(ANSA) – CALTANISSETTA, 28 MAG 2025 – Si svolgerà il prossimo 23 giugno a Caltanissetta l’udienza del processo all’ex brigadiere dei carabinieri Walter Giustini, accusato di depistaggio e calunnia, e alla compagna del collaboratore deceduto Alberto Lo Cicero, accusata di falsa testimonianza, che secondo la procura nissena avrebbero dato false informazioni sulla cosiddetta “pista nera” nell’ambito dell’inchiesta sulla strage di Capaci il 23 maggio 1992 in cui morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre poliziotti della scorta.
La prima udienza si era svolta il 12 maggio scorso per l’ammissione delle prove. Sono stati citati a testimoniare i generali dei carabinieri Gianfranco Cavallo e Giovanni Arcangioli e il maresciallo Michele Coscia, tutti hanno lavorato a Palermo.
Arcangioli, che era superiore diretto di Coscia e Giustini, è l’uomo immortalato in una celebre fotografia, subito dopo la strage di via D’Amelio, mentre porta via la borsa di Paolo Borsellino.
Secondo la procura “nella fase ideativa ed esecutiva della strage del 23 maggio 1992 non ci fu il coinvolgimento di soggetti collegati ad ambienti della destra eversiva tra cui il noto Stefano Delle Chiaie, uno dei fondatori della formazione politica “ Avanguardia nazionale”, della cui presenza a Palermo in epoca antecedente alle stragi del 1992 erano emerse tracce». Delle Chiaie è morto nel 2019.
L’estremista di destra e quindi la pista nera, entrarono nell’inchiesta dopo che Giustini aveva relazionato ai superiori su presunte indicazioni date da Lo Cicero che avrebbe detto di aver visto mafiosi con Delle Chiaie.
Maria Romeo aveva sostenuto di aver ricevuto dichiarazioni importanti, a proposito di incontri fra l’estremista e il boss mafioso palermitano Mariano Tullio Troia, nella primavera del 1992, e che addirittura l’esponente dell’eversione nera aveva fatto un sopralluogo nel tunnel sotto l’autostrada dove poi fu piazzato l’esplosivo. (..)