14.12.1994 ARCHIVIO 🟧 VIA D’AMELIO la mafia uccise su commissione

 
 
Buscetta: l’ordine partì da un’entitĂ  esterna «Via D’Amelio, la mafia uccise su commissione». «Non c’è soltanto Cosa Nostra dietro l’uccisione di Borsellino.
Le ragioni della strage vanno al di là degli interessi stretti della mafia».
Tommaso Buscetta interrogato nell’aula bunker di Rebibbia al processo per l’assassinio del giudice Borsellino e della sua scorta, apre nuove ipotesi sull’eccidio di via D’Amelio. «E’ un episodio anomalo, inusitato, esce dalle regole di Cosa Nostra – ha detto il pentito.
E’ avvenuta subito dopo la strage di Capaci, ma Borsellino non disturbava Cosa Nostra come il giudice Falcone. E nemmeno la motivazione secondo cui poteva diventare procuratore nazionale antimafia, non mi convince come movente.
Non c’era un candidato rivale amico di Cosa Nostra, quindi perche ucciderlo?».
Alla domanda del pm sulle vere motivazioni della strage, Buscetta ha risposto: «Io ho un’idea, ma non ritengo di poterla dire pubblicamente».
Buscetta ha quindi tratteggiato com’era l’organizzazione da lui conosciuta e le differenze con Cosa Nostra attuale: «Voglio fare un esempio. Il mio rappresentante era Gaetano Filippone, che viveva umilmente e che è morto senza mai possedere un’automobile.
Ora invece si inseguono soltanto il denaro e la ricchezza».
Per il pm le affermazioni di Buscetta sono il risultato «di una valutazione personale e di una conoscenza profonda dei meccanismi propri di Cosa Nostra. E inoltre – ha proseguito il magistrato – esistono dati oggettivi, sui quali la procura di Caltanissetta sta giĂ  indagando, come l’uso di tecnologia sofisticatissima e di esplosivo non usuale per la mafia». Oggi è atteso l’interrogatorio di altri due collaboratori di giustizia, Salvatore Candura e Luciano Valenti. [a. r.] LA STAMPA
 
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