GASPARE MUTOLO: «Quei “pazzi “ di cui parlava Borsellino non erano i Ros di Mori»

 

«Ma hanno fatto riferimento a Mori, oppure lei l’ha dedotto?», ha domandato il pm Gabriele Paci al pentito Gaspare Mutolo durante l’audizione di pochi minuti del 22 marzo scorso al processo per il depistaggio Borsellino che vede alla sbarra tre poliziotti, Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo. Il pentito non dà una risposta secca, con un sì o un no, in riferimento a Borsellino che avrebbe detto in corridoio parlando con quelle della Dia: «Ma sono pazzi!».
Mutolo risponde che lo ha intuito, perché già da tempo si sapevano dei contatti dei Ros con Vito Ciancimino per la cattura di Totò Riina. La Corte ha deciso, quindi, di accogliere la richiesta dell’accusa di utilizzare i verbali delle deposizioni rese, in passato, da Mutolo.

Ma dai verbali delle udienze passate, cosa emerge? Mutolo in realtà si riferiva al discorso delle dissociazioni. Ricordiamo che la dissociazione era un concetto giuridico introdotto per favorire la lotta contro i gruppi terroristici operanti in Italia, agevolando la dissociazione degli aderenti ai gruppi tramite sconti di pena offerti a chi forniva informazioni.
Nel 2012, durante il processo contro Mori e Obinu, Mutolo disse: «Durante un interrogatorio spiegò – sentì Borsellino che parlava con delle persone in corridoio e urlava, questi sono dei matti, sono dei matti.
Era disgustato e arrabbiato, era incazzato nero con dei personaggi delle istituzioni perché volevano offrire ai mafiosi un’eventuale dissociazione».
Ma chi, esattamente, l’aveva proposta? E in cambio di cosa? Mutolo non conosce i dettagli.
Si limitò a dire: «Borsellino sapeva che c’erano questi contatti in corso. Così mi sembrò di cogliere nelle parole che gli sentivo dire: c’era un accordo tra i mafiosi che si dovevano dissociare, in cambio di una specie di amnistia.
E lui era contrario». A chiarire meglio la vicenda, sempre nel processo del 2012, fu un uomo della Dia che all’epoca partecipò con Borsellino agli interrogatori di Mutolo. Si tratta di Domenico Di Petrillo. Disse: «Ricordo che in quel periodo, quello delle stragi del ‘ 92, si parlò di dissociazione, ma in termini molto generici. Me lo ricordo perché era una materia affine a quella dell’antiterrorismo, di cui mi ero occupato». Di Petrillo non ricorda però con chi ne parlò: «Non ricordo neanche i termini precisi della questione». Il pm Nino Di Matteo gli ha chiesto anche del generale Mori. Di Petrillo ha ricordato di qualche incontro, ma niente di più. Sempre in questo processo, Mutolo specifica chiaramente che non ha mai sentito espressamente fare da Borsellino il nome del Generale Mori quando faceva il discorso sulla dissociazione, infatti disse rispondendo alla domanda precisa dell’avvocato Basilio Milio : «Io non è che ho detto questo, io questo (…)».

Nel 2014, durante il processo del Borsellino Quater, è il Pm Nico Gozzo a fare domande a Mutolo sempre per quella circostanza dell’interrogatorio. «Senta torniamo un attimo indietro sempre a questo discorso della dissociazione per terminarlo e le volevo chiedere se lei ebbe modo di capire dai discorsi che ha sentito fare al dottore Borsellino se il dottore Borsellino era la prima volta che sentiva parlare di questo fatto della dissociazione o se ne aveva gia` sentito parlare altre volte». La risposta del pentito Mutolo è chiara: «Guardi io sentendo quella reazione, sentendo la reazione sicuramente non era la prima volta, perche ´ la reazione e` stata diciamo… io posso cambiare i termini ma la sostanza e` sempre quella, la reazione e` stata diciamo aggressiva, cioe` se io sento una cosa non e` che subito c’ho la reazione, esatto? Quella reazione: “Sono matti, sono impazziti”, in una maniera molto disgustata logicamente vuol dire che c’erano delle persone che ci andavano alla carica perche ´ magari si progettava non lo so delle cose che dopo sono avvenute». Quindi, almeno dalle dichiarazioni di Mutolo, non c’era nessun riferimento alla presunta trattativa stato mafia. 28 marzo 2019 IL DUBBIO Damiano Aliprandi