Milano, minacce di morte “serie e circostanziate” a due magistrati


Nel mirino il procuratore capo Marcello Viola e la pm della Dda Alessandra Cerreti, in prima linea nell’inchiesta Hydra sull’alleanza in Lombardia tra mafia, camorra e ‘ndrangheta.

 

Minacce di morte al procuratore capo di Milano, Marcello Viola e al pm della Dda Alessandra Cerreti (in foto) .
Minacce ritenute molto serie e circostanziate, che hanno portato a innalzare le misure di sicurezza nei confronti dei due magistrati, mentre la Procura di Brescia, competente sulle indagini che vedono vittima le toghe milanesi, ha aperto una inchiesta.
Il timore è che le minacce siano collegate con l’inchiesta ‘Hydra’ sulla mafia a tre teste, ovvero l’alleanza in Lombardia fra mafia, camorra e ‘ndrangheta, entrata nel vivo con la conferma della suprema corte dell’impianto dell’accusa di mafia e l’esecutività degli arresti. Tra questi quelli di Gioacchino Amico, poi scarcerato perché aveva già passato un anno in custodia cautelare per altri reati, eGiovanni Abilone, ritenuto dagli inquirenti uno degli esponenti mafiosi collegati al mandamento di Castelvetrano di Matteo Messina Denaro.

 

 

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OPERAZIONE HYDRA – Il consorzio ‘Ndrangheta-Cosa nostra-Camorra a Milano, il pm ribadisce: «Il sistema Lombardia esiste»

 

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27.1.2025 – Arrestato  Errante Parrino, il cugino acquisito di Matteo Messina Denaro

 

Sul 78enne pendeva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale del Riesame di Milano

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È stato rintracciato all’ospedale di Magenta ed arrestato dai carabinieri del nucleo investigativo di Milano il presunto boss Paolo Aurelio Errante Parrino, il 78enne su cui pendeva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale del Riesame di Milano nell’ambito dell’inchiesta Hydra della Dda di Milano sul cosiddetto Sistema mafioso lombardo.
Il provvedimento, in cui il cugino acquisito di Matteo Messina Denaro è accusato di associazione di stampo mafioso, era diventato esecutivo lo scorso sabato dopo che la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall’avvocato Roberto Grittini.


 

Minacce mafiose al procuratore di Milano: Anm e Csm in silenzio

Il procuratore di Milano Marcello Viola e il magistrato antimafia Alessandra Cerreti

Nessuna reazione della magistratura associata. Solidarietà a Marcello Viola solo dalle toghe lombarde

Nel silenzio dell’Associazione nazionale magistrati e del Csm, la solidarietà al procuratore di Milano Marcello Viola e alla pm della Dda lombarda Alessandra Cerretti è stata espressa dai vertici della Corte d’appello e della Procura generale.

«Riteniamo opportuno esprimere la nostra solidarietà e la vicinanza di tutta la magistratura del distretto milanese a questi due colleghi, che non saranno certamente intimiditi da queste minacce di morte», hanno dichiarato ieri in una improvvisata conferenza stampa il presidente della Corte d’Appello di Milano Giuseppe Ondei e la procuratrice generale Francesca Nanni.

Viola e Cerretti nelle scorse settimane avevano ricevuto pesanti minacce di morte collegate all’inchiesta “Hydra” sull’alleanza delle tre mafie. Minacce che hanno portato il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza a rafforzare le misure a tutela dei due magistrati, già da tempo comunque sotto scorta da parte dei carabinieri.

Riguardo l’origine delle minacce l’indagine è stata, per competenza, affidata alla Procura di Brescia. «Ci stiamo occupando come Procura generale – ha spiegato Nanni – delle misure di tutela, ma la cosa più pericolosa per un magistrato, anche come esperienza personale, è rimanere solo in queste situazioni». Il magistrato è «solo», ha aggiunto, «anche a causa di condotte generalizzate di delegittimazione e di sfiducia rispetto al proprio lavoro, che lo pongono in una condizione di isolamento e mi riferisco in genere a comportamenti di delegittimazione – ha chiarito – e questi comportamenti possono avere un riflesso sui magistrati che facendo il loro dovere possono incorrere in minacce».

La Procura del capoluogo lombardo è in questi ultimi mesi al centro di aspre polemiche per le indagini che sta conducendo nel settore dell’edilizia e che coinvolgono l’assessorato all’urbanistica del comune di Milano e l’archistar Stefano Boeri di cui è stato chiesto l’arresto.

«Il messaggio che vogliamo lanciare», ha spiegato Ondei, «è che la magistratura non si lascia intimidire da queste minacce e che i magistrati andranno avanti nel loro lavoro con la serietà e l’efficienza richiesta».

L’inchiesta Hydra era stata inizialmente stroncata dal gip Tommaso Pernache, nell’ottobre del 2023, aveva rigettato ben 142 istanze di misura cautelare su 153, ritenendo insussistente il “consorzio” delle tre mafie, ribattezzato dai pm «sistema mafioso lombardo» e composta da appartenenti a diversi clan delle mafie storiche come quella siciliana, la camorra e la ‘ ndrangheta.

La Procura aveva allora fatto ricorso al Riesame il quale aveva ribaltato la decisione del gip Perna. «Con il placet delle associazioni di riferimento, danno luogo ad una collaborazione sistemica limitata, nei termini accertati, ad un certo contesto territoriale (quello lombardo), che ha prima di tutto in sé oltre che nelle azioni concrete una connotazione mafiosa, senza che ciò implichi né fusione tra associazioni mafiose né abiura della appartenenza mafiosa genetica», aveva scritto il Riesame, dando così una valutazione diametralmente opposta a quella di Perna.

L’impianto accusatorio aveva poi trovato conferma anche in Cassazione. Le minacce rivolte a Viola e Cerretti risalirebbero proprio al periodo in cui quest’ultima era impegnata nel discutere il ricorso davanti al Riesame.

Lo scorso 22 gennaio, durante l’arresto a Milano del boss Giovanni Abilone, era stato ritrovato un arsenale nascosto in una camera segreta dell’abitazione. Armi che si sospetta avrebbero potuto essere utilizzate proprio contro Viola e Cerretti.

L’altro giorno, invece, ha fatto perdere le tracce il boss Paolo Aurelio Errante Parrino (anche per lui la Cassazione aveva confermato l’arresto), considerato il referente dei castelvetranesi in provincia di Milano e parente acquisito dell’ex primula rossa di Cosa nostra Matteo Messina Denaro.Parrino aveva sempre vissuto ad Abbiategrasso, dove ha per anni gestito un bar, mantenendo, non senza imbarazzi, cordiali rapporti anche con la politica locale. I carabinieri del Nucleo investigativo lo hanno comunque trovato e portato in carcere lo scorso fine settimana.

 

 

ALESSANDRA CERRETI

 

 COMO 10.4.2019 ALESSANDRA CERRETI alla Biblioteca Paolo Borsellino 

 

 


Minacce di morte ai magistrati Marcello Viola e Alessandra Cerreti. Avviso Pubblico: “Difendiamo il loro operato, non lasciamoli soli”

Avviso Pubblico esprime massima solidarietà e vicinanza ai magistrati Marcello Viola e Alessandra Cerreti destinatari di gravissime minacce che hanno reso necessario il rafforzamento delle misure di sicurezza a loro protezione. Il Procuratore della Repubblica di Milano, Viola e la PM Cerreti sono impegnati in una delicata inchiesta su un presunto patto criminale fra camorra, ‘ndrangheta e cosa nostra in Lombardia. Il loro operato va difeso e protetto, riaffermando con forza la necessità di non isolare chi è impegnato in azioni investigative e giudiziarie contro le organizzazioni mafiose.

Le minacce rivolte ai due pubblici ministeri si inseriscono in un quadro di crescente tensione, dove le organizzazioni criminali tentano di intimidire chi agisce con determinazione per contrastare i loro traffici illeciti e il loro controllo del territorio. Il contesto è quello di una mafia che si evolve, che agisce come impresa, ampliando i propri interessi economici e allungando le mani su settori strategici, tanto in Italia quanto a livello internazionale. In questo scenario, l’attività di magistrati come Viola e Cerreti rappresenta un baluardo fondamentale per la difesa della legalità e dei principi democratici.

«Le gravi minacce ai due pm dimostrano il senso di onnipotenza dei clan mafiosi che operano a Milano e in Lombardia. Ma dimostrano anche quanto il loro lavoro nella lotta contro la criminalità organizzata e nella costruzione di una società più giusta e sicura sia cruciale», ha dichiarato Fabio Bottero, Coordinatore di Avviso Pubblico per la Lombardia.

«Rafforzare le misure di protezione nei loro confronti è un atto dovuto, ma non sufficiente. Chiediamo alle istituzioni e alla società civile di sostenere con forza chi si batte quotidianamente per il rispetto della legge, ponendo fine a qualsiasi forma di isolamento e delegittimazione verso i servitori dello Stato», ha aggiunto Fabio Bottero. «Crediamo necessaria una mobilitazione di tutta la società civile per respingere con fermezza queste violenze. Dobbiamo far emergere con forza che le nostre comunità condividono il lavoro di magistrati e forze dell’ordine che lavorano ogni giorno per liberarci dalla morsa asfissiante della criminalità organizzata».

Avviso Pubblico rinnova l’impegno a supportare le istituzioni e apromuovere una cultura della legalità attraverso attività di sensibilizzazione e formazione rivolte ai cittadini, agli amministratori pubblici e alle giovani generazioni. Occorre mantenere alta l’attenzione e garantire le risorse necessarie a chi opera quotidianamente per contrastare l’illegalità e il malaffare. Restiamo accanto ai magistrati e a chi opera nelle istituzioni.