“Nel tempo che ci resta” è il titolo di un’elegia per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in programma il 12 e 13 maggio alle 10.00 al teatro Vittorio Emanuele di Messina. Appuntamento il 12 maggio alle 15.00, invece, al teatro Piccolo Shakespeare all’interno del carcere. Lo spettacolo è rivolto alle scolaresche di Messina e provincia, organizzato dalla città metropolitana di Messina in collaborazione con l’associazione D’aRteventi, il teatro Vittorio Emanuele di Messina e il provveditorato agli studi in occasione del trentennale delle stragi di Capaci e Via d’Amelio con il patrocinio del comune di Messina, università degli studi di Messina, ANM, associazione nazionale magistrati e ordine degli avvocati di Messina.
Giorno 12 alle 15.00 il regista César Brie e la compagnia saranno ospiti del teatro “Piccolo Shakespeare” al carcere per incontrare i detenuti, attori della libera compagnia del teatro per sognare. Testo e regia sono di César Brie con Marco Colombo Bolla, Césare Brie, Elena D’Agnolo, Rossella Guidotti, Donato Nubile.
“La città metrpolitana – sottolinea la dirigente Anna Maria Tripodo – è lieta di proporre per le scuole della città e della provincia lo spettacolo, scritto e diretto dal maestro Cèsare Brie, come omaggio della nostra città a due grandi uomini che sono stati e continuano ad essere un esempio per il nostro Paese e vogliamo che lo siano, in particolare, per i giovani a cui è affidato il nostro futuro”.
“Il Vittorio Emanuele – dichiara il presidente Orazio Miloro – ritiene la cultura della legalità la prima forma di espressione delle coscienze civili. Anche in occasione del trentennale delle stragi mafiose di Capaci e via D’Amelio il teatro può e deve essere il principale veicolo affinché le giovani generazioni tengano sempre viva la memoria degli uomini e delle donne che, proprio per l’affermazione della legalità, hanno sacrificato la loro vita. Per questo – conclude Miloro – siamo stati ben felici di accogliere la proposta della città metropolitana di Messina e co-organizzare, insieme all’associazione D’aRteventi, lo spettacolo appositamente pensato per le scuole”.
“Nel tempo che ci resta” è scritto, diretto e interpretato dal maestro del teatro contemporaneo Cèsare Brie, prodotto da Campo teatrale e dal teatro dell’Elfo e frutto di una lunga ricerca sulle figure di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Tommaso Buscetta. Dopo il lungo sodalizio con il regista argentino, Campo Teatrale produce per la prima volta uno spettacolo frutto dell’unione artistica tra la sua compagnia stabile e César Brie. Lo spettacolo, inoltre, è il frutto di una co-produzione tra campo teatrale e il teatro dell’Elfo. L’attenzione alle tematiche di impegno civile, l’interesse per la contemporaneità e la proficua collaborazione con l’artista César Brie sono i primi elementi che hanno portato i due teatri ad intraprendere questo progetto comune che rappresenta in realtà la manifestazione evidente di una affinità più ampia e profonda.
“Il nostro scopo – commenta Brie – non è fare un documento ma costruire un fatto artistico dove verità, poesia, rigore e indagine possano unirsi. Questo spettacolo non è la biografia di Falcone e Borsellino, ma un omaggio, un monumento a questi due uomini e a questo ex uomo d’onore che li accompagna, li ama e come noi viene sedotto dalla loro caparbietà, intelligenza, onestà e purezza”.
I personaggi di quest’opera sono cinque e sono tutti morti. Interpretate da Marco Colombo Bolla, César Brie, Elena D’Agnolo, Rossella Guidotti e Donato Nubile, le cinque anime ricordano, denunciano, si interrogano, in un amaro viaggio attraverso quello che è successo prima e dopo la loro morte. La lotta alla mafia, le vittime, i tradimenti, i pensieri, le vicende personali e pubbliche, la trattativa, l’isolamento, le menzogne, il senso del dovere e l’amore si intrecciano in questa ricostruzione di ciò che è accaduto e di ciò che continuerà ad accadere.
Così i morti ricompongono la mappa devastata di un paese che amavano ma che non accettavano e proprio perché lo amavano e non lo accettavano, cercavano di cambiarlo. Ed è l’amore che viene fuori, malconcio,
pieno di polvere e detriti. Lo spettacolo è frutto di una ricerca di più di due anni sulle figure di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Tommaso Buscetta. Dalle loro biografie emerge la storia della mafia siciliana dal dopoguerra fino ai giorni nostri e la denuncia dell’intreccio tra criminalità organizzata, affari, politica e servizi segreti. Allontanandosi dall’idea di creare un documentario teatrale, lo spettacolo si presenta piuttosto come un’elegia, un atto d’amore e di gratitudine nei confronti di chi ha dedicato e oggi continua a dedicare la sua vita alla collettività e rappresenta una concreta testimonianza di coerenza, etica e giustizia. Il racconto della tragedia che ha segnato le vite dei due magistrati e delle loro famiglie non dimentica, nello spettacolo, i momenti di luce, di gioia, di ironia: l’amore di Giovanni e Francesca, di Paolo ed Agnese; gli scherzi tra i due amici; la serenità della loro infanzia. “Nel tempo che ci resta” si pone in prosecuzione con il lavoro di impegno civile e di inchiesta che César Brie ha iniziato con: “Il cielo degli altri”, “Otra vez Marcelo”, “Albero senza ombra”, “Viva L’Italia”, “Prima della bomba”, “L’avvoltoio” e con altri lavori e ricerche non soltanto teatrali da lui condotte. Questo progetto sancisce e rinforza la collaborazione tra Cesar Brie e Campo Teatrale facendolo diventare a tutti gli effetti un regista residente. César Brie nasce a Buenos Aires, Argentina. Arriva in Italia a 18 anni con la Comuna Baires, gruppo teatrale di cui è cofondatore, recitando in più produzioni, dirette da Renzo Casali e Liliana Duca. Con questo gruppo ha cominciato a sviluppare un’arte apolide, a stretto contatto con le molte realtà incontrate in una vita passata per scelta in esilio. Dopo il 1975 crea a Milano il Collettivo teatrale Tupac Amaru, tra gli spettacoli prodotti “A Rincorrere il Sole”, “Ehi”, in collaborazione con Danio Manfredini e “E tentavano infine di scappare”. Dal 1981 al 1990 lavora insieme a Iben Nagel Rasmussen nel Gruppo Farfa e poi nel Odin Teatret nelle vesti di autore, regista e attore. Tre, tra i titoli di questi anni: “Matrimonio con Dio” e “Talabot” con la regia di Eugenio Barba e “Il Paese di nod”, regia e drammaturgia di César Brie. Poi da solo “Il Mare in Tasca”, “Torneranno i miei figli” e con Naira Gonzalez Romeo e Giulietta.
A seguito di queste esperienze nel 1991, fonda in Bolivia il Teatro de Los Andes col quale crea spettacoli che partono dalla storia o dai classici, ma calati profondamente nell’attualità: una serie di lavori esemplari destinatia girare il mondo (“Ubu in Bolivia”, “Solo gli ingenui muoiono d’amore”, “I Sandali del Tempo”, “Dentro un sole giallo”, “Fagile”, “Otra vez Marcelo”… “L’Iliade”, “L’Odisea”). Su L’Iliade hanno scritto “Ci sono spettacoli – pochi, imprevedibili – che incantano e s’imprimono nella memoria come un’esperienza irripetibile. Gli spettatori se li raccontano a distanza di anni alimentandone il mito. L’Iliade del Teatro de Los Andes è uno di questi (….). Presentato in mezzo mondo, ha ovunque trascinato pubblico e critica in un consenso unanime, facendo gridare al capolavoro. Quasi duecento repliche in due anni.
Tutti i temi del teatro di Brie sembrano fondersi qui in una profonda riflessione sulla violenza e sul tempo, nel tentativo di rivedere la tragedia antica alla luce della propria storia”. (Fernando Marchiori). César Brie partecipa anche ad altre produzioni, come autore o regista: “Il cielo degli altri”, realizzato in Italia con gli attori del Teatro Setaccio; Zio Vanja di Anton Cechov, di cui cura la regia insieme a Isadora Angelini; “Todos los ausentes”, realizzato a Santiago del Cile con l’attore Hector Noguera del Teatro Camino; scrive “I clienti”, con la regia di Giancarlo Gentilucci per Arti e Spettacolo. Dal 2010 in Italia crea “Albero senza Ombra” e “120 chili di jazz”, “Karamazov”, “Il Vecchio Principe”, “La Mite”, “Viva l’Italia”, “L’avvoltoio”. Campo Teatrale produce alcune delle sue ultime regie: “Indolore”, “La volontà” e “Prima della bomba”.
Sul palco le anime di Falcone e Borsellino
’Nel tempo che ci resta’ le vicende personali e pubbliche dei due magistrati che si trovano (insieme alle mogli) di fronte al pentito Tommaso Buscetta.
’Nel tempo che ci resta’: César Brie in un’elegia per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, per ricordare le vittime innocenti di mafia. Stasera, con inizio alle 21, al cinema teatro Boiardo di Scandiano. Uno dei maggiori autori teatrali del nostro tempo, César Brie, porta sul palcoscenico del Boiardo i fantasmi di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e le rispettive mogli, a ricostruire le loro vicende personali e pubbliche di fronte al pentito Tommaso Buscetta. Testo e regia sono di César Brie, anche interprete insieme a Marco Colombo Bolla, Elena D’Agnolo, Rossella Guidotti, Donato Nubile. Lo spettacolo va in scena esattamente a una settimana di distanza dalla giornata dedicata alle vittime innocenti di mafia, che cade il 21 marzo. Tra le lamiere di un cantiere abbandonato a Villagrazia, un uomo fa rotolare delle arance. Appaiono quattro figure, che si chiedono dove sono, qual è la terra in cui si trovano. Si riconoscono, sono le anime di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e Agnese Piraino Leto. L’uomo che ha lanciato le arance si presenta: è Tommaso Buscetta, il pentito di mafia. Le anime delle due coppie e del pentito si raccontano in questo cantiere abbandonato. Ricordando e denunciando si interrogano, in un viaggio attraverso quello che è successo. La lotta alla mafia, le vittime, i tradimenti, i pensieri, le vicende personali e pubbliche, la trattativa, il senso del dovere e l’amore si intrecciano proiettando ciò che è accaduto continuerà ad accadere, in una ricostruzione immaginifica propria del regista e drammaturgo argentino.