Coppola e lupara, basta souvenir sulla mafia

La famosa foto di don Vito Corleone spicca sulle magliette esposte nei negozi. Un messaggio distorto che in Sicilia assume significati negativi. Ed è questo uno dei tanti souvenir che strizzano l’occhio ad una sorta di esaltazione della mafia. Adesso il sindaco di Agrigento ne vieta la vendita dopo che in alcune vetrine di esercizi commerciali della centralissima via Atenea sono stati esposti alcuni oggetti che ritraggono anche il classico siciliano vestito di nero, con la coppola e la lupara con tanto di scritta “u mafiusu”.

Ma c’è anche la coppia, lui e lei su una macchina colorata di verde, bianco e rosso ed entrambi portano sulle spalle il fucile a canne mozze. Poi ci sono le statuine di padre, madre e figlio con tanto di didascalia famiglia mafiusa. E così il primo cittadino della città dei Templi, Francesco Miccichè ha emesso un’ordinanza che proibisce la vendita, da parte di coloro che commerciano souvenir turistici, di oggetti e rappresentazioni rievocative della mafia e dei mafiosi.

Nell’ordinanza di divieto, tra l’altro il sindaco scrive: “Ritenuto che la vendita di tali prodotti nel territorio di Agrigento mortifica la comunità agrigentina, da anni impegnata nella diffusione della cultura della legalità, si ordina il divieto di vendita di qualsiasi tipo di oggetto che inneggi, o richiami in qualunque modo e forme, alla mafia e alla criminalità organizzata”.

Non mancheranno i controlli e in alcuni casi anche le multe. La polizia municipale, dovrà vigilare sull’esecuzione del provvedimento che è stato pubblicato sul sito istituzionale del Comune di Agrigento, assicurandone piena ed ampia diffusione.
Dopo la diffusione della notizia sull’emissione dell’ordinanza, alcuni commercianti hanno ritirato i gadget e i souvenir incriminati nel giro di poche ore. Già nel 2019 era stato l’allora direttore del Parco archeologico e paesaggistico della valle dei templi, Giuseppe Parello, a fermare la vendita di questi prodotti che erano esposti sulle bancarelle sistemate nel piazzale antistante il punto di ristoro.  
Quelle bancarelle erano piene zeppe di calamite con ceramiche che raffiguravano il siciliano visto nello stereotipo del boss, con tanto di coppola e lupara. Souvenir questi che sono in vendita anche a Palermo nelle bancarelle e in alcuni negozi nei pressi del porto. Eppure nel settembre del 2023 era stato deciso dalla Regione di non vendere nelle navi da crociera e nei traghetti che approdano in Sicilia le magliette con il volto corrucciato di Marlon Brando e altri gadget “di mafia”. Lo aveva stabilito l’assessore regionale Alessandro Aricò.
I sindacati plaudono alla decisione di Miccichè. “La Cgil – afferma il segretario della Camera del lavoro, di Agrigento Alfonso Buscemi – ha chiesto il potenziamento e di conseguenza un rafforzamento dei controlli da parte dei vigili urbani e delle altre autorità competenti, affinché si assicuri il rispetto delle normative che vietano la vendita di tali prodotti.
L’obiettivo è quello di tutelare l’immagine della Città e promuovere una cultura della legalità, sensibilizzando sia i cittadini che i turisti sull’importanza di combattere ogni forma di apologia della mafia”. Il sindacato sottolinea l’importanza “di un monitoraggio costante da parte delle forze dell’ordine per garantire il rispetto delle normative e prevenire la diffusione di messaggi che possono alimentare una cultura mafiosa”.  ANSA 22.8.2024


Primi gadget già scomparsi dalle vetrine

Basta souvenir che strizzano l’occhio a una sorta di esaltazione della mafia. Il sindaco di Agrigento ne ha vietato la vendita dopo che in alcune vetrine dei negozi della centralissima via Atenea erano stati esposti alcuni oggetti ritraenti il classico stereotipo del siciliano vestito di nero, con la coppola e la lupara e con tanto di scritta ‘u mafiusu’. Ma c’è anche la coppia, lui e lei su una macchina colorata di verde, bianco e rosso, con entrambi che portano sulle spalle il fucile a canne mozze. E ancora le statuine di padre, madre e figlio con didascalia ‘famiglia mafiusa’. E così, come riporta Il Giornale di Sicilia, il primo cittadino della città dei Templi, Francesco Miccichè ha emesso un’ordinanza che vieta la vendita, da parte di coloro che commerciano souvenir turistici, di oggetti e rappresentazioni rievocative della mafia e dei mafiosi.
Nell’ordinanza di divieto, tra l’altro il sindaco scrive: “Ritenuto che la vendita di tali prodotti nel territorio di Agrigento mortifica la comunità agrigentina, da anni impegnata nella diffusione della cultura della legalità, si ordina il divieto di vendita di qualsiasi tipo di oggetto che inneggi, o richiami in qualunque modo e forme, alla mafia e alla criminalità organizzata”. Non mancheranno i controlli e in alcuni casi anche le multe. La polizia municipale dovrà vigilare sull’esecuzione del provvedimento. Inoltre il provvedimento è stato pubblicato sul sito istituzionale del Comune di Agrigento, assicurandone piena e ampia diffusione. Ieri, dopo la diffusione della notizia sull’emissione dell’ordinanza, alcuni commercianti hanno ritirato i gadget e i souvenir incriminati nel giro di poche ore. Già nel 2019 era stato l’allora direttore del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, Giuseppe Parello a fermare la vendita di questi prodotti che erano esposti sulle bancarelle sistemate nel piazzale antistante il punto di ristoro. Quelle bancarelle erano piene zeppe di calamite con ceramiche che raffiguravano il siciliano visto nello stereotipo del Padrino, con tanto di coppola e lupara. Souvenir, questi, che sono in vendita anche a Palermo nelle bancarelle e in alcuni negozi nei pressi del porto.

 


Agrigento, al bando i souvenir di mafia.Ordinanza del sindaco di Agrigento Micciché per vietarne la vendita

Da qualche giorno sono comparsi in alcune vetrine dei negozi della centralissima via Atenea di Agrigento alcuni souvenir che ritraggono il classico siciliano vestito di nero, con la coppola e la lupara con tanto di scritta u mafiusu. Ma c’è anche la coppia, lui e lei su una macchina colorata di verde, bianco e rosso ed entrambi portano sulle spalle il fucile a canne mozze. E per chi ama la famiglia c’è anche la versione: padre, madre e figlio con tanto di didascalia famiglia mafiusa. Souvenir di una Sicilia che rimanda ad una mentalità mafiosa, ad uno stereotipo che affascina il turista che transita per la via Atenea e che fa scorte di regalini per portarli in ricordo a parenti e amici. A tutto questo, però, è stato dato un freno. Il sindaco Francesco Miccichè, a seguito delle proteste dei cittadini e di qualche avveduto turista che si è guardato bene di far veicolare nel mondo un’immagine becera della Sicilia e in questo caso di Agrigento, ha emesso un’ordinanza che vieta la vendita, da parte di coloro che commerciano souvenir turistici, di oggetti e rappresentazioni rievocative della mafia e dei mafiosi. Non mancheranno i controlli e in alcuni casi anche le multe. La polizia municipale, dovrà vigilare sull’esecuzione del provvedimento. G.D.S 22.8.2024


Souvenir sulla mafia, Aricò: «Se ne fermi la vendita negli aeroporti siciliani»

i fermi la vendita di gadget e souvenir a tema mafia negli shops e spazi commerciali degli aeroporti siciliani. È la richiesta avanzata dall’assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità, Alessandro Aricò, con una lettera inviata ai vertici delle società di gestione degli scali di Palermo (Gesap), Catania e Comiso (Sac), Trapani (Airgest), Lampedusa (Ast) e Pantelleria (Enac).
«Mantenere una immagine dignitosa e scevra dai soliti stereotipi negativi – scrive Aricò – è senza dubbio una linea ferma da tenere nei luoghi di primo approdo di turisti e visitatori che raggiungono la Sicilia, come appunto gli aeroporti dell’isola».
Già un anno fa, l’assessore aveva rivolto lo stesso invito agli armatori perché fossero rimossi i gadget e i souvenir a tema mafioso dagli spazi commerciali dei traghetti e delle navi che curano i collegamenti con le isole siciliane.
«Invito – aggiunge l’assessore – che fu subito accolto. Sono certo che lo stesso avverrà anche negli aeroporti. Questi oggetti incatenano la nostra Isola a stereotipi mortificanti, richiamano un fenomeno criminale dal quale la Sicilia si sta sforzando di liberarsi grazie al sacrificio di eroi civili e all’impegno quotidiano della stragrande maggioranza dei cittadini. Dobbiamo invece fare il massimo sforzo per  diffondere la vera immagine di una terra ospitale e laboriosa»

 

Quando la MAFIA diventa un BRAND