La testimonianza dell’ex pentito catanese Maurizio Avola – un protagonista diretto – ha avuto la colpa di squarciare il velo di una narrazione che, da troppo tempo, cerca di condurre la verità storica della stagione stragista verso altri eterni lidi. L’accusa è diretta: alcuni esponenti dell’Antimafia sembrano più interessati a costruire un racconto di genere fantasy che a fare i conti con la realtà. Una realtà in cui Cosa nostra agiva con una propria autonoma strategia criminale, non come mero strumento nelle mani di apparati occulti dello Stato.
Un approccio che cancella la capacità di Cosa nostra di essere essa stessa centro decisionale, un’organizzazione con proprie logiche interne e progettualità criminali autonome, con una grande ricchezza economica tanto da comprare – come ricorda Santoro – una intera isola.
La risposta è stata eloquente: «La inviterei a pensare che non tutta Cosa nostra assomiglia a Totò Riina, che, con la sua particolarità dal punto fisico e dell’eloquio, ricorda un contadino. Ma se lei va a vedere processi di mafia, si accorgerà che tanti mafiosi si presentano bene come me o lei.
Hanno imprese, sono dei professionisti». Santoro, ricordando che Riina era comunque scaltro e faceva paura anche a Cosa nostra americana, ha snocciolato diverse personalità mafiose, veri “colletti bianchi”. D’altronde basterebbe pensare ai fratelli Buscemi, mafiosi di rango, che entrarono in affari con grandi imprese nazionali, dalla Gardini alla De Eccher di allora.
Costoro arrivano, a mio parere, a cancellare il ruolo e l’importanza storica di Cosa nostra per ridurre la mafia a una appendice militare, a un gruppo di killer al servizio di pezzi dello Stato o dello Stato tout court». E qui Santoro lancia l’accusa principale: «La Procura di Caltanisetta ha in pratica assunto un atteggiamento simile l loro e, all’uscita del nostro libro, ha stilato un comunicato inusuale ventilando l’ipotesi di un depistaggio di cui sarebbero autori non solo Avola, ma il suo avvocato Ugo Colonna e chi ha scritto il libro. In pratica il libro è stato messo all’indice e considerato notizia di reato».
Ne è conseguita un’articolata attività investigativa con intercettazioni, pedinamenti e controlli, che non ha prodotto alcun elemento di smentita. Ma la vera anomalia è questa: nello strano silenzio (di solito si sollevano indignazioni a comando) Ercolano ha ottenuto di uscire dal 41 bis, mentre Marcello D’Agata, consigliere di Nitto Santapaola, ha iniziato a godere di permessi. Parliamo di soggetti che, secondo Avola, hanno partecipato attivamente all’esecuzione della strage di Via D’Amelio.
Santoro ha risposto spiegando suo malgrado l’ovvio: visto che non erano tra gli esecutori materiali dell’azione esplosiva, come avrebbero potuto smentire o confermare la presenza dei mafiosi catanesi? E soprattutto, visto che è notorio che Riina compartimentasse le azioni di pianificazione ed esecuzione degli attentati, mica c’era stato un appello per vedere se erano tutti presenti.
Nel 2018 Avola era ancora in carcere e chiedeva come misura alternativa di lavorare presso quell’impresa. Nel 2019 il tribunale di sorveglianza accoglieva l’istanza, ma con la condizione che avesse una dimora vicino al luogo di lavoro. Ci sono state difficoltà nel cercare una casa, ma nel frattempo, a gennaio 2020, Avola veniva scarcerato per fine pena. A quel punto, finalmente libero, ha potuto lavorare. Non c’è alcun nesso, quindi, con le sue dichiarazioni dove si autoaccusa per la strage. IL DUBBIO 27.11.2024
Stragi, Michele Santoro: “Preoccupato per la sorte di Maurizio Avola”
CATANIA – “La ragione vera per cui sono qui è che sono molto preoccupato di ciò che potrebbe accadere a Maurizio Avola (ex killer della Cosa Nostra catanese e ora collaboratore di giustizia, ndr) che da 5 anni conduce una vita irreprensibile”.
La Commissione parlamentare antimafia
A parlare è il giornalista Michele Santoro in audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie nell’ambito del filone d’inchiesta sulla strage di via D’Amelio.
“Non vuole certo cancellare gli orrori da lui commessi – dice – ma vorrebbe mostrare ai suoi figli la convenienza del lavoro e dell’onestà. Per noi è una cosa normale, per uno come lui è una lotta quotidiana contro i fantasmi del passato”.
“È il primo ad aver affermato di aver confezionato personalmente l’autobomba – afferma Santoro – e che in questa circostanza non erano presenti agenti dei servizi segreti. Soprattutto questa affermazione ha scatenato le reazioni di Scarpinato, Salvatore Borsellino e di altri teorici”.
“Non solo una storia militare”
“Costoro arrivano a mio parere a cancellare il ruolo e l’importanza storica di Cosa Nostra per ridurre la mafia a un’appendice militare, a un gruppo di killer al servizio di pezzi dello Stato. Per come ho conosciuto io Falcone non credo che troverebbe questa intensità oltre che condivisibile”, dice Santoro.
“La procura di Caltanissetta, all’uscita del nostro libro, ha diffuso un comunicato inusuale ventilando l’ipotesi di un depistaggio di cui sarebbero responsabili Avola, il suo avvocato e chi ha scritto il libro In pratica il libro è stato messo all’indice e considerato notizia di reato”, aggiunge il giornalista.
Per Santoro mettere “sottosopra la vita di Maurizio Avola rendere pubblici i luoghi dove conduce la sua nuova esistenza, senza tutela, fotografare la casa, recandosi sul luogo in cui lavora generando allarme per me è inaccettabile. Sono qui per dire che se accade qualcosa a Maurizio Avola sappiamo contro chi rivolgere il dito”.
“Le scorte vanno date quando necessario”
“Le scorte vanno date quando è necessario, non devono diventare una specie di simbolo di status”. Dice ancora il giornalista Michele Santorodavanti la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie.
“Questa diffusione che si fa in Italia delle scorte francamente non mi trova d’accordo – aggiunge – Preferirei che gli uomini della polizia fossero impiegati alla stazione Termini piuttosto che andare a scortare qualsiasi mio collega che non si capisce che cosa rischi in realtà”. LIVE SICILIA 27.11.2024
27.11.2024 🟥 COMMISSIONE ANTIMAFIA -Strage di Via D’Amelio – Audizione Michele Santoro