NDRANGHETA A CANTU’: LA CASSAZIONE CONFERMA LE CONDANNE E IL COMUNE CHIEDE I DANNI

 

2.11.2021. – LA GIUNTA COMUNALE CHIEDERÀ IL RISARCIMENTO DANNI – comunicato stampa


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’Ndrangheta, Comune parte civile Risarcimento danni dai condannati

Si chiedono i danni ai condannati per ’ndrangheta: i pestaggi avvenuti in piazza Garibaldi. Gli autori sono stati riconosciuti colpevoli dalla giustizia. E il Comune, attraverso una delibera di Giunta con il vicesindaco Giuseppe Molteni, propone, come già anticipato, l’avvio della procedura civile risarcitoria.
 

Nel mentre, la Consulta per la Legalità porta avanti il progetto di inaugurazione del parco “Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”: la nuova intitolazione prevista per l’area verde pubblica dell’Argenti. Il Comune di Cantù ha deciso di affidare la rappresentanza nella causa che si andrà ad instaurare agli avvocati Gianmaria Monico e Michele Parravicini, con studio in Como.

Saranno loro a chiedere i danni a nome della città, a chi, con quelle azioni, si è reso responsabile di atti di intimidazione anche violenti. «Questo affidamento ai due legali che rappresenteranno il Comune arriva come atto seguente alla mozione che presentai in consiglio nel 2018 come capogruppo della Lega, e che venne approvata all’unanimità – ricorda l’assessore alla sicurezza Maurizio CattaneoAllora prendemmo l’impegno a promuovere un’azione per la richiesta di risarcimento danni riguardo ai fatti di piazza Garibaldi nel momento in cui si fosse avuta una condanna definitiva: diamo seguito a quella dichiarazione d’intenti».

La notizia della conferma delle condanne era stata sottolineata da Sara Ombra della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano – e pubblico ministero proprio nel corso del processo per i fatti di Cantù – durante l’incontro che si era tenuto a ottobre al San Teodoro, quando nel contesto venne esposta la Quarto Savona 15 in piazza Garibaldi: l’auto della scorta di Falcone, saltata in aria nella strage di Capaci, nel 1992.

Nel segno dei magistrati uccisi, l’assessore Cattaneo, insieme al presidente della Consulta permanente Sicurezza e Legalità del Comune di Cantù Benedetto Madonia, sta portando avanti il progetto sul parco Argenti. «A breve ci sarà una riunione che coinvolgerà artigiani che si sono messi a disposizione per realizzare gli arredi progettati dai ragazzi dell’Enaip», dice Cattaneo. C. Gal. 25.2.2022 LA PROVINCIA



2.11.2021 –   
‘NDRANGHETA IN PIAZZA GARIBALDI A CANTÙ, IL COMUNE CHIEDE I DANNI DOPO LA SENTENZA DEFINITIVAIl Comune di Cantù chiede i danni a chi ha trasformato piazza Garibaldi, il cuore della Città del Mobile, nel centro pulsante di attività controllate dalla ‘ndrangheta. La decisione della Cassazione, che ha respinto tutti i ricorsi che erano stati presentati, ha reso definitive le condanne dei nove imputati coinvolti nel processo per il controllo della malavita organizzata sui locali del centro di Cantù. “Il danno d’immagine che la nostra città ha subito è stato incalcolabile – sottolinea il vice sindaco Giuseppe Molteni – Dopo la sentenza definitiva emessa dalla Corte di Cassazione per gli imputati del processo, la giunta ha stabilito la necessità di dare seguito alla mozione per risarcimento danni approvata dal consiglio comunale nel 2018”. “Si è finalmente chiusa questa triste pagina della storia della nostra città – dice Molteni – L’esposizione della Quarto Savona 15, la macchina della scorta di Giovanni Falcone, in questa ultima settimana sembra aver messo definitivamente un punto sul passato di Piazza Garibaldi. La legalità ha vinto e i cittadini hanno nuovamente preso possesso del cuore di Cantù. Tuttavia, ci sono fatti che non possono essere dimenticati o, peggio ancora, perdonati”. In primo grado, i nove imputati erano stati condannati a pene complessive per oltre un secolo e in quattro casi era stata riconosciuta l’appartenenza al Locale di ‘ndrangheta di Mariano Comense. In Appello, nel luglio dello scorso anno era stato confermato l’impianto accusatorio, con una riduzione delle pene comunque a oltre 90 anni. La Cassazione ha respinto tutti i ricorsi e la sentenza è dunque definitiva. “E’ giunto il tempo di dare seguito alle parole – dice il vice sindaco – Era il 2018 quando avevamo proposto una mozione di risarcimento danni per i fatti di Piazza Garibaldi. Mozione poi approvata dal consiglio comunale. Oggi non ci sono più dubbi: hanno cercato con paura e violenza di mettere le mani sulla nostra città. La giunta si è mossa per individuare un avvocato al quale conferire il mandato di risarcimento danni. Cantù continua a dare segnali di forte legalità e la sicurezza dei nostri cittadini è prioritaria”.  ETV NEWS


31.10.2021 – CASSAZIONE: «I CLAN CONTROLLAVANO CANTÙ»  La sentenza Confermate su tutta la linea le condanne inflitte a Morabito e a chi ha terrorizzato piazza Garibaldi I giudici romani: «La diffusione della potenza criminale della ’ndrangheta sul territorio canturino era nota» Dalla piazza teatro di violenze, aggressioni, minacce a quella della testimonianza della lotta contro la mafia, con la presenza dell’auto della scorta a Giovanni Falcone distrutta nella strage di Capaci, sembra trascorso un secolo e invece sono soltanto cinque anni.  Cinque anni di inchieste, arresti, processi e – ora – condanne definitive che hanno tramutato piazza Garibaldi dal luogo in cui i clan hanno dato sfoggio di «sistematica ed esibita sopraffazione» a luogo dove ritrovare la forza per dire no alla criminalità.

«La diffusione dei clan era nota»  La corte di Cassazione ha sancito definitivamente, con la conferma di tutte le condanne a carico di Morabito e soci, che la ’ndrangheta ha cercato con la violenza di impadronirsi del cuore pulsante di Cantù. Ma ha anche messo nero su bianco una considerazione che, a rileggere le parole di taluni amministratori che liquidarono i fatti scoperti dai carabinieri di Cantù come «episodi di parabullismo mafioso», fa ancora più clamore: «La diffusione della potenza criminale della ’ndrangheta sul territorio di Cantù era nota», scrivono i giudici della Suprema corte romana. Paolo Moretti  La Provincia 


31.10.2021 – LA CORTE DI CASSAZIONE RESPINGE TUTTI I RICORSI – Corrieri di Como


29.10.2021 –  SARA OMBRA : “Silenzio e indifferenza. I nemici della legalità”, le parole dirette di Sara Ombra, magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano


26.10.2021 – ALESSANDRA DOLCI: “Era un quadro preoccuopante. Ma la città sta dimostrando di reagire”


25-31.10.2021 – In collaborazione con il Progetto san Francesco il Comune promuove   NOI SIAMO LORO – la memoria in marcia”

NOI SIAMO LORO – Rassegna stampa


21.3.2021 – “NO alla MAFIA” – Manifestazione pubblica promossa dal Comune di Cantù


4.11.2020 – ALESSANDRA DOLCI – “La situazione qui ? Non rispondo


14.3.2020 – MADONIA, PRESIDENTE CONSULTA LEGALITA’ E SICUREZZA: RICHIEDERE I DANNI IN SEDE CIVILE


3.3.2020 – ’NDRANGHETA A CANTÙ, PROCESSO D’APPELLO «CONFERMATE LE NOVE CONDANNE» Il Pg milanese ribadisce il quadro accusatorio che portò alla sentenza di primo grado. Lo scenario: scontro tra i Morabito e i Muscatello per controllare la città. Sentenza per fine mese ’Ndrangheta atto secondo. A chiedere di confermare le condanne di primo grado emesse dal Tribunale di Como per i fatti di Cantù – i baristi intimiditi, i pestaggi gratuiti nella guerra tra cosche per controllare la movida – è la procura generale della Corte d’Appello, nel processo appena iniziato, in questi giorni, a Milano. La richiesta è stata formulata nel corso della prima, effettiva udienza per i nove imputati che hanno deciso di impugnare il verdetto dello scorso aprile. Ora, nelle prossime settimane, saranno le difese a presentare le proprie arringhe. La sentenza dovrebbe arrivare entro la fine del mese. Circa quattro ore, l’intervento della procura generale milanese venerdì scorso, per riaffermare, di nuovo, quanto già chiesto, a Como, dal pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia di Milano Sara Ombra. Erano state accolte, lo scorso anno, le richieste del pm. E il primo grado di giudizio si era concluso con un pesante conteggio, pari, in tutto, a oltre un secolo di reclusione per i nove imputati. Le motivazioni avevano riferito di una città «impaurita e omertosa», teatro di una guerra di mafia tra le famiglie dei Morabito e dei Muscatello evitata solo perché «rischiosa per gli interessi dell’organizzazione». La Provincia 


24.2.2020 – ALESSANDRA DOLCI: “Qui la ‘ndrangheta c’è ancora”


15.1.2020 –  IL PRESIDENTE DEL PROGETTO SAN FRANCESCO, BENEDETTO MADONIA VIENE ELETTO PRESIUDENTE DELLA “CONSULTA COMUNALE PER LA LEGALITA’, LA LOTTA ALLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA, AL RACKET, ALL’USURA, ALLA CONCUSSIONE E ALLA CORRUZIONE” DI CANTU’


23.11.2019 – L’OPPOSIZIONE IN CONSIGLIO COMUNALE CHIEDE L’ISTITUZIONE DI UNA “COMMISSIONE SPECIALE PER IL CONTRASTO ALLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA”(CON LIBERA E NON IL PROGETTO SAN FRANCESCO)


10.9.2019 – CANTU’ IN PIAZZA CONTRO LA MAFIA. ALICE GALBIATI: “Stavolta non da soli”


23.4.2019 M5S: IL COMUNE RICHIEDA I DANNI


23.4.2019 – TUTTI CONDANNATI


ALICE GALBIATI: “Chiederemo i danni”

20.4.2019 ‘NDRANGHETA IN BRIANZA, IL VICESINDACO DI CANTÙ: “PRONTI A CHIEDERE I DANNI”  Un secolo di condanne complessive. La sentenza di primo grado sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta a Cantù, cuore della Brianza comasca, è certamente una notizia destinata a restare nelle cronache locali.

Un segnale fortissimo per le amministrazioni pubbliche.  All’indomani della sentenza Alice Galbiati, vicesindaco di Cantù, annuncia che la Città del Mobile è pronta ad avanzare una richiesta di risarcimento danni. “In passato si è forse sottovalutata la presenza o la pericolosità di questi fenomeni nelle nostre zone – spiega Galbiati – ora, alla luce di questa prima sentenza, dobbiamo alzare al massimo il livello di guardia. Il territorio dev’essere presidiato, a partire dal centro, da dove è partita tutta questa vicenda. Dobbiamo mettere in campo tutte le forze per evitare ogni radicamento della criminalità organizzata e difendere le potenziali vittime. In consiglio comunale abbiamo approvato una mozione che ci impegnava a fare richiesta di risarcimento danni in caso di sentenza di condanna. La sentenza è arrivata, quindi – conclude il vicesindaco di Cantù – daremo seguito alla mozione: valuteremo già nei prossimi giorni con i nostri legali come muoverci”. Una richiesta – quella del risarcimento danni – avanzata a gran voce, per primo, dal Movimento 5 Stelle, che ora incalza non solo l’amministrazione canturina, ma anche Palazzo Pirelli. “Da parte nostra accerteremo la possibilità di portare in Consiglio Regionale una mozione analoga affinché vengano richiesti i danni arrecati alla città di Cantù”, spiega il consigliere regionale pentastellato comasco Raffaele Erba. Andrea Bambace 20.4.2019 Espansione TV


23.3.2019 –  IN COLLABORAZIONE CON IL PROGETTO SAN FRANCESCO IL COMUNE PROMUOVE  “CANTU’: UN CAFFÈ IN PIAZZA CONTRO LA MAFIA”


5.3.2019 – L’OPPOSIZIONE VA IN AULA


26.2.2019 – PD: UNIAMO LE FORZE CONTRO LE COSCHE


23.2.2019 NICOLA MOLTENI, SOTTOSEGRETARIO MINISTERO DELL’INTERNO:


21.2.2019 – MONICA FORTE, PRESIDENTE COMMISSIONE ANTIMAFIA REGIONE LOMBARDIA: “LA GENTE SI SENTE SOLA  HA PAURA”


22.11.2018 – IL CONSIGLIO COMUNALE BOCCIA LA MOZIONE M5S: PREMATURA UNA AZIONE RISARCITORIA


21.10.2018 – RICHIESTA RISARCIMENTO DANNI – MOZIONE IN CONSIGLIO COMUNALE DI CANTÙ DEL CAPOGRUPPO LEGA NORD, MAURIZIO CATTANEO


19.10.2018 IL M5S: “LA GIUNTA CHIEDA I DANNI – IL CANTURINO

(…) ha immediatamente risposto il vicesindaco (e avvocato) Alice Galbiati, che ha affrontato la questione da un punto di vista prettamente giuridico. “In termini astratti, la mozione del Movimento 5 Stelle è impostata correttamente. Non dobbiamo tuttavia dimenticare che in un’azione di risarcimento danni, in ogni caso, l’onere della prova è a carico dell’oggetto che promuove l’azione, ossia il Comune. In altre parole, dobbiamo provare il danno e il nesso causale tra il fatto illecito e il danno subito, senza dimenticare che, a differenza di altri comuni del circondario, Cantù non è stato riconosciuto come parte lesa”. Il vicesindaco si è poi soffermato sulla natura dei reati contestati: le accuse riguardano infatti i reati di estorsione e lesioni aggravate, con l’aggravante del metodo mafioso. Non si parla dunque di associazione mafiosa, come nell’articolo 416 bis, ma della modalità con cui si è commesso il reato, che per Alice Galbiati costituisce un’aggravante da tenere ben separata da tutto il resto. Per il vicesindaco, quelli commessi a Cantù sono “reati tra privati aggravati da metodo mafioso”. “Pur condividendo la preoccupazione per la gravità dei fatti – prosegue Alice Galbiati – ritengo innanzitutto che la necessità di attivarsi per dare un messaggio alla cittadinanza debba seguire strade più concrete, come l’attivazione di un’associazione anti-racket o un osservatorio sulla sicurezza e la legalitàConsiderando il termine prescrizionale, inoltre, prima di intraprendere un’azione risarcitoria credo sia opportuno attendere l’esito del processo”


9.6.2017 – IL CONSIGLIO COMUNALE APPROVA IL REGOLAMENTO DELLA “CONSULTA COMUNALE PER LA LEGALITA’, LA LOTTA ALLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA, AL RACKET, ALL’USURA, ALLA CONCUSSIONE E ALLA CORRUZIONE”


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