Lombardia, ‘ndrangheta principale ‘cliente’ di imprenditori e politici 

 

L’INTERVISTA A MARCO FRACETI/Prima parte. Colonizzazione mafiosa: “Il trenta per cento degli imprenditori lombardi ha avuto rapporti con le organizzazioni criminali”. La ‘ndrangheta? “Non sarebbe una potenza economica se non ci fossero corruzione e rapporto incestuoso con l’economia”.

La Lombardia è ufficialmente zona rossa. Ormai è chiaro che l’emergenza Coronavirus continuerà a far parlare di sé ancora per molto. Ma, proprio perché se ne parla, abbiamo ritenuto opportuno offrire un punto di vista davvero inedito su questi fatti: quello, cioè, di Marco Fraceti, giornalista milanese tra i maggiori esperti della criminalità organizzata in Brianza, autore di svariate inchieste sul tema, che anche alla sanità lombarda ha dedicato negli anni numerosi interventi e ricerche, pure nei tempi più recenti di pandemia. Abbiamo rivolto a lui alcune domande sulle dimensioni che la ‘ndrangheta ha ormai raggiunto in Lombardia, e sui rapporti che essa ha intrattenuto e intrattiene col mondo delle imprese, della politica e – da ultimo – con la gestione dell’emergenza sanitaria a livello regionale (ma non solo).

Alla luce di due dei suoi libri in cui si occupa dell’argomento, ovvero Briangheta, La ‘ndrangheta in Brianza a ‘cento passi’ dal Lambro (del 2010) e Scacco alla ‘ndrangheta. I veri padroni del Nord (edito nel 2014), volevo chiederle cosa pensa in generale del fenomeno ‘ndrangheta in Lombardia e Brianza: se da un lato, infatti, potremmo riferire a questa organizzazione le cose che Falcone diceva trent’anni fa di Cosa Nostra sul fatto che essa è ormai parte integrante dell’economia e della società, dall’altro è anche vero che la ‘ndrangheta dimostra di avere un grado di pervasività ancora superiore. Qual è il segreto di questa maggior forza e pervasività della ‘ndrangheta?

«Innanzitutto, mi interessava chiarire i diversi momenti dei due libri: Briangheta è un libro che è stato scritto quando la mafia in Lombardia e in Brianza [secondo la voce del potere ufficiale, ndr] non esisteva. Per cui, sulla scorta dell’inchiesta Infinito, è stato aperto il vaso di Pandora della presenza dell’organizzazione della ‘ndrangheta in Lombardia. Scacco alla ‘ndrangheta – dato che poi ci sono state altre inchieste – è il ‘dopo’. E cioè la presenza dell’organizzazione criminale sul territorio lombardo. Quindi, oggi non siamo più in una situazione di ‘infiltrazione’, ma di ‘colonizzazione’ in Lombardia e in Piemonte [e in Emilia-Romagna, ndr], anche se recentemente è stato pure sciolto il Consiglio regionale della Val d’Aosta per infiltrazione mafiosa di tipo ‘ndranghetista. La colonizzazione prevede che una parte dell’economia legale sia occupata da associazioni, imprese, finanziarie e soggetti economici che fanno riferimento all’organizzazione criminale direttamente.»

Infatti, a riprova di questa colonizzazione, abbiamo in Lombardia una grande quantità di beni e aziende confiscate alla mafia… «Sì, siamo la quinta regione per beni confiscati, ma siamo la terza per beni legati alle imprese.»

Quindi, al giorno d’oggi, potremmo dire che il rapporto tra mafie e mondo imprenditoriale si sia trasformato: mi riferisco alle analisi che fanno magistrati come il consigliere del Csm Nino Di Matteo o il capo della Dda di Milano Alessandra Dolci, secondo cui non sono più i mafiosi o gli ‘ndranghetisti rivolgersi o chiedere il pizzo agli imprenditori, ma adesso sono gli imprenditori che chiedono consulenze alle mafie. È d’accordo su questo fatto?

«Sì, sono molto d’accordo. Io aggiungerei una questione: e cioè che un conto sono gli imprenditori, un conto la politica. Vedi l’inchiesta Tenacia, che ha coinvolto un imprenditore di Lecco, ma anche il caso Peppino Mandalari… abbiamo tante situazioni dove gli imprenditori entrano in rapporti con le mafie. Nel 2008 la Confcommercio Lombardia fa un’indagine tra i suoi associati in tutte le province della regione Lombardia per chiedere loro che tipo di rapporto hanno con l’organizzazione criminale. Fanno una serie di domande: tra queste, se avessero mai avuto rapporti con l’organizzazione criminale, anche solo per motivi economici. Il 30% degli imprenditori della Lombardia ha dichiarato di avere relazioni con organizzazioni criminali. E in Brianza arriviamo quasi al 45%. Quindi, prima la dott.ssa Boccassini e poi la dott.ssa Dolci hanno ragione quando dicono che il problema è l’area grigia di imprenditori che hanno chiesto soldi (e non c’è valido motivo che tenga) alle organizzazioni criminali e che, se poi non riescono a restituirli, sono costretti a ‘cedere’ loro l’impresa. Quindi, le imprese apparentemente “pulite” entrano a far parte del mondo degli appalti. Expo 2015 è stata l’esplosione di questa situazione: 127 imprese legate alle organizzazioni criminali sono state allontanate dai cantieri. Che sia il cantiere di Rho, che sia quello della Metro 4, della Pedemontana, TEEM [tangenziale est esterna di Milano, ndr], BreBeMi [Autostrada A58]: tutto il movimento terra in Lombardia è nelle mani dell’organizzazione criminale. E l’organizzazione criminale lavora per questi appalti.»

E per quanto riguarda la politica? «Per quanto riguarda la politica, noi abbiamo nel recente passato un’inchiesta, che ha prodotto un processo, che ha prodotto delle condanne, in cui un politico lombardo che si chiama Domenico Zambetti [assessore regionale della giunta Formigoni, ndr], ex Dc poi passato a Forza Italia, è andato lui a chiedere da mammasantissima i voti. Quindi, in Lombardia è stato anticipato un voto di scambio al contrario: il voto di scambio tradizionale era quello in cui il boss avvicinava il politico per chiedergli: “guarda che se vuoi… ti posso garantire tot voti” … In questo caso, invece, è stato Zambetti a incontrare dei boss della ‘ndrangheta in Lombardia, ha chiesto loro voti e li ha pagati per averli. E la controprova è l’inchiesta Mensa dei poveri, in cui Nino Caianiello [il munifico procacciatore di voti e favori per conto di Forza Italia nel varesotto, ndr] ha dichiarato a Report – lo abbiamo sentito tutti – che “anche questi signori votano”, quindi “quei voti vanno presi”. Questo signore ha sostenuto sindaci, assessori, esponenti della regione Lombardia, che stanno tuttora nella Giunta lombarda, che stanno nei Comuni, che hanno preso i voti della ‘ndrangheta. Anche Danilo Rivolta, ex sindaco di Lonate Pozzolo, dove noi già nel libro del 2010 denunciavamo l’esistenza di una locale di ‘ndrangheta infiltrata dentro il Comune…»

I Farao-Marincola… «…i cosiddetti cirotani, quelli di Cirò Marina che controllano la zona di Busto, Varese, Lonate Pozzolo. Perché, dove ci sono aeroporti, frontiere, casinò, ci sono loro. Il primo Consiglio comunale sciolto per mafia, non è stato sciolto al Sud, è stato Bardonecchia. Poi abbiamo avuto altri Comuni nel Nord, e da ultimo il Consiglio regionale della Val d’Aosta. Generalmente al Sud controllano i porti: solo l’altro giorno a Gioia Tauro sono stati trovati più 1000 chili di cocaina. Al Nord vogliono curare gli aeroporti (quindi Malpensa, Lonate Pozzolo, etc.) e le frontiere (quindi Bardonecchia e la Val d’Aosta). Perché lavorano. La loro è un’organizzazione scientifica. Allora io vorrei dire una cosa…»

Certo. «Qui il problema è la corruzione. Se non ci fosse la corruzione, e quindi se non intervenisse la politica nel rapporto con l’organizzazione criminale, mafia, camorra, ‘ndrangheta, sacra corona unita, mafia nigeriana, mafia dell’est sarebbero puramente dei fenomeni folcloristici, di malavita territoriale. Con la corruzione, e col rapporto incestuoso con l’economia, l’organizzazione criminale è diventata la potenza che è. Oggi, in Italia, i soggetti che hanno i soldi sono tre: la Cassa depositi e prestiti (che siamo noi), stipendi pensioni e salari (che è il risparmio delle famiglie) e le mafie. Sono gli unici tre soggetti che parlano di soldi che hanno. Tutti gli altri, ma anche finanziarie, ministeri etc., parlano di soldi che non sono loro. Quindi l’organizzazione criminale ha un potere determinante nei confronti dell’economia. D’altra parte, come si è avuto modo di vedere e verificare, la presenza dell’organizzazione criminale in questa situazione di pandemia ha portato a elementi di forte corruzione. Camici, appalti sbagliati, o fintamente sbagliati, sanità che invece di essere pubblica è privata… Chi è che sono i privati? I privati sono soggetti che prendono soldi pubblici grazie al fatto che sono accreditati. Questa è la loro modalità di gestire il potere. Fanno soldi a palate sulle nostre spalle.» Come dice il dott. Nicola Gratteri, ormai le mafie non contano i soldi, li pesano, in questo ordine di cose… WORDNEWS