L’Associazione A.GU.A, associazione culturale delle guide esclusive dell’Asinara, sta portando a termine un progetto sulla Legalità denominato “Gli uomini passano, le idee restano. Storie di galantuomini e di coraggio”.
Il progetto vede come partner istituzionali l’Ente Parco Nazionale dell’Asinara e il Comune di Porto Torres, in collaborazione con la Cooperativa Sealand Asinara e la Rete di Imprese Educando Asinara.
Il progetto si è articolato in due fasi. La prima fase ha visto gli studenti impegnati in attività didattiche condotte dalle guide dell’Associazione A.Gu.A, focalizzate sulle storie di lotta alla mafia e sull’importanza della legalità. Questo approccio ha avviato un interessante dialogo fra gli esperti e gli studenti coinvolti, stimolando la curiosità e la consapevolezza riguardo a tematiche fondamentali per la società. Il progetto è iniziato a gennaio coinvolgendo quattro classi di Sassari e Porto Torres: gli istituti comprensivi “Salvatore Farina” e il “Pertini Biasi” con una classe della scuola primaria di primo grado, una classe dell’Istituto di istruzione superiore “M. Paglietti” di Porto Torres e una classe del Convitto nazionale Canopoleno di Sassari.
La seconda fase culminerà con la visita all’isola dell’Asinara il 28 maggio. Qui, i ragazzi, accompagnati dalle guide del Parco, avranno l’opportunità di esplorare un luogo carico di storia e significato, dove Borsellino e Falcone vissero momenti di riflessione e pianificazione nella loro lotta contro la mafia. L’incontro con Fiammetta Borsellino sarà il momento centrale della giornata: ascoltare le sue esperienze e i suoi ricordi personali permetterà agli studenti di comprendere la dimensione umana e familiare del magistrato, oltre al suo impegno professionale. La presenza di Fiammetta, che da anni si dedica a promuovere la cultura della legalità e a confrontarsi con i giovani, rappresenta un messaggio di speranza e di continuità.
Le sue parole, che richiamano alla necessità di non smettere di sognare e di lavorare per un cambiamento autentico, possono ispirare i ragazzi a diventare agenti di cambiamento nella loro comunità. Il progetto Gli uomini passano, le idee restano. Storie di galantuomini e di coraggio” rappresenta un’importante iniziativa di memoria e sensibilizzazione sul tema della legalità e del contrasto alla mafia, attraverso il ricordo della figura di Paolo Borsellino e il suo legame con la figlia Fiammetta. La scelta di commemorare il passaggio dei magistrati Falcone e Borsellino sull’isola dell’Asinara nel 1985, in un contesto così significativo, offre un’opportunità unica per riflettere sull’eredità lasciata da questi due grandi uomini e sul valore della giustizia.
Il progetto non solo mira a onorare la memoria di Borsellino e Falcone, ma cerca anche di coinvolgere attivamente i giovani nella costruzione di una società più giusta e consapevole, dove la legalità diventi un valore condiviso e praticato quotidianamente.
In conclusione, “Gli uomini passano, le idee restano. Storie di galantuomini e di coraggio” è un invito a riflettere sulle sfide del presente e del futuro, ricordando che il vero cambiamento parte dalla cultura, dall’educazione e dalla volontà di ciascuno di noi di fare la differenza.
Dal 5 al 30 agosto 1985 Falcone e Borsellino furono “deportati” assieme alle famiglie sull’isola-penitenziario dell’Asinara
“Sia mio padre che Giovanni Falcone hanno vissuto quel periodo attraversando stati d’animo diversi: eravamo lì perché loro dovevano istituire il maxi processo, il processo più grande realizzato in Italia sino ad allora e quindi c’era una mole di lavoro da fare che richiedeva un grandissimo impegno.
I primi giorni in cui siamo arrivati all’Asinara attendevano ancora che arrivassero gli incartamenti del Maxiprocesso e ricordo che si sentivano come dei leoni in gabbia, impotenti, sentivano di avere le mani legate senza poter far nulla, ma sono stati anche i giorni in cui si sono goduti una sorta di “vacanza obbligata”, forse almeno per qualche ora, da quello che era diventato il loro obiettivo primario.
Quando arrivarono i faldoni invece si gettarono anima e corpo su quegli incartamenti e furono totalmente assorbiti da tutto ciò che comportarono.
Per quanto riguarda noi familiari, sicuramente mia mamma, mio fratello Manfredi e mia sorella Lucia avranno avuto una percezione diversa rispetto a me che ero più piccola, ma ad ogni modo la percezione di pericolo si avvertiva.
Il 6 agosto 1985 i corleonesi avevano ucciso a Palermo Ninni Cassarà, vicecapo della Squadra Mobile e capo della sezione investigativa.
Più di un collaboratore prezioso per mio padre e per Falcone. Da quella tragedia in poi il loro lavoro all’Asinara proseguì con un altro ritmo”. FIAMMETTA BORSELLINO
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ERA D’ESTATE