FIAMMETTA BORSELLINO al PG della Cassazione Riccardo Fuzio: “Non abbiamo bisogno di proclami in occasione di inaugurazioni di anni giudiziari o celebrazione di anniversari.”

 

 

VIDEO intervista di Report a FIAMMETTA BORSELLINO 


Nel 2018 Fiammetta e Lucia Borsellino incontrano il  procuratore generale della Corte di Cassazione, Riccardo Fuzio, fornendo elementi utili, a loro avviso, per avviare la procedura per un’azione di accertamento delle responsabilità sul piano disciplinare dei magistrati coinvolti nelle indagini di via D’Amelio. 


L’anno dopo, il 19 luglio 2019, Riccardo Fuzio  prima di dimettersi scrive una lettera alle sorelle Borsellino:
 

«Gentilissima signora Fiammetta Borsellino e Lucia, le scrivo per rappresentarle che ho continuato ad acquisire e a leggere atti, compresa la sua memoria dell’aprile scorso, perché volevo perseguire quella ricerca della verità che giustamente rivendica come diritto alla verità da parte dello Stato italiano.
Al di là della valutazione su quanto sin qui emerso in corso in varie sedi, compresa quella penale, era mia intenzione affrontare il vostro grido di verità in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario o in altra manifestazione pubblica con una forte richiesta nella mia qualità di compiere un ulteriore sforzo di questo faticoso percorso.
Nella stessa occasione avrei voluto rivolgere le scuse del Paese, mai sinora rivolte alla vostra famiglia. Purtroppo, gli ultimi eventi – quelli dell’Hotel Champagne – me lo impediscono. Su questi eventi non voglio nemmeno dirle una parola.
Li richiamo solo per dirle che sono rammaricato, perché avrei voluto continuare ad assecondare la ricerca di verità della vostra famiglia sempre nel mio stile. Anche quest’anno non sarei venuto a pavoneggiarmi a Palermo.
Esprimo a lei e a tutta la famiglia la mia sincera vicinanza per questo ennesimo 19 luglio ancora senza chiarezza.
La seguirò da semplice cittadino».

 

La risposta di Fiammetta Borsellino:

«Gentile dottor Fuzio, non riesco a comprendere la sua lettera per una totale assenza di concretezza.
Un anno fa io e mia sorella siamo venute presso gli uffici della procura generale della Corte di Cassazione con elementi importanti sul piano disciplinare.
Non mi risulta che a oggi codesta procura abbia prodotto atti concreti conseguenziali a quell’incontro.
Per me e per la nostra famiglia parole come “ricerca della verità” e “avrei voluto ma non ho potuto” a distanza di un anno da quella verbalizzazione non hanno alcun significato se non quello di avanzare false scuse di fronte a quello che per noi costituisce una inadempienza.
Mi sorprende che dopo un anno e l’evidenza di comportamenti gravissimi Lei parli ancora di leggere memorie e acquisire atti.
L’unica cosa evidente è che nessun atto è stato prodotto né si è addivenuti a una evoluzione dell’istruttoria.
Non abbiamo bisogno di proclami in occasione di inaugurazioni di anni giudiziari o celebrazione di anniversari.
Cordiali saluti».


19 luglio 2019


 

 

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