Obiezione di coscienza e responsabilità sociale contro le slot machine. PSF scrive al Prefetto ed al Vescovo di Como

 
 

 

OBIEZIONE DI COSCIENZA CONTRO LE SLOT MACHINE

La particolare legislatura nazionale rende impossibile ogni strumento legale per arrestare la diffusione delle slot machine nel territorio.
Tuttavia la condivisione con altri soggetti istituzionali e culturali dello strumento di resistenza civile nonviolenta e non illegale dell’obiezione di coscienza può sollevare il grado di percezione effettiva del rischio che tali strumenti di gioco comportano.
Quindi, a mio e nostro avviso, sarebbe bene organizzare una campagna di sensibilizzazione in tal senso e unitariamente con la Cisl dei Laghi e con il Dipartimento Legalità della stessa anche un appuntamento pubblico.
A tal fine propongo una conferenza “di piazza” con il direttore del quotidiano cattolico Avvenire,  con Luigino Bruni economista, ideatore dell’obiezione del caffè, con i giornali del territorio e con la presenza del Vescovo Coletti e del Prefetto Tortora.
A cura del Dipartimento Legalità della Cisl dei Laghi in cooperazione con il PSF e allo stesso tempo sarebbe bene rilanciare l’invito agli ordini dei consulenti del lavoro di Como e di Varese di operare insieme.

 

Lettera inviata dalla Cisl dei Laghi al Prefetto ed al Vescovo a seguito della nota di cui sopra

 

 

Al
Prefetto di Como
Dottor Michele Tortora
 
Al
Vescovo di Como
Monsignor Diego Coletti

In un momento come questo attuale, in cui la crisi ormai si accanisce soprattutto con le famiglie di lavoratori dipendenti, occorre reagire. Si ritiene, spesso, che la legalità sia una condizione limite e non uno strumento sociale di contrattazione e di azione per il progresso. Nel senso che la legalità salta all’attenzione quando ormai il crimine o l’abuso sono compiuti, quasi mai viene avvertita come dotazione indispensabile per la vita quotidiana e per il lavoro. Questo dipende probabilmente da tanti e diversi fattori sociali e culturali, tra questi sicuramente lo scarso senso politico dei cittadini, esausti di essere confusi come ostaggi e non come soggetto principale, titolare responsabile delle scelte della politica.

Tra queste umiliazioni, in questo caso davvero pericolosamente sussurrata nei media per molto tempo, troviamo lo “Stato croupier”. Ecco che la legalità qui non può bastare, poiché la possibilità di giocare alle slot machine è garantita da una legge dello Stato. Tuttavia io sono obiettore, non accetto questa ipocrisia tra responsabilità costituzionale della Nazione nella promozione della cultura e della persona, tanto che la Repubblica come sancito nella Carta Costituzionale è impegnata a rimuovere gli ostacoli per la crescita collettiva.

Non si può accettare di condividere l’urgenza delle tasse derivanti dalla singola giocata dalla complessa natura degli interessi criminali e illeciti che ruotano attorno al mondo delle slot machine. Sono obiettore perché è inaccettabile entrare in un qualunque caffè e trovare dei disgraziati abbandonati appiccicati ai monitor, intenti a giocare la busta paga o peggio il sussidio della cassa integrazione. Io sono obiettore perché ho coscienza di cosa vuol dire essere figlio di povera gente, lavoratori e classe media con tanta fatica.

Sono obiettore perché non posso non vedere e non sapere che ad ogni slot machine può corrispondere un eventuale presidio usuraio della mafia nel nostro territorio. Le mafie infatti comprano i sogni della povera gente, per loro è merce e contemporaneamente usano le relazioni sociali delle vittime. Ogni volta che lo riterranno utile e per sempre.

Sono obiettore di coscienza, non gioco alle macchinette e chiedo al Vescovo e ai parroci di non aspettare la costituzione di una massa, di un’associazione specifica, di un’ennesima sigla nel variopinto mondo della società civile, per impedire che altri rimangano vittime della compulsione del gioco, dell’illusione della ricchezza, della scorciatoia mortale dell’usura.

Sono obiettore di coscienza perché appartengo all’Italia che conta un euro alla volta, che non può permettersi di perdere soprattutto ora in tempo di crisi. Sono obiettore di coscienza e chiediamo in tanti al Prefetto di Como di essere da stimolo finché il Governo restringa almeno le quote pro capite delle slot machine, che si renda obbligatoria almeno la presentazione della certificazione antimafia insieme alla tracciabilità fiscale totale per i fornitori e per le concessionarie delle slot machine.

Sono obiettore e faccio appello alla responsabilità sociale della politica e della comunità affinché si stacchi la corrente alle macchinette mangiavite. Certo molti bar vivono e sopravvivono, pagano il mutuo, assumono grazie agli introiti delle slot machine, ma a coloro che chiudono la porta alle macchinette da gioco si può offrire e riconoscere il premio della fiducia, della qualità, del benessere ed anche una fiscalità vantaggiosa, come un equo canone per i caffè ad alta responsabilità sociale.

Sono obiettore perché da giovane mi avevano detto che anche l’Eternit era legale e costava il giusto, salvo poi uccidere, una generazione alla volta, tutti i lavoratori impiegati nella sua produzione. Ma con l’Eternit si facevano il tetto delle stalle e i recipienti per l’acqua in campagna, mentre le slot machine, con tutta la loro legittimità legale non servono a niente. Questa emergenza sociale e questo silenzio, tutti questi soldi in contanti, rappresentano una falla pericolosissima nella costruzione del welfare della legalità. Sono obiettore di coscienza e lo sono anche se le slot machine sono colorate, luminose, rumorose e legali perché non si può rischiare di fare gli interessi delle cosche, nemmeno per un istante e nemmeno in buona fede. Apparteniamo ad un Paese che giocava solo a Natale coi fagioli per le cartelle della tombola, noi che abbiamo sempre contato un euro alla volta, e non possiamo restare a guardare la nostra comunità e i nostri lavoratori lanciarsi in braccio agli usurai.

Alessandro de Lisi

Direttore del Centro Studi Sociali contro le mafie Progetto San Francesco

 

 (…) “con le nostre proposte diciamo no al proliferare delle slot machine, che aumentano i debiti dei lavoratori, degli anziani e delle famiglie, ai negozi compro oro e simili, dove non si riscontra una tracciabilità dei valori e del denaro.  Aderiamo e rilanciamo la campagna “non fare il loro gioco!” della Cisl dei Laghi promossa a Como, sperando che questo coinvolga tutti i territori lombardi.”

Battista Villa – Segretario regionale FILCA CISL lombadia 

 

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