BOLZANO: Fiammetta Borsellino racconta papà Paolo


Con Fiammetta Borsellino / Modera Giuseppe Spadaro, presidente ANM Trentino – Alto Adige.

Fiammetta è la minore dei tre figli di Agnese e Paolo Borsellino. Quando nel 1992 il magistrato morì lei aveva 19 anni e si trovava in Thailandia, una vacanza che sarebbe dovuta servire per vivere qualche giorno spensierato lontano dalla sua vita blindata, fatta di scorte e paure. Ma la speranza di un po’ di tranquillità fu interrotta dallo scoppio di un’autobomba. “Amo ricordare di mio padre quella sua incredibile capacità di non prendersi mai sul serio ma al tempo stesso di prendersi gioco di taluni suoi interlocutori.” – ha dichiarato Fiammetta in una delle sue rare interviste –
“Queste qualità caratteriali l’hanno aiutato in vita ad affrontare di petto qualsiasi cosa minasse il suo ideale di società pulita e trasparente e ne sono sicura lo avrebbero accompagnato ancora in questo particolare periodo storico, in cui l’illegalità e la corruzione continuano ad essere fenomeni dilaganti nel nostro paese.” Fiammetta non finirà mai di ringraziare il padre per averle fatto capire “il reale significato della parola ‘vivere’ e del ‘combattere per i propri ideali’ per il raggiungimento dei quali come disse più di una volta “é bello morire.”

 

 

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BOLZANO: anche i ragazzi del Negrelli con FIAMMETTA BORSELLINO


Fiammetta Borsellino racconta papà” al Teatro Cristallo di Bolzano

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Il primo giorno di primavera con FIAMMETTA BORSELLINO a Bolzano


 

Fiammetta Borsellino: «Mio padre diceva che la cultura batte la mafia»

Per la prima volta a Bolzano, la figlia racconta del giudice assassinato da Cosa nostra. «Fin dal giorno dopo la strage sentii che era una ferita collettiva. I semi della pace e della legalità vanno coltivati con cura»

«Quando si investe in centri commerciali anziché in teatri, cultura e scuole, indirettamente si sta tendendo la mano alle organizzazioni criminali, ad altri sistemi economici che creano bisogni da soddisfare a tutti i costi. Come diceva mio padre, la prima arma è l’istruzione, la scuola, la cultura». Il padre era Paolo Borsellino, assassinato da Cosa nostra il 19 luglio 1992. Le parole sono quelle di sua figlia, Fiammetta Borsellino, nei giorni scorsi per la prima volta a Bolzano per portare l’eredità del magistrato ucciso nella strage di via D’Amelio agli studenti e alla cittadinanza in due diversi appuntamenti al Teatro Cristallo. Un evento del percorso «Educare alla giustizia», organizzato con la sezione regionale dell’Associazione nazionale magistrati, presieduta da Giuseppe Spadaro. Dopo la visita al carcere di via Dante, Fiammetta Borsellino ha incontrato la redazione dell’Alto Adige.
Sono più di 1.600 le vittime innocenti accertate in Italia, ricordate oggi con la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Fiammetta Borsellino lo dice subito: alle grandi manifestazioni preferisce le situazioni più raccolte. Non sente il bisogno di fondare associazioni o fondazioni. Non crede all’«apparizione» del personaggio-simbolo, bensì all’incontro e alla partecipazione. Dello scambio di poche ore prima con gli studenti bolzanini e trentini racconta la curiosità di ragazze e ragazzi: «Arrivano preparatissimi, sanno tutto, eppure credo che se fossi rimasta lì le domande sarebbero proseguite a oltranza. I ragazzi sono molto interessati agli aspetti familiari, umani – noi figli in fondo eravamo ragazzi come tutti gli altri». E ancora, «Tutte le volte che mi confronto con le scuole respiro quel clima di autenticità, di sincerità, l’assenza di doppi fini che ahimè non trovo in altri ambienti».

Fiammetta Borsellino porta nelle scuole e nei teatri un’eredità importante. «I semi della pace, della legalità e del lavoro vanno coltivati continuamente», prosegue, «Non appena si abbassa la guardia, le organizzazioni si trasformano, si adeguano a nuovi contesti. Oggi qui dalle vostre parti stanno trovando terreni e alleanze, modi per ripulire il denaro prodotto illecitamente. E purtroppo ci scontriamo con una politica che tende la mano».
Quando accadono fatti così gravi, le ferite personali sono immediatamente ferite collettive. Fiammetta Borsellino vive questa dimensione fin dal 20 luglio 1992: «A volte ricevo una tale carica di sofferenza e di dolore, come se fosse morto un padre, un fratello». Anzi, la dimensione collettiva c’è sempre stata. Senza risparmiare risvolti agghiaccianti: «Casa nostra era un porto di mare. Penso che pure gli assassini di mio padre siano passati di lì».
Chissà che idea si è fatta del carcere di via Dante, sovraffollato e fatiscente. «Non voglio fare paragoni – premette – perché si sa che in Italia ci sono carceri di serie A e carceri di serie B. Per me lo standard dovrebbe essere la funzione rieducativa, di reinserimento, di promozione del cambiamento. Ma non è così e si preferisce parlare del 41bis anziché della riforma generale delle carceri». Nella sua visita ha incontrato detenuti impegnati in percorsi di giustizia riparativa, il direttore, il personale, il magistrato di sorveglianza, un’operatrice sanitaria. «Una bella squadra. Tant’è che pure in un carcere così mal combinato come quello di Bolzano pare riescano a fare cose importanti». S.M.

 


GIORNATA DELLA MEMORIA E DELL’IMPEGNO IN RICORDO DELLE VITTIME INNOCENTI DELLE MAFIE.

Educare alla giustizia – Teatro Cristallo ANM – Associazione Nazionale Magistrati, Sezione Trentino Alto Adige.
Informazioni complete: www.teatrocristallo.it

 

 


 

Fiammetta Borsellino racconta papà

 

La figlia del giudice la mattina incontrerà le scuole e il pomeriggio la cittadinanza.

 

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Una testimonianza forte, il dolore di una figlia che ha speso la sua vita, con determinazione e coraggio, per onorare l’impegno del padre, il giudice Paolo Borsellino, ucciso dalla mafia trent’anni fa nella strage di via D’Amelio, a Palermo: martedì prossimo, 21 marzo, in occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti di tutte le mafie, sarà presente al Teatro Cristallo di Bolzano Fiammetta Borsellino, una dei tre figli del magistrato siciliano. L’iniziativa, che prevede un matinée con le scuole e un incontro pomeridiano con la cittadinanza – entrambi esauriti – fa parte del percorso “Educare alla giustizia” che il Teatro Cristallo realizza in collaborazione con l’ANM – Associazione Nazionale Magistrati sezione Trentino Alto Adige e, per questa occasione, anche con UNICEF BOLZANO. L’incontro è moderato dal magistrato Giuseppe Spadaro, presidente dell’ANM Trentino Alto Adige.

Martedì prossimo, 21 marzo, il Teatro Cristallo avrà l’onore di ospitare la figlia di Paolo Borsellino, Fiammetta, che ha accettato di incontrare gli studenti delle scuole altoatesine e trentine e la popolazione locale per raccontare la sua storia di impegno e di coraggio nella lotta contro la mafia. Una storia di famiglia, dal momento che Fiammetta è la minore dei tre figli di Agnese e Paolo Borsellino. Quando nel 1992  il magistrato morì lei aveva 19 anni e si trovava in Thailandia, una vacanza che sarebbe dovuta servire per vivere qualche giorno spensierato lontano dalla sua vita blindata, fatta di scorte e paure. Ma la speranza di un po’ di tranquillità fu interrotta dallo scoppio di un’autobomba, quella che uccise suo padre Paolo, in via d’Amelio, la strada dove abitava la nonna di Fiammetta.

 

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“Amo ricordare di mio padre quella sua incredibile capacità di non prendersi mai sul serio ma al tempo stesso di prendersi gioco di taluni suoi interlocutori.” – ha dichiarato Fiammetta in una delle sue interviste – “Queste qualità caratteriali l’hanno aiutato in vita ad affrontare di petto qualsiasi cosa minasse il suo ideale di società pulita e trasparente e ne sono sicura lo avrebbero accompagnato ancora in questo particolare periodo storico, in cui l’illegalità e la corruzione continuano ad essere fenomeni dilaganti nel nostro paese.” Fiammetta non finirà mai di ringraziare il padre per averle fatto capire “il reale significato della parola ‘vivere’ e del ‘combattere per i propri ideali’ per il raggiungimento dei quali, come disse più di una volta ‘è bello morire’.” L’incontro di martedì prossimo, moderato dal magistrato Giuseppe Spadaro, fa parte delle iniziative dedicate al tema della legalità e della giustizia che il Teatro Cristallo idea e raccoglie nell’ambito del percorso “Educare alla giustizia” grazie alla collaborazione costante con l’Associazione Nazionale Magistrati – Sezione Trentino Alto Adige, Libera. Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie e con UNICEF BOLZANO.
Durante il matinée alle quali hanno aderito diverse scuole medie e superiori di Bolzano, Trento e Rovereto, verranno esposti in sala anche alcuni lavori artistici che i ragazzi della scuola media Vittorio Alfieri di Bolzano hanno realizzato nell’ambito delle ore dedicate all’educazione alla cittadinanza e all’educazione civica. SALTO.BZ 


Bolzano. “Mafie, no grazie/nein danke”, deposizione fiori lapide Falcone e Borsellino

 

 


LA DENUNCIA DI FIAMMETTA BORSELLINO