La latitanza di MMD – TESTIMONIANZE

Il PARROCO


Messina Denaro, “entrava al bar con camicie sgargianti, tutti muti”

Il bar dove prendeva il caffè. «Quando entrava stavano tutti zitti»

Trapani – Il testimone che conferma i sospetti che i carabinieri hanno da giorni, e cioè che in tanti in questi mesi abbiano incontrato Matteo Messina Denaro e abbiano sempre fatto finta di nulla, racconta: «Io sono di Trapani e adesso per fortuna ho cambiato lavoro: ero rimasto disoccupato e avevo accettato un contratto di sei mesi con un’impresa edile, ma le condizioni di lavoro erano inaccettabili. A Campobello ho fatto parte di una squadra che ha ristrutturato una casa antica. Ogni mattina mi fermavo al bar per la colazione e quell’uomo con gli occhiali ambrati l’ho incontrato più di una volta, sicuramente a giugno e luglio. Quando entrava tutti stavano zitti. Mi aveva colpito questo particolare. Indossava delle camicie abbastanza strane, direi sgargianti. A un certo punto era diventato grasso. Ricordavo questi occhiali strani, scuri. Aveva un tono di voce molto basso. Pensavo fosse un personaggio strano, forse uno potente o ricco, ma non sapevo chi fosse, non immaginavo che fosse il super latitante».
Le frequentazioni quasi quotidiane dello spietato stragista di Castelvetrano non erano chiacchiere in libertà fatte circolare dopo la cattura. È vero che usciva di casa, che andava a prendere il caffè o a fare la spesa e che qualche volta è andato persino all’autolavaggio, a bordo di quell’Alfa Giulietta nera che i carabinieri ancora cercano e che sembra sparita nel nulla.
«Io sono sicuro che le altre persone che erano dentro al bar erano perfettamente coscienti di chi fosse quel cliente silenzioso, che sorrideva e che ringraziava di continuo. Parlava in italiano, non ho mai sentito da lui parole in dialetto locale. Una volta avevo osato chiedere a una cameriera, ma lei mi ha risposto abbastanza scocciata. Le avevo chiesto se fosse il sindaco del paese e lei mi aveva detto che invece si trattava di un medico».
E questa era proprio la versione che il boss aveva fatto circolare tra quelli che se l’erano trovati di fronte e che avevano mostrato troppa curiosità: «Sono di Palermo e sono in pensione», diceva. «Io capisco che qui siamo tutti abituati a farci gli affari nostri e con questi personaggi è molto meglio. Però visto il male che quest’uomo ha provocato all’Italia e alla nostra regione trovo inaccettabile che in tanti abbiano fatto finta di non averlo visto mentre si godeva il caffè caldo». RAGUSA NEWS 22.1.2023


Messina Denaro e il giallo del selfie in clinica

In una foto i sorrisi durante le cure. I racconti dei pazienti: «Mandava messaggi a tutti»

Al momento è un giallo. Ma quella foto che rimbalza nelle chat, se confermata, racconterebbe molto meglio di tante parole gli ultimi tempi da latitante di Matteo Messina Denaro. Un signore, dice chi frequenta la clinica in cui è stato arrestato, gentilissimo, elegante, col parlare forbito seppure con un accento trapanese, spesso col foulard al collo come appare in una vecchia foto in possesso degli investigatori. Insomma, un vero e proprio dandy, così com’era stato descritto nella leggenda che ha accompagnato la sua latitanza.

Messina Denaro, il vicino di casa del boss racconta le sue abitudini

Messina Denaro era arrivato alla Maddalena nel gennaio 2021. Il 13 novembre 2020 era stato operato per un cancro al colonnell’ospedale “Abele Ajello” di Mazara del Vallo. Il boss, alias Bonafede, aveva un medico curante a Campobello di Mazara che sicuramente gli ha fatto una prescrizione di accompagnamento. Nella clinica palermitana i medici gli hanno fatto una risonanza magnetica scoprendo che metastasi al fegato.


Messina Denaro, la testimone: “Faceva le chemio con me. Le mie amiche hanno il suo numero”

Ma com’era Messina Denaro secondo chi lo ha visto e ha parlato con lui in questi anni per ragioni professionali mediche senza sapere che fosse il ricercato numero uno d’Italia? Un uomo elegante, che in reparto aveva la giacca da camera, metteva soprabiti in pelle con camicie stile hawaiano, parlava del suo amore per le donne. Aveva detto di avere due figlie che però vivevano fuori e di non avere altri parenti. Le restrizioni per il Covid non hanno fatto peraltro sorgere sospetti durante il ricovero perché l’uomo non riceveva visite in quanto i familiari non sarebbero potuti entrare.

 

 

La vedova del prefetto Fulvio Sodano: «Matteo Messina Denaro catturato dopo l’arresto del suo protettore politico»


Messina Denaro, gli abitanti di Castelvetrano (TP): “Qui lo conoscevano tutti”

 

A telecamere abbassate l’inviata di “Zona Bianca” raccoglie le testimonianze dei cittadini del paese in cui si nascondeva il boss mafioso

 

“Matteo Messina Denaro? Lo conoscevano tutti“. A telecamere abbassate l’inviata di “Zona Bianca” raccoglie le testimonianze degli abitanti di Castelvetrano (Trapani), il paese in cui si nascondeva il boss mafioso.