PALERMO 23 maggio 2022 – Messina Denaro impreca contro Giovanni Falcone

 

Il messaggio audio di Messina Denaro in chat

 

Messina Denaro in una chat impreca contro le commemorazioni di Falcone

 

L’audio recuperato dai Carabinieri del Ros ci porta dentro l’auto del boss Matteo Messina Denaro, mentre era bloccato in strada durante le commemorazioni delle stragi di Capaci. La foto è stata scattata dallo stesso Messina Denaro. Il 23 maggio del 2022, giorno di commemorazione delle stragi a Palermo.
L’immagine sotto è tratta da una foto scattata dallo stesso Matteo Messina Denaro mentre si trova in autostrada in direzione Palermo, il giorno 23 maggio 2022, anniversario della strage di Capaci in cui venne ucciso il giudice Giovanni Falcone, la moglie e gli agenti di scorta 

Oltre alla fotografia, Messina Denaro invia anche un file audio in una chat di gruppo, nella quale usando toni sprezzanti commenta di essere bloccato nel traffico per via della commemorazione della strage di Capaci, per la quale è stato condannato all’ergastolo in primo grado come uno dei mandanti assieme alla cupola di Cosa nostra. E’ in corso il processo di Appello a Caltanissetta.


“E io qua sono bloccato con le quattro gomme a terra, cioè a terra nel senso non di bucate.Sull’asfalto. E non si muove per le commemorazioni di sta minchia”: così il boss Matteo Messina Denaro, il 23 maggio, giorno delle commemorazioni della strage mafiosa di Capaci, costata a vita al giudice Giovanni Falcone, esprimeva in una chat con alcune pazienti conosciute durante la terapia oncologica, il suo fastidio perché, a causa delle celebrazioni, era rimasto bloccato nel traffico.

  “Porco mondo”, imprecava nel messaggio registrato che l’ANSA è in grado di pubblicare, e concludeva “qua mi sono rotto i co..di brutto”.   

Messina Denaro, che non avrebbe rivelato alle donne che frequentava la sua identità, raccontava loro della sua malattia e si confidava. “Mi sento abbandonato. Come un randagino con una gamba spezzata in mezzo a una pozzanghera durante questa notte di Natale. Tutto questo per me è lo squallido avrei bisogno di affetto. Ma è giusto elemosinare affetto?”, scriveva.

In uno dei messaggi il boss, che aveva raccontato di essere un imprenditore divorziato, riferisce di un desiderio espresso dalla madre. “C’è Anna, sarebbe la ragazza che sta assieme a mia madre. Ieri sera mi cerca ha trovato un foglio scritto di pugno di mia madre. Si rivolge a me e dicendo che quando sarà morta, al suo funerale ma chi lo dice che io muoio dopo di lei, lei non lo sa questo ma lo so io, vuole la banda musicale che deve suonare un unico motivo la marcia del kaiser quella che fanno a Vienna per il capodanno. E quindi ora vuole sta cosa allora si deve fare perché le volontà delle persone si mantengono”.

 

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Le confidenze

Il livello di confidenza tra loro si intuisce proprio dalle trascrizioni di alcuni messaggi audio: «Anna, la ragazza (badante, ndr) che sta insieme a mia madre, ieri sera mi ha cercato. Ha trovato un foglio scritto di mia madre di suo pugno. Mia madre non c’è più con la testa, ma scriveva un sacco di cose. Cose sensate, a volte». «Si rivolge a me dicendomi che quando sarà morta al suo funerale vuole la banda musicale — prosegue —. E deve suonare sempre un unico motivo: la Radetzky March. Ma chi lo dice che io muoio dopo di lei? Lei non lo sa ma io lo so. Siccome però lei vuole questa cosa, io la farò, perché le volontà delle persone si mantengono. Mia madre era così, un tipo estroso, io ho preso un po’ da lei». 

«Io abbandonato»

 Il boss ogni tanto le manda qualche messaggio un po’ allusivo, ma per lo più le parla da vero amico: «Cara, nella mia vita ho avuto momenti terribili, anche se non si vede. E non parlo del tumore. E quindi so per esperienza che quando si sta male come stai male tu ora, non si deve parlare: perché so che tu non vuoi sentire. Ma pur volendo tacere, per rispettare questo tuo momento, una cosa te la voglio dire: e parlo solo perché ho già vissuto questo tuo momento. Io ho subito un intervento pesante, cinque ore e 40 minuti. Speravo fosse tutto finito, e invece mi hanno dovuto operare di nuovo. Altre sei ore e 30 minuti. Poi la chemio. Che voglio dire? Che dopo tutto questo sono qua. Ci sono ancora. Il tuo percorso è simile al mio. Dobbiamo soffrire ma ce la farai. Scusami, ma io non voglio tue risposte… quando ti sentirai io ci sarò». E ci sono momenti in cui le confida la sua fragilità: «Mi sento abbandonato. Come un randagino con una gamba spezzata in mezzo a una pozzanghera durante questa notte di Natale. Tutto questo per me è lo squallido (come definisce l’ospedale, ndr), avrei bisogno di affetto. Ma è giusto elemosinare affetto?». Messina Denaro si apre con lei perché la sente affine: «Lo so che hai le palle, so riconoscere i miei simili, di te l’ho capito in un nanosecondo. E non ci conoscevamo ancora. Ti udivo, ti guardavo, ascoltavo, comprendevo chi eri sentendoti parlare con gli altri. Subito pensai: questo è un tipo».


Le conversazioni WhatsApp

Tra il mafioso e la donna si era instaurato un dialogo profondo. Lo si intuisce dalle trascrizioni di alcuni messaggi audio: “Anna, la ragazza (badante, ndr) che sta insieme a mia madre, ieri sera mi ha cercato. Ha trovato un foglio scritto di mia madre di suo pugno. Mia madre non c’è più con la testa, ma scriveva un sacco di cose. Cose sensate, a volte”.

“Si rivolge a me dicendomi che quando sarà morta al suo funerale vuole la banda musicale — continua—. E deve suonare sempre un unico motivo: la Radetzky March. Ma chi lo dice che io muoio dopo di lei? Lei non lo sa ma io lo so. Siccome però lei vuole questa cosa, io la farò, perché le volontà delle persone si mantengono. Mia madre era così, un tipo estroso, io ho preso un po’ da lei”.

Messina Denaro cerca anche di essere di supporto all’amica, ricordando la sua battaglia con la malattia e alludendo ad altri “momenti terribili”: “Cara, nella mia vita ho avuto momenti terribili, anche se non si vede. E non parlo del tumore. E quindi so per esperienza che quando si sta male come stai male tu ora, non si deve parlare: perché so che tu non vuoi sentire”.