20.5.2023 𝗠𝗲𝘀𝘀𝗶𝗻𝗮 𝗗𝗲𝗻𝗮𝗿𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝘀𝗼𝗿𝗲𝗹𝗹𝗲: 𝗻𝗼𝗻 𝗺𝗶 𝗽𝗲𝗻𝘁𝗼. 𝗘 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗳𝗶𝗴𝗹𝗶𝗮 𝗱𝗶𝗰𝗲: “𝗧𝗶 𝗱𝗮𝗿𝗼̀ 𝗶𝗹 𝗺𝗶𝗼 𝗰𝗼𝗴𝗻𝗼𝗺𝗲”
10.5.2023 Messina Denaro incontra per la prima volta la figlia mai riconosciuta
Lorenza Alagna nel supercarcere de L’Aquila
La figlia mai riconosciuta va in carcere ad incontrare il padre, il super boss Matteo Messina Denaro. Lorenza Alagna, 26 anni, alla fine il passo lo ha fatto. Forse, chissà, anche per le condizioni del padre mai conosciuto, alle prese con un tumore aggressivo. Nonostante le notizie di stampa filtrate non certo lusinghiere, la giovane ha quindi deciso di varcare la porta del super carcere de L’Aquila. Cosa si siano detti i due resta top secret. Così come i sentimenti contrastanti che con ogni probabilità avranno toccato i cuori di entrambi.
Lorenza Alagna è figlia di Franca Alagna, la donna con cui Messina Denaro l’ha concepita. La giovane non ha mai rinnegato il padre ma la sua indipendenza e libertà sì. Tanto che aveva deciso di tenere all’anagrafe il cognome della madre, quasi a voler imprimere quella distanza dall’allora superlatitante. Tutti atteggiamenti che evidentemente non sono mai piaciuti al boss di Castelvetrano. E non ne faceva mistero nei pizzini. Ma in realtà ci sono anche altri scritti che fanno emergere come Messina Denaro fosse combattuto interiormente.
Indicata come “sciacqualattuga”
In un pizzino indicava la figlia non riconosciuta una “sciacqualattuga”. Un termine con cui metteva in evidenza la scarsa considerazione che aveva per la figlia naturale Lorenza Alagna. Passaggio che viene fuori dall’inchiesta dei carabinieri del Ros che hanno analizzato l’enorme mole di pizzini e lettere trovate nei covi dell’ex primula rossa di cosa nostra. In una lettera indirizzata alla sorella Giovanna, parlando di Martina Gentile, la figlia della maestra Laura Bonafede arrestata anche lei per favoreggiamento, il boss riferendosi in codice alla figlia naturale usava appunto il termine “sciacqualattuga”.
Le lettere mai spedite
Nei covi però trovate anche lettere ami spedite che dovevano esesre indirizzate proprio alla figlia biologica. Con termini amorevoli si rivolgeva a lei e le diceva di stare lontana da “certi mondi” pericolosi. A fare da contraltare, poi, i pizzini inviati alla sorella. “Io ho cresciuto una figlia che non è mia figlia biologica (parlando della figlia di Laura Bonafede, ndr), ma per me è mia figlia. Mi ha dato l’amore di una figlia, mi ha voluto bene e mi vuole bene. Ha molto di me perché l’ho insegnata io, se vedessi il suo comportamento ti sembrerei io al femminile”.
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Matteo Messina Denaro, un manoscritto per la figlia
Ancora una volta torna la figura della figlia nella storia dell’ex latitante, accusato di omicidi e stragi. Alla figlia si era già riferito nella famosa corrispondenza che aveva avuto con l’ex sindaco di Castelvetrano Tonino Vaccarino. A Vaccarino, scrivendo di Lorenza, confidava che «solo da lei accetterò l’unico giudizio». Sul manoscritto stanno lavorando gli investigatori dei Carabinieri, così come su altri documenti rinvenuti in queste settimane.
Pare che documenti, “pizzini“, siano venuti fuori durante delle perquisizioni a casa di familiari dell’ex latitante, nascosti in una intercapedine. Ci si interroga invece negli ambienti investigativi su delle foto trovate nel portafoglio del boss. Oltre a quella del nipote Gaspare Allegra, deceduto nel marzo 2021, in un incidente nelle montagne lombarde della Grigna, nel portafoglio teneva anche alcuni suoi ritratti fotografici giovanili.
Il Matteo Messina Denaro “giovane”, le istantanee di quei primi giorni da capo mafia, segnati da grande spavalderia e spregiudicatezza. E dal sangue dei primi morti ammazzati.
Messina Denaro, legale figlia boss: “Lorenza non ha mai rinnegato padre”
La figlia del boss Matteo Messina Denaro Lorenza Alagna “non ha mai rinnegato il padre”. A scriverlo in una nota è il legale della giovane donna, l’avvocato Franco Lo Sciuto. Lorenza Alagna, che ha preso il cognome della madre, è “figlia naturale di Matteo Messina Denaro”, come conferma lo stesso legale, e vuole “rivendicare la incontestabilità e legittimità di ogni scelta personale e intima, siccome attinente alla sfera dei rapporti con il di lei padre, mai rinnegato”.
“Si smentisce in modo categorico tutto ciò che è stato pubblicato falsamente, stante che, Lorenza Alagna mai ha rilasciato alcuna dichiarazione che potesse indurre a ritenere la sussistenza della volontà in capo alla suddetta di rinnegare ogni contatto con il di lei padre a seguito dell’avvenuto arresto, con la doverosa precisazione che mai e poi mai sono intervenuti contatti con il predetto fin dalla nascita”.
“A seguito dell’arresto di Matteo Messina Denaro, il bailamme massmediatico innescatosi non ha risparmiato la di lui figlia, Lorenza Alagna. Sono state diffuse attraverso i mezzi di informazione a tiratura nazionale e di divulgazione online, sin dai giorni immediatamente successivi all’arresto e con ritmo sempre più incessante ed insistente, notizie destituite di ogni fondamento, riguardanti una presunta manifestazione di volontà da parte di Lorenza Alagna atta a rinnegare ogni contatto con il di lei padre”.
“Appare doveroso sottolineare che Lorenza si è sempre astenuta da ogni contatto con i giornalisti, quand’anche gli stessi si siano installati quotidianamente sotto casa a presidio dell’abitazione ed alla ricerca di dichiarazioni scoop in modo da alimentare il vortice mediatico – prosegue il legale – L’avere allontanato in modo risoluto l’assalto mediatico di taluni giornalisti sotto casa è condotta inequivoca, insuscettibile delle fuorvianti interpretazioni ribaltate nelle testate nazionali. La sfera del rapporto padre-figlia è intangibile ed insindacabile, e, come tale, deve rimanere rigorosamente riservata”. “Non possono, pertanto, tollerarsi indebite intromissioni nella sfera di detti rapporti, le cui dinamiche devono restare estranee alle cronache ed alle critiche da parte di giornalisti, sociologi, opinionisti, mass-mediologi e di tutte quelle figure che, a vario titolo, dispensano sapere e giudizi sui mass-media. Ogni ulteriore intervento sul punto dovrà ritenersi indesiderato, inopportuno e fonte di sicuro turbamento per Lorenza”. “Si fa invito – conclude – alla solerte insegnante di letteratura italiana, che richiama con passione contatti di natura scolastica con Lorenza Alagna e con l’intera classe di liceali, limitatisi, per inciso, a un mese di supplenza durante i 5 anni di liceo, ad astenersi dalla divulgazione di racconti e commenti in travisamento di fatti sulle testate nazionali, verosimilmente dettati dall’irrefrenabile ed incontrollabile smania di apparire sulle prime pagine dei giornali e delle tv di stato. Le indebite interferenze ad oggi rilevate, hanno persino attinto la sfera dei rapporti riguardanti il nucleo familiare costituito da Lorenza e dal di lei compagno”. ADNKRONOS 21.1.2022
Lorenza Alagna, la figlia di Messina Denaro: «Non ho mai rinnegato mio padre e non ho detto che non andrò a trovarlo» La donna parla attraverso una nota del suo legale
«Non ho mai rinnegato mio padre e non ho mai detto che non andrò a trovarlo in carcere». Attraverso le parole dell’avvocato Franco Lo Sciuto parla così Lorenza Alagna, la figlia naturale del boss Matteo Messina Denaro.
«A seguito dell’arresto di Messina Denaro Matteo, il bailamme massmediatico innescatosi non ha risparmiato la figlia, Lorenza Alagna – si legge in una nota del legale -. Sono state diffuse attraverso i mezzi di informazione a tiratura nazionale e di divulgazione online, sin dai giorni immediatamente successivi all’arresto e con ritmo sempre più incessante ed insistente, notizie destituite di ogni fondamento, riguardanti una presunta manifestazione di volontà da parte di Lorenza Alagna atta a rinnegare ogni contatto con il padre».
Per questo «si smentisce in modo categorico tutto ciò che è stato pubblicato falsamente, visto che, la figlia non ha mai rilasciato alcuna dichiarazione che potesse indurre a ritenere la sussistenza della sua volontà di rinnegare ogni contatto con il padre dopo l’arresto, con la doverosa precisazione che mai e poi mai sono intervenuti contatti con il padre fin dalla nascita».
Secondo i racconti delle agenzie di stampa degli ultimi giorni, Lorenza Alagna sarebbe stata protetta dalla cintura affettiva della famiglia, del compagno Nino e degli amici più intimi, e avrebbe confidato ai parenti di non voler più vedere suo padre. «Dal riserbo familiare emerge che, almeno per ora, la decisione della giovane donna è questa e che quindi non andrà ai colloqui in carcere per vedere il genitore», diceva l’Ansa sabato mattina. Una circostanza smentita dalla stessa figlia del boss.
Lorenza, figlia di Francesca, è l’unica figlia ufficiale del boss arrestato dopo 30 anni di latitanza e fino al 2013 viveva nella casa della nonna paterna con la madre, poi insieme hanno deciso di troncare gli stretto legami e andare a vivere altrove.
La passione del mafioso per le donne è nota. Ha avuto diverse fidanzate anche durante la latitanza, almeno cinque quelle note, e tantissimi flirt. Da una di queste relazioni sarebbe nato un figlio, nei primi anni 2000, di cui però non si ha alcuna certezza. Ai medici della clinica palermitana dov’è stato operato per le metastasi al fegato Messina Denaro aveva raccontato di « avere due figlie che però vivono fuori e di non avere altri parenti». Nei suoi messaggi inviati a un sindaco il boss avrebbe anche raccontato il suo dispiacere per non poter incontrare la figlia. CORRIERE DELLA SERA 21.1.2023
“Lorenza non ha mai rinnegato il padre. La sfera dei loro rapporti è intangibile”
Assediata dai cronisti, protetta dalla cintura affettiva della famiglia materna, la ragazza (che non ha mai rilasciato alcuna dichiarazione) ha deciso di intervenire dopo che questa mattina un’agenzia di stampa aveva attribuito a generiche fonti familiari la sua decisione di non andare a trovare il padre detenuto nel carcere de l’Aquila.
“Sono state diffuse attraverso i mezzi di informazione a tiratura nazionale e di divulgazione online, sin dai giorni immediatamente successivi all’arresto e con ritmo sempre più incessante ed insistente, notizie destituite di ogni fondamento, riguardanti una presunta manifestazione di volontà da parte di Lorenza Alagna di rinnegare ogni contatto con il padre – scrive l’avvocato Lo Sciuto in una nota – Si smentisce in modo categorico tutto ciò che è stato pubblicato falsamente. Lorenza Alagna mai ha rilasciato alcuna dichiarazione che potesse indurre a ritenere la volontà di rinnegare ogni contatto con il padre a seguito dell’avvenuto arresto, con la doverosa precisazione che mai e poi mai sono intervenuti contatti con lui fin dalla nascita”. “La sfera del rapporto padre-figlia è intangibile e insindacabile, e, come tale, deve rimanere rigorosamente riservata – continua il legale – Non possono, pertanto, tollerarsi indebite intromissioni nella sfera di questi rapporti, le cui dinamiche devono restare estranee alle cronache ed alle critiche da parte di giornalisti, sociologi, opinionisti, mass-mediologi e di tutte quelle figure che, a vario titolo, dispensano sapere e giudizi sui mass-media. Ogni ulteriore intervento sul punto dovrà ritenersi indesiderato, inopportuno e fonte di sicuro turbamento per Lorenza”.
L’attacco all’ex insegnante
Poi una forte critica a una docente del liceo di Castelvetrano frequentato da Lorenza, che in questi giorni ha rilasciato dichiarazioni ad alcune tv. ” Si invita la solerte insegnante di letteratura italiana, che richiama con passione contatti di natura scolastica con Lorenza Alagna e con l’intera classe di liceali, limitatisi, per inciso, ad un mese di supplenza durante i 5 anni di liceo, ad astenersi dalla divulgazione di racconti e commenti in travisamento di fatti sulle testate nazionali, verosimilmente dettati dall’irrefrenabile ed incontrollabile smania di apparire sulle prime pagine dei giornali e delle tv di stato. Le indebite interferenze ad oggi rilevate, hanno persino attinto la sfera dei rapporti riguardanti il nucleo familiare costituito da Lorenza e dal di lei compagno”. Lorenza Alagna vuole “rivendicare la incontestabilità e legittimità di ogni scelta personale e intima attinente alla sfera dei rapporti con il padre mai rinnegato”.
Lorenza, figlia di Francesca, è l’unica figlia ufficiale del boss arrestato dopo 30 anni di latitanza e fino al 2013 viveva nella casa della nonna paterna con la madre, poi insieme hanno deciso di andare a vivere altrove. Francesca, che porta il cognome materno, abita a Castelvetrano e il 14 luglio 2021 ha partorito un bimbo che non si chiama come il nonno.
di F. Q.| 21 Gennaio 2023
Lo aveva già detto nei giorni scorsi che lei non esisteva e non voleva sapere nulla del padre, ultimo stragista catturato dal Ros a Palermo. La figlia di Matteo Messina Denaro sembra irremovibile, non torna indietro sulla sua decisione di rinnegarlo. Non vuole saperne di andare a incontrare il padre al colloquio in carcere che del resto non ha mai conosciuto. Un’opportunità cui il mafioso, dopo l’arresto e 30 anni di latitanza, deve aver pensato: in alcuni fogli sequestrati nel suo covo a Campobello di Mazara ha scritto “Perché Lorenza non vuole vedermi? Perché è arrabbiata con me?”.
Lorenza Alagna, 27 anni, protetta dalla cintura affettiva della famiglia materna, del compagno Nino e degli amici più intimi dopo aver letto i giornali online pieni delle foto e degli articoli sul padre, ai suoi parenti ha detto che non vuole vederlo. Dal riserbo familiare emerge che, almeno per ora, la decisione della giovane donna è questa e che quindi non andrà ai colloqui in carcere. Lorenza, è l’unica figlia ufficiale del boss, e fino a circa 10 anni fa viveva nella casa della nonna paterna con la madre, Francesca Alagna, poi insieme hanno deciso di troncare gli stretti legami e andare a vivere altrove. Lorenza, che porta il cognome materno, abita a Castelvetrano, ha un bambino. Ai medici della clinica palermitana dov’è stato operato per le metastasi al fegato Messina Denaro aveva raccontato di “avere due figlie che però vivono fuori e di non avere altri parenti”.
Nel 2005 l’ex primula rossa della mafia trapanese aveva scritto ad Antonino Vaccarino, morto nel maggio 2021, politico dei misteri coinvolto in affari di mafia, massoneria, spionaggio, condannato per droga e in primo grado per concorso in rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento personale con l’aggravante mafiosa: “… veda io non conosco mia figlia non l’ho mai vista, il destino ha voluto così, come posso sperare io in una favola? Nel dire ciò non sto piagnucolando non ne sono il tipo e poi ho già razionalizzato il tutto, voglio solo dire che, se ho ancora qualcosa da sperare, è che se anche la vita ha tolto a me per dare a mia figlia mi sta bene e, se così è, quello che mi è rimasto è ancora tanto e spero che si prenda tutto da me per darlo a lei. Se io le dovessi dire cosa si prova nel non conoscere i propri figli non saprei cosa dirle, posso però affermarle, con assoluta certezza, che essere genitore padre o madre che sia, e non conoscere i propri figli è contro natura”. Vaccarino avrebbe collaborato coi servizi segreti, intrattenendo col boss mafioso un rapporto epistolare tramite nomi in codice: lui si definiva “Svetonio”, Messina Denaro “Alessio”. L’obiettivo sarebbe stato quello di far costituire il capomafia.
Lorenza Alagna, chi è la figlia di Matteo Messina Denaro
Lorenza Alagna è la figlia di Matteo Messina Denaro. E’ nata nel 1996 dalla relazione del boss mafioso con Francesca Alagna e ha preso il cognome della madre. Oggi vive nel centro di Castelvetrano con il compagno e con il figlio. Messina Denaro avrebbe anche un secondo figlio di cui si sa poco: sembra che si chiami Francesco e che sia piuttosto giovane (nato tra il 2004 e il 2005).
Un rapporto difficile
Lorenza è nata il 17 dicembre 1996. Durante l’infanzia ha vissuto in casa della nonna, poi ha scelto di andare via e prendere il cognome della madre. “Non voglio saperne niente”, avrebbe detto ai cronisti che l’hanno raggiunta dopo l’arresto del boss. Sembra che Messina Denaro non abbia mai incontrato la figlia, nonostante ne avrebbe scritto nei suoi diari, nelle lettere e in alcune intercettazioni.
La figlia di Messina Denaro ai parenti: “Non vado al colloquio in carcere con mio padre”
Lorenza Alagna nei diari di Messina Denaro: «Perché mia figlia è arrabbiata con me?»
Anche se lei oggi ripete: non voglio saperne niente. Fate finta di nulla, fate finta che io non esista. Del resto chi ha dato la caccia per un’intera carriera al padrino delle stragi è convinto che si tratti di due vite parallele. Anzi, tre.
Da una parte, il fuggitivo che, pur gravitando sempre fra Trapani, Mazara del Vallo e Castelvetrano, non poteva consentirsi di frequentare la bella ragazza di buona famiglia rimasta incinta, Franca Alagna, inciampata per caso nella rete del boss, con amara sorpresa per i suoi genitori estranei a quel mondo.
Dall’altra, proprio lei, alta, snella, elegante, costretta già in gravidanza a trasferirsi in casa del latitante, guardata a vista dalla madre e dalle quattro sorelle del boss.
Come la piccola Lorenza, cresciuta in questa sorta di soffocante matriarcato, le persiane sempre socchiuse, le foto di Matteo piazzate sul comò del salotto, monito e invito al silenzio.
Raccontano che la signora Franca non sia mai uscita da casa da sola. Seguita sempre da una delle cognate quando era proprio indispensabile. Ma preferibilmente restando sempre tappata dentro.Erano gli anni in cui una professoressa determinata a parlare di legalità, denunciando «i compromessi fra mafia e Stato», scuoteva i suoi ragazzi senza sapere che in classe aveva la figlia del boss. Lo ricorda bene l’insegnante oggi direttrice di un festival di letteratura, Bia Cusumano: «Un giorno, mentre parlavo delle stragi mafiose riferendomi proprio all’allora imprendibile Messina Denaro, Lorenza si irrigidì. “Posso uscire, professoressa?”. Adesso che parliamo di cose importanti? “Devo uscire”. Due minuti dopo un ragazzo mi rivelò di chi era figlia, nonostante il cognome diverso. E allora decisi che bisognava parlare ancora di più, che occorreva scuotere…».
Non si sa quanto abbia pesato quell’incontro con la professoressa, ma a quel punto Lorenza, ormai quasi maggiorenne, la scossa la impresse a se stessa e alla madre. Costringendola a uscire dal guscio, a vivere, a non sopportare quello stato di soggezione. Matura così la scelta di andare a vivere in un altro appartamento. Primo passo verso la conquista di libertà sempre più concrete. Un viaggio in Inghilterra, l’iscrizione all’università con i viaggi in corriera per Palermo, l’incontro con un bravo ragazzo, l’amore che esplode con il frutto di un bel bimbo che oggi ha un anno e mezzo.
«Sono una docente ormai da 15 anni e vivo ed insegno in una città come Castelvetrano in cui finché il boss Matteo Messina Denaro era ancora latitante, il suo nome non poteva essere neanche pronunciato. Io l’ho sempre pronunciato e ho sempre parlato di mafia e di legalità nelle mie classi. Ovvero ho parlato sempre del coraggio di dire la verità, di non girare lo sguardo altrove e per paura, con un atteggiamento omertoso che non è solo siculo dire: niente so, niente ho visto, niente voglio sapere» . Così Bia Cusumano, professoressa al liceo di Lorenza Alagna, figlia di Matteo Messina Denaro.
« Ho avuto il dono e ancora oggi lo reputo tale di incontrare nella mia carriera di docente Lorenza Alagna. Non sapevo che fosse la figlia di Matteo Messina Denaro proprio perché non porta il cognome del padre ma quello della madre, Franca Alagna. Non ho mai rilasciato dichiarazioni false su di lei, anzi la ricordo come una ragazza studiosa, attenta in classe, ben educata, forte e determinata. Ho ribadito più volte quello che lei stessa una volta mi disse: per voi può essere uno stragista, un criminale, un super boss, per me resta mio padre. Ho letto dentro queste parole tutto il dolore di una giovane ragazza dimidiata tra la consapevolezza di essere figlia di un boss e l’amore inevitabile e imprescindibile per un genitore, chiunque esso sia, anche un mafioso».
«Non ho mai screditato Lorenza come non l’ho fatto mai con nessuno dei mei alunni. In classe lei è stata amata, rispettata, valorizzata come tutti gli altri miei studenti. Su questa vicenda so bene che forze più grandi di Lorenza si muovono e si agitano, se così non fosse non si spiegherebbero i trenta anni di latitanza. Se ognuno avesse fatto il proprio dovere, non ci sarebbero stati tutti questi morti ammazzati che oggi pesano sulle nostre coscienze».
«Chi dice la verità è sempre scomodo alla mafia. Chi ha il coraggio di dire no, altrettanto. Si è passati dalla mafia delle stragi alla mafia del silenzio. Ovvero ad una mafia che vuole zittire, mettere il bavaglio a tutti i costi. Siamo una città sfibrata, logora e massacrata oggi più che mai dai mass media, ma siamo anche una città che può se vuole cambiare vita rinascendo dalle macerie».
La figlia di Messina Denaro, parla l’ex insegnante: “Non l’ho screditata”