Cattura Matteo Messina Denaro: Fiammetta Borsellino, le giornate di festa non servono

 

Bene averlo preso; bravi quanti hanno condotto l’operazione. Non c’è però molto da festeggiare; se festa deve proprio essere, è amara: in uno Stato ‘sano’ personaggi come Messina Denaro non restano liberi e impuniti per tanto tempo

Deve certamente far riflettere che il boss di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, sia potuto restare latitante e impunito per trent’anni. Non è l’unico caso. Sono tanti i boss di mafia, ‘ndrangheta, camorra e altre organizzazioni di delinquenza organizzata latitanti, e spesso “latitanti in casa”. Non intende essere una giustificazione; è solo un dato di fatto. Bene averlo preso; bravi quanti hanno condotto l’operazione. Non c’è però molto da festeggiare; se festa deve proprio essere, è amara: in uno Stato ‘sano’ personaggi come Messina Denaro non restano liberi e impuniti per tanto tempo. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni proponedi trasformare il 16 gennaio in giornata di festa. “La vera giornata di festa è quando non si ha bisogno di istituire giornate di festa”, osserva Fiammetta Borsellino, figlia di Paolo. Ha ragione.

Ricorrente la domanda (con relativo stupore): ma come, super ricercato e se ne stava tranquillo a Palermo e dintorni? E’ quasi ‘normale’. Dovrebbe pur dire qualcosa che un’altra ‘primula rossa’, si chiamava Luciano Liggio, viene sorpreso a Corleone, il suo paese. Era il 1964. Lo trovano nell’appartamento di quella donna, Leoluchina Sorisi, un tempo la fidanzata diPlacido Rizzotto: implacabile sindacalista socialista che combatteva la Cosa Nostra, da Liggioper questo ucciso. Se almeno si studiasse un poco la materia di cui ci si vuole occupare, forse tante inutili chiacchiere, tanti stupori idioti ci verrebbero risparmiati. Forse.

Arrestato Messina Denaro torna in auge nei telegiornali l’intervista al citofono di ‘santoriana’ memoria. Passi. Ma si assiste anche a quella che non c’è altro modo che definire ‘barbarie’: la vera e propria molestia a persone che sono unicamente colpevoli di essere congiunti del boss mafioso. La figlia Lorenza, per esempio, che col padre non ha mai avuto nulla a che fare. I magistrati non le hanno mai contestato alcunché. Vorrebbe solo vivere la sua vita senza essere schiacciata da quel padre ingombrante. Così si dice e si scrive di tutto e di più: Lorenza rinnega il padre; non vuole aver nulla a che fare con lui; si rifiuta anche di andare a trovarlo in carcere… Una ridda di voci insulso e inventato, la ragazza deve ricorrere a un avvocato per puntualizzare che lei non si è mai sognata di dire “bah”, non ha rilasciato alcuna dichiarazione, né ha intenzione di farlo. Non sarebbe il caso di smettere di rompere le scatole a Lorenza, i rapporti che ha e che vuole avere col padre sono fatti suoi, suoi soltanto?

Abiti eleganti, “griffati”, quelli trovati nel covo di Messina Denaro. D’accordo: gli piace da sempre vestire elegante. Non è proprio una novità, non tutti i boss della Cosa Nostra vestono pantaloni di fustagno e coppola. Pietro Aglieri non era proprio l’ultimo arrivato. Il 6 giugno del 1997 quando lo catturano, i titoli sono: “Arrestato il numero 2 di Cosa Nostra, scacco alla mafia”. Lo chiamavano anche “u signurinu”, il signorino, per la sua eleganza. Vittorio Mangano, sempre definito “lo stalliere di Arcore”, è definito da Francesco Scrima, cugino di Pippo Calò, come “amante dei bei vestiti, e dei modi raffinati”. Insomma, questa “fissa” per l’eleganza dice poco.

Più interessante che Messina Denaro facesse uso di stimolanti sessuali e preservativi, che presumibilmente avesse rapporti con più donne. Quello che si ufficialmente si rimprovera a Tommaso Buscetta, l’essere un ‘fimminaro’ (“Non è della mia statura, è un uomo che ha troppe amanti”, sbotta Riina), lo si perdona a Messina Denaro.

  Amori di mafia: Riina è stato marito fedele e innamoratissimo della consorte Ninetta Bagarella, da lei corrisposto, fin da giovanissimi, lui per lei, lei per lui. Ninetta segue il suo uomo nella lunga latitanza, ne condivide la sorte, ne sarà stata silenziosa e fidata confidente. Altra storia quella di Saveria Benedetta Palazzolo, la moglie di Bernardo Provenzano, a cui ha dato due figli, Angelo e Francesco Paolo. Anche lei discende da una famiglia mafiosa, di Cinisi. Per lungo tempo, senz’altro per volere del marito, ha vissuto in Germania, probabilmente in un paese vicino Stoccarda, dove viveva un fratello di “Binnu”. I figliparlano correntemente il tedesco, il padre di tutta evidenza non ha voluto che fossero coinvolti nelle sue attività. Hanno in eredità un cognome pesante, ma a loro carico nulla.

C’è poi Leoluca Bagarella, il feroce e spietato fratello di Ninetta. Anche lui ha fatto di tutto e di più: condannato all’ergastolo per l’omicidio del commissario Boris Giuliano, tra gli autori della strage di Capaci, responsabile dell’odiososequestro, strangolamento e scioglimento nell’acido di Giuseppe Di Matteo, figlio del collaboratore di giustizia Santino. Sposa Vincenzina Marchese, anche lei discendente di una famiglia di mafia; Leoluca è innamorato corrisposto, fino all’estremo sacrificio di lei: lo segue nella latitanza, si dispera per non aver saputo dare un erede (due abortispontanei); si sente in colpa per essere la sorella di Pino Marchese, il primo corleonese “pentito”, il più odiato dallafamiglia Riina. C’è chi sostiene che la donna sia rimasta profondamente scossa dalla storia del piccolo Di Matteo, si fosse convinta “che non avere figli sia una sorta di castigo di Dio, una punizione per il rapimento di quel ragazzinoinnocente eseguito dagli uomini di suo marito”. Alla fine, siuccide. Secondo Tony Calvaruso, ex autista di Bagarella, la donna è stata seppellita in gran segreto dall’ancora innamoratissimo marito. Il suo corpo non è mai stato ritrovato.

Ora Messina Denaro, boss con tante relazioni femminili: l’austriaca Andrea, Francesca (che gli dà la figlia Lorenza), Maria… La presenza di preservativi, profumi e Viagra nell’appartamento di Messina Denaro testimonia il passaggio di molte donne; forse, chissà, una sorta di modernizzazione della Cosa Nostra passa anche da una “evoluzione” del costume? Si potrà forse dire non solofollow the money”, ma anche “cherchez la femme”.

25 Gennaio 2023 INDRO.IT