย il 24 aprile 2015).
  25. ^ย F.Cossiga, La versione di k, Rizzoli Milano 2009, pp. 59-60
  26. ^ย P.de Villemarest, Le Kgb au coeur du Vatican, Parigi 2011, pp. 212-213
  27. ^ย Giovanni Bianconi,ย Falcone e l’omicidio Mattarella: ยซSi potrebbe riscrivere la storia del Paeseยป, Corriere della Sera, 23 dicembre 2019. URL consultato il 6 gennaio 2020 (archiviatoย il 23 dicembre 2019).
  28. ^ย Sportello Scuola e Universitร  della Commissione Parlamentare Antimafia, Parlamento Italiano. URL consultato il 6 gennaio 2020 (archiviato dall’url originale il 14 dicembre 2007).
  29. ^ย aย bย Piersanti Mattarella, la rimozione di un martirio, suย europaquotidiano.it. URL consultato il 4 luglio 2014 (archiviato dall’url originale il 23 aprile 2015).
  30. ^ย Testimonianza di Cristiano Fioravanti, pentito del gruppo NAR, al processo per laย strage di Bologna:ย Dai discorsi fatti la mattina capii che avevano deciso di agire non solo nei confronti delย Mangiameliย ma anche nei confronti di sua moglie e perfino della bambina. Comunque le motivazioni delle azioni da compiere contro il Mangiameli erano sempre le solite e cioรจ la questione dei soldi, la questione della evasione di Concutelli. Il giorno dopo (l’omicidio, ndr) rividi Valerio e lui era fermo nel suo proposito di andare in Sicilia per eliminare anche la moglie e la bambina di Mangiameli e diceva che bisognava agire in fretta prima che venisse scoperto il cadavere e la donna potesse fuggire. Io non riuscivo a capire questa insistenza nell’agire contro la moglie e la figlia, una volta che questo (Mangiameli, ndr) era stato ormai ucciso e allora Valerio mi disse che avevano ucciso un politico siciliano in cambio di favori promessi dal (rectius: al) Mangiameli e relativi, sempre, all’evasione di Concutelli oltre ad appoggi di tipo logistico in Sicilia. Mi disse Valerio che per decidere l’omicidio del politico siciliano vi era stata una riunione in casa Mangiameli e in casa vi erano anche la moglie e la figlia, riunione cui aveva partecipato anche uno della Regione Siciliana che aveva dato le opportune indicazioni e, cioรจ, la dritta per commettere il fatto. Mi disse Valerio che all’omicidio (Mattarella) avevano partecipato lui e Cavallini e che Gabriele De Francisci aveva dato loro la casa. L’azione contro la moglie e la figlia di Mangiameli veniva allora motivata da Valerio col fatto che esse erano state presenti alla riunione: diceva Valerio che, una volta ucciso il marito, esse erano pericolose quanto lo stesso Mangiameli. Poi l’azione contro le due donne non avvenne in quanto il cadavere di Mangiameli fu poco dopo ritrovato.
  31. ^ย PALERMO, ‘FIORAVANTI UCCISE MATTARELLA’,ย la Repubblica, 1ยบ maggio 1992. URL consultato il 10 giugno 2018 (archiviatoย il 9 giugno 2016).
  32. ^ย ORDINANZA-SENTENZA emessa nel procedinento penale CONTRO Greco Michele + 18 per gli omicidi: Reina-Mattarella-La Torre-Di Salvoย (PDF), TRIBUNALE DI PALERMO โ€“ UFFICIO ISTRUZIONE PROCESSI PENALI. URL consultato il 6 gennaio 2020 (archiviatoย il 4 marzo 2016).
  33. ^ย Salvo Palazzolo,ย Il dramma del superpentito Marino Mannoia tenta il suicidio: “Lo Stato ci ha abbandonati”, inย la Repubblica, 27 luglio 2011. URL consultato il 13 febbraio 2015 (archiviato dall’url originale il 2 ottobre 2011).
  34. ^ย Gli incontri traย Andreottiย e i boss mafiosi al fine di discutere il delitto Mattarella sono trattati nella Sentenza Corte di Appello di Palermo 2 maggio 2003, Parte III cap. 2 pp. 1093-1185 Presidente Scaduti, Relatore Fontana. In particolare, nelle conclusioni si legge (pp. 1514-1515): ยซDel resto, ad ultimativo conforto dell’assunto, basta considerare proprio la, assolutamente indicativa, vicenda che ruota attorno all’assassinio dell’on. Pier Santi Mattarella. Anche ammettendo la prospettata possibilitร  che l’imputato sia personalmente intervenuto allo scopo di evitare una soluzione cruenta della questione Mattarella, alla quale era certamente e nettamente contrario, appare alla Corte evidente che egli nell’occasione non si รจ mosso secondo logiche istituzionali, che potevano suggerirgli di respingere la minaccia alla incolumitร  del Presidente della Regione facendo in modo che intervenissero per tutelarlo gli organi a ciรฒ preposti e, per altro verso, allontanandosi definitivamente dai mafiosi, anche denunciando a chi di dovere le loro identitร  ed i loro disegni: il predetto, invece, ha, sรฌ, agito per assumere il controllo della situazione critica e preservare la incolumitร  dell’on. Mattarella, che non era certo un suo sodale, ma lo ha fatto dialogando con i mafiosi e palesando, pertanto, la volontร  di conservare le amichevoli, pregresse e fruttuose relazioni con costoro, che, in quel contesto, non possono interpretarsi come meramente fittizie e strumentali. A seguito del tragico epilogo della vicenda, poi, Andreotti non si รจ limitato a prendere atto, sgomento, che le sue autorevoli indicazioni erano state inaspettatamente disattese dai mafiosi ed a allontanarsi senz’altro dagli stessi, ma รจ “sceso” inย Siciliaย per chiedere al bossย Stefano Bontateย conto della scelta di sopprimere il Presidente della Regione: anche tale atteggiamento deve considerarsi incompatibile con una pregressa disponibilitร  soltanto strumentale e fittizia e, come giร  si รจ evidenziato, non puรฒ che leggersi come espressione dell’intento (fallito per le ragioni giร  esposte in altra parte della sentenza) di verificare, sia pure attraverso un duro chiarimento, la possibilitร  di recuperare il controllo sull’azione dei mafiosi riportandola entro i tradizionali canali di rispetto per la istituzione pubblica e di salvaguardare le buone relazioni con gli stessi, nel quadro della aspirazione alla continuitร  delle stesse.ยป
  35. ^ย il pentito: “nella villa urlavano”, Corriere della Sera, 15 aprile 1993. URL consultato il 6 gennaio 2020 (archiviato dall’url originale il 10 novembre 2014).
  36. ^ย a cura di Marco Travaglio,ย Il caso Andreotti: gli stralci della sentenza, Centomovimenti News, 26 luglio 2003. URL consultato il 7 gennaio 2020 (archiviato dall’url originale il 5 agosto 2003).
  37. ^ย Sentenze: Giulio Andreotti, suย marcotravaglio.it. URL consultato il 19 febbraio 2007 (archiviatoย il 17 giugno 2007).
  38. ^ย Processo Andreotti, la Sentenza, Il Foro Penale. URL consultato il 13 febbraio 2015 (archiviato dall’url originale il 31 dicembre 2014).
  39. ^ย Massimo Franco, Andreotti, Bur Milano 2013, pp. 268-269.

Bibliografia

  • Pierluigi Basile,ย “Le carte in regola”. Piersanti Mattarella. Un democristiano diverso, con saggio introduttivo di G.C. Marino, Centro Studi ed iniziative culturali Pio La Torre, Palermo 2007: 2ยช edizione 2010
  • Achille Melchionda,ย Piombo contro la Giustizia. Mario Amato e i magistrati assassinati dai terroristi,ย Pendragon 2010.
  • Giovanni Grasso,ย Piersanti Mattarella. Da solo contro la mafia, Cinisello Balsamo, San Paolo editore, 2014,ย ISBNย 978-88-215-9131-0.
  • Assemblea Regionale Siciliana,ย Piersanti Mattarella – Scritti e Discorsi, Introduzione diย Leopoldo Elia, Quaderni del Servizio Studi Legislativi, due volumi, Palermo, 2005.
  • Parlamento Italiano – Archivio digitale Pio La Torre –ย raccoglie gli atti giudiziari relativi ai processi penali per gli omicidi di Reina, La Torre e Mattarella.

ย