Di Lionello Mancini
Tra il maggio 2012 e il maggio 2013 il settore costruzioni nelle province di Milano, Monza e Lodi, già aggredito molto duramente dalla crisi, ha perso centinaia di imprese e migliaia di posti di lavoro. All’assemblea di Assimpredil-Ance, la denuncia del presidente Claudio De Albertis è stata diretta e circostanziata (https://portale.assimpredilance.it/images/Relazione_Presidente.pdf): esistono «distorsioni della concorrenza legate al costo del lavoro», attraverso una forma subdola di delocalizzazione: «Non potendo produrre all’estero case e infrastrutture, si “importano i lavoratori” attraverso l’istituto del distacco internazionale da parte di imprese che hanno sede nella Ue, in particolare nei Paesi dell’Est»; così, anche se è a Milano, un dipendente bulgaro costa come se lavorasse a Sofia.
Questo è possibile grazie a una normativa incerta e alla difficoltà di verifica da parte degli enti pubblici di controllo riguardo la “genuinità” del distacco. Non solo, ci sono segnali che fanno pensare all’elusione contributiva, mentre cresce il numero delle imprese che applicano contratti di lavoro meno costosi di quello dell’edilizia, mantenendosi anch’esse sul filo della legalità. Va a finire, così, che un’impresa italiana con lavoratori regolarmente iscritti alla Cassa edile ha un costo del lavoro due volte superiore a quello di un’azienda che opera con queste modalità.
Niente di nuovo, si dirà. Vero, ma è nuova e interessante la soluzione individuata dai costruttori – d’accordo i sindacati del settore – per affrontare il fenomeno. Una soluzione che non vuol giocare al ribasso e punta alla trasparenza, anziché sversare i reflui della crisi nella palude in cui sguazzano faccendieri, caporali e criminali.
La proposta di Assimpredil-Ance è quella di un “Accordo volontario di trasparenza responsabile” cui possono aderire le imprese edili. «Creeremo un elenco di imprese che si impegnano a rispettare alcune regole di trasparenza connesse al lavoro e alla gestione delle commesse e degli appalti. Vigileremo sul rispetto di tali regole attraverso una costante azione di controllo da parte dei nostri Enti bilaterali e renderemo pubbliche le informazioni» è l’impegno di De Albertis.
Chi si rivolgerà a imprese inserite in tale elenco sarà sicuro che: i lavoratori sono tutti regolarmente iscritti alla Cassa edile e in regola con il versamento dei contributi; che le notifiche preliminari sono state fatte, sono veritiere, complete, aggiornate e riguardano tutte le aziende presenti a qualunque titolo in cantiere; che anche i subappaltatori sono in regola con il versamento dei contributi; che l’accesso ai cantieri sarà controllato con mezzi elettronici; che sono rispettate le misure di sicurezza e attuata la formazione; che le imprese iscritte non sono interessate da procedimenti legati a reati di criminalità organizzata né di procedure fallimentari né che vi sia evidenza di eventuali procedure concorsuali; che le qualifiche acquisite sono regolari e valide.
«Trasparenza responsabile»: a volte bastano poche sillabe – ben meditate e seriamente condivise dai soggetti coinvolti – per trovare la strada da percorrere.
Sole 24 Ore 24.10.2013