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Dall’intervento alla Camera dei Deputati del dottor BRIZIO MONTINARO, fratello di ANTONIO
Abbiamo visto i corpi straziati dei nostri colleghi ridotti in brandelli
23 maggio 2023 SCORTA DR. FALCONE – Questo è il foglio di servizio di quel giorno. In realtà la composizione degli equipaggi fu rimodulata sulla base delle valutazioni del momento del Capo scorta (eventualità prevista dai regolamenti).
Quel 23 maggio le auto impiegate per il trasferimento del dottor Falcone da Punta Raisi a Palermo furono tre:
📌 l’auto staffetta con a bordo i tre agenti della Polizia di Stato Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro. Tutti e tre morti sul colpo e i cui poveri resti saranno trasportati all’obitorio su un unica barella a causa dei devastanti effetti prodotti dall’esplosione.
📌 L’auto della personalità scortata con a bordo Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e l’autista giudiziario Giuseppe Costanza miracolosamente sopravvissuto all’attentato in quanto alloggiato nel sedile posteriore.
📌 L’auto di coda con a bordo i tre agenti sopravvissuti Paolo Capuzza, Angelo Corbo e Gaspare Cervello.
Secondo il protocollo anche allora in vigore, il Capo scorta doveva alloggiare nell’ultimo automezzo del corteo al fine di fruire di una visibilità a 360 gradi: davanti, dietro e ai lati.
VIDEO 23 maggio 1992 Ospedale Cervello di Palermo.
Maria Grazia Mazzola intervista due gli agenti di scorta sopravvissuti alla strage di Capaci: Gaspare Cervello, Paolo Capuzza. Nel video appare per un attimo Agostino Catalano, che perse la vita 57 giorni dopo scortando Paolo Borsellino.
Video tratto dallo speciale Tg1 “La Strage dal Basso” di Maria Grazia Mazzola.
La strage di Capaci
Erano quasi le 17:58 del 23 maggio 1992. Il giudice Giovanni Falcone, direttore degli affari penali del ministero di Grazia e Giustizia, era da poco atterrato all’aeroporto di Punta Raisi con la moglie Francesca Morvillo anche lei magistrato. Si dirigeva a Palermo con la sua solita scorta e il suo solito sorriso sul volto.
Tutto era tranquillo sull’autostrada Trapani-Palermo. Ma in un istante la croma marrone guidata dagli agenti della scorta salta in aria, investita da un’esplosione di 5 quintali di tritolo, e subito dopo anche l’auto del magistrato con accanto la moglie Francesca e dietro l’autista Giuseppe Costanza, rimasto vivo quasi per miracolo.
Un’esplosione radiocomandata da Cosa Nostra per uccidere 5 persone di grande coraggio e spessore. Nell’attentato di Capaci, insieme al giudice siciliano da tanti anni impegnato nella lotta alla mafia e alla moglie, rimasero uccisi anche tre dei sei agenti della scorta:
- Antonio Montinaro 30 anni di Calimera (Le), arruolato in Polizia nel 1981 e assegnato al servizio scorte nel 1991 dopo essere stato in forza per alcuni anni alla squadra mobile. Lascia la moglie e due figli.
- Vito Schifani 27 anni di Palermo, arruolato dal 1989 e assegnato al reparto scorte nel dicembre del 1991. Lascia la moglie e un figlio di pochi mesi.
- Rocco Dicillo 30 anni di Triggiano (Ba). Diplomato in chimica industriale e arruolato dal 1988. Aveva partecipato ad un corso speciale ad Abbasanta in Sardegna.
La ricomposizione e l’identificazione dei loro corpi, estratti dopo un lungo lavoro dei vigili del fuoco, è stata uno degli aspetti più difficili e penosi. Subito dopo l’attentato l’autostrada sembrava il “cratere di un vulcano” e nelle prime comunicazioni radio, Falcone veniva indicato con l’iniziale “Foxtrot”, con la sigla “Monza 500” e con la qualifica di “nota personalità”. Altri tre poliziotti si trovavano sull’auto che chiudeva la scorta e sono scampati alla strage. Questi i loro nomi: Paolo Capuzzo, Gaspare Cervello e Angelo Corbo. Fonte POLIZIA DI STATO
Gli Angeli custodi di Giovanni Falcone vittime a Capaci insieme al magistrato e a Francesca Morvillo