GIOACCHINO NATOLI mentí al CSM sui rapporti FALCONE/GIAMMANCO

 

Nell’estate del 1992, l’ex Presidente della Corte d’Appello di Palermo Gioacchino Natoli “ha mentito davanti al Csm” a proposito dei rapporti tra il giudice Giovanni Falcone e l’allora Procuratore capo di Palermo Pietro Giammanco. E’ l’atto di accusa del Procuratore capo di Caltanissetta Salvatore De Luca durante l’audizione davanti alla Commissione nazionale antimafia, in corso a Palazzo San Macuto.
La Procura nissena indaga su Natoli per favoreggiamento alla mafia e calunnia. Gli viene contestato di aver insabbiato un’indagine per aiutare mafiosi e imprenditori vicini a Cosa nostra.
In particolare, il dottor Natoli dinanzi al CSM, a domanda del Presidente ha dichiarato: ‘Sui rapporti Giammanco- Falcone non posso dire nulla perché io arrivo alla procura di Palermo quattro mesi dopo che Falcone è andato via, quindi non ho alcuna conoscenza diretta del problema’. E indiretta? Gli chiede il presidente- prosegue il Procuratore capo di Caltanissetta De Luca -‘In diretta neppure perché, ripeto Falcone si era trasferito a Roma 15 si sentiva telefonicamente ci si vedeva di tanto in tanto a Palermo, ma ovviamente l’intensità del rapporto è più tale quando ci vedevamo tutti i giorni’. ‘Sui diari non sono in grado di dire tutti questi punti’. E dice che ‘non posso dare nessun contributo né diretto né indiretto’.
Bene nel corso dell’audizione giovani colleghi e segnatamente Antonella Consiglio, del relato Domenico Gozzo, marito della Consiglio che ha avuto raccontato da lei quanto ora riferirò e il collega Antonino Napoli, hanno dichiarato che nel corso di una riunione dei movimenti per la giustizia di cui fatto notorio, ma emerge da tutte le carte, il dottor Giacchino Natoli era uno dei leader indiscussi, il dottor Giovanni Falcone ha richiesta dei colleghi preoccupati dal fatto che stesse lasciando Palermo per andare al ministero ha dichiarato apertis Verbis, con molta chiarezza, ‘Non ci sono più le condizioni per lavorare a Palermo, non posso più lavorare a Palermo’. Antonino Napoli ha avuto anche con lui una conversazione privata sul punto dove Giovanni Falcone ha confermato questa sua linea che se andava perché non riusciva più a lavorare”.
“Nel corso del suo interrogatorio il dottor Natoli ha confermato di essere presente a tale riunione- prosegue ancora De Luca – Quindi, vi sono degli indizi ben concreti per ritenere che il dottor Natoli dinanzi al CSM abbia mentito.
Perché non so se l’avere sentito con le sue orecchie Falcone affermare queste cose sia indiretto o diretto, come conoscenza, ma certo la domanda era un omnicomprensiva, diretta o indiretta, quindi copriva qualunque interpretazione si potesse dare di questa fonte di conoscenza”.

 

 

Segue dal TESTO audizione da pag. 26

 

 

3.7.2024 MAFIA e APPALTI: ex pm Natoli indagato per favoreggiamento

 

 

 

STRAGE VIA D’AMELIO 🟥 Il procuratore De Luca in Antimafia: “Mafia e appalti concausa stragi ‘92. Pista nera non esiste”