LO BELLO: non mettere la polvere sotto il tappeto

«Non bisogna pensare che le infiltrazioni della criminalità organizzata possano essere ignorate, quasi come mettere della polvere sotto il tappeto: il merito di Confindustria Imperia è stato quello di averlo capito e di essere diventata un punto di riferimento per tutto il Nord Italia. In una provincia che in poco più di un anno ha visto due Comuni sciolti



«Non bisogna pensare che le infiltrazioni della criminalità organizzata possano essere ignorate, quasi come mettere della polvere sotto il tappeto: il merito di Confindustria Imperia è stato quello di averlo capito e di essere diventata un punto di riferimento per tutto il Nord Italia. In una provincia che in poco più di un anno ha visto due Comuni sciolti per condizionamento mafioso, con la conferma anche nel Ponente dei legami tra politica, imprenditoria ecriminalità, le parole di Ivan Lo Bello sono suonate come un monito. Lo Bello, neo vicepresidente nazionale di Confindustria, è colui che, quando guidava gli industriali siciliani, ha «codice etico» per gli imprenditori, grazie al quale sono stati espulsi dall’associazione molti titolari di aziende, perché collusi con la mafia. Lo Bello a Sanremo per il convegno “Evoluzione del mondo del lavoro nel processo di globalizzazione e relativi riflessi”, ha parlato di legalità.«In provincia di Imperia c’è stato un cambio di cultura significativo, del quale sono stato testimone: prima di certe cose non si parlava nemmeno, ora si affronta l’argomento criminalità organizzata con un nuovo spirito e si sottoscrivono patti della legalità con le amministrazioni comunali. Adesso c’è una sensibilità che mancava, e che ha permesso finalmente di prendere atto del fatto che le organizzazioni criminali sono insediate non solo nel Sud, e che il loro primo obiettivo è quello di inquinare l’economia».Lo Bello ha approfondito il concetto parlando di una «penetrazione che inquina il mercato eliminando la concorrenza, finendo per distruggere l’economia, come è accaduto in Sicilia». Regione dove ora, grazie alla reazione di Confindustria e a imprenditori coraggiosi come lo stesso Ivan Lo Bello, «la mafia è meno forte, perché il mondo economico e la società civile, in tutte le sue componenti, hanno reagito». Il coraggio, da solo, però non basta. Anche perché nel Ponente Ligure c’è la presenza della ‘ndrangheta, per Lo Bello «la mafia più forte, sia economicamente che militarmente, e con maggiori capacità di infiltrazione». Per questo, la reazione deve essere ancora più decisa. E ognuno deve fare la propria parte. «Non ci si può limitare a fare gli imprenditori chiusi in azienda, bisogna guardare all’esterno, difendere la società civile dall’inquinamento. Confindustria Imperia lo ha capito». Diverso il discorso per quanto riguarda la politica. E lo scioglimento delle amministrazioni di Bordighera e Ventimiglia ne è la conferma anche per Lo Bello. «I piccoli Comuni sono più deboli, per loro il rischio di inquinamento è elevato, perché le organizzazioni criminali, che sono potenti, riescono a penetrare nel mercato, nella società e creare legami grazie alla capacità di influire sul voto. È qui che la politica deve fare di più».