I giudici Falcone e Borsellino ricordati all’Asinara. Grande commozione dei figli Lucia e Manfredi

Quaranta anni fa i magistrati furono trasferiti sull’isola per motivi di sicurezza per scrivere l’ordinanza-sentenza di rinvio a giudizio del maxiprocesso
 
Grande commozione alla due giorni organizzata dall’Associazione nazionale magistrati all’Asinara, l’isola in cui i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino vennero portati 40 anni fa per motivi di sicurezza per scrivere l’ordinanza-sentenza di rinvio a giudizio del maxiprocesso. Molto toccanti gli interventi dei figli di Paolo Borsellino, Lucia e Manfredi.

Lucia Borsellino ha parlato di “silenzio assordante” in riferimento ai tanti tasselli ancora mancanti nella ricerca della verità sulla strage di via D’Amelio. “Una verità che penso sia giusta per la collettività oltre che per noi”, ha detto, sostenendo che mai suo padre e Giovanni Falcone “avrebbero voluto essere definiti eroi”.

“L’averci portati qui – ha spiegato alludendo al fatto che con i due magistrati vennero trasferite le famiglie – è una dimostrazione di come lo Stato se vuole può proteggere i suoi figli. Non fu così sette anni dopo quando arrivò la notizia dell’imminente attentato”, ha detto Lucia Borsellino.
Molto commosso anche Manfredi Borsellino che ha, però, voluto sottolineare le “offese” subite in vita dal giudice. Come quando “uno dei presidenti dei collegi giudicanti al processo per l’omicidio del capitano Basile – ha detto- arrivò a offenderlo in una sentenza, dicendo che il giudice istruttore aveva lavorato in maniera pessima”. Alla due giorni hanno partecipato molti protagonisti dell’epoca. L’omaggio è stato organizzato dalla giunta esecutiva sezionale della Sardegna, in collaborazione con la commissione Legalità del Comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati.