Ha raccontato il pubblico ministero Antonio Ingroia, quasi un figlio adottivo per Borsellino: “Paolo in quei giorni riprese in mano il famoso rapporto dei carabinieri del Ros su mafia e appalti”, un’ inchiesta nata con Falcone procuratore aggiunto e finita nelle mani di Giammanco.
Borsellino legge e rilegge “i diari di Falcone”, pubblicati dal Sole 24 Ore, che raccontano il conflitto in Procura che obbligo’ il giudice a lasciare Palermo. Dice Ingroia (Il valore di una vita): “Paolo vuole approfondire quelle vicende, sente che si tratta di episodi che, letti in un modo isolato, possono sembrare inconsistenti, ma che per il solo fatto di essere stati scritti da un uomo come Falcone nascondono qualcosa di importante… In quei giorni Paolo contatta le persone citate negli appunti di Giovanni, i colleghi della Procura di cui si fida e che sono in grado di offrirgli nuovi particolari su quelle vicende”. Paolo Borsellino si convince che “la causale piu’ probabile della morte di Giovanni” e’ nell’ intreccio degli appalti. FONTE Giuseppe D’Avanzo Corriere della Sera 9 febbraio 1999
L’ex magistrato, stretto collaboratore del giudice ucciso il 19 luglio 1992, racconta il clima all’interno della procura di Palermo diretta da Pietro Giammanco. “Lui e i suoi fedelissimi misero Borsellino in un angolo”
«Sono passati trentadue anni, ma lo ricordo come fosse ieri – dice Antonio Ingroia, all’epoca sostituto procuratore a Palermo – Al termine di una movimentata riunione nella stanza del procuratore Giammanco, Paolo Borsellino si avvicinò a Guido Lo Forte e Giuseppe Pignatone, disse: “Voi due non me la raccontate giusta sul dossier mafia e appalti».
FAVA, presidente della Commissione. Ho capito. Quindi, diciamo, quest’archiviazione si sarebbe anche potuta evitare con gli elementi che già esistevano. INGROIA, già magistrato. Auspicabilmente.”
Riferendoci all’archiviazione dell’indagine su mafia e appalti nascente dall’informativa del Ros, vediamo cosa disse il dr Ingroia davanti alla commissione regionale antimafia siciliana il 25 maggio 2021.
di Salvo Palazzolo 3.8.2024 La Repubblica
12.11.1997 INGROIA, NELL’AGENDA DI FALCONE APPUNTI SU MAFIA E APPALTI
Nell’agenda elettronica di Giovanni Falcone erano stati annotati alcuni appunti riguardanti, tra l’altro, le indagini su mafia e appalti condotte dai carabinieri del Ros, su Gladio e la P2. Proprio quegli appunti avevano attirato l’ attenzione del procuratore aggiunto di Palermo Paolo Borsellino.
Lo ha sostenuto stamane ANTONIO INGROIA, uno dei magistrati piu’ vicini a Borsellino, deponendo davanti alla Corte d’ Assise di Caltanissetta, nel processo-bis per la strage di via D’ Amelio.
Il teste ha ricordato che dopo la strage di Capaci Borsellino ritenne che le ”piste” per capire chi avesse ordinato l’ assassinio di Giovanni Falcone potevano essere cercate proprio negli appunti trascritti sull’agenda elettronica.
”Falcone annotava soltanto le cose importanti e quegli appunti avevano colpito l’attenzione di Borsellino”.
Il magistrato ha precisato che Borsellino aveva chiesto di essere sentito dagli investigatori sulla strage di Capaci, dopo una valutazione di indizi ed ipotesi. INGROIA ha anche affermato che la strage di via D’Amelio era ”prevedibile” e che non furono prese ”misure adeguate” per proteggere Borsellino nei luoghi che abitualmente frequentava, come la strada in cui abitava la madre.
AUDIO Deposizione
TESTO Deposizione
Le rivelazioni del dottor Ingroia
- “ANTONIO INGROIA: “Dopo una riunione Borsellino disse a Pignatone e Lo Forte: sul rapporto mafia e appalti non me la raccontate giusta”
- Rapporto Mafia e Appalti: ANTONIO INGROIA, Borsellino aveva la sensazione che a Palermo lo stessero insabbiando.
- Il j’accue di Ingroia: “Borsellino non si fidava di molti pm”
- INGROIA: “Borsellino perseguitato dalle vipere della Procura”
- Ora anche INGROIA accusa PIGNATONE: “Era in rapporti con i boss della mafia”
- INGROIA: “Pignatone? Magistrato antitetico a Falcone e Borsellino. Implacabile con i deboli, indulgente con i forti”
- INGROIA: “Pignatone in contatto con i boss di Cosa nostra”
- INGROIA “Misero BORSELLINO in un angolo
- AMURRI/INGROIA e le versioni opposte sull’incontro del dottor Borsellino con i ROS – VIDEO
- MAFIA e APPALTI – Antonio Ingroia: l’archiviazione si poteva “auspicabilmente” evitare
- Trattativa, Ingroia: ”Da Cassazione segnale che lo Stato non può processare sé stesso”
- Trattativa? Ecco cosa disse Ciancimino a Mori, Ingroia e Caselli
VIDEO
ANTONIO INGROIA:
“Sapere che PIGNATONE è indagato per favoreggiamento alla mafia non mi stupisce”
”Il profilo di PIGNATONE era noto a tutti da tempo…”
“Il padre era vicino a Salvo Lima. “
“C’é un NATOLI di prima maniera e di seconda maniera.”
Dalla deposizione del dr Ingroia al processo Mario Bo (depistaggio via d’Amelio).Udienza del 15 dicembre 2021. Il tema era la riunione del 14 luglio 92.
Comunque io ricordo che c’è stato o che si sono state le richieste di chiarimenti di Borsellino. Ricordo, e ho già riferito in qualche circostanza, mi ha colpito di più la battuta che fece Borsellino fuori dalla riunione, e anche se non ricordo bene a chi la fece, ma l’ho già dichiarato, credo che fosse la Commissione Regionale, o la fece al dottore Lo Forte o la fece al dottor Pignatone, una cosa del tipo.
Voi non me la state raccontando bene”, una cosa simile.
Borsellino, nel raccontare a Ingroia – come da quest’ultimo dichiarato nella sua audizione del 31 luglio 1992 davanti al CSM – “che vi era un grosso pentito che si stava per apprestare a collaborare mi disse anche che con questo grosso pentito aveva già avuto dei rapporti Giovanni FALCONE precedentemente nel periodo in cui Giovanni FALCONE era al Ministero mi disse successivamente tornò sull’argomento e mi fece il nome di questo pentito mi spiegò il grosso spessore di questo pentito in quanto io sinceramente non lo conoscevo, perché io sono in magistratura da poco sono quasi sempre alla provincia di Trapani per cui me lo spiegò lui chi era Gaspare MUTOLO mi disse che era un boss di grosso rilievo che era stato autista di Totò RIINA e mi disse anche che a suo parere poteva fare luce forse anche su legami tra Cosa Nostra e quindi insomma lo riteneva un personaggio molto importante del valore di un BUSCETTA, di un MANNOIA ecc.- mi disse anche che non vi so dire cronologicamente quando se ne parlò tre quattro volte e questo si mi disse non dirlo a nessuno infatti io a nessuno lo avevo detto mi disse non lo dire neppure a Roberto SCARPINATO perché sapeva che io con Roberto parlavo e infatti io a Roberto nulla dissi…”.

