Relatori al Campo Scuola di Fiesole (FI) 4.6.2012

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“Chi ha il lavoro ha il potere. Ovvero chi controlla gli appalti, il sistema legato alle opere pubbliche in effetti ha il potere” il Procuratore Michele Prestipino, uomo di punta della DDA di Reggio Calabria, il magistrato che ha catturato con Pignatone e Sabella il boss Bernardo Provenzano, sottolinea con le parole degli ‘ndranghetisti il fatale senso politico degli interessi criminali nei confronti del lavoro.

“Gli stessi criminali che riconoscono all’organizzazione mafiosa storica calabrese il ruolo centrale nel controllo del circuito industriale, tanto che alcune imprese “vanno” spontaneamente a pagare il pizzo e a contrattare le percentuali di affidamento dei subappalti, possono trovare negli interessi “grigi” di taluni imprenditori senza scrupoli un notevole ancoraggio territoriale.

Oggi, con chiarezza e con urgenza, occorre scegliere se fare un sindacato che fa le tessere nei cantieri di ‘ndrangheta, al sud o al nord invariabilmente, e sparisce oppure costruire un sindacato favorevole e utile ad un nuovo blocco sociale antimafia. Oggi serve un’antimafia sociale capace di andare ben oltre la denuncia, appunto in grado di organizzarsi in un nuovo sistema reattivo e opposto agli interessi criminali e del consenso sociale esterno ma affine alla mafia” ha proseguito il magistrato all’apertura del Campo Scuola Nazionale della Cisl a Fiesole.

Con il Procuratore Michele Prestipino il Progetto San Francesco e il Consorzio Goel, in un affollatissimo appuntamento pomeridiano a Fiesole, in un’aula magna zeppa di ragazzi e ragazze futuri e attuali dirigenti del sindacato in Italia. “Per sbattere fuori la ‘ndrangheta dalla società dobbiamo superare le dichiarazioni di principio e dare occupazione, progettare il lavoro e smontare il consenso dei boss nelle relazioni economiche del territorio, tagliando via i rami ammalati del consenso alle cosche, a partire dai professionisti, commercialisti o avvocati affini e prossimi ai clan.

Goel ha cento dipendenti, vera e produttiva presenza nella locride. Oltre ai terreni confiscati dobbiamo pensare ai contadini mazziati, ai quali le cosche impongono anche la quotazione commerciale di 4centesimi di euro al chilo di arance. Goel li paga, in accordo col sindacato, 40centesimi. Ecco un segnale chiaro di convenienza della legalità” cosi Vincenzo Linarello, presidente coraggioso di Goel.

Infine Alessandro de Lisi, direttore del Centro Studi Sociali contro le mafie Progetto San Francesco, in rappresentanza del Centro Studi presieduto da Battista Villa e che ha sede simbolicamente in una villetta confiscata alla ‘ndrangheta a Cermenate, specifica che “Oggi i mafiosi si sono specializzati nella raccolta del consenso sociale, ma questo non esclude l’uso consapevole della violenza. Non esiste una mafia armata e una mafia “soft” borghese, tutto é utile al sistema criminale e i colletti bianchi sono solo il costume di scena dei topi di fogna che ricattano, abusano e impoveriscono il mondo del lavoro. Il Progetto San Francesco vuole umilmente non tralasciare gli snodi periferici del network del lavoro, laddove si possono verificare pericolose solitudini dei sindacalisti, degli imprenditori ricattati e in crisi e soprattutto dei lavoratori potenziali prede del meccanismo complesso delle cosche”.