Un impegno contro le mafie. Psf al Campo Scuola Fiba Cisl Lombardia

 

 

dal Sito Libera Università degli Studi di Scienze Umane e Tecnologiche di Lugano (L.U.de.S.)

Una Proposta transfrontaliera contro le mafie – intervento di Alessandro de Lisi alla L.U.de.S. 

 

 

Sole 24 ore – 14.9.2012

Bancari a lezione per riconoscere i mafiosi
Di Nino Amadore


CERMENATE (COMO)

Conoscere e riconoscere mafie e mafiosi per poter contribuire concretamente nei luoghi di lavoro alla lotta alla criminalità organizzata. È, in sintesi, questo l’obiettivo del campo scuola organizzato dalla Fiba-Cisl (la federazione dei bancari) della Lombardia e destinato ai quadri delle province lombarde (e non solo) in collaborazione con il Centro studi sociali contro le mafie Progetto San Francesco che ha sede a Cermenate (Como) in una villa confiscata a un esponente della ‘ndrangheta.
Il campo scuola, che fa capo al settore formazione della Cisl, è stato avviato lunedì proprio a Cermenate e rappresenta un tassello della generale strategia del sindacato cattolico: in questo caso costruire sentinelle antimafia all’interno degli istituti di credito e delle assicurazioni sulla scia di quanto fatto, sempre da Progetto San Francesco, nei cantieri edili in collaborazione con la Filca. «Questa iniziativa – spiega Andrea Zoanni, segretario generale della Fiba Cisl in Lombardia – punta a dare ai nostri rappresentanti gli strumenti per comprendere il fenomeno e le dinamiche criminali per poter dare un contributo reale». Che in banca può tradursi in una impennata delle segnalazioni ai fini della lotta al riciclaggio di capitali sporchi. Una migliore formazione, racconta Mario Capocci, «ha portato a un aumento delle segnalazioni: è stato certificato anche dall’Uif». Ma il campo scuola (si chiude oggi a Milano) ha l’obiettivo di stimolare il dibattito sulla responsabilità del sistema creditizio.
Il confronto tra le parti sociali e tra i rappresentanti degli enti territoriali serve non solo ad approfondire il tema dell’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico e sociale ma anche a preparare il campo per la firma di un Patto territoriale antimafia cui gli esponenti del sindacato lavorano da tempo. Per il momento è già reale un distretto della responsabilità sociale antimafia cui hanno aderito una trentina di enti locali del l’area del comasco: capofila del distretto è il comune di Cermenate guidato da Mauro Roncoroni. «Noi – dice il direttore del Centro studi sociali contro le mafie Alessandro De Lisi – crediamo che sia importante la contaminazione positiva e pensiamo che il territorio possa fare tantissimo per cambiare il corso delle cose. I Comuni che hanno aderito al distretto, per esempio, si sono impegnati a cambiare le regole degli appalti per evitare che finiscano nelle mani delle imprese criminali».