Fiammetta Borsellino racconta suo padre Paolo

 

Fiammetta Borsellino a Pordenone: l’importanza di testimoniare contro le mafie

Le sue parole:  E’ importante testimoniare, collaborare, fare attenzione perchè le mafie esistono ancora e operano là dove c’è il denaro.  

Auditorium Vendramini affollato, molti i giovani, per ascoltare Fiammetta Borsellino, figlia del giudice Paolo, vittima della mafia il 19 luglio 1992 a Palermo. Serata organizzata dall’Associazione Aladura e dall’Istituto Vendramini. Un interminabile applauso ha accolto Fiammetta Borsellino all’inizio della serata. Lei ha coinvolto il pubblico con la narrazione della sua scelta di lasciare un lavoro stabile per girare l’Italia e testimoniare i valori trasmessi da suo padre e per i quali ha perso la vita. Testimoniare nelle scuole soprattutto, ma anche andare nelle carceri perché, se pur difficile, è importante che un colpevole si riconosca tale e ricostruisca la propria vita. E’ importante testimoniare, collaborare, fare attenzione perchè le mafie esistono ancora e operano là dove c’è il denaro. Tra la droga, gli appalti. Hanno potentati al nord del nostro Paese. Hanno molti beni. Bisogna combattere il connubio mafia e potere, dove c’è complicità. Bisogna combattere la menzona, altrimenti il Paese non è libero. Grande il ricordo del padre, che viveva tra la gente, che soffriva per quella scorta così giovane che sapeva in pericolo. Che amava la vita, ma che ha anche insegnato ad affrontare la morte. Quella di Fiammetta Borsellino è una memoria operante perché vincano la verità, l’amore e il dialogo. 

 IL POPOLO 12.4.2022 m.l.g.a.

Pordenone: lunedì 11 aprile al Vendramini Fiammetta Borsellino

Lunedì alle 20.30 incontro aperto al pubblico; nella mattinata incontro con gli studenti del Vendramini

Pordenone: lunedì 11 aprile al Vendramini Fiammetta Borsellino

Incontro con FIAMMETTA BORSELLINO Lunedì 11 Aprile ore 20.30 Auditorium Vendramini
L’incontro è organizzato dall’Associazione Aladura e l’Istituto Vendramini

Cinquantasette giorni dopo la strage di Capaci dove vengono uccisi Giovanni Falcone, la moglie Francesca e tre agenti della scorta, il 19 Luglio 1992 viene ucciso il magistrato Paolo Borsellino, una delle personalità più importanti e prestigiose nella lotta alla mafia in Italia e a livello internazionale. In quella tragica giornata Paolo Borsellino, dopo aver pranzato a Villagrazia con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, si reca insieme alla sua scorta in via D’Amelio, dove vive sua madre. Una Fiat 126 parcheggiata nei pressi dell’abitazione della madre con circa 100 kg di tritolo a bordo esplode, uccidendo il magistrato e cinque agenti della scorta. Lunedì 11 Aprile alle 20.30 presso l’Auditorium Vendramini di Pordenone, per ricordare Paolo Borsellino a trenta anni da quella terribile data, l’Associazione Aladura e l’Istituto Vendramini propongono l’incontro testimonianza con la figlia Fiammetta Borsellino. Ultima dei tre figli di Paolo Borsellino, Fiammetta aveva 19 anni all’epoca della strage. Successivamente si è laureata in giurisprudenza. Ha lavorato per 17 anni presso l’Amministrazione comunale di Palermo occupandosi dell’attivazione di servizi per tutte le fasce deboli. E’arrivata poi la decisione di lasciare il posto fisso per dedicarsi ad altro, soprattutto per testimoniare il valore della legalità agli studenti. L’impegno faticoso e coraggioso di Fiammetta è molto importante, soprattutto perché “la ricerca della verità sull’assassinio di Paolo Borsellino – come scrive Enrico Deaglio nel libro Il vile agguato – implicava un contributo di onestà, che è stata soffocata. Difficile che si possa recuperare il tempo perduto, perché ormai quella stessa ricerca della verità è strettamente connessa con la ricerca delle ragioni della disonestà di chi doveva cercarla”. Fiammetta non si stanca mai di portare avanti la sua testimonianza: “la lotta alla criminalità organizzata non ha cessato di esistere. Bisogna conoscere i percorsi, gli esempi, le idee, le buone prassi, dare una guida alle generazioni future. Anche le guerre pensavamo non potessero ritornare tra noi. Le organizzazioni criminali si adeguano ai nostri contesti. Dobbiamo dare un faro per il futuro ai giovani, alle forze dell’ordine, a ciascuna persona per liberarsi. Non si è ancora fatta luce su tanti delitti. Tante sono le menzogne. Un Paese che vive nella menzogna non ha futuro”. Paolo Borsellino ci ricorda che non possiamo illuderci di cambiare il mondo: ciò che conta è il nostro costante e faticoso impegno quotidiano a fare il bene, in ogni ambito della nostra vita e in base alle nostre singole forze. Così la nostra vita può diventare esempio per altre persone e il bene essere diffuso e condiviso. Per questo motivo la testimonianza di Fiammetta Borsellino rimane preziosa e veritiera e ci invita ancora una volta a metterci in discussione e a domandarci se stiamo percorrendo la strada giusta. Alla fine noi siamo ciò che scegliamo di essere. IL POPOLO 10.4.2022


“Un Paese che vive nella menzogna non ha futuro, diamo un faro ai giovani”

Fiammetta Borsellino, figlia del Giudice ucciso dalla Mafia, sarà al Vendramini l’11 aprile

Ci salutiamo con un arrivederci a lunedì 11 a Pordenone. Gli incontri in presenza per lei sono molto importanti e per fortuna, sottolinea, ne ha potuti fare tanti.  06/04/2022 di Maria Luisa Gaspardo Agosti


Pordenone: lunedì 11 aprile al Vendramini la testimonianza di Fiammetta Borsellino

 Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato Paolo Borsellino, ucciso a Palermo nella strage di via D’Amelio il 19 luglio 1992, incontra la città di Pordenone lunedì 11 alle 20.30, prima parlerà con gli alunni del Vendramini. L’incontro è organizzato dallo stesso Istituto e dall’Associazione Aladura. 

07/04/2022 di Maria Luisa Gaspardo Agosti


 

 Lunedì 11 aprile, all’Auditorium Vendramini di Pordenone, a trenta anni dall’omicidio, l’Associazione Aladura e l’Istituto Vendramini propongono l’incontro testimonianza

 
Fiammetta Borsellino racconta suo padre Paolo

Cinquantasette giorni dopo la strage di Capaci dove vengono uccisi Giovanni Falcone, la moglie Francesca e tre agenti della scorta, il 19 Luglio 1992 viene ucciso il magistrato Paolo Borsellino, una delle personalità più importanti e prestigiose nella lotta alla mafia in Italia e a livello internazionale.
In quella tragica giornata Paolo Borsellino, dopo aver pranzato a Villagrazia con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, si reca insieme alla sua scorta in via D’Amelio, dove vive sua madre. Una Fiat 126 parcheggiata nei pressi dell’abitazione della madre con circa 100 kg di tritolo a bordo esplode, uccidendo il magistrato e cinque agenti della scorta.

Lunedì 11 Aprile alle 20.30 presso l’Auditorium Vendramini di Pordenone, per ricordare Paolo Borsellino a trenta anni da quella terribile data, l’Associazione Aladura e l’Istituto Vendramini propongono l’incontro testimonianza con la figlia Fiammetta Borsellino.

Ultima dei tre figli di Paolo Borsellino, Fiammetta aveva 19 anni all’epoca della strage. Successivamente si è laureata in giurisprudenza. Ha lavorato per 17 anni presso l’Amministrazione comunale di Palermo occupandosi dell’attivazione di servizi per tutte le fasce deboli. 

E’arrivata poi la decisione di lasciare il posto fisso per dedicarsi ad altro, soprattutto per testimoniare il valore della legalità agli studenti.

L’impegno faticoso e coraggioso di Fiammetta è molto importante, soprattutto perché “la ricerca della verità sull’assassinio di Paolo Borsellino – come scrive Enrico Deaglio nel libro Il vile agguato – implicava un contributo di onestà, che è stata soffocata. Difficile che si possa recuperare il tempo perduto, perché ormai quella stessa ricerca della verità è strettamente connessa con la ricerca delle ragioni della disonestà di chi doveva cercarla”.

Fiammetta non si stanca mai di portare avanti la sua testimonianza: “la lotta alla criminalità organizzata non ha cessato di esistere. Bisogna conoscere i percorsi, gli esempi, le idee, le buone prassi, dare una guida alle generazioni future. Anche le guerre pensavamo non potessero ritornare tra noi. Le organizzazioni criminali si adeguano ai nostri contesti. Dobbiamo dare un faro per il futuro ai giovani, alle forze dell’ordine, a ciascuna persona per liberarsi. Non si è ancora fatta luce su tanti delitti. Tante sono le menzogne. Un Paese che vive nella menzogna non ha futuro”.

Paolo Borsellino ci ricorda che non possiamo illuderci di cambiare il mondo: ciò che conta è il nostro costante e faticoso impegno quotidiano a fare il bene, in ogni ambito della nostra vita e in base alle nostre singole forze. Così la nostra vita può diventare esempio per altre persone e il bene essere diffuso e condiviso.

Per questo motivo la testimonianza di Fiammetta Borsellino rimane preziosa e veritiera e ci invita ancora una volta a metterci in discussione e a domandarci se stiamo percorrendo la strada giusta. Alla fine noi siamo ciò che scegliamo di essere.

 
9 aprile 2022 Il Friuli