La stanza segreta di Graviano

«GRAVIANO, PERQUISITA LA STANZA SEGRETA ALLA MOGLIE DEL SUPER-BOSS» di Valeria Pacelli
Una piccola camera murata nella stanza da letto della casa palermitana di Rosalia Galdi, moglie del boss stragista Giuseppe Graviano. Un luogo finora tenuto segreto e di cui gli agenti della Dia si sono accorti durante la perquisizione del 27 ottobre scorso. Ieri, i pm di Firenze, Luca Tescaroli e Luca Turco, hanno inviato di nuovo la Dia a Palermo per cercare “documenti e flussi comunicativi anche conservati nei supporti informatici”. Presto i pm risentiranno su questo sgabuzzino misterioso il boss Giuseppe Graviano, condannato per le stragi del 1992 e 1993 e per altri fatti, e la moglie Rosalia, non indagata. Il boss è detenuto dal 1994. Le perquisizioni di fine ottobre sono state disposte nei confronti della moglie e di altri familiari, tutti terzi non indagati, nell’ambito dell’indagine su Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi relativa al loro ruolo presunto come mandanti esterni delle stragi del 1993 a Milano e Firenze e degli attentati del 1993-94 a Roma.
I magistrati ora vogliono capire chi abbia avuto accesso al “nascondiglio” di casa Graviano e soprattutto cosa lì sia stato conservato negli anni. L’indagine fiorentina ha subito un’accelerazione dopo le dichiarazioni rese ai pm da Giuseppe Graviano, il quale ha fornito dettagli sui luoghi dei suoi asseriti incontri con Berlusconi a Milano e sui termini del presunto accordo finanziario tra i palermitani, incluso suo nonno materno Filippo Quartararo, e Berlusconi. Circostanza che i legali del leader di Forza Italia hanno più volte nettamente smentito. Intanto i pm stanno cercando di verificare le parole di Graviano per capire se dica la verità o no.
La procura cerca “documenti utili alle indagini da parte di soggetti a lui vicini al fine di verificare la sussistenza dei rapporti finanziari dallo stesso indicati che costituirebbero antefatto rispetto alla strategia che ha portato all’esecuzione delle stragi del biennio 1993-1994”. Il 27 ottobre, dunque, gli agenti hanno bussato anche alla porta di Rosalia Galdi (terza non indagata) e lì hanno scoperto che qualcosa, nella reale conformazione della casa non tornava: non era inerente alla planimetria. È scritto nel verbale del 27 ottobre: “Dalla planimetria catastale dell’immobile (…) si riscontrava la presenza di un vano posto adiacente alla camera da letto matrimoniale non riscontrato ictus oculi durante le operazioni di perquisizione”. Spostando l’armadio della camera, così gli agenti hanno trovato un “accesso murato”, mentre le telecamere “Sercicam” hanno rivelato la presenza di un locale “privo di finestre, (…) completamente vuoto, di circa 2 mq regolarmente pavimentato e imbiancato”. Per i pm quel vano costituisce – è scritto nel decreto di perquisizione di ieri – “verosimilmente un nascondiglio”. E aggiungono: “Occorre appurare se, successivamente alla perquisizione, lo stato dei luoghi sia stato alterato e se il muro sia stato abbattuto. In caso contrario si procederà all’abbattimento del muro, verificando se sotto il pavimento o sopra il soffitto o nelle pareti vi siano incavi con conservazione di quanto oggetto dell’originaria perquisizione…”. L’ispezione e la perquisizione di ieri in casa della Galdi sono finalizzate dunque a “verificare se sia stato mutato lo stato dei luoghi, onde individuare le tracce e altri effetti materiali del reato, e al rinvenimento dei documenti e dei relativi flussi comunicativi anche conservati nei supporti informatici”. I pm hanno chiesto anche di sequestrare l’email della Galdi e di acquisire “eventuali contratti di compravendita, donazione, di locazione” di “tale immobile”.
(da “Il Fatto Quotidiano” del 17 novembre 2021)