Â
Â
Carta straccia Lettera Aperta dell’Assistente Capo della Polizia di Stato Antonello Marini
Il sottoscritto Ass. c.po della P. di S. MARINI Antonello, fa presente quanto segue: Domenica 29 novembre verso le ore 21,00 circa, mi trovavo presso l’armeria del Reparto Scorte, notavo un giovane collega avente in mano un “Pappello” di moduli in carta riciclata, quando in quel momento fui colto da un irresistibile necessità di ispezionare quei fogli, come colto da un irresistibile richiamo chiesi al collega di mostrarmeli, quindi estrapolandone dal mazzo uno in particolare, con grande stupore e meraviglia condivisa dai colleghi presenti, notai immediatamente che si trattava dell’ordine di servizio ORIGINALE del 23 maggio 1992, e più precisamente l’ordine di servizio della Quarto Savona 15 e 15 Bis.
Proprio lei la Scorta del Giudice Falcone. l’ordine di servizio del giorno della strage, ed ebbi la sensazione che quel foglio, mi avesse in qualche incomprensibile modo chiamato. Faccio presente che di tale fatto, al termine di un breve interminabile emozionantissimo e commovente silenzio, è seguita una condivisa manifestazione di rabbia e grande risentimento, nell’ essersi resi conto che un documento di inestimabile valore, quale prova inconfutabile per coloro che portano il ricordo sincero nel cuore, che il 23 maggio sia realmente esistito e che quegli equipaggi erano reali, L’ORDINE DI SERVIZIO PER IL QUALE SONO ANDATI A FARE IL LORO DOVERE PER L’ULTIMA VOLTA quei nostri colleghi. Non siamo riusciti a comprendere come abbia potuto quel prezioso reperto, finire nella carta riciclata, ECCO SCUSATE L’IGNORANZA, LA SCARSA INTELLIGENZA, SE VOGLIAMO LA NOSTRA STUPIDITA’ MA NON RIUSCIAMO A COMPRENDERE, come quel documento con quei nomi, sia potuto diventare spazzatura e del perché invece, innumerevoli colleghi abbiano immediatamente sentito la necessità la voglia, di fotocopiarlo, con la fotocopiatrice di reparto, con la carta di reparto, con quella carta tanto preziosa bianca che si deve risparmiare, e se qualcuno pensa che questo sia stato un abuso o un comportamento illegittimo perche noi, perche io cercassi di salvare la memoria del foglio, di quel foglio di quel maledetto giorno, faccio presente che in quel momento ero il più alto in grado e ho autorizzato tutto io, e che mi assumo tutta la responsabilità di legge e regolamento, ecce homo, ecco ii petto, come io e ingazzi delle scorte siamo abituati a mostrare sempre, quando usciamo di servizio con i CESSI DI AUTO che ci date per lavorare, mentre le personalità e soprattutto i politici hanno le auto blindate alla moda, VIP ultimo modello, sedili in pelle e tutti gli optional, confort e soprattutto ben BLINDATE, tanto per loro si, che non sono mai soldi sprecati. Parole pesanti? Be non girerò la faccia facendo finta non vedere e non capire, io sono delle Scorte, e la paura io non la conosco più, me l’hanno rubata il 19 luglio del 1992. Qualcuno pretende dai dipendenti Pubblici un GIURAMENTO, ma prima di far giurare gli altri, che li mantenessero loro i giuramenti, come quello che ci avevano fatto per bocca del ministro dell’interno e del capo della Polizia, dopo le stragi, che a Palermo, mai più, mai più, avremo lavorato senza auto blindate. BUGIARDI, BUGIARDI. Quante brillanti carriere a tutti i livelli, più splendenti delle comete, quanti elogi encomi, persino chi ha salvato il gatto della nonnina sul ramo dell’albero è stato encomiato. Agli uomini che salivano sulle croma e alfettone blindate, quando c’era da sporcarsi le mutande e pochissimi volevano fare quello sporco lavoro, nessuno ha mai, detto neppure grazie.
Perché andare avanti, davanti a tanta ingratitudine? Per il solito maledetto motivo di sempre, perché questo è il nostro “sporco” sacro lavoro, perché non saremo mai da meno ai nostri EROI e mai li disonoreremo.
Signor Questore la prossima volta che qualcuno decide di premiare qualcuno, mi dia l’opportunità di farle presente anche, qualche nome dei ragazzi delle Scorte, e giuro davanti a Dio, che sono uoinini che se lo meritano davvero per la devozione, il coraggio lo spirito di sacrificio con il quale anche oggi continuano a proteggere nonostante mai come ora il livello di sicurezza per la pelliccia dei ragazzi delle scorte sia stato così basso. Si parla tanto di valori, di ideali, ecco noi li abbiamo fatti nostri, ma per condividere certe cose, occorre avere oltre alla voglia di far carriera e mettersi in evidenza, anche una capacità dell’ anima che si chiama SENSIBILITÀ quella che è mancata, nel far insensibilmente circolare, ciò di cui abbiamo illustrato e non accorgersi o non aver previsto che, tra la carta straccia c’era qualcosa, che per chi ha questa capacità la SENSIBILITÀ, avrebbe quantomeno fatto girare qualcosa, nello scoprire che per quello che qualcuno considerava solo carta da riciclare e che pure non riusciva a capire, che per quel banalissimo foglio, considerato spazzatura, potesse esserci qualcuno e più di uno, disposto rischiare tutto quello che ha, come avevano già fatto i suoi compagni a maggio e a luglio del 92. Quel foglio mi ha chiamato, era l’originale ed ora è mio, perche l’ho raccolto dai rifiuti e non lo darò mai a nessuno che io non voglia. Forse qualcuno pensandoci meglio, si renderebbe conto che dovrebbe chiedere scusa, e quel qualcuno non sono io.
Palermo, il Reparto Scorte finisce la carta: “Riciclato l’ordine di servizio del giorno di Capaci”
Nel giorno in cui vengono arrestati Giovanni Nicchi e Gaetano Fidanzati, da Palermo arriva un’altra notizia che lascia stupefatti: il Reparto Scorte non avrebbe più la carta per stampare gli ordini di servizio. E allora riciclerebbe vecchi fogli, annullandone il fronte e stampando sul retro. Così capita che, tra quei mucchi di carta riutilizzata, si trovi anche l’originale dell’ordine di servizio del 23 maggio 1992, il giorno della strage di Capaci. A raccontare l’accaduto, in una lettera aperta fatta pervenire sul tavolo del Dirigente del Reparto e su quello del Questore di Palermo, è l’assistente capo della polizia Antonello Marini.
Il foglio di servizio della scorta di Falcone: con il giudice morirono la moglie e i tre agenti Schifani, Dicillo e Montinaro.
Marini assicura che si tratti dell’originale, scritto a macchina e corretto a penna. “Il giorno prima della strage ero stato assegnato a quella squadra, poi per una serie di combinazioni fui destinato ad una dottoressa – spiega – La mattina successiva, chiacchierando col mio amico Dicillo, gli chiesi se voleva cambiare turno, perchè facevo volentieri la scorta a Falcone.
Se avessimo fatto quel cambio non sarei qui”. Quel foglio ora è nelle sue mani, e lui giura di averlo nascosto per paura che glielo portino via e di volerlo vendere all’asta per conoscerne il valore. Sembra impossibile che un documento di quell’importanza sia finito tra la carta da riciclare, insieme a mucchi di altri faldoni che si starebbero via via distruggendo. “Io non so se l’abbiano scannerizzato, mi auguro di sì. Sicuramente è rimasto in Procura per tutto il tempo delle indagini, lo avranno fotocopiato e poi lo hanno rimandato al mittente”. Marini parla di “perdita di memoria” verso quello che è accaduto, di “documenti che sono acqua passata”.
Nel Reparto Scorte questa storia sembra essere conosciuta, ma nessuno ha voglia di parlarne. Marini denuncia il clima di ostilità che si è venuto a creare intorno a lui dopo la scoperta, anche se molti colleghi gli avrebbero dimostrato solidarietà . “Il dirigente mi è passato accanto senza dirmi niente, pur essendo stato il primo a ricevere la lettera aperta che ho scritto”.
“Abbiamo toccato il fondo per la sicurezza individuale degli uomini che fanno questo lavoro – conclude Marini – i ragazzi delle scorte sono bersagli facili, senza alcuna possibilità di difendersi. Le auto sulle quali viaggiamo sono vecchie, mentre i politici hanno le macchine alla moda e super blindate”. da Il Fatto Quotidiano del 6 dicembre 2009
ARCHIVIO
GLI ANGELI CUSTODI DI FALCONE E BORSELLINO
Â
Â