MEMORIES, “I ragazzi delle scorte” – Docufilm

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Presentato a Roma il Film 

Sono trascorsi trent’anni dalle stragi di mafia. I luoghi in cui avvennero gli attentati ci restituiscono una memoria ed un’eredità importanti. Per non dimenticare i poliziotti Antonio Montinaro, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Eddie Walter Cosina ed Emanuela Loi, che il 23 maggio e il 19 luglio 1992 furono uccisi insieme ai giudici Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Paolo Borsellino, è stato realizzato il film #Iragazzidellescorte, presentato oggi in anteprima a Roma.
Attraverso le immagini e le parole di chi ha vissuto da vicino quei tragici giorni viene raccontata la storia degli 8 giovani agenti della #PoliziadiStato che hanno sacrificato tutto in difesa di giustizia e libertà.
Il film andrà in onda su Rai1 a dicembre in seconda serata e nei prossimi giorni sarà pubblicato su RaiPlay. Leggi tutto https://www.poliziadistato.it/…/15638e1e8a6327b699890236
 
 
 

 

Presentato in anteprima, questo pomeriggio, al cinema Anica di Roma, il film “I ragazzi delle scorte”. La proiezione si è svolta alla presenza del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, del capo della Polizia Lamberto Giannini i quali, prima di andare in sala sono stati ricevuti al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insieme ai familiari delle vittime. Tra questi, Maria Rosaria Costa, moglie di Vito Schifani, Concetta Mauro Martinez, moglie di Antonio Montinaro, Rosalba Terrasi, fidanzata di Rocco Dicillo, Angelo Corbo, ferito nella strage di Capaci, Provvidenza Mazza, moglie di Angelo Corbo, Giuseppe Costanza, ferito nella strage di Capaci, Manfredi Borsellino e Lucia Borsellino, figli del magistrato Paolo Borsellino, Desiree Benedetti, figlia di Maria Rosaria Costa e Luisa Affatato, madre di Rocco Dicillo.
A trent’anni di distanza dalle stragi di Capaci e di via d’Amelio, il film racconta la storia degli otto poliziotti che morirono a Palermo insieme ai magistrati Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, moglie di Falcone e Paolo Borsellino.
I ragazzi delle scorte, coprodotto dal ministero dell’Interno e dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, è stato realizzato per celebrare la conclusione del trentennale delle stragi che sconvolsero l’Italia nel 1992. La trama è incentrata sulle vite spezzate di 8 giovani poliziotti che consapevoli dei rischi del loro lavoro hanno onorato con la vita il servizio ai cittadini e alle istituzioni: Antonio Montinaro, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Eddie Walter Cosina ed Emanuela Loi.
La “Prima” è stata preceduta dagli indirizzi di saluto del presidente dell’ANICA Francesco Rutelli, del responsabile della società di produzione 42°Parallelo Mauro Parissone e di Tina Montinaro, moglie di Antonio. Il capo della Polizia Lamberto Giannini nel suo intervento ha evidenziato come “Questo progetto restituisce delle immagini vive dei colleghi, delle persone e dei loro spaccati familiari andando a cogliere in maniera mirabile gli aspetti umani. Quei giorni terribili hanno segnato tutti noi e sono eventi in cui tutti possiamo ricordare cosa facevamo in quel momento”. Il prefetto Giannini ha infine sottolineato l’importanza di far vedere il film ai giovani affinchè possano conoscere e apprezzare il valore della libertà, della legalità e poter seguire le loro ambizioni senza condizionamenti.
Il docu-film inizia con la voce di Rosaria Costa “Io sono rimasta intrappolata, io non ne esco più da questa storia” con queste poche parole la signora Costa, vedova di Vito Schifani morto a Capaci, sintetizza il sentimento di un intero Paese che in quei giorni visse tutto l’orrore delle stragi che devastarono la vita di molte famiglie.
Emoziona anche la testimonianza del vice sovrintendente Salvatore Lopresti, che nel 1992 era in servizio nel Reparto scorte della questura di Palermo. Salvatore racconta la sua esperienza e l’incapacità per molti anni di tornare in via D’Amelio, non riesce a dimenticare i colleghi morti, la puzza di polvere mista a tritolo e carne bruciata che ancora gli riaffiora nella mente.
Il film che nei prossimi giorni sarà pubblicato su RaiPlay ed andrà in onda su RaiUno in seconda serata, come per gli altri eventi, svolti durante quest’anno in occasione del trentennale delle stragi, punta il faro sulla memoria anche di chi spesso rimaneva lontano dai riflettori nonostante fosse chiamato a svolgere un servizio ad alto rischio della propria vita.
A chiudere l’evento è stato l’intervento del ministro dell’interno Matteo Piantedosi.

 

GALLERIA FOTOGRAFICA 


Mafia, Mattarella: “Rinnovare la solidarietà ai familiari delle vittime

Il presidente della Repubblica ha ricevuto al Quirinale, in occasione del trentennale delle stragi del ’92, Lamberto Giannini, Capo della Polizia, con una delegazione di familiari delle vittime e superstiti delle Stragi di Capaci e via D’Amelio

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“Trent’anni non sono pochi. Ma ogni anno il ricordo è sempre con lo stesso valore e intensità che c’era nei primi giorni.
Però questo di far vedere le conseguenze sulla vita familiare dei congiunti, sullo sconvolgimento di prospettive di futuro e di condizioni è il modo per far toccare con mano l’orrore di quello che commette la mafia con i crimini. Ed è il modo – come ho detto – più efficace, anche per i giovani, per trasmettere questo messaggio di consapevolezza”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha ricevuto questo pomeriggio al Quirinale, in occasione del trentennale delle stragi del ’92, Lamberto Giannini, Capo della Polizia – Direttore generale della Pubblica Sicurezza, con una delegazione di familiari delle vittime e superstiti delle Stragi di Capaci e di Via D’Amelio composta da Maria Rosaria Costa (vedova di Vito Schifani), Concetta Mauro Martinez (vedova di Antonio Montinaro), Rosalba Terrasi (fidanzata di Rocco Dicillo), Angelo Corbo (ferito Strage Capaci), Provvidenza Mazza (consorte di Angelo Corbo), Giuseppe Costanza (ferito Strage Capaci), Manfredi Borsellino (figlio del Magistrato Paolo Borsellino) e vice Questore della Polizia di Stato, Lucia Borsellino (figlia del Magistrato Paolo Borsellino), Desiree Benedetti (figlia di Maria Rosaria Costa), Luisa Affatato (madre di Rocco Dicillo) e Mauro Parissone di “42° Parallelo” società di produzione del documentario “I ragazzi delle Scorte” che andrà in onda sui canali Rai.
“C’è stata una crescita molto grande in questi anni – prosegue -. Però far vedere le conseguenze umane, familiari, concrete, nella vita quotidiana, che si prolungano nel tempo, è il modo più efficace e più forte per toccare con mano, e per rendersi conto di che cosa comporta. Tra l’altro, so bene che l’attività di scorta non era soltanto, per coloro che ricordiamo, un’attività professionale, un modo di impegnarsi professionalmente. Era anche frutto di una passione e del legame con la persona con la quale si stava. Era frutto di passione e anche un contributo protagonista alla vita civile e di sicurezza del Paese.
Per questo ricordarlo è fondamentale, e questo modo è particolarmente efficace. È anche un modo per far rinnovare, intorno ai familiari delle vittime e ai superstiti, la solidarietà del Paese che – ripeto – non si è attenuata, non è venuta meno affatto.
Però è bene contribuire a farla stare sempre al massimo livello.
Ed è questa la solidarietà che intendo esprimervi adesso, questa sera.
Per chi, come me, ha avvertito da vicino quei due eventi e ha avuto quindi maggiore capacità di poter comprendere cosa comportavano come effetti pubblici e come conseguenze private, familiari, nella vita quotidiana, l’apprezzamento per questa iniziativa è ancora più alto”.
“Ringrazio il Capo della Polizia, e ringrazio coloro che hanno impiegato la loro professionalità per realizzare questo documentario: è un messaggio importante che viene trasmesso. È un bel messaggio.
Io so bene che non c’è nulla, neanche a distanza di trent’anni, che possa rifondere, in qualche modo, che possa coprire, che possa rimuovere quello che è avvenuto, e il dolore che si è avvertito allora e che si è avvertito nel corso del tempo, e si protrae nel corso del tempo.
E’ questo un modo di far conoscere le persone, le figure individuali delle singole vittime. E questo è davvero un bel modo di ricordarle”. 05 dicembre 2022 RAI NEWS


Il Presidente Mattarella ha ricevuto il Capo della Polizia, Giannini, con i familiari delle vittime e i superstiti delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio

 

C o m u n i c a t o del QUIRINALE 

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto questo pomeriggio al Quirinale, in occasione del trentennale delle stragi del ‘92, Lamberto Giannini, Capo della Polizia – Direttore generale della Pubblica Sicurezza, con una delegazione di familiari delle vittime e superstiti delle Stragi di Capaci e di Via D’Amelio composta da Maria Rosaria Costa (vedova di Vito Schifani), Concetta Mauro Martinez (vedova di Antonio Montinaro), Rosalba Terrasi (fidanzata di Rocco Dicillo), Angelo Corbo (ferito Strage Capaci), Provvidenza Mazza (consorte di Angelo Corbo), Giuseppe Costanza (ferito Strage Capaci), dott. Manfredi Borsellino (figlio del Magistrato Paolo Borsellino) e vice Questore della Polizia di Stato, dott.ssa Lucia Borsellino (figlia del Magistrato Paolo Borsellino), Desiree Benedetti (figlia di Maria Rosaria Costa), Luisa Affatato (madre di Rocco Dicillo) e Mauro Parissone di “42° Parallelo” società di produzione del documentario “I ragazzi delle Scorte” che andrà in onda sui canali Rai. Roma, 05/12/2022 


TRENTENNALE DELLE STRAGI DI CAPACI E VIA D’AMELIO – IN ONDA SU RAIUNO IL 30 DICEMBRE P.V. IN SECONDA SERATA IL FILM MEMORIES “I RAGAZZI DELLE SCORTE”

 

A trent’anni di distanza il film della serie “Memories” racconta la storia degli otto agenti di polizia che morirono insieme a Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Francesca Morvillo negli attentati mafiosi del 1992 ed è stato presentato ieri 5 dicembre in anteprima alle 18.00 presso la sala cinema ANICA di Roma.
Prima della proiezione il Presidente della Repubblica ha ricevuto al Quirinale il Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Lamberto Giannini e i familiari delle vittime delle stragi.
 «Io sono rimasta intrappolata, io non ne esco più da questa storia» inizia così il film Memories “I RAGAZZI DELLE SCORTE”, coprodotto dal Ministero dell’Interno – Dipartimento Pubblica Sicurezza e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di Missione per gli Anniversari Nazionali con 42° Parallelo.
La voce è quella di Rosaria Costa, vedova dell’agente della Polizia di Stato Vito Schifani morto a Capaci, e sintetizza in maniera profonda e intima il sentimento di un intero Paese. Il senso di colpa che prepotentemente ci riporta a quei giorni, a Capaci, a via D’Amelio
Il film “I ragazzi delle scorte”, che nei  prossimi giorni sarà pubblicato su RaiPlay ed andrà in onda su RaiUno il 30 dicembre in seconda serata, mette al centro del racconto le vite spezzate di Antonio Montinaro, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Eddie Walter Cosina ed Emanuela Loi, gli otto poliziotti che facevano parte della scorta di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino.
Insieme a Rosaria Costa nel film la testimonianza del vice sovrintendete della Polizia di Stato Salvatore Lopresti, membro del reparto scorte della Questura di Palermo, che racconta come la ferita personale per la perdita di otto colleghi sia di fatto anche una ferita più grande, che tocca tutti gli italiani.
«Per 27 anni non sono riuscito a ritornare in via D’Amelio – racconta Lopresti nel film – perché mi ritornava sempre addosso quella puzza di polvere mista a tritolo e carne bruciata. Ogni tanto quell’odore ancora riaffiora, ora sono passati 30 anni, io credo nelle istituzioni e spero che prima o poi si possa affermare tutta la verità e che quella verità riesca a far finalmente scomparire quella puzza di tritolo e carne bruciata».
«Gli orrori – continua Rosaria Costa nel film – non servono per spaventarci, ma devono servire per creare memoria, per capire che otto poliziotti, otto giovani ragazzi sono morti per noi, per tutta l’Italia. All’epoca dell’attentato avevo solo 22 anni, dopo trent’anni non vedo più Vito come un marito ma come un figlio, mi sento la madre di un figlio che non ha avuto giustizia e questo fa ancora più male».
 “I ragazzi delle scorte” è un prodotto realizzato per celebrare la conclusione del trentennale delle stragi di Capaci e via D’Amelio, un film che punta il faro della memoria anche su chi, proprio in virtù della sua funzione di agente di scorta e protezione, spesso rimaneva lontano dai riflettori.  Il film è stato scritto da Giorgia Furlan, Alessia Arcolaci e Josella Porto, regia di Gabriele Ciances, fotografia di Claudio Cascavilla con la supervisione di Daniele Ciprì.
Di seguito il link di uno stralcio dell’anteprima del film Memories “I RAGAZZI DELLE SCORTE”

https://www.poliziadistato.it/pressarea/Share/link/be2225a8-74a2-11ed-8fa4-736d736f6674


Quegli 8 agenti di scorta morti a Capaci e in via D’Amelio: le loro storie in un film su Rai1

Il racconto di uno dei colleghi: “Per 27 anni non sono riuscito a ritornare in via D’Amelio perché mi ritornava sempre addosso quella puzza di polvere mista a tritolo e carne bruciata”

“Io sono rimasta intrappolata, io non ne esco più da questa storia”. Queste le parole di Rosaria Costa, vedova dell’agente Vito Schifani che riassumono e sintetizzano in modo profondo e intimo il sentimento di un intero Paese oltre al senso di colpa che prepotentemente ci riporta al 1992. A trent’anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio la storia degli otto agenti della polizia uccisi raccontata in un film. “Memories-I ragazzi delle scorte” accende la telecamera su i giovani agenti della scorta dei due magistrati, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. 
Lunedì 19 dicembre su RaiPlay e poi il 30 dicembre in seconda serata su Rai1, il racconto delle vite spezzate di Antonio Montinaro, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Eddie Walter Cosina ed Emanuela Loi, attraverso le testimonianze dei colleghi sopravvissuti che con loro hanno condiviso i turni nel reparto scorte della polizia di Stato e il ricordo doloroso e commovente dei familiari. 
Oltre alla testimonianza della giovane vedova Schifani, nel film, il racconto del vice sovrintendete della polizia di Stato Salvatore Lopresti, membro del reparto scorte della Questura di Palermo, intento a raccontare come la ferita personale per la perdita di otto colleghi sia di fatto anche una ferita più grande, condivisa con tutti gli italiani. 
“Per 27 anni non sono riuscito a ritornare in via D’Amelio – racconta Lopresti – perché mi ritornava sempre addosso quella puzza di polvere mista a tritolo e carne bruciata. Ogni tanto quell’odore ancora riaffiora, ora sono passati trent’ anni, io credo nelle istituzioni e spero che prima o poi si possa affermare tutta la verità e che quella verità riesca a far finalmente scomparire quella puzza di tritolo e carne bruciata”.

 

 

Gli angeli custodi di Falcone e Borsellino

 

 

Gli angeli custodi di Paolo Borsellino

 

 

Gli Angeli custodi di Giovanni Falcone

 


I membri della scorta di GIOVANNI FALCONE, morti nella strage di CAPACI

  • Rocco Di Cillo, 30 anni, di Triggiano (Bari). Quando superò il concorso in polizia interruppe gli studi universitari e partì per Bolzano, prima sede di servizio. Nel 1989 iniziò a fare parte della scorta di Falcone, e con altri colleghi contribuì a sventare l’attentato alla villa dell’Addaura. 
  • Antonio Montinaro, 30 anni, di Calimera (Lecce). Agente scelto, era stato inviato in Sicilia e temporaneamente assegnato al servizio scorte di Falcone. All’inizio sognava di tornare a casa, poi decise di rimanere e aprì un piccolo negozio di detersivi per la moglie. Quando Falcone lavorava a Roma seguiva altre personalità, ma non mancava mai all’appuntamento quando il magistrato tornava in Sicilia nel weekend. Era padre di due figli piccoli. 
  • Vito Schifani 27 anni, di Ostuni (Brindisi). Guidava la prima delle tre auto che scortavano Giovanni Falcone e Francesca Morvillo. Lasciò la moglie di 22 anni, Rosaria, e un figlio di 4 mesi. L’immagine di Rosaria ai funerali è rimasta nella memoria di molti. Sull’altare, piangendo, urlò ai mafiosi: «Io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare…».

 

 


I componenti della scorta di PAOLO BORSELLINO  morti nella strage di VIA D’AMELIO

  • Agostino Catalano, 43 anni, di Palermo. Era un veterano dell’Ufficio scorte. Da molti anni garantiva la sicurezza dei magistrati, si era appena risposato e aveva 2 figli. Poche settimane prima aveva salvato un bimbo che stava per annegare dinanzi alla spiaggia di Mondello.
  • Walter Eddie Cosina, 31 anni, Norwood (Australia). Da una decina di giorni era stato assegnato alla scorta del magistrato. Era arrivato nel capoluogo siciliano da Trieste, dove per 10 anni aveva lavorato nella Digos, frequentando corsi speciali di addestramento per fare parte delle scorte. Dopo la strage di Capaci aveva chiesto di andare come volontario a Palermo nell’Ufficio scorte. Era sposato e aveva un bimbo in tenera età.
  • Vincenzo Li Muli, 22 anni, di Palermo. Era entrato nel gruppo dopo la strage di Capaci per sostituire i colleghi caduti. L’aveva chiesto lui al giudice e non aveva detto niente ai suoi genitori, perché sapeva che sarebbero stati in pena. Quel giorno sua madre sentì alla televisione che Borsellino era morto con la scorta e disse: «Poveri ragazzi e povere mamme». Non sapeva che fra loro c’era anche suo figlio.
  • Emanuela Loi, 24 anni, di Sestu (Cagliari). Dopo la strage di Capaci fu assegnata al nucleo scorte di Palermo. Bionda, fisico minuto, è stata la prima donna a entrare a far parte di una scorta assegnata a obiettivi a rischio e la prima a morire. Quando arrivò a Palermo disse: «Se ho scelto di fare la poliziotta non posso tirarmi indietro. So benissimo che fare l’agente di polizia in questa città è più difficile che nelle altre, ma a me piace». Quella domenica non doveva essere lì. Era a disposizione e fu aggregata alla scorta all’ultimo minuto.
  • Claudio Traina, 27 anni, di Palermo. Agente scelto, neo-padre. Nel corso di un viaggio in Brasile aveva conosciuto una ragazza e l’aveva portata in Italia. Il loro figlio, al momento dell’attentato, aveva pochi mesi

 


 

 


A cura di  Ramaccini Direttore Centro Studi Sociali contro le mafie – Progetto San Francesco