Il PM di Palermo Gioacchino Natoli si reca in una localitá segreta per incontrare Gaspare Mutolo. “Posso immaginare cosa stia provando – dice Natoli rivolgendosi a Mutolo – ma non puó tirarsi indietro in questo momento, lo faccia per Borsellino, un uomo cosí buono non meritava di fare una fine del genere”. Natoli cerca di convincere Mutolo a proseguire nella sua collaborazione con la giustizia e dice che personalmente proseguirá nel suo lavoro di magistrato a qualunque costo: ”Continueró , anche se dovessi essere il prossimo ad essere ammazzato”. [125]
Il capo della Procura palermitana, Pietro Giammanco, risponde indirettamente alle critiche con un comunicato stampa: “Profondamente turbato dall’ultima efferata strage mafiosa, ho ripercorso con amarezza nella mia coscienza il doloroso cammino delle critiche che, talvolta in buona fede ma piu’ spesso in malafede, mi sono state rivolte e che peraltro posso facilmente dimostrare essere infondate; mi sono chiesto comunque se fosse opportuno, nell’interesse delle istituzioni, lasciare il mio incarico. Ho riflettuto pero’ sul fatto che in serena coscienza ho sempre fatto fronte senza incertezza alcuna e senza paura all’attacco della mafia. Ho altresi’ riflettuto che la mia decisione non doveva essere influenzata dalle convenienze di fazioni politiche, delle quali non posso e non devo tenere conto, ma esclusivamente dagli interessi delle istituzioni nel momento piu’ terribile dello scontro con la mafia. Pertanto ritengo mio inderogabile dovere non abbandonare l’azione intrapresa, ma continuarla per il raggiungimento del massimo risultato possibile”. [127]