AdnKronos) “Metterei la firma se dopo 27 anni avessimo una verità compiuta ma non è così, dopo 27 anni abbiamo solo la certezza che ci fu un depistaggio. Io continuo a pensare che la mano che ha accompagnato la strage di via d’Amelio è la stessa che ha accompagnato i depistatori, allontanando investigatori e opinione pubblica dalla direzione dovuta di questa indagine e facendo pensare che fosse soltanto una vendetta mafiosa”. “Una soluzione comoda per tutti, digeribile per il Paese – aggiunge Fava -C’era un movente che non faceva paura, del resto i mafiosi si vendicano, c’erano dei colpevoli, c’era un testimone d’accusa, e la vicenda si chiudeva li. Io credo che tutto questo non sia frutto di un abbaglio collettivo o di manipolazioni rimesse alla scarsa capacità investigativa di alcuni poliziotti, credo che ci sia stato altro dietro”.