27 GENNAIO 2021– MESSINA – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI –FIAMMETTA BORSELLINO: “MIO PADRE ERA UN UOMO INNAMORATO DELLA SUA TERRA“

 “Sono qui – ha dichiarato Fiammetta Borsellino – esclusivamente per rivolgermi ai giovani, gli unici che mi spingono a compiere questi interventi che, ogni volta, per me sono portatori di tanta emotività. Non sono a mio agio a parlare dietro ad uno schermo e sono abituata a rivolgermi a loro perché dai loro sguardi scorgo tanta energia. Un Paese che non è in grado di far luce su quanto avvenuto non può aver futuro e da oltre 25 anni non si riesce a colmare un vuoto insostenibile. La sentenza Borsellino Quater sul depistaggio aveva rappresentato un barlume di speranza e doveva essere un punto di partenza, non di arrivo. Ne sono scaturiti alcuni processi ed altrettante archiviazioni, che rappresentano una ferita aperta,  alle quali abbiamo fatto ricorso. Oltre a tutto ciò è importante continuare fare memoria, ovvero, a far proprio il patrimonio morale di questi uomini, Ebbene, mio padre era un uomo comune che ha fatto il proprio dovere con la ‘pratica antimafia quotidiana’ e non c’è niente di meglio dell’esempio per trasmettere un messaggio ai ragazzi. Sono loro stessi che, spesso, mi domandano cosa possono fare ed io rispondo loro che per lottare contro la mafia devono studiare e prendere coscienza del fatto che la nostra terra non è un favore che ci viene elargito, ma un diritto. Proprio per la nostra terra ha lottato mio padre. Una volta mi disse: ‘Palermo non mi piaceva, per questo ho scelto di amarla’. Fu un atto per affermare la sua idea di bellezza. Il suo manifesto. Nacque nel quartiere della Kalsa (zona Magione), che nel dopoguerra era uno dei più poveri. Giocava a pallone coi figli dei mafiosi più in vista e, insieme anche a Falcone, avrebbe potuto incamminarsi su una cattiva strada. Ma entrambi scelsero il bene, vollero fare qualcosa per rendere più bella la loro Sicilia. Mai, neppure una volta, mio padre pensò di abbandonarla, neanche nei momenti più difficili. Aveva paura, ma la superò anche per noi oltre che per sé. Raccontava barzellette e cercava di oltrepassare tutto con il gioco e con il suo carattere che ci permise di superare l’anormalità delle cose”.